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IPOMOBILITÀ - Fattori quali:

  • Traumi-infiammazione-dolore Sedentarietà
  • Prolungata immobilizzazione Tessuto cicatriziale
  • Disturbi muscoloscheletrici...

determinano una riduzione delle sollecitazioni alle strutture preposte al movimento. Di conseguenza si innescano cambiamenti strutturali nelle strutture coinvolte nel movimento, soprattutto a carico del tessuto connettivo.

I cambiamenti strutturali del tessuto connettivo comportano una riduzione della flessibilità di elementi quali tendini, tessuto connettivo periarticolare e capsula articolare.

I tessuti molli vanno incontro a ridotta elasticità e flessibilità.

A livello articolare la capsula si irrigidisce, comportando dunque alterazioni artrocinematiche.

Il quadro clinico evolve quindi verso una riduzione del ROM ed un conseguente deficit a livello funzionale.

Il ridotto movimento porta i muscoli a diventare ipostenici ed ipotrofici.

Inoltre, sempre in seguito al...

ridotto movimento, i muscoli possono sviluppare delle contratture:
  • contratture muscolari miostatiche:
    • Senza alterazione strutturale
    • I muscoli presentano un accorciamento adattativo al ridotto movimento
  • contratture muscolari pseudomiostatiche:
    • Nelle situazioni più acute, in presenza di dolore da apprensione al movimento, ci può essere un ipertono muscolare con finalità protettiva.
    • Spasmi con funzione di difesa da dolore
L'ipomobilità:
  • Può avere diverse cause e manifestarsi con diversi quadri clinici
  • Può associarsi o meno a stati di infiammazione e dolore
  • Porta a deficit funzionali di entità diversa a seconda dei casi
L'ipomobilità si combatte innanzitutto promuovendo il movimento. Data la grande variabilità delle condizioni di ipomobilità, è fondamentale inquadrare e analizzare bene il problema al fine di utilizzare le strategie appropriate.

terapeutiche più efficaci per quel dato quadro clinico.

Le diverse condizioni di ipomobilità presentano comunque alcuni aspetti comuni:

  • Movimento ridotto
  • DOLORE
  • Il dolore è spesso presente e molte volte costituisce la barriera principale, ovvero il motivo per il quale il movimento viene ridotto.

  • Ridotta funzionalità muscolare (ipostenia e ipotrofia), che porta a:
    • Deficit equilibrio
    • Alterazioni nella deambulazione
    • Limitazioni funzionali
    • Ridotto sostegno del carico

EZIOLOGIA IPOMOBILITÀ

Le cause di ipomobilità si possono ordinare in tre diversi gruppi:

  • Problematica articolare di infiammazione acuta artrite
  • L'ipomobilità può essere generata da traumi (artriti post-traumatiche), infezioni (artriti settiche) o patologie reumatiche che hanno come bersaglio la membrana sinoviale (artrite reumatoide).

  • Problematica articolare degenerativa
osteoartrosi› Il dolore per la sollecitazione dell’osso sub-condrale e le alterazioni morfologiche e strutturali delle superfici articolari possono portare a rigidità.
Immobilizzazione e scarico protratti› L’immobilizzazione può derivare da un trauma o da un intervento chirurgico.
TRATTAMENTO DELL’IPOMOBILITÀ
L’obbiettivo del trattamento è il recupero funzionale.
Il primo step sarà quello di ridurre il dolore provato dal pz. In seguito si procederà con il recupero di flessibilità, elasticità e ROM.
Il nostro lavoro è essenziale per evitare l’evoluzione verso condizioni croniche di rigidità e retrazioni:
  • Intervento tempestivo
  • Trattamento conservativo graduale
  • Trattamento differenziato secondo la clinica
  • Strumenti adeguati
VALUTARE L’IPOMOBILITÀ
Di fronte ad un problema di ipomobilità è importante identificare lestrutture coinvolti nel deficit:
  • ipomobilità articolare limitazione primaria
  • Resistenza articolare o peri-articolare
  • Per valutare il deficit di mobilità articolare si procede con la valutazione del ROM passivo e del ROM attivo, ponendo particolare attenzione anche alla qualità del movimento e all'end feel.
  • È fondamentale raccogliere un feedback da parte del paziente relativamente a sensazioni di tensione o di dolore.
  • ipomobilità extra-articolare limitazione secondaria
  • Resistenza extra-articolare: contrattura del tessuto connettivo o muscolare; problematiche di scorrimento tendineo; perdita di elasticità.
  • Per valutare aderenze tendinee e retrazioni muscolo-tendinee si coinvolge nella valutazione anche l'articolazione prossimale.
  • Se la limitazione non è influenzata dalla posizione dell'articolazione prossimale si tratta probabilmente di una aderenza.

muscolo-tendinea.§ Se la limitazione è influenzata dalla posizione dell'articolazione prossimale si tratta probabilmente di una retrazione muscolo-tendinea.

RECUPERO DELLA MOBILITÀ- Il recupero della mobilità articolare dovrebbe iniziare con manovre finalizzate al ripristino del joint play (gioco articolare).

- Occorrerà dunque effettuare manovre traslatorie di trazione, compressione o scivolamento, finalizzate al recupero delle componenti del movimento artrocinematico.

