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ERITROCITI

Gli eritrociti (o emazie/globuli rossi) sono le cellule più numerose del sangue (4-6 milioni/mm³) e rappresentano circa il 40-45% del volume totale. In massa acquisiscono un colore rosso, da qui il nome, ma osservati microscopicamente presentano un colore più tendente all'arancione, dovuto alla presenza dell'emoglobina. I globuli rossi vengono prodotti nel midollo delle ossa brevi e piatte, nonché nelle epifisi di omero e femore; hanno una vita media di circa 4 mesi.

Essi hanno la forma di una lente biconcava e, insieme alle piastrine, sono gli unici elementi dell'organismo privi di nucleo, lasciando molto più spazio all'emoglobina stessa, pertanto non riescono a replicarsi. Tuttavia, possono presentarsi delle morfologie anomale dove l'eritrocita assume la forma di falciforme: una falce (anemia falciforme), una malformazione genetica ereditaria a carico dell'emoglobina che provoca un'anemia cronica dovuta ad.

un’iperemolisi degli eritrociti anomali).

EMOGLOBINA
L’emoglobina è un policromopeptide di fondamentale importanza; è un protide coniugato costituito dalla globina (parte proteica) e da un gruppo prosterico (eme ferroso). Serve per il trasporto di ossigeno che viene legato in maniera reversibile dal gruppo prosterico e dal ferro, che si trova nella forma bivalente. È una molecola prosterico costituita da 4 subunità polipeptidiche (2α e 2β) ciascuna delle quali è associata ad un gruppo eme ferroso.

L’emoglobina permette di definire l’eventuale stato anemico del paziente. L’anemia è una condizione clinica caratterizzata dalla diminuzione del numero di eritrociti e viene diagnosticata sulla base della conta dei globuli rossi e dal contenuto di emoglobina nei globuli rossi stessi.- l’anemia negli uomini è caratterizzata da un’emoglobina che sia al di sotto di 14 g/dl e un ematocrito al di sotto del

42% e con un numero di eritrociti sotto i 4,5 milioni per mm³;- nelle donne i valori son fisiologicamente più bassi: emoglobina che sia al di sotto di 12 g/dl, ematocritoal di sotto del 37% e con un numero di eritrociti sotto i 4 milioni per mm³.

Quando l’emoglobina si ossigena l’ossigeno si insinua tra il ferro dell’eme e le catene polipeptidiche.

biochimicaemoglobina aMetabolismo dell’emoglobina pianaparteturnover:L’emoglobina è una proteina che subisce come tutte un certo la parte proteica (globina) vienescissa in amminoacidi per essere riutilizzata, mentre l gruppo eme subisce una reazione di ossidazioneche rompe il legame ce tiene unito i vari elementi dell’eme.

bilirubinaIl composto che si genera dall’emoglobina è la che possiede ancora i sostituenti che eranolegati precedentemente all’emoglobina (e in particolare i gruppi procioni i che sono caratterizzati da ungruppo carbossilico terminale).

La bilirubina è un composto idrofobico ed insolubile in ambiente acquoso che viene trasportato a livello epatico, dove subisce un processo di solubilizzazione. Viene quindi modificata e resa solubile grazie all'aggiunta di due molecole di acido glucuronico (bilirubina unità glucuroniche). In questa forma viene trasportata all'intestino dove può essere processata dai batteri intestinali: la maggior parte viene convertita in urobilinogeno, assorbita a livello intestinale, trasportata a livello renale e trasformata nella sostanza che permette l'escrezione della bilirubina.

A livello del midollo osseo sono state individuate cellule staminali in grado di dare vita a progenitori committed, cellule orientate verso la produzione di precursori differenziati e morfologicamente identificabili che poi daranno origine ai diversi tipi di cellule ematiche.

Le sostanze in grado di stimolare la replicazione e la maturazione delle cellule del sangue sono: CSF;

La eritropoietina: un ormone che induce la produzione e maturazione dei precursori in particolare della serie rossa, in seguito ovviamente a variazione di ossigeno nel sangue; viene prodotto a livello di specifiche cellule del rene. La famosa EPO per doping soprattutto per i ciclisti stimola una sintesi di eritroblasti e induce la differenziazione in eritroblasti e poi in eritrociti maturi.

LEUCOCITI

I leucociti possono distinguersi in:

  • neutrofili, basofili ed eosinofili;
  • agranulocitiche: cellule i monociti, i macrofagi ed i linfociti.

Neutrofili

Sono le cellule che contengono degli enzimi fondamentali per esercitare una funzione antimicrobica (si tratta di enzimi litici, in grado di uccidere e digerire) e non reagiscono a nessun colorante acido o basico. Hanno la capacità di migrare: nel momento in cui in un tessuto è presente un'invasione di microorganismi, esse sono in grado di penetrare all'interno della cellula infiammata grazie ad una serie di interleuchine.

come l'interleuchina 1. Gli eosinofili sono abbastanza rari nel sangue, contengono dei granuli specifici e sono così definiti perché reagiscono con le eosine dando una colorazione di granuli azzurofila. Contengono enzimi contro specifiche tossine, enzimi antiparassitari e i granuli contengono enzimi lisosomiali che servono per meccanismi di fagocitosi delle cellule estranee. I basofili sono delle cellule che reagiscono con coloranti basici e sono meno dell'1% dei globuli bianchi totali. Presentano sulla superficie recettori specifici per le IgE (istamina ed eparina). I monociti sono rappresentano il 3-8% dei leucociti totali e sono delle cellule molto grandi, le più voluminose. Sono caratterizzati da un nucleo molto grande esposto in maniera eccentrica e sono macrofagi. Sono delle cellule che rimangono in circolo solo per pochi giorni, trasformandosi poi in macrofagi. La loro funzione è quindi monocita-macrofagica, cioè la capacità di fagocitare.

