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ESAMI STRUMENTALI
Sono molti e vanno scelti in base al sospetto clinico.
ARTRITE REUMATOIDE
DEFINIZIONE
È una malattia sistemica autoimmune infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni diartrodiali; il coinvolgimento articolare è generalmente simmetrico, caratterizzato da dolore e tumefazione, spesso accompagnati da rigidità articolare.
EPIDEMIOLOGIA
- È una malattia diffusa in tutto il mondo (prevalenza 0,1-6%)
- Colpisce tutte le fasce d’età (più frequentemente sono interessate la quarta e quinta decade di vita), le etnie e le classi sociali.
- Sotto i cinquant'anni colpisce prevalentemente donne con un rapporto 3/1. Tra i 50 e i 65 anni il rapporto diventa di 2/1; mentre sopra i 75 anni il rapporto varia a 1/3.
PATOGENESI
La causa dell'artrite reumatoide non è nota ma siamo a conoscenza di alcuni fattori che concorrono all'esordio della malattia e alle sue fasi di riattivazione:
- Fattori genetici
- Fattori
infettivi• Fattori immunitari• Ormoni sessuali
L'artrite reumatoide non è una malattia ereditaria ma ha una forte predisposizione genetica.
In pazienti geneticamente predisposti alcuni fattori di rischio sono in grado di scatenare una risposta autoimmune che poi va a interessare prevalentemente le articolazioni ma dà anche delle complicanze a livello sistemico.
Tra i fattori di rischio abbiamo le infezioni, il fumo di sigaretta e le disbiosi.
A livello articolare la struttura maggiormente interessata da questa malattia è la membrana sinoviale che in condizioni normali:
- risulta monocellulare
- riveste lo strato interno della cavità articolare
- produce il liquido sinoviale.
In corso di artrite reumatoide la membrana sinoviale inizia a proliferare:
- Risulta molto spessa con dei villi che invadono la cavità articolare (viene detta PANNO SINOVIALE)
In artroscopia => Questa membrana sinoviale colpisce l'osso e l'articolazione
danno un'idea della gravità dell'infiammazione. Essi possono includere febbre, affaticamento, perdita di peso e debolezza muscolare. Manifestazioni articolari Le articolazioni coinvolte nell'artrite reumatoide sono principalmente le piccole articolazioni delle mani e dei piedi. I sintomi comuni includono dolore, gonfiore, rigidità e perdita di funzionalità delle articolazioni interessate. Questi sintomi possono essere presenti in modo simmetrico, cioè coinvolgendo entrambi i lati del corpo. Manifestazioni extra-articolari L'artrite reumatoide può coinvolgere anche altri organi e sistemi del corpo. Alcune delle manifestazioni extra-articolari comuni includono infiammazione dei vasi sanguigni (vasculite), infiammazione del tessuto polmonare (polmonite reumatoide), infiammazione del tessuto oculare (uveite) e noduli sottocutanei. TRATTAMENTO Il trattamento dell'artrite reumatoide si basa su una combinazione di farmaci, terapia fisica e interventi chirurgici, se necessario. I farmaci utilizzati includono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), corticosteroidi, farmaci antireumatici modificanti la malattia (FARM) e farmaci biologici. La terapia fisica può includere esercizi di stretching e forza, terapia occupazionale e fisioterapia. In alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per riparare o sostituire le articolazioni danneggiate. PREVENZIONE Non esiste una prevenzione specifica per l'artrite reumatoide. Tuttavia, alcune misure possono essere adottate per ridurre il rischio di sviluppare la malattia o per prevenire il peggioramento dei sintomi. Queste includono mantenere un peso sano, evitare il fumo, seguire una dieta equilibrata e fare regolare attività fisica. In conclusione, l'artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica che colpisce le articolazioni e può causare danni irreversibili. È importante diagnosticare e trattare precocemente la malattia per prevenire la progressione dei sintomi e il danno articolare.comprendono§ §Malessere Anemia§ §Febbre Deperimento§ §Sudorazione Rigidità articolare mattutina.L’aspecificità della sintomatologia d’esordio e le apparenti remissioni spontanee rappresentano dueimportanti cause di ritardo nella diagnosi.Manifestazioni articolariLa malattia generalmente insorge in modo graduale e insidioso, anche se in alcuni casi l’esordiopuò essere acuto.Nel caso di un esordio graduale le manifestazionicliniche possono iniziare con artralgieaccompagnate o meno da rigidità articolaremattutina di lunga durata ed evolvere, nell’arcodi settimane o mesi, nella malattia conclamata.Le articolazioni delle mani sono quelle piùcomunemente colpite dalla malattia (le prime). Inparticolare è caratteristico l’interessamento delleIFP e della II e III MCF.Generalmente l’interessamento articolare èfisso (se un'articolazione viene colpita rimanetale), simmetrico, aggiuntivo.centripeto.
DOLORE
Il dolore di un paziente che soffre di artrite reumatoide è un dolore infiammatorio:
- Ben localizzato alle articolazioni
- Acuto / subacuto
- Peggiora la notte
- Rigidità articolare al mattino
- Con segni di infiammazione a livello articolare
Inizialmente le lesioni sono modeste anche se molto dolorose e se il paziente viene diagnosticato e trattato per tempo c'è la possibilità di mandare la malattia in remissione.
