MISURAZIONE DEI VOLUMI NON MOBILIZZABILI
Limiti della spirometria
La spirometria classica misura solo i volumi mobilizzabili:
● Es: volume corrente, capacità vitale, volume inspiratorio/espiratorio di riserva.
○
Non consente di misurare:
● Volume residuo (VR)
○ Spazio morto anatomico
○ Perché non è possibile distinguere, nel volume corrente, quanta aria arriva agli alveoli e
○ quanta rimane nelle vie di conduzione.
TECNICA DELLA DILUIZIONE (CON ELIO)
Principio
Si usa un tracciante (sostanza volatile e inerte) di quantità nota (Q)
● Lo si lascia diffondere nell’aria contenuta nei polmoni (incluso VR)
● Una volta raggiunto l’equilibrio, si misura la concentrazione finale (C)
● Applicando la formula:
● C=QV V=Q/C
⇒
si calcola il volume totale in cui si è distribuito il tracciante (es. VR)
si calcola il volume residuo da cui si ricavano CPT e CFR
Traccianti usati:
Gas non assorbiti dall’organismo (es. elio, azoto, ossido di azoto)
● Devono mescolarsi rapidamente ma non attraversare la barriera alveolo-capillare
● Eliminato rapidamente con poche respirazioni.
● Alterando la densità dell’aria, può cambiare la voce (effetto elio).
●
Procedura:
Spirometro a campana con quantità nota di Elio (C₁ × V₁)
● Il paziente respira tramite boccaglio
● Dopo alcuni atti respiratori, si misura la nuova concentrazione C₂ (elio diluito uniformemente tra
● spirometro e apparato respiratorio)
Formula: C₁ × V₁ = C₂ × (V₁ + V₂) → si ricava V₂ (volume sconosciuto)
● Il volume misurato dipende dalla fase del ciclo respiratorio in cui si trova il soggetto al momento
● dell’attacco al boccaglio (non dal momento in cui si misura la concentrazione!):
Se ha appena fatto un’espirazione forzata massima → si misura il volume residuo (VR)
○ Se ha appena fatto un’inspirazione forzata massima → si misura la capacità polmonare totale
○ (CPT)
Boccaglio attaccato dopo espirazione eupnoica → misuro CFR (capacità funzionale residua).
○
Esempio pratico:
C₁ = 6%, V₁ = 10 L, C₂ = 5%
● 0,06 × 10 = 0,05 × (10 + V₂) → V₂ = 2 L
●
Metodo indiretto e preciso per volumi non misurabili con spirometria classica
Richiede gas inerte, condizioni stabili e istruzioni chiare
TECNICA DELLA PLETISMOGRAFIA
Permette di misurare i volumi non mobilizzabili, come:
● Volume residuo (VR)
○ Capacità funzionale residua (CFR)
○ Capacità polmonare totale (CPT)
○
È un metodo alternativo e più complesso rispetto alla diluizione con elio.
●
Si utilizza un pletismografo, ovvero:
Una cabina sigillata ermeticamente
● Il soggetto è chiuso all’interno ma respira tramite un boccaglio collegato all’esterno
●
Misurazioni:
Pressione interna alla cabina
● Pressione all’interno dell’apparato respiratorio
●
I dati sono rilevati da trasduttori di pressione:
Sulla parete della cabina
● Sul boccaglio del paziente
●
Si basa sulla Legge di Boyle-Mariotte:
(valida per gas ideali a temperatura costante)
P⋅V=costante
Procedura
1. Il soggetto compie un’espirazione forzata contro resistenza:
Il boccaglio è chiuso, quindi l’aria non esce.
○ Il soggetto comprime il torace, ma l’aria interna si comprime leggermente → si ha una ΔV
○ negativa nell’apparato respiratorio.
2. Poiché la cabina è chiusa, questa diminuzione di volume nel torace genera un ΔV positivo
all’interno della cabina:
L’aria della cabina si espande leggermente, causando una variazione di pressione.
○ Si ottiene quindi una variazione speculare tra:
○ ΔV toracico (−)
■ ΔV cabina (+)
■
3. Applicando la legge di Boyle-Mariotte in due ambienti distinti:
Cabina: P =P +ΔV)
○ ⋅V ⋅(V
c0 c0 c1 c0
Apparato respiratorio: P =P
○ ⋅V ⋅(V −ΔV)
r0 r0 r1 r0
4. Si ottiene un sistema di 2 equazioni con 2 incognite:
Le incognite sono i volumi toracici prima e dopo l’espirazione.
○ Con un passaggio algebrico, si sostituiscono le variabili e si risolve il sistema.
○
Leggi spiegazione lezione 7 anno scorso
Vantaggi
Misura diretta e precisa del volume residuo, senza necessità di gas traccianti.
● Indipendente da fenomeni di diffusione o mescolamento del gas (come nella diluizione).
●
Criticità
Strumentazione complessa e costosa
● Richiede collaborazione del paziente (manovra contro resistenza)
● Il volume misurato dipende dalla fase respiratoria in cui si blocca il boccaglio:
● Se il boccaglio è chiuso dopo espirazione eupnoica → si misura la CFR
○ Se è chiuso dopo espirazione forzata → si misura il VR
○ Se è chiuso dopo inspirazione forzata → si misura la CPT
○
MISURAZIONE DEL VOLUME DELLO SPAZIO MORTO
Contesto generale
Lo spazio morto anatomico è mobilizzabile (cioè fa parte del volume corrente), ma non è
● quantificabile con la spirometria.
