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LEGAME AI TESSUTI
Molti farmaci si accumulano nei tessuti a concentrazioni molto più alte che nei liquidi extracellulari e nel
plasma. Per esempio, nel corso della somministrazione a lungo termine con l’agente antimalarico chinacrina,
la concentrazione del farmaco nel fegato può risultare parecchie migliaia di volte più elevata di quella
plasmatica. Tale accumulo può essere il risultato di un trasporto attivo o, più frequentemente, di un legame.
Il legame dei farmaci ai tessuti solitamente avviene con i costituenti cellulari quali proteine, fosfolipidi o
proteine nucleari e generalmente è reversibile. Tale legame ai tessuti e l’accumulo in essi può provocare
anche tossicità a livello locale, come nel caso in cui si verifica un accumulo dell’antibiotico aminoglicosidico
gentamicina nel rene e nel sistema vestibolare.
Il farmaco si lega ai tessuti, alcuni dei quali fungono da deposito come il tessuto adiposo e l’osso (dentina
denti che contiene molto calcio nel bambino piccolo). Es. antibiotico tetraciclina si fissa ai bambini nei denti
dando una colorazione gialla che scompare quando finisce la somministrazione dell’antibiotico > farmaco
si stacca perché complessa il calcio e lo libera e i denti tornano bianchi.
I tessuti osseo e adiposo sono quelli a cui il farmaco si lega per fare da deposito. I farmaci lipofili hanno
affinità per il tessuto adiposo e quando questi farmaci servono per curare una malattia del SNC devono
passare la barriera ematoencefalica e una volta che l’hanno passata e molto velocemente funzionano,
esercitano il loro effetto, si ridistribuiscono ad altri tessuti che sono più congeniali di altri rispetto a loro. Se
loro sono altamente lipofili questo significa che il tessuto adiposo è il tessuto dove loro andranno.
Normalmente non si ha tossicità perché il tessuto adiposo è abbastanza inerte e quindi abbiamo la possibilità
di avere questo farmaco che magari resta lì per una settimana ma che non dà fastidio; quindi, non mi dà
effetti collaterali > questo è il caso dei barbiturici che sono molecole altamente lipofile, è il caso di alcune
sostanze lipofile come gli oppiaci e come il Fentanil. Il farmaco con la ridistribuzione e la collocazione nel
tessuto adiposo non esercita alcun effetto, non fa niente > lì non ci sono i recettori ai quali il farmaco si lega
(recettori per il GABA). Quindi sono rappresentati semplicemente dei tessuti come fonte di deposito del
farmaco.
Quello che è importante da capire è che la ridistribuzione in generale va a collocare il farmaco nei tessuti
dove il farmaco è più affine ma non dovrebbe dare una tossicità (usiamo il condizionale perché a volte
invece ci sono delle eccezioni).
In caso di assunzione cronica di warfarin si può assumere un FANS (es. per mal di testa) a un tempo minimo
di 6 ore di distanza dal warfarin (generalmente assunto verso fine giornata) per evitare che il FANS spiazzi
il warfarin e quindi il rischio emorragia. Le 6 ore servono per far sì che il FANS agisca e possa essere
eliminato prima dell’assunzione del warfarin.
ESCREZIONE DEI FARMACI
Il farmaco deve essere metabolizzato e dopo eliminato. I farmaci possono essere eliminati dall’organismo
non modificati quindi senza essere metabolizzati, oppure possono essere trasformati in metaboliti dal
metabolismo. Il metabolita è una molecola più idrosolubile, ha quindi meno occasioni di attraversare le
membrane e di svolgere le sue azioni. Voglio che il metabolita sia eliminato. Gli organi deputati
all’escrezione, ad eccezione del polmone, eliminano con maggiore facilità composti polari rispetto alle
sostanze caratterizzate da elevata liposolubilità. I farmaci liposolubili, quindi, non vengono facilmente
eliminati fino a quando non sono trasformati in composti più polari. Il rene è l’organo più importante per
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l’escrezione dei farmaci e dei loro metaboliti. Si possono eliminare farmaci anche attraverso il fegato (10%)
> feci. Il fegato biotrasforma il farmaco da una forma liposolubile a una idrosolubile > fegato butta nel
duodeno tramite la colecisti il farmaco idrolizzato, che non viene più assorbito e verrà eliminato con la massa
fecale. Le sostanze eliminate con le feci sono generalmente introdotte per os e non assorbite, oppure sono
metaboliti eliminati con la bile.
L’eliminazione avviene principalmente nel rene attraverso le urine (80%), in particolare nel nefrone (unità
del rene) avviene la trasformazione e l’attraversamento dell’ultima barriera e si va a collegare nel dotto
collettore e il farmaco è eliminato con le urine. La restante parte (10%) è data da altre vie di eliminazione,
come la via polmonare. Questa è la via che si esercita negli alveoli polmonari e riguarda i farmaci che
entrando per la via polmonare sono eliminati per la stessa via. Parliamo dei farmaci introdotti per via
inalatoria introdotti per uso sistemico > anestetici generali usati in sala operatoria, che vanno velocemente
nel sangue, agiscono attraversando la BEE (barriera emato-encefalica) e arrivando al cervello. Sono molto
lipofili e si ridistribuiscono al tessuto adiposo, poi sono eliminati per la stessa via con cui sono stati introdotti.
