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V O V i∗FI O V E∗FE O
= −
2 2 2
Vi = ventilazione inspirata
₂
FIO = frazione di ossigeno inspirata
₂
FEO = frazione di ossigeno espirata
₂
Per la CO basta calcolare quella in uscita
perché si considera che in entrata sia uguale
a zero.
́ ́
V O V E∗FEC O
=
2 2
Quoziente respiratorio (QR)
Ossidazione del glicogeno.
́
VCO₂=1
QR= VO₂
=>Il flusso di litri al minuto in uscita è uguale al flusso in entrata.
Ossidazione acidi grassi.
́
VCO₂=0.7
QR= VO₂
Il quoziente respiratorio dipende dal tipo di substrato che viene utilizzato. In realtà il nostro corpo utilizza una
miscela di glucidi e lipidi. In condizioni di riposo il massimo
consumo energetico 70% lipidi e 30%
glucidi. Aumentando lo sforzo
dell’esercizio di utilizzano sempre più
₂
glucidi. In situazioni limite (VO max)
raggiungiamo anche il 100% glucidi e
0% lipidi.
Al massimo consumo di ossigeno
abbiamo un QR = 1 (in realtà è un po’
di più) e invece a riposo abbiamo un
QR = 0.8 per i lipidi.
Le scorte di glicogeno sono critiche: come varia la
prestazione in seguito a:
a) Dieta iper-glucidica (70%)
b) Dieta ipo-glucidica (40%)
1. scorte limitate
2. ripristino scorte di glicogeno lento (12-24 ore)
3. scorte nel muscolo di 100-300 mg/kg
Oltre i 10 minuti di lavoro non posso andare avanti alla
₂
VO max perché il metabolismo non-ossidativo viene
maggiormente intaccato quando raggiungiamo la
₂
VO max. ₂
A 250watt viene raggiunta la VO max; nel tratto da 250-300 la concentrazione di lattato dovrebbe aumentare
ma in realtà aumenta molto prima come dimostra la curva. Questo ci dimostra come i metabolismi energetici
siano sovrapposti l’un l’altro; il metabolismo non ossidativo infatti inizia ad intervenire prima che quello
ossidativo abbia raggiunto la sua massima potenza.
Solitamente si associa il metabolismo non ossidativo al senso di fatica; infatti molto spesso si accusa la
₂
fatica anche prima del raggiungimento del VO max, perché il metabolismo non ossidativo è già all’opera.
Le fibre non ossidative sono reclutate prima che
siano reclutate tutte quelle ossidative, quindi il
metabolismo non ossidativo viene chiamato in causa prima che quello ossidativo abbia sviluppato la sua
massima potenza. Quanto prima è determinato dal QR.
₂
Osservando il grafico di VO max
consumato si nota come non rispecchi i di
₂
pari passo quello del VO ; infatti ad un
certo punto subisce un aumento di
pendenza improvviso che corrisponde
all’aumento di acido lattico. Il grafico non
è più lineare perché aumenta
₂
leggermente la CO proveniente da:
−¿ ¿
La
+¿+ ¿
HLa → H −¿ ¿
+¿+CO 3 ¿
C O H O ↔ H C O ↔ H
+
2 2 2 3
3-
CO = principale ione carbonato tampone nel sangue.
Se sta al si qua è aerobico e può andare avanti per ore, se sta al di la dura poco!
₂
La CO nell’organismo proviene da:
1. ciclo di Krebs
2. tamponamento
3. acido lattico Il metabolismo non ossidativo è intervenuto anche prima della
soglia anaerobica (che solitamente è posta a 4mM)
Nelle fibre muscolari il lattato prodotto dal metabolismo non
ossidativo passa dal muscolo al sangue; una parte di questo però viene consegnato alle fibre ossidative che
in questo modo utilizzano il lattato come fonte energetica risparmiando la glicolisi e quindi glicogeno. Quindi
il lattato accumulato nel sangue è il bilancio tra quello prodotto e quello riutilizzato. Il lattato si accumula
quando la produzione eccede l’assorbimento.
Con l’allenamento a parità di carico assoluto (velocità di corsa, di pedalata, di nuotata ecc) il QR di abbassa,
quindi la persona allenata utilizza di più i lipidi risparmiando i glucidi. L’allenamento associato
all’alimentazione aumenta le scorte di glicogeno e può mantenere l’esercizio fisico più a lungo.