Se il paziente invece non viene trattato per tempo o non risponde ai farmaci possono comparire nel giro di anni alcune manifestazioni tardive (deformità simmetriche):
A livello delle mani:
- La deviazione ulnare della dita "a colpo di vento": è legata all'accentuazione del normale angolo di deviazione presente tra gli assi longitudinali dei MC e delle falangi. Si accompagna alla dislocazione ulnare del tendine dell'estensore a livello della MCF e alla perdita, parziale o totale,
1. La deformità "a martello": consiste in un'estensione dell'articolazione interfalangea distale (IFD) e una flessione dell'articolazione interfalangea prossimale (IFP). Questa deformità è causata dalla rottura o allungamento del tendine estensore della falange distale, che porta alla sublussazione o lussazione della prima falange.
2. La deformità "en boutonnière" o "ad asola": consiste in una flessione e contrattura dell'articolazione IFP, combinata con un'iperestensione dell'articolazione IFD. Questa deformità è causata inizialmente dalla sinovite dell'articolazione IFP con allungamento o rottura del tendine estensore centrale. I legamenti laterali si spostano sul lato volare e diventano flessori dell'articolazione IFP. Nell'articolazione IFD si verifica un'iperestensione a causa dell'accorciamento dei tendini nel tempo.
3. La deformità "a collo di cigno": consiste in un'iperestensione dell'articolazione IFP e una flessione dell'articolazione IFD. Si verifica quando le principali forze estensorie si concentrano sulla base della falange prossimale e i legamenti laterali sublussano sul lato dorsale della falange terminale.
Sebbene la deformità possa essere inizialmente reversibile, può diventare una deformità fissa nel corso della malattia. 4. La deformazione "a zeta" del pollice: consiste nella flessione della falange distale con atteggiamento di iperestensione della falange prossimale. 5. La sublussazione volare dei metacarpi sul carpo determina la mano "a gobba di dromedario" o "a dorso di forchetta"; se poi tale deformità si associa alla sublussazione volare delle falangi prossimali sulle teste metacarpali si ha la mano "a gobba di cammello". Dorsalmente sono frequenti le tumefazioni fluttuanti della guaina dei tendini degli estensori delle dita. 6. Quando l'estremità distale dell'ulna, per rilassamento dell'apparato capsulo-legamentoso che la tiene vincolata al carpo, tende a sublussarsi dorsalmente si ha la sindrome del "caput ulnae". Questa condizione si associa ad una dorsalizzazione del tendine.estensore del V dito che, con il tempo, va incontro a facile rottura: la mano assume allora un aspetto di tipo "benedicente" che può essere confuso con un quadro da paralisi del nervo ulnare. A livello del piede: L'interessamento del piede è presente in oltre il 70% dei casi, soprattutto sotto forma di artrite delle MTF dalla II alla V. La localizzazione all'avampiede si manifesta inizialmente come una metatarsalgia, specie all'inizio della deambulazione. Con il tempo compaiono l'appianamento dell'arcata plantare trasversa, l'ipercheratosi sulle teste centrali, la sublussazione plantare delle teste metatarsaliche spesso è accompagnata dall'alluce valgo. Il risultato è il cosiddetto "piede triangolare reumatoide", con base a livello dell'avampiede che interferisce con la deambulazione. Progressivamente si può assistere ad un collasso della parte sottoastragalica che condiziona unaprogressiva deformazione in valgo del retropiede.
A livello del ginocchio: L'interessamento del ginocchio è frequente e precoce. Può essere mono o bilaterale. Praticamente costante è l'interessamento dell'apparato capsulo-legamentoso che condiziona quadridi variabile instabilità in varo e in valgo o in senso anteroposteriore. Frequente è il riscontro di una tumefazione poplitea espressione di cistisinoviali "cisti di Baker". Le cisti provocano un impaccio della flesso-estensione e possono comprimere vasi venosi determinando una stasi all'artoinferiore, oppure possono rompersi nei piani fasciali del polpaccio dando luogoa quadri clinici indistinguibili da una tromboflebite. In realtà non è una complicanza particolarmente grave in quanto il liquido tende a riassorbirsi.
A livello del rachide: L'interessamento del giunto atlo-epistrofico è tardivo: va sempre sospettato e ricercato in presenza di una
sintomatologia dolorosa cervicale.Il dolore (non particolarmente acuto) è solitamente secondario a lassità dell'apparato legamentosodel dente dell'epistrofeo (leg. traverso) che può mostrare fenomeni erosivi fino alla frattura.La lassità legamentosa provoca una sublussazione posteriore e craniale del dente con conseguentecompressione sul sacco durale.Il quadro clinico più comune è rappresentato da una tetraparesi spastica a lenta evoluzione confrequente ipoestesia agli arti inferiori o a un emisoma.Per diagnosticare questa condizione viene fatta una radiografia con proiezioni dinamiche.
Manifestazioni extra-articolari- Interessamento cutaneo: è dominato dallapresenza dei noduli reumatoidi. Il noduloreumatoide è una neoformazione sottocutaneadi consistenza duro-elastica, non dolente,variabile per dimensioni e sede con il decorsodella malattia, senza tendenza ulcerativa,adesa ai piani profondi, localizzata abitualmente
alle superfici esposte a microtraumatismi (superficie estensoria degli avambracci, natiche, tendini estensori, tendine achilleo ecc.). I noduli sono presenti nel 20-35% dei casi, generalmente nei pazienti con gli auto-anticorpi positivi ed è considerato un elemento prognostico negativo. - Interessamento vasculitico (raro): la vasculite reumatoide (vera e propria poliarterite) si associa all'intensa sieropositività per gli autoanticorpi e si presenta in pazienti con una variante di artrite molto aggressiva, variante "maligna". Manifestazioni: arterite distale (emorragie a scheggia, necrosi dei polpastrelli o delle dita fino alla gangrena), ulcere cutanee, neuropatia.