Materiale estraneo, produrre citochine coinvolte in processi infiammatori e alcuni macrofagi sono anche noti come "cellule APC" cioè cellule presentanti l'antigene, essenziali per quello che è il complesso maggiore di istocompatibilità (nell'uomo definito HLA), in cui ce ne sono 3 classi sul cromosoma 6, che differiscono per la capacità di presentare l'antigene e anche dal tipo di antigene presentato.

Agranulociti, linfociti I sono più grandi dei globuli rossi con un nucleo eccentrico che occupa buona parte della cellula. Possiamo distinguerli in tre categorie: linfociti T (risposta citotossica); B (responsabile di parte della cellula. Possiamo distinguerli in tre categorie: del sistema immunitario); NK (risposta immunitaria aspecifica).

DIAPEDI CELLULARE E CHEMIOTASSIÈ un fenomeno di extravasazione leucocitaria, necessario per permettere ai globuli bianchi di migrare attraverso le pareti dei vasi sanguigni, in risposta ai segnali chimici infiammatori, quindi in risposta alle infezioni.

Il termine diapedesi deriva dal fatto che i leucociti svolgono la loro funzione al di fuori del corrente circolatorio, attraversando gli endoteli ed entrando negli organi specifici.

LEUCOPOIESI è il processo di formazione dei leucociti, analogo all'emopoiesi, che avviene a livello del midollo osseo. È caratterizzato da una fase proliferativa, che riguarda un elemento staminale indifferenziato, e diverse granulocitopoiesi, linfopoiesi e monocitopoiesi. Le tappe successive, che distinguiamo in:

  • PIASTRINE ed EMOSTASI

Le piastrine, trombociti, non sono cellule vere e proprie ma sono elementi cellulari della parte corpuscolata del sangue responsabili, in maniera assoluta, dei fenomeni di coagulazione e quindi impediscono la perdita di sangue a seguito di una lesione vasale, hanno un ruolo fondamentale nella riparazione delle ferite e nei processi di emostasi. L'emostasi è quel processo che serve a mantenere l'integrità dei vasi sanguigni e della

La fluidità del sangue, consiste in una serie di tappe molto lunghe e complesse, perché nell'ambito delle fasi del processo emostatico c'è:

Fase vascolare - La contrazione della muscolatura vasale, in seguito ad una lesione vasale, ha lo scopo di riparare la ferita per evitare un evento emorragico. In questa fase vi è la riduzione del lume vascolare.

Fase piastrinica - L'adesione ed aggregazione piastrinica porta all'attivazione delle piastrine e alla degranulazione dei granuli piastrinici per esercitare l'azione di aggregazione piastrinica e di formazione del tappo piastrinico.

Fase coagulativa - È data dall'attivazione di proteasi plasmatiche che servono a formare il coagulo di fibrina.

Fase fibrinolitica - Rende il processo reversibile, perché si deve mantenere il contesto fisiologico e far sì che il coagulo non si trasformi in trombo.

un’irreversibilità del fenomeno emostatico e puòportare a fenomeni embolici è essenziale che il coagulo venga sciolto a seguito della ferita stessa).

PROCESSO vasocostrizione,Subito dopo la lesione vi è un fenomeno intrinseco di intrinseco perché dovuto afenomeni neurogeni e a fattori umorali che vengono reclutati come vasocostrittori (ad esempioendotelina1), dunque si assiste ad una vasocostrizione che serve a ridurre, sebbene momentaneamente,stato di attivazionel’eventuale perdite di sangue. Successivamente vi è lo delle piastrine che avvieneprimaria.entro pochi minuti dalla lesione e che va a formare l’emostasiSe si tratta di lesioni di calibro maggiore, l’esposizione di superficie a fattori tissutali nel sito di lesionecascata di coagulazione(come fattori piastrinici), attiverà l’altro fenomeno, che è la il cui obiettivotrombina fibrinogeno fibrinaprincipale è l’attivazione di

(essa trasforma il in che stimola l’ulterioreemostasi secondaria,reclutamento delle piastrine); la fase coagulativa è quindi definita in essa si formaun tappo emostatico permanente e la fibrina polimerizzata, insieme alle piastrine, forma una massasolida che va a tamponar l’emorragia nel sito di lesione.

FATTORI COAGULATIVI glicoproteineI fattori della coagulazione sono delle nella maggior parte dei casi, sebbene esista unatromboplastina tissutalelipoproteina che interviene nel processo di attivazione della coagulazione è la(o fattore III della coagulazione),anche che è responsabile della regolazione e dell’attivazione di unadelle vie della coagulazione.La maggior parte dei fattori di coagulazione sono prodotti dal fegato, dove sono presenti anche i salibiliari, che sono essenziali per l’assorbimento della vitamina K (alcuni fattori di coagulazione s

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
29 pagine
SSD Scienze mediche MED/11 Malattie dell'apparato cardiovascolare

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NoemiPel. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Angelone Tommaso.