È però fondamentale per calcolare correttamente la ventilazione alveolare:
● V˙ )×frequenza respiratoria
=(VC−V
A SM
Esistono due approcci:
● Stima → valore approssimato:
○ V (in ml)≈peso (kg)×2
SM
Es.: soggetto di 70 kg → 140 ml di spazio morto
Misurazione → più precisa, con metodi specifici
○
1. Metodo di fowler (singolo respiro di o₂)
Misura solo lo spazio morto anatomico
● Si basa sul confronto tra:
● Aria inspirata contenente solo ossigeno
○ Aria espirata che si arricchisce di azoto man mano che proviene dagli alveoli
○
Procedura
1. Il soggetto inspira un volume noto di solo ossigeno (O₂) da una bombola.
2. L’aria riempie prima gli alveoli, mescolandosi con quella già presente (contenente 80% di N₂), poi
lo spazio morto, che resta pieno solo di O₂.
3. Durante l’espirazione:
I primi 150 cc circa provengono dallo spazio morto, quindi non contengono azoto (N₂).
○ Poi inizia ad uscire l’aria dagli alveoli, ricca di azoto.
○ Grafico teorico
In ascissa: volume espirato
● In ordinata: % di azoto (N₂)
● Aspettativa teorica: onda quadra
● Prima parte piatta a 0% di N₂
○ Improvvisa salita a 80% di N₂
○ Punto di passaggio → volume dello spazio morto
○
Grafico reale
In realtà il passaggio è graduale, per:
● Turbulenze
○ Mescolamento dell’aria
○
La curva non è più un’onda quadra ma dolcemente ascendente
●
Misurazione del V
SM
Si individua un punto sull’asse delle ascisse in cui l’area del triangolo blu
(azoto espirato prima del previsto) è uguale all’area del triangolo rosso
(azoto non ancora espirato quando invece ci si aspetta l’80%)
Il punto di equilibrio tra queste due aree → Volume dello spazio morto
anatomico
Il metodo misura solo lo spazio morto anatomico, perché:
Non rileva eventuali alveoli non perfusi (cioè spazio morto
● alveolare)
L’ossigeno introdotto si mescola negli alveoli con l’aria residua → non distinguibile
●
2. Equazione di bohr
Misurare lo spazio morto fisiologico totale:
● Include sia quello anatomico (vie aeree di conduzione) sia quello alveolare (aree ventilate ma non
perfuse → patologico).
Tracciante utilizzato: CO₂, prodotta fisiologicamente e assente nell’aria inspirata.
●
Principio di base:
Aria inspirata: 0% di CO₂ (concentrazione atmosferica trascurabile).
≈
● Aria alveolare: alta concentrazione di CO₂, perché è prodotta dal metabolismo.
● Durante l’espirazione:
● I primi 150 mL provengono dallo spazio morto, quindi senza CO₂.
○ Il resto dell’aria espirata proviene dagli alveoli, quindi ricca di CO₂.
○
La CO₂ dell’aria espirata rappresenta una media ponderata tra:
● 0% nello spazio morto
○ CO₂ alveolare ≈ PaCO₂ ≈ 40 mmHg
○
Formula dell’Equazione di Bohr −
2 2
=
2
Dove: VSM = volume spazio morto
● VC = volume corrente
● = pressione parziale arteriosa di CO₂ (≈ pressione alveolare)
PaCO₂
● PeCO₂ = pressione parziale della CO₂ nell’aria espirata (media)
● La “a” minuscola indica pressione arteriosa, la “A” maiuscola indica aria alveolare.
Esempio numerico standard
PaCO₂ = 40 mmHg
● PeCO₂ = 27 mmHg
● 27 13 1
(40 − ) = =
40 40 3
→ Spazio morto 1/3 del volume corrente
≈
Verifico anche che, in una respirazione eupnoica, il rapporto tra lo spazio morto (150 cc) e il volume
corrente (500 cc), è circa ⅓. 150 27
(40 − )
=
500 40
Effetti di modifiche del volume corrente
Aumenta VC (es. durante esercizio): VSM rimane simile (150–160 mL) → rapporto ↓
● Diminuisce VC (es. ventilazione tipo cane ansimante): VSM costante → rapporto ↑
●
Situazioni limite (teoriche)
1. Ventilazione solo dello spazio morto
PaCO₂ = 40 mmHg
○ PeCO₂ = 0 mmHg
○ 150 40 0
− 1
= =
150 40
→ Tutto lo scambio avviene nello spazio morto (iperventilazione inefficace), il volume
corrente si è ridotto allo spazio morto
2. Eliminazione dello spazio morto (es. tracheostomia diretta negli alveoli)
PaCO₂ = PeCO₂ = 40 mmHg
○
0 0 0
= =
500 40
→ Tutta l’aria partecipa allo scambio (teorico)
Differenze tra Fowler e Bohr
Caratteristica Metodo di Fowler Equazione di Bohr
Tipo di spazio morto misurato Anatomico (vie di conduzione) Totale (anatomico + alveolare)
Gas tracciante Ossigeno (O₂) Anidride carbonica (CO₂)
Misura aree patologiche No Sì (es. spazio morto alveolare)
Metodo basato su Onda di azoto nel respiro Concentrazione media CO₂
singolo espirata
nb: se c’è uno spazio morto alveolare, non c’è anidride carbonica e riesco a misurarlo con l’equazione di
Bohr. Si riesce a misurare perché si usa un tracciante presente negli alveoli
GAS NELL’APPARATO RESPIRATORIO
Obiettivo finale della ventilazione:
Garantire: → consumo di O₂ (es. 250–300 mL/min a riposo)
Ossigenazione
● → produzione di CO₂ (es. 200–250 mL/min a riposo)
Eliminazione di CO₂
●
Condizioni i