FASCICOLO
Qui si parla anche della composizione materiale del libro. Un fascicolo è l’unità che va a
comporre la compagine dei libri. È un’unità fascicolare di un certo numero di fogli che
viene unita ad altre unità dello stesso tipo a formare il volume, il libro.
Paragrafo 1.4 metodi non tradizionali per la collazione
Si trova di nuovo Ariosto e di Connor Fey.
Le tecnologie digitali hanno permesso di approfondire e rendere molto più capillare il
lavoro di collazione. Prima si procedeva in maniera molto più artigianale, individuale,
personale. Le tecnologie digitali permettono di accorciare i tempi e di rendere più specifica
la collazione stessa. Sono strumenti che hanno un grande valore sussidiario e sinergico.
Insedi di allestimento del lavoro, di preparazione molte fasi sono accelerate facilitate
dall’intervento fondamentale e determinante di queste strumentazioni. 24
È una scienza che basa il suo metodo e ottiene i suoi risultati con la visione quella che noi
chiamiamo OXIS. La vista è uno strumento fondamentale di accesso sapere. In questo
capitolo si parla dei metodi applicati per farsi che la vista si affatichi sempre meno.
Paragrafo 1.5 Aspetti materiali del libro antico e indagine filologica
La materialità del libro, la fisicità, la corporeità del libro è studiata da questa disciplina che
si chiama bibliologia. C’è anche un altro termine imparentato che è codigologia. Sono tutte
scienze che studiano il libro con oggetto materiale. La stessa paleografia è la scienza che
studia la scrittura nella sua materialità visiva. La corporeità del libro è molto importante.
Quello che è importante è che in sede di indagine materiale del libro, bibliologica,
codigologica, paleografica, questi aspetti che vanno a formare la fisionomia materiale del
libro sono importanti. Il fascicolo è uno degli elementi fondamentali del libro.
Paragrafo 1.5.2
Libri antichi non è sempre presente una numerazione aritmetica.
Il sistema di numerazione delle pagine si va evolvendo nel corso del 500 e continuerà a
convivere con il vecchio sistema della numerazione dei fascicoli. (P.36/37)
Paragrafo 1.5.3. Nuove emissioni e rinfrescature
Riproporre le opere e riprodurre una nuova emissione, ossia il far uscire il libro un’altra
volta. Una nuova emissione è una nuova ristampa o anche una riedizione.
C’è differenza tra riedizione e ristampa.
RIEDIZIONE: deve comportare modifiche abbastanza consistenti. Una riedizione è un
progresso, è un superamento dell’edizione precedente. Ci sono degli interventi cospicui.
RISTAMPA: riproposizione identica anche quantitativamente del libro. Riproposizione che
può essere motivata, per esempio, te l’esaurimento delle copie e della tiratura. Uno aveva
richiesto un certo numero di copie di un’opera, e magari la richiesta è superiore alle attese
ed è necessaria un’emissione nuova dove il libro esce praticamente identico.
ERRATA CORRIGE (corrige è un imperativo): il lettore corregge gli errori. Ti dicono dov’è
l’errore e cosa devi sostituire alla forma errata.
Se si cambia la sostanza di un libro bisogna che cambiare il codice ISBN, ossia il codice a
barre. Si può tenere il codice ma se la sostanza del volume cambia bisogna cambiare anche
il codice. Se no rischia di non essere legale. Rinfrescature, riproposizioni e nuove emissioni
possono variare per intensità e per quantità e a volte anche per qualità. Se cambia la qualità
il libro diventato un’altra cosa.
Edizioni anastatiche: quando un’edizione è una riproduzione esatta di di una precedente
fotograficamente riprodotta. Questa situazione si presenta quando ad esempio un vecchio
libro si vuole riproporre tale e quale è prendendo un esemplare e fotografandolo. In questo
caso il libro viene fotograficamente riprodotto e quel tipo di riproduzione si chiama
anastatica. 25
Concetto di IMPRONTA: altro elemento identificativo del libro, soprattutto di quelli antichi.
P.117 esegesi.
Paragrafo 1.5.5. La descrizione del libro antico
Un libro si presentano con le caratteristiche tipiche dell’età a cui appartiene.
Pagina 42/43
L’inizio di un libro si chiama incipit e la fine si chiama explicit. Incipit deriva dal latino
incipere—cominciare. Liber incipit=inizio di un libro. L’explicit è dove finisce. C’è l’idea del
dispiegamento, tutto il libro si è svolto, si è dispiegato interamente quindi è finito.
Ex libris—> generalmente in contrassegno di appartenenza che riconduce quell’esemplare
a un possessore o un proprietario, che è una persona che l’ho avuto a disposizione. Ex libris
è un ablativo composto da ex che significa “dai libri”. È come un’etichetta. In genere sono
etichette che vengono applicate all’interno della copertina del libro.
In questo capitolo si sta dicendo che il libro non è solo un oggetto spirituale ma anche
materiale. C’è una simbiosi tra queste due caratteristiche.
15 novembre 2022
Lezione 12
Lezione su Salgari. Ascolta alla fine.
21 novembre 2022
Lezione 13
Non entriamo troppo nel dettaglio.