- Successivamente mireremo al recupero del ROM articolare, mobilizzando passivamente l'articolazione secondo la regola del concavo-convesso.

- La regola concavo-convesso ci consente di riprodurre i fisiologici movimenti di rotolamento e scivolamento.

- Parallelamente al recupero del ROM sarà necessario lavorare sul recupero di elasticità e flessibilità dei tessuti.

- Ciò verrà fatto mediante tecniche di allungamento che possono aiutarci a superare le

barriere che si sono create. Strumenti riabilitativi
  • Esercizi per il recupero del ROM
  • Tecniche manuali di mobilizzazione
  • STRETCHING/Allungamento
RECUPERO JOINT PLAY

Con joint-play facciamo riferimento ai movimenti accessori che si verificano tra le superfici articolari, resi possibili dalla capacità di distensione del tessuto capsulare:

  • scivolamento
  • rotazione
  • compressione
  • rotolamento
  • distrazione

Tali movimenti accessori sono fondamentali per poter eseguire correttamente i movimenti più complessi che determinano il ROM dell'articolazione.

I movimenti del Joint-Play possono essere testati solo passivamente, non possiamo farli eseguire attivamente dal paziente.

Per il recupero del joint-play vengono impiegate diverse tecniche manuali.

ESERCIZI DI ROM

Movimenti ad ampio ROM permettono di mantenere la mobilità di articolazioni e tessuti molli, limitando così i deficit di mobilità e l'insorgenza di

contratture.- Il recupero del ROM viene eseguito progressivamente, lavorando nella posizione limite specifica per unaàdata articolazione il cosiddetto end range, o grado 3. Ovviamente il recupero del ROM deve sempreessere effettuato mantenendosi al di sotto della soglia del dolore.

- Appena possibile dovremmo coadiuvare la mobilizzazione passiva a dei movimenti attivo-assistiti osemplicemente attivi. I movimenti attivi inizialmente verranno effettuati con carico naturale,successivamente con resistenze via via crescenti (resistenza manuale, pesi, elastici…).

PROM- P-ROM = ROM passivo- L’obbiettivo primario degli esercizi di P-ROM consiste nell’evitarel’insorgere di complicanze conseguenti all’immobilizzazione,favorendo quindi la mobilità articolare e l’elasticità dei tessuti.

- Il P-ROM inoltre:

  • serve a limitare il dolore e a favorire il processo di guarigione.
  • è utile in presenza di infiammazione
  • diventa

necessario quando il soggetto non è in grado di eseguire autonomamente il movimento

serve ad esaminare e valutare le strutture

può essere utilizzato per mostrare al paziente un movimento prima dell'esecuzione di tecniche manuali

AROM- AROM = ROM attivo

L'esercizio di A-ROM:

  • fornisce un feedback sensoriale derivante dalla contrazione muscolare
  • da uno stimolo positivo per il tessuto osseo e per l'integrità dei tessuti
  • stimola il circolo e previene la formazione di trombi
  • contribuisce a sviluppare la coordinazione e il controllo motorio necessari all'esecuzione delle varie attività funzionali

Nel caso di immobilizzazione di un'articolazione, l'AROM può essere utilizzato sulle articolazioni adiacenti a quella mobilizzata.

Precauzioni:

  • Non recare disturbo al processo di guarigione e pertanto non utilizzare l'AROM se le strutture interessate non sono ancora pronte.

AAROM- AAROM = ROM

attivo-assistito / ROM auto-assistito- L'esercizio di AAROM consiste nell'assistere il paziente nel movimento, al fine di:

  • promuovere circolazione, sensibilità e mobilità;
  • prevenire accorciamenti e retrazioni di strutture quali muscoli, tendini e legamenti;
  • favorire l'esecuzione del movimento da parte del pz in tutto il range di movimento disponibile.

STRETCHING/ALLUNGAMENTO- Esistono diverse tecniche (segmentarie, analitiche o globali) per allungare le strutture connettivali, articolari e periarticolari:

  • stretching statico
  • stretching dinamico
  • facilitazioni propriocettive neuromuscolari
  • tecniche di muscolar energy

Stretching (definizione): qualsiasi manovra terapeutica mirata ad aumentare l'estensibilità dei tessuti molli e a migliorare la flessibilità mediante l'allungamento di strutture che si sono accorciate e sono diventate ipomobili nel tempo.

Kisner Colby -

L'esercizio terapeutico- Pertanto, gli obbiettivi delle manovre di stretching consistono in:

  • aumento dell'estensibilità dei tessuti molli
  • allungamento di strutture accorciate/ipomobili
  • miglioramento della flessibilità

Attraverso lo stretching cerchiamo dunque di favorire il movimento funzionale, lavorando su strutture accorciate o ipomobili.

Azione dello stretching sul tessuto connettivo- Il tessuto connettivo sottoposto all'azione di un carico reagisce con un rimodellamento adattativo della sua struttura.

Tale rimodellamento ha come fine ultimo l'adattamento alla tensione indotta dalle manovre di stretching e pertanto sfocia in un aumento della capacità.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
117 pagine
SSD Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrecarbo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Riabilitazione dell'Apparato Locomotore e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Galimberti Elio.