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I LIMITI DEL POTERE STATALE E IL “DIRITTO DI

RESISTENZA”

-Stipulando il patto e costituendo un potere sovra-indivuale

gli individui non rinunciano a tutti i diritti naturali ma solo

quelli di difesa e punizione

-Il potere sovrano dello Stato e’ un limite invalicabile nel

fine in cui nasce,cioè nel dovere di tutelare e garantire I

diritti naturali e inalienabili di ogni individuo,difendendo ciò

che ogni persona ha di proprio ovvero la vita,la libertà e la

proprietà dei beni

-Locke alla base della sua politica pone l’ideale liberale

dello “Stato minimo” secondo cui la società civile deve

essere il più simile possibile allo stato naturale

-Locke ha una visione ottimistica,che implica la fiducia nella

natura umana e in un uno Stato liberale,lui rietine che il

contratto con cui gli uomini istituiscono il potere sovrano

sia bilaterale (cioè dai sudditi tra loro e tra loro ed il

sovrano)

-Quindi,il patto non consiste in un trasferimento

irreversibile di tutti i diritti,ma in un mandato fiduciario

mediante il quale i sudditi,o i cittadini affidano il potere a +

persone,ma ne rimangono i legittimi possessori

-La sovranità appartiene al popolo che liberamente

trasferisce il potere di promulgare le leggi “potere

legislativo” a chi governa (controlla l’esecuzione delle

leggi) e quello da Locke chiamato “potere federativo” (che

si occupa della relazioni internazionali)

-Per Locke,chi esercita il potere legislativo (il + importante

per Locke) deve:

1. Governare secondo le leggi e non secondo l’arbitrio

2. Legiferare nell’interesse del popolo

3. Non giocare o limitare il diritto alla proprietà

4. Non trasferire il potere in mani diverse da quelle che il

popolo ha scelto

-Anche dopo la costituzione della società politica,il popolo

conserva il diritto di difendersi contro gli stessi legislatori

-Nel caso in cui chi esercita il potere tradisca il proprio

mandato,violando la libertà e la proprietà dei cittadini,il

popolo deve revocare la delega al potere costituito.In ciò

consiste il “diritto di resistenza” riconosciuto da Locke al

popolo,cioè nel diritto di riprendersi la sua libertà originaria

-Per Locke esiste una “legge di natura” che assegna agli

individui alcuni diritti fondamentali,che è scritta nella

ragione di ogni essere umano,in base a questa legge uno

Stato può essere considerato “ingiusto”,nel momento in cui

non la difenda ma la violi

LA CONCEZIONE DELLA LIBERTÀ

-Nonostante Locke guardi allo Stato con ottimistica

fiducia,deve ammettere che esso è nel medesimo tempo

strumento di tutela dell’individuo e minaccia alle sue

libertà,perché da un lato protegge i diritti naturali ma

dall’altro con la forza può abusare del proprio potere e

diventare violento,iniquo ed arbitrario andando contro il

benessere e la libertà dei cittadini

-Quindi per Locke la libertà ha un doppio profilo:da una

parte è libertà nello Stato che con la forza della legge

impedisce il crimine e il reato,dall’altra parte e’ libertà

dallo Stato (essenza del liberalismo),nel senso che prevede

precisi limiti all’azione del potere che non può invadere la

sfera privata di una persona

- La costituzione di un potere civile non può togliere agli

esseri umani i diritti di cui godevano nello stato di natura

(no quello di farsi giustizia da sé),ma deve garantirli ai

cittadini in modo pacifico

-Quindi,se nello stato di natura ’individuo e’ libero nel

senso che obbedisce solo alla legge di natura (alla propria

ragione),nello stato civile rimane libero ovvero liberamente

sottomesso ad un potere che esige il suo consenso

-Senza legge non c’è libertà (non ci sarebbe un limite con

la sfera privata e si dovrebbe obbedire al più forte) e la

legge e’ l’espressione della volontà

LA DIFESA DELLA TOLLERANZA

-Nella Lettera sulla tolleranza proclama la separazione tra

Stato e Chiesa, la distinzione tra reato e peccato e il diritto

al pluralismo religioso

-Mette a confronto le due autorità fondando il concetto di

tolleranza sulla separazione tra l'ambito politico-giuridico e

quello religioso

-Per lui l'intolleranza deriva dal mescolare il cielo e la terra

confondendoli. Lo stato è una società di uomini costruita

per conservare e promuovere soltanto i beni civili e la fede

non può essere indotta negli animi con la forza, ma si

aderisce per convinzione interiore; il solo modo per

convertire qualcuno alla fede è persuaderlo con la parola e

con l'esempi

-Non si può, quindi, nemmeno pretendere l'intervento dello

Stato e della legge in materia religiosa: la Chiesa, infatti, è

una libera società di uomini che si riuniscono

spontaneamente per onorare pubblicamente

-Dio e ottenere la salvezza dell'anima. Questa può

espellere dalla propria comunità coloro che hanno credenze

incompatibili con i suoi principi ma la scomunica non deve

trasformarsi in una diminuzione dei diritti civili dello

scomunicato

-Vi è quindi un muro tra Stato e Chiesa che da un lato

consente autonomia delle scelte religiose e dall'altro

assicura uguaglianza di tutti i cittadini di fronte allo Stato

-È in particolare nel cristianesimo che individua il nucleo

teorico essenziale, spoglio di superstizioni, che rende la

religione accettabile alla ragione

-Nelle sue opere però non presenta tolleranza come un

valore assoluto e analizza quei casi in cui l'autorità civile

non può e non deve essere tollerante: verso coloro che

insegnano cose che mettono a rischio il bene pubblico, che

rifiutano il principio di tolleranza e rivendicano il primato

della propria religione sulle altre; combattono contro lo

stato e con il sovrano della propria religione e infine, verso

coloro che negano l'esistenza di Dio

-Polemizza quindi contro i papisti ovvero cattolici che non

conciliano la loro fede con lo Stato a cui vuole limitare la

possibilità di accesso alle cariche pubbliche poiché

potrebbero imporre con la forza una fede a cui si sentono

vincolati in virtù dell'obbedienza all'autorità diversa da

quella dello Stato in cui vivono; si creerebbe quindi una

situazione paradossale

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Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

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