Sperimentalmente si è visto che in media la
potenza sviluppata a lungo corrispondeva alle
4 mM che dal punto di vista della curva non è
soddisfacente. In realtà le 4 mM sono la
massima concentrazione che può essere
mantenuta costante.
₂
O DEFICIT. Quando la potenza meccanica aumenta
rapidamente il metabolismo ossidativo che è lento non
riesce a coprire subito il fabbisogno dell’organismo,
questa energia che deve essere fornita all’istante crea un
₂
debito di O che è indipendente dall’intensità
dell’esercizio. L’energia viene fornita dagli altri due
metabolismi. ₂
Pagamento del debito di O : viene smaltito l’acido lattico e
risparmiati la PCr e il glicogeno.
Uno
studio condotto su soggetti diversi ha dimostrato
che: ₂
A parità di consumo di O (2L/min per esempio)
l’area del Kayaker è più piccola quindi il soggetto
allenato ha chiesto meno prestito di energia ai
due metabolismi non ossidativi. Più energia
prendo in prestito tanto meno riesco a mantenere
l’intensità di esercizio.
Costante di tempo -> tanto più alto è il valore
tanto più lenta p la cinetica.
La variabile cinetica è molto più allenabile della
₂
variabile del VO max. determina la tolleranza
dell’esercizio ed è rilevante anche dal punto di
vista complessivo -> sopravvivenza
80watt-160wat il carico è costante poi quando l’esercizio aumenta il
₂
consumo di O diventa meno efficiente.
Lo stato stazionario (SS) è una semplificazione; c’è solo per carichi bassi mentre poi non viene raggiunto. Lo
stato stazionario è rilevante per la tolleranza dell’esercizio e lo si può vedere anche nella concentrazione di
₂
lattato che dopo un certo punto non si stabilizza ma continua ad aumentare. Il consumo di O non raggiunge
sempre uno stato stazionario; la potenza critica è infatti il livello sopra quale non ho più lo stato stazionario e
in questo modo posso notare anche la SAn trovando a quale intensità riesco a sostenere un determinato
esercizio. Quando perdo la capacità di raggiungere lo stato stazionario faccio fatica. La potenza critica è ad
₂
un punto inferiore alla VO max.
Potenza critica e SAn sono due facce della stessa medaglia.
₂
Il lattato aumenta prima che inizi il VO max perché anche prima intervengono le fibre non ossidative.
L’individuazione di quanto prima arriva è rilevante per capire l’allenamento.
₂
Nel grafico che mostra l’aumento di concentrazione di CO , questo deriva dal sangue, dal tamponamento di
₂
+
H e dal dissociamento dell’acido lattico (e non dal ciclo di Krebs). Per misurare la concentrazione di CO
nell’organismo non serve fare una biopsia, basta misurare l’aria alla bocca.
Intensità dell’esercizio che l’atleta riesce a sostenere a
lungo, e in base al suo accumulo di lattato si stima intorno
1 alle 4mM. Ha più valore funzionale rispetto all’aumento di
₂
CO .
Punto in cui sei misuriamo sistemi di scambio di gas
₂
noteremo già un aumento di CO .
2
Presumibilmente dalle 2mM cominciano ad intervenire anche le fibre non ossidative ma probabilmente non è
funzionalmente rilevante. Lo diventa invece sopra le 4mM.
Il lattato di per se è una molecola che viene utilizzata molto golosamente dai muscoli, infatti permette il
risparmio di glicogeno da parte di altre. Intorno circa alle 4mM non c’è più equilibrio tra
lattato prodotto e assorbito. Ci sono però soggetti
per i quali la capacità di mantenere la
concentrazione di lattato costante (A) è scarsa, e
altri per cui è più facile.
Il lattato a riposo è circa di 0.75-1mM. E’ stato effettuato uno studio su alcuni soggetti che non avevano la
capacità di effettuare la glicolisi (senza miofosforilasi -> il glicogeno non veniva spezzato) che finivano le
scorte energetiche subito e la
concentrazione di lattato accumulato
era pari a quella di riposo.
All’aumento dell’intensità non si
mantiene lo stato stazionario (SS) ma si
raggiungerà la potenza critica
mantenendo questa intensità ma
consumando sempre di più.