Tornano agli alveoli tramite il sangue, riattraversano bronchi e trachea e sono eliminati con l’espirazione. Ci
sono altre vie > molti farmaci possono essere eliminati con il sudore (dovremmo sudare tanto per eliminare
quantitativamente una quota sufficiente di farmaco per dire che non è più in circolo), con le lacrime, con la
saliva. La saliva sta diventando una matrice importante per il dosaggio di farmaci perché molti di questi
hanno nella saliva la stessa concentrazione che hanno nel sangue > prelievo di saliva invece che di sangue
per stabilire la concentrazione di farmaco nella saliva e quindi nel sangue > si fa il dosaggio di un farmaco
tramite la saliva. È più facile che questo abbia una motivazione forense, cioè, che sia più legato a delle
indagini tossicologiche che riguardano per esempio la possibilità di individuare se quel farmaco è stato
usato o no da quel paziente, magari se quel farmaco è una sostanza d’abuso. Quindi ci può essere la
possibilità di testare la presenza nella saliva di farmaci come appunto sostanze di abuso che vengono
utilizzate non come farmaci ma come appunto sostanze d’abuso. C’è anche la possibilità di dosare/eliminare
un farmaco attraverso i capelli. Sebbene l’escrezione nei capelli e nella cute sia poco rilevante dal punto di
vista quantitativo, metodiche sensibili che consentono la determinazione della presenza di farmaci in questi
tessuti assumono importanza in campo forense, che fa la differenza perché la possibilità di dosare nel
capello la presenza di un farmaco è molto legata ai farmaci d’abuso. Esempio della cocaina che può
rimanere nel capello fino a 1 mese > si può fare un’indagine per capire quanto la persona ha assunto
cocaina.
Quindi, idealmente, se parliamo di eliminazione nella maggior parte dei casi parliamo di urine. Naturalmente,
intanto che il farmaco resta liposolubile, quindi molto lipofilo, è difficile che venga eliminato; quindi, si ha
l’esigenza che il farmaco venga metabolizzato per essere trasformato da una condizione maggiormente
lipofila ad una condizione maggiormente idrofila.
Naturalmente le sostanze che vengono eliminate con le feci vengono di solito o introdotte per os e poi non
assorbite oppure metaboliti del farmaco che vengono escreti nella bile.
Anche attraverso il latte materno sono eliminati dei farmaci assunti dalla madre in questo caso > si consiglia
alle donne che allattano di non assumere farmaci che possono avere effetti tossici indesiderati sul bambino.
Il latte della mamma ha pH più acido del plasma e i composti basici possono essere leggermente concentrati
nel plasma.
Riassumendo>> Le sostanze escrete con le feci sono principalmente farmaci introdotti per via orale e non
assorbiti, oppure metaboliti del farmaco escreti nella bile o secreti direttamente nel tratto intestinale e non
riassorbiti. L’importanza dell’escrezione dei farmaci nel latte materno non è legata alle quantità che vengono
eliminate, ma al fatto che i farmaci escreti costituiscono una fonte potenziale di effetti farmacologici
indesiderati nel neonato. L’escrezione polmonare è importante principalmente per l’eliminazione degli
anestetici gassosi.
ESCREZIONE RENALE
L’eliminazione che passa per il rene assume una sequenza di 3 processi:
1. Filtrazione glomerulare
2. Secrezione tubulare attiva
3. Riassorbimento tubulare passivo
Il nefrone ha un glomerulo iniziale in cui passa il sangue, poi ha un tubulo prossimale primario, un’ansa e
un tubulo distale e poi il tutto passa nel dotto collettore che è quello che colleziona i liquidi che vanno a
formare le urine. Ovviamente durante queste 3 fasi succedono delle cose.
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• La filtrazione glomerulare nell’equilibrio farmaco legato – farmaco libero può
far passare solo il farmaco libero perché quello complessato alle proteine non
passa. Una delle malattie più gravi che possono riguardare anche persone giovani
è la proteinuria, cioè la presenza di proteine nelle urine ma a noi le proteine ci
dobbiamo tenere perché ci servono. Possiamo ad esempio perdere le albumine o
altre proteine fondamentali perché, se si altera il processo di filtrazione glomerulare
ed escono le proteine, vanno nelle urine e vengono eliminate, per noi è una cosa
gravissima perché il nostro sangue le deve trattenere. Quindi la proteina albumina,
come tante altre proteine, non deve essere filtrata ma deve restare dentro la
corrente del torrente cardio-circolatorio.
• Subito dopo c’è una secrezione nel tubulo prossimale che è attiva, il che vuol
dire che ci sono dei trasportatori che secernono (= fanno uscire dal sangue e
immettono nel tubulo). La secrezione nel tubulo prossimale porta nel dotto
collettore le cose che possono uscire. È attiva e quindi ci sono dei trasportatori,
quindi non vale per le proteine a meno che non abbia una malattia ma io immetto
in questa seconda fase la possibilità di eliminare delle cose.
• Ma poi c’è un’altra fase nel tubulo distale in cui avviene il riassorbimento tubulare passivo > vuol dire
che quello che è uscito attivamente, se è abbastanza lipofilo, ritorna dento passivamente; quindi, si
gioca sull’equilibrio tra la sua lipofilia e la possibilità di essere riassorbito in maniera passiva, cioè
senza dispendio di energia, di ATP. Se tutto questo funziona perfettamente noi avremo che anche
quello che esce poi vien