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LA CONNOTAZIONE ETICA

La rilevanza morale del significato derivato è palese: il “diritto” Ehi ciò che

 “dritto, retto, corretto”, opposizione a ciò che è “storto, perverso, scorretto”. 3

La connotazione etica assunta da directum, diritto, etc., trova per altro

 riscontro il suo antecedente, ius.

ETIMOLOGIA DI IUS

In latino “jus” è inizialmente vocabolo di matrice religiosa pizzato nelle invocazioni

come formula rituale di salvezza, e sembra da ricondurre al sanscrito “yoh”, che

indica “prosperità, integrità, saluta”, e all'iranico “yaos”, che indica l'atto da compiere

ritualmente.

Digesto, 1, 1, 1: “Ius” è espressione si “iustitia”.

IUSTITIA Funzione giustificativa.

Digesto, 1, 1, 10: “ Iustitia est constans et perpetua voluntas ius suum cuique

tribuendi”.

(La giustizia è volontà costante e perpetua di attribuire a ciascuno il suo diritto).

UNA DEFINIZIONE CLASSICA

Si tratta di un'idea antichissima. Questo significa che il cercare di attribuire a ciascuno

il suo diritto è proprio della stessa esperienza giuridica fondamentale, è

fondamento imprescindibile dell'ordinamento giuridico.

IL DIRITTO

Il diritto è definito attraverso la giustizia e la giustizia attraverso il diritto. Perciò

dipendono l’una dall’altra (definizione circolare). Aiuta a risolvere questo problema

Tommaso D’Aquino che, pur non essendo un propriamente un giurista, quanto un

teologo, si è occupato di problemi giuridici, nella Summa Theologiae, nella parte in qui

discute delle virtù cardinali, prima tra queste la giustizia.

La trattazione sulla giustizia inizia con una discussione sul diritto, che si apre con

l’obiettivo di individuarne i significati principali.

Il diritto può assumere molteplici significati.

(Summa Theologiae,

Tommaso d’Aquino II-II, q. 57, a. 1, ad 1): “Hoc nomen ius

primo impositum est ad significandum ipsam rem iustam; pòstmodum autem

derivatum est ad artem qua cognoscitur quid sit iustum”

(il termine “diritto” fu impiegato in primo luogo per significare la cosa giusta in sé

stessa, ed è passato successivamente a designare l’arte con cui si conosce che cosa

sia giusto).

2 accezioni di ius: (p23)

1. Cosa giusta in sé stessa (ipsa res iusta);Suo di ciascuna persona, ciò che gli è

dovuta secondo una certa uguaglianza di proporzione. E in quanto tale è

oggetto della giustizia. (scopo, ciò a cui è rivolta) SCOPO DELLA IUSTITIA

2. L’arte mediante cui si conosce che cosa sia giusto (ars boni et aequi,

iurisprudentia). Arte in cui virtù della giustizia si traduce. Ovvero l’arte di

4

attribuire a ciascuno il suo diritto. Ovvero la giurisprudenza. STRUMENTO DELLA

IUSTITIA

LA SOLUZIONE TOMISTICA

La iustitia, quindi, dipende dallo ius come ipsa res iusta, suum uníuscuiúsque

personae, «suo di ciascuno», in quanto proprio oggetto e fine; e fonda lo ius come

ars boni et aequi, «arte del giusto», in quanto proprio strumento. Quindi:

IUS (suo di ciascuno) → IUSTITIA → IUS (arte del giusto)

Lo IUS come suo di ciascuno genera la IUSTITIA, che a sua volta genera lo IUS come

arte del giusto.

Possiamo considerare classiche queste definizioni, in quanto appaiono compatibili

con concezioni presenti nelle diverse epoche e dalle diverse culture giuridiche. Sono

inoltre definizioni neutre, che sono state declinate nella storia in modi diversi. Rimane

infatti aperto il problema di determinare quale sia il criterio della giustizia, e quindi del

diritto: un fatto (es. la norma posta dal legislatore) o un valore (un principio etico o

religioso superiore alle leggi positive).

PROBLEMI IRRISOLTI

Qual è il criterio della giustizia?

 Come si stabilisce cosa è dovuto a ciascuno?

 In base a una norma o a un valore?

L&H: l’Antigone di Sofocle

Quanto questa alternativa sia gravida di conseguenze pratiche lo si vede

nell’Antigone.

Si prende in considerazione la tesi secondo cui il criterio del diritto è la legge positiva,

la volontà del sovrano, o la volontà della maggioranza, concezione si è affermata

soprattutto in epoca moderna, ove la rappresentazione che prevalentemente viene

data del suo di ciascuno è quella offerta dalla geometria legale.

Fin dall’inizio della riflessione sul diritto ci si è chiesti se tale criterio dovesse rinvenirsi

essenzialmente nella legge dello Stato, o della comunità politica (un fatto), o se vi

fosse un principio superiore alle leggi positive, in grado di legittimarle, e perfino,

quando contrarie ad esso, di invalidarle (un valore).

pp. 17-27 (significato della filosofia del diritto, definizione del diritto).

LAW & HUMANITIES

Law and Literature

 5

Law and Film

 Law and Arts

 problemi

Attraverso le opere letterarie, artistiche, cinema-tografiche, si evidenziano i

di giustizia che sono al cuore dell’esperienza giuridica. Specchio sociale del diritto, in

cui il diritto riflettendosi può scorgersi aspetti fondamentali della propria presenza

nella vita pubblica, che altrimenti gli sfuggirebbero facilmente.

