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Estratto del documento

XIII

 Idea che gli uomini sono tutti uguali >> non c’è possibilità di avere un ordine che derivi

da prevalenza di uno sull’altro

 Ci sono degli esseri che sono l’uno contro l’altro per impossessarsi della stessa cosa:

condizione di conflitto permanente

 Uguaglianza produce diffidenza e guerra

>> uomini vogliono la stessa cosa ed entrano in un potenziale conflitto,

>>non c’è nessuna sicurezza ma si vive in continua condizione di incertezza, perché non

posso mai stare tranquillo nei confronti dell’altro

«Gli uomini vivono senz’altra sicurezza che quella di cui li doterà la loro propria

forza o la loro propria ingegnosità. In tali condizioni, non vi è posto per l’operosità

ingegnosa, essendone incerto il frutto: e di conseguenza, non vi è né coltivazione della

terra, né navigazione, né uso dei prodotti che si possono importare via mare, né

costruzioni adeguate, né strumenti per spostare e rimuovere le cose che richiedono

molta forza, né conoscenza della superficie terrestre, né misurazione del tempo, né

arti, né lettere, né società; e, ciò che è peggio, v’è il continuo timore e pericolo di

una morte violenta; e la vita dell’uomo è solitaria, misera, ostile, animalesca

(Leviatano,

e breve» )

XIII

 Una vita sottoposta al pericolo e all’incertezza e un continuo timore

 Uomini sono uguali nella forza e nel pericolo della morte violenta: sono tutti soggetti alla

morte violenta

 Anche colui che si sente + forte, in realtà forse lo è in alcune condizioni, ma non in altre: per

esempi mentre dorme o se si scontra da solo con due nemici alleati

Altro problema dello stato di natura:

 Non posso mai essere certo che se ho in possesso una cosa, lo saranno per sempre >> perché

implica che esista un diritto di proprietà che però nello stato di natura non è presente

 da nello

Diritti naturali: forza e ingegno cui deriva la sicurezza dell’uomo stato di

natura, dove non arrivano questi due diritti, non c’è più nessun diritto

Tra due individui c’è paura e potenziale conflitto >> non c’è sentimento di cooperazione:

estremamente opposto ad Aristotele

«La maggior parte degli scrittori politici suppongono o pretendono o postulano che

l’uomo sia un animale già atto sin dalla nascita a consociarsi (i Greci dicono ‘animale

politico’), e su questa base costruiscono le loro teorie politiche come se non ci fosse

bisogno per conservare la pace e l’ordine di tutto il genere umano, di null’altro che di

una concorde osservanza, da parte degli uomini, di determinati patti e

condizioni che essi stessi chiamano senz’altro leggi. Ma questo assioma è falso,

benché accettato dai più; e l’errore proviene da un esame troppo superficiale della

natura umana. Infatti, ad osservar più a fondo le cause per cui gli uomini si

consociano, e fruiscono di reciproci rapporti sociali, si noterà facilmente che questo

consociarsi non avviene in modo che, per natura, non possa accadere altrimenti, ma è

determinato da circostanze contingenti. Se l’uomo, infatti, amasse il suo simile

per natura, cioè proprio in quanto è un uomo, non vi sarebbe nessuna ragione perché

ciascuno non amasse indifferentemente tutti gli altri nella stessa misura, proprio

perché si tratta allo stesso modo di uomini; e dovesse invece frequentare piuttosto

quelli la cui amicizia conferisce a lui, a preferenza di altri, un qualche onore o una

qualche utilità. Noi non cerchiamo, quindi, per natura, amici, ma ci avviciniamo a

persone da cui ci venga onore e vantaggio: questo cerchiamo in primo luogo, e quelli

solo secondariamente [...] Insomma, è chiaro per esperienza a chiunque consideri un

po’ più addentro le cose umane, che ogni associazione spontanea di gente nasce

o dal bisogno reciproco oppure dal desiderio di soddisfare la propria

(De Cive,

ambizione» I, 2).

 Critica ad Aristotele e al modello dell’uomo come animale politico, perché:

 Se fosse vero, per garantire ordine e pace basterebbe la naturale osservanza di

determinati patti e condizioni che uomini chiamano leggi.

- Basterebbe che uomini in maniera spontanea ubbidissero alle leggi

attribuisce questo a pensiero greco: in realtà Aristotele non dava per scontato che ordine si

basasse solo sull’amicizia e sullo spontaneo consenso, ma parla anche sulla giustizia e sul diritto

che persegue i colpevoli

- Non esiste nessuna amicizia tra uomini alle fondamenta della comunità politico, ma

riteniamo amici solo colo che ci danno gloria e vantaggi

- Ma c’è condizione di possibile combattimento

 Se questo fosse vero, noi dovremmo immaginare che tutti gli uomini si amano per

natura, ma non è così.