Ritorno al termine “tradizione”, che deriva dal verbo latino “tradere” che significa
consegnare, e dall’idea di consegnare viene anche l’idea del tradimento. Nell’ambito
filologico il concetto indica un movimento di qualche cosa ma è consegnare successivo di
un oggetto attraverso le generazioni. Questo crea nel tempo una linea, una sequenza che
chiamiamo tradizione.
Traduzioni lineari e radiali. I modi di questo movimento dipendono dalle varie circostanze
che si vengono a creare. Dipende sempre da quanti ostacoli la storia contrappone al
movimento di un testo nel tempo. Il movimento che emerge del movimento dei testi della
storia può essere molto semplice o molto complesso, da qui l’esempio di linearità e
radialità.
Poi si trova il concetto di EDITIO PRINCEPS, che è la prima edizione a stampa di un’opera.
La prima volta che un’opera esce in stampa. Indifferentemente per tutte le opere che
vengono pubblicate c’è un momento in cui compare l’editio princeps, che è anche momento
originario nel quale comincia a vivere come opera pubblicata a stampa.
Troviamo anche il concetto di ECDOTICA—> dal verbo “didomi” greco. Si è creato il
termine ecdotica che è l’equivalente di tecnica dell’edizione critica, usando un grecismo. 26
STEMMA—> ossia con la figura geometrica a forma di albero con le radici in alto e i rami
in basso che è la sintesi che noi facciamo del modo in cui abbiamo ricostruito la tradizione
di un’opera nel tempo. Più si va su verso le radici, più i testimoni diminuiscono. Più ci si
avvicina al nostro tempo e più sono finite le testimonianze. Al vertice di questa figura
geometrica c’è l’originale.
NOTA AL TESTO—> un’edizione critica di un testo letterario presenta il testo generalmente
occupa la parte centrale del libro o della dimensione digitale nella quale quell’edizione è
stata pubblicata però insieme al testo ci sono tante cose che sono come satelliti che ruotano
intorno adesso c’è tutta una dimensione para (vicino) testuale o perì (intorno) testuale,
ossia che ci sta intorno. Tutta questa zona para testuali e prime dopo contiene tante cose
che servono a comprendere il testo, per per esempio l’introduzione, una premessa, una
postfazione, e soprattutto nelle edizioni dei testi letterari, che chiamiamo critiche,
importantissima è la nota al testo. La nota al testo è quella zona più strettamente critico
testuale, che viene dopo l’introduzione e prima del testo e parla più specificamente delle
problematiche filologiche (ricerche ortografiche, le scelte ortografiche dell’autore).
Generalmente viene dopo l’introduzione e precede il testo, ossia l’edizione vera e propria
che nel nostro ambito e anche accompagnata in basso da una fascia di testo in corpo
minore che chiamiamo apparato critico.
P.47
C’è una linea dove vengono rappresentate le tappe successive all’editio princeps. Riedizione
e ristampa. La ristampa è perlopiù una mera, quasi inerte, ripresentazione (con piccoli
ritocchi o correzioni di un refuso). La riedizione invece (la prima, la seconda, la terza) crea
una successione dove anche l’opera subisce una lenta, ma consistente, metamorfosi. Può
consistere in aggiunte, soppressioni, alcune modifiche, sostituzioni di parole,
riformulazione di periodi, dove l’autore magari non era contento di come aveva espresso un
concetto.
L’edizione principe è la nascita di un’opera, ma poi un’opera vive e la sua vita deve
presentare ristampe e riedizioni, perché deve vivere e durare.
Un’edizione che esce dopo la morte dell’autore ha la qualifica di POSTUMA. Può essere
quindi che la pubblicazione dell’edizione principe avvenga dopo la scomparsa dell’autore.
Vari esempi di stemmi. Dopo la recensione e la collazione, cioè il lavoro di raccolta di
materiali e di confronto che si fa tra questi materiali, si arriva a fare conclusioni critiche
ossia un’idea dei rapporti che passano tra questi materiali. Sulla base di questi rapporti noi
costruiamo una figura geometrica che li raffigura in maniera stilizzata e un po’ sintetica e
astratta. Lo stemma, che è una figura molto comoda per avere a colpo d’occhio l’idea di
come quella cosa siamo se nel tempo.
Ci sono tradizioni con una storia limitata e molto esigua, di conseguenza anche il disegno
geometrico è molto semplice. Uno stemma o albero genealogico è una stilizzazione, una
semplificazione geometrica di quello che nella storia si è verificato ed è successo.
Da un’edizione all’altra ci sono anche interventi macroscopici molto visibili e molto invasivi
talvolta.
P.52 27
Non sempre quello che gli autori e gli stampatori dichiarano nei loro lavori corrisponde
fedelmente a verità.
P.53
Parola descriptus in corsivo. I rapporti tra due testi in cui uno sia figlio dell’altro, discenda,
derivi dall’altro, hanno queste denominazioni: il testo di partenza si chiama antigrafo,
quello derivato si chiama apografo. Questo in sede di copiatura ma anche quando si
pubblica un testo stampa. Quando un apografo è conservato e il suo genitore è conservato
prende il nome specifico di descriptus.
Le lettere latine si usano per indicare i testimoni conservati, mentre le lettere greche per i
codici che non ci sono
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