La letteratura è la forma espressiva che garantisce al diritto la possibilità di fuoriuscire

dal meccanismo dell’autoreferenzialità. Perché indica al diritto il senso irrinunciabile

dell’esperienza in cui esso si sostanzia, la ragione per cui esso esiste, in questo modo

riconduce instancabilmente il diritto alla giustizia.

L’esperienza giuridica in questo modo ci mostra come un diritto secondo giustizia

venga, invocato costantemente dalla vita dei singoli. In particolare, dalla vita di coloro

che hanno subito un’ingiustizia, perché l’esigenza della giustizia non è solamente

speculativa, pensata, nasce proprio dalle contradizioni, lacerazioni, dell’esistenza.

LA LETTERATURA E L’INGIUSTIZIA

Eraclito: “Gli uomini non conoscerebbero neppure il nome della giustizia, se non

esistessero le ingiustizie”.

L’esperienza giuridica riflessa nella letteratura ci mostra come un diritto secondo

giustizia venga costantemente invocato dalla vita dei singoli, in particolare di coloro

che hanno subito ingiustizia.

LETTURA: ANTIGONE DI SOFOCLE

Hegel: “Una delle opere d’arte più eccelse e per ogni riguardo più perfette di tutti i

tempi”

Sofocle forgiava un alfabeto nel quale si sarebbe espresso in tutte le lingue, ed etiche.

Il conflitto la coscienza individuale, la ragione di stato. Compreso anche come

contrapposizione tra diritto naturale e positivo, legge divina e legge umana, e diritto

ideale e diritto in vigore.

Antigone è una tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima volta ad Atene alle

Grandi Dionisie del 442 a.C. e da allora continua ad andare in scena fino ai nostri

giorni.

Antigone racconta la storia di Antigone, figlia di Edipo, che decide di dare sepoltura al

cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte.

PASSI DA LEGGERE

vv. 332-375: primo stasimo (ode all’uomo)

 vv. 407-525: dialogo tra Creonte e Antigone

 vv. 817-821: terzo stasimo (il coro dei vecchi Tebani compiange il

 destino di Antigone) 6

vv. 626-765: dialogo tra Creonte e Emone

 vv. 987-1090: dialogo tra Creonte e Tiresia

 vv. 1347-1353: epilogo (morale della storia)

ESPRESSIONI DA RICORDARE

Άγραπτα κάσφαλή θεών νόμιμα (vv. 454-5)

 «le leggi non scritte e irrevocabili degli dei»

ἀλλ᾽αὐτόνομος ζῶσα μόνη δὴ θνητῶν Ἅιδην καταβήσει (v. 821)

 «ma tu sola tra tutti i mortali, seguendo la tua stessa legge, scenderai viva nel

regno dei morti»

CHI AVEVA RAGIONE? ANTIGONE O CREONTE?

Creonte, eccedeva le sue competenze entrando in un ambito, che spettava agli dei

dell’oltretomba. Ma gli dei dell’olimpo, dicevano di dare punizioni esemplari verso chi

minacciava la polis. Per quanto antipatico, autoritario e sessista Creonte, aveva le sue

ragioni. Entrambi avevano le loro ragioni, e la tragedia ci costringe a prendere

posizione, e stabilire chi ha ragione dipende da una molteciplità di ragioni.

Ci si chiede se il criterio della giustizia sia la legge, espressione della volontà del

sovrano, o se esiste un principio superiore alle leggi positive in grado di legittimarle e

perfino invalidarle.

Alla fine, chi aveva ragione? Antigone o Creonte? La risposta a questa domanda

rimane aperta.

LA GEOMETRIA LEGALE

Il compito dei giuristi è quello dell’ordinamento delle relazioni intersoggettive

attraverso la rappresentazione di ciò che è proprio di ciascuno (Gentile, Filosofia del

diritto, p. 23).

La rappresentazione che prevalentemente oggi viene data del suo di ciascuno è

quella offerta dalla geometria legale, prodotto dell’applicazione del metodo

ipotetico-deduttivo proprio delle scienze fisico-matematiche, o naturali, allo studio

del diritto.

Struttura del corso

parte – La geometria legale

I parte – Le aporie della geometria legale

I parte – Lo studio dialettico del diritto

III Considerazione della

scienza, come unica forma di

sapere a cui la stessa

7

filosofia deve essere

ricondotta.

PARTE – LA GEOMETRIA LEGALE

I

Thomas Hobbes (1588-1679) è il primo grande teorico della geometria legale.

De Cive,

Lettera dedicatoria del 1642: “La filosofia si divide in tanti rami quanti

sono i generi delle cose a cui la ragione umana può applicarsi, e cambia nome

secondo la diversità della materia che tratta. Se tratta delle figure, si chiama

Geometria; se dei moti, Fisica; se del diritto naturale, Morale; e tutte sono Filosofia …

Gli studiosi della Geometria hanno molto bene coltivato il loro campo. Difatti tutto

quell’aiuto alla vita umana che si può trarre dall’osservazione delle stelle, dalla

descrizione della terra, dalla misura del tempo, dalle lunghe navigazioni; tutto quello

che appare di bello negli edifici, di solido nelle fortezze, di meraviglioso nelle

macchine; tutto quel che distingue i tempi moderni dall’antica barbarie, è quasi

completamente un benefico effetto della Geometria; poiché quello che dobbiamo alla

Fisica, la Fisica stessa lo deve alla Geometria”. […] (Riduzione della

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Publisher
A.A. 2024-2025
77 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Maja_4029 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Ancona Elvio.