- Uomo ama solo chi gli sta vicino, perché gli riconosce ciò che lui cerca: gloria e

vantagginoi ricerchiamo negli altri per apprezzamento e utilità

Hobbes rifiuta idea che comunità e ordine possa fondarsi sull’amicizia di Aristotele >> non esiste

nessuna amicizia tra gli uomini, perché arriva come conseguenza dell’utilità e della ricerca di gloria

e vantaggi

per questo lo Stato di Natura è una perenne potenziale conflittualità: guerra di tutti contro tutti:

 non c’è vero combattimento,

 ma una situazione di possibile combattimento e sempre pensiamo all’altro come

potenziale nemico e sempre pronti a combattere perché l’altro potrebbe attaccarci in ogni

secondo

 >> nello stato di natura nulla è certo e giusto, ma è tutto basato su quello che uno

effettivamente può fare

 >>Non c’è nessun tipo di fiducia tra gli uomini

Al CENTRO dello stato di natura: pericolo di essere ucciso violentemente

Come concepisce il diritto naturale?

 È l’unico nello Stato di Natura

 Comincia a parlare di diritto soggettivo: il diritto dell’individuo: massimo sviluppo della

teoria dei diritti

 Fino ad ora si era parlato di diritto oggettivo, di una norma

«Il diritto di natura è «la libertà che ciascuno ha di usare il proprio potere a suo arbitrio

per la conservazione della sua natura, cioè della sua vita e conseguentemente di fare

qualsiasi cosa che secondo il suo giudizio e la sua ragione, egli concepisca come il

mezzo più idoneo a questo scopo». [La legge di natura] «è un precetto o una

regola generale scoperta dalla ragione, che proibisce ad un uomo di fare ciò che

distruggerebbe la sua vita o che gli toglierebbe i mezzi per conservarla, e di non

Lev.

fare ciò che egli considera meglio per conservarla» ( XIV).

 Il diritto di natura: fare tutto quello che ritengo giusto per potermi difendere: diritto

soggettivo

 Legge di natura: diritto oggettivo: legge che mi impedisce di fare ciò che mi toglierebbe o

danneggerebbe la vita e che mi porterebbe a perdere il diritto di natura

Questa definizione della legge di natura è importante per capire quali sono i limiti del potere, dove

può arrivare il diritto del potere di essere ubbidito da me: al CENTRO del discorso: la sicurezza

della propria vita

 natura

Tutti rischiamo di essere uccisi per questo mi dota della legge di natura che mi dà il

dovere di difendermi

 Idea centrata sulla paura

Nascita dello Stato:

 per uscire dalla condizione di continua incertezza

 la legge naturale che mi dice che devo conservare me stesso, dice anche che la cosa migliore

che posso fare per conservare me stesso è cercare la pace, cercare di uscire da situazione di

conflitto continuo con gli altri

 la pace va cercata per quanto hai speranza di ottenerla >> uomo deve capire se la ricerca

della pace può essere efficace

 se non hai certezza che anche l’altro la stia cercando allora il diritto di natura ti concede la

guerra per difendere tua sicurezza

Allora come si cerca la pace?

 La ragione è puro calcolo meccanico >> è la ragione che mi fa capire che non mi conviene

e

rimanere in una situazione di incertezza allora mi porta a cercare la pace

Nello stato di natura non c’erano limiti, ognuno poteva prendere tutto:

 per la pace bisogna rinunciare a questo diritto.

 Ma a patto che lo facciano anche gli altri

Nello stato di natura tutti erano potenzialmente liberi, non c’erano limiti alla propria libertà se non

quelli derivanti dalla natura >> quello che potevo fare era libero di farlo.

 Per la pace devo rinunciare a una parte di questa libertà, rinunciare al diritto sul tutto>>

solo se lo fanno anche gli altri

 Una volta che ci siamo accordati sulla rinuncia di una parte della libertà, allora dobbiamo

dire che c’è obbligo di rispettare i patti

PROBLEMA:

Quale è la forza ed efficacia di questa legge di natura?

 La legge di natura mi fa capire che questa è la strada che devo percorrere ma chi mi dà la

certezza che sia seguito da tutti gli altri

 Le leggi della natura ci vengono in coscienza, mi parla e dice cosa dovremmo fare per

raggiungere la pace

Ma chi mi dà la certezza che questo avverrà davvero? 

Nessuno, le leggi di natura sono senza garanzia e certezza la natura mi fa capire la necessità di

un patto di unione, ma come faccio a fidarmi del fatto che l’altro lo farà?

 Se non mi posso fidare dell’altro, unica certezza è quella di trasgredire per primo il patto

 Il patto di unione e orizzontale basato su promesse reciproche tra uomini è impossibile

Modello sfiduciario: la promessa dell’uomo non basta, ma è necessaria una terza persona che

imponga il rispetto del patto

 Il patto di unione cade nel momento stesso in cui lo stipuliamo

Il Contratto:

Allora quale patto dobbiamo stipulare per uscire dallo stato di natura?

 Per essere sicuri che l’altro non ci tradisca, per raggiungere la pace: il patto puramente

orizzontale non funziona perché siamo in società basata su diffidenza reciproca, alimentata

dalla società stessa

 Patto come unione tra soggetti in modo tale che questa unione sia allo stesso tempo

soggezione a un potere

>> il contratto sociale deve essere come contratto tra soggetti che si sottomettono a un

potere allo stesso tempo che si forma il patto orizzontale tra uomini.

Il patto di unione è impossibile senza il patto di soggezione

 Nessun rapporto pacifico tra uomini è possibile se non sono sottomessi a un potereè

unico modo per costruire fiducia e pace

«L’unico modo di erigere un potere comune che possa essere in grado di difenderli

dall’agg

Dettagli
A.A. 2023-2024
112 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaribechini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Greco Tommaso.