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ANTICORPI MONOCLONALI
Gli anticorpi monoclonali sono immunoglobuline, quindi riconoscono specificatamente e legano un antigene
è una proteina, un’elicoproteina e una lipoproteina che ha la capacità dui sviluppare una risposta
(che
immunologica) come bersaglio, portando alla formazione di un complesso che ha la capacità di sviluppare
risposta immunitaria. Sono anticorpi che presentano la capacità di distruggere alcuni tipi di tumori senza
danneggiare le altre cellule; si tratta di farmaci che hanno una tossicità molto diversa rispetto a quella data
dagli antitumorali classici.
Vi sono tantissimi anticorpi monoclonali. Recentemente si è utilizzato un anticorpo monoclonale associato ad
una sostanza radioattiva, come fosforo, zolfo, trizio; la sorgente legata all’anticorpo emette radiazioni
rilevabili attraverso uno strumento adeguato, in modo tale da capire come si comporta l’anticorpo; si presume
che l’anticorpo abbia legato il proprio antigene, cioè la proteina target (tumorale), quindi si va ad osservare se
vi sono metastasi (emissione in organi diversi di altre cellule tumorali).
Quando l’anticorpo monoclonale riconosce la proteina, si unisce saldamente ad essa, stimolando il nostro
sistema immunitario ad aggredire le cellule neoplastiche, inducendole ad autodistruggersi. Si è dimostrato
molto efficace associare all’anticorpo un farmaco antitumorale o una sostanza radioattiva. C’è da dire che i
meccanismi di azione di queste proteine sono ancora piuttosto sconosciuti, in quanto l’uso diffuso degli
anticorpi monoclonali è di quest’ultimo decennio. Gli anticorpi monoclonali sono molecole di
immunoglobuline che vanno a legare riconoscendo una reazione antigene anticorpo e vanno a bloccare la
funzionalità dell’antigene che può essere quasi sempre un recettore ma anche non un recettore, e questo mi
permette di sviluppare una risposta di tipo immunologica. Molti di questi anticorpi monoclonali sono anche
capaci di distruggere delle cellule tumorali e questo è molto particolare perché non danneggiano le cellule
normali. Quindi l’anticorpo monoclonale è molto selettivo nei confronti del target. L’anticorpo deve
riconoscere quelle proteine che sono sulla superficie delle cellule tumorali che devono funzionare come
antigene. Saldarsi a quell’antigene con la reazione anticorpo antigene permette di aggredire quelle cellule e le
induce all’autodistruzione attraverso fenomeni di apoptosi. Quindi un’altra possibilità con gli anticorpi
all’anticorpo perché,
monoclonali di metterci una sostanza radioattiva quindi un isotopo legato se io tratto il
malato con questo anticorpo monoclonale che è reso tracciabile dalla sostanza radioattiva quindi l’isotopo che
emette particelle beta o gamma (se c’è dello iodio per esempio), mi permette, dopo aver aspettato 12 ore per
la distribuzione dell’anticorpo in tutto il corpo, di fare una Tac o una Pet e si vede dove è presente la
radioattività.
Non è meglio fare una scintigrafia? La scintigrafia è una tecnica simile alle altre ma che evidenzia i gruppi che
una fotografia del corpo, dove si vedono i puntini accesi c’è
emettono radioattività, gli isotopi. Faccio
l’anticorpo che ha legato l’antigene, lì c’è il tumore; per capire se ci sono metastasi è una delle cose più
importanti. Negli ultimi 10 anni si sono sviluppati un sacco di anticorpi monoclonali.
Si usa la scintigrafia, la Tac e la Pet. Con la Pet si vedono dove ci sono le cellule vive, si basano sul 2-
deossiglucosio che viene captato quindi quelle cellule sono vive perché captano il glucosio. La scintigrafia mi
fa vedere dove ci sono emissioni di isotopi radioattivi.
Alcuni degli anticorpi monoclonali sono stati approvati 20 anni fa: è tra i più vecchi anticorpi
Trastuzumab
monoclonali, utilizzato per il tumore al seno e diretto verso HER-2, recettore ad attività tirosin chinasica
riconosciuto dagli estrogeni.
è un anticorpo monoclonale e si usa nel linfoma non Hodgkin e ha più di 20 anni.
Rituximab è attivo per il recettore di fattori di crescita dell’epidermide,
15 anni fa è stato approvato il come il
Cetuximab,
recettore per l’EGF ed utilizzato nel cancro del colon retto. il fattore di crescita dell’endotelio vasale, come
Il è un anticorpo monoclonale diretto verso il
Bevacizumab
recettore per VEGF, presente nel cancro del colon retto, ma anche nel glioblastoma (tumore cerebrale che
colpisce la glia).
Si hanno anche anticorpi modificati approvati più recentemente, sviluppati per cercare una maggiore efficienza.
Poi ci sono anticorpi monoclonali coniugati con un’altra molecola: per esempio c’è di nuovo il Trastuzumab
che è coniugato con un’altra molecola, è un po’ più attivo ed è uscito 15 anni dopo, sono solo 9 anni che è stato
approvato, avranno capito che la coniugazione con un’altra molecola aumenta la capacità immunolegante
della reazione antigene-anticorpo quindi lo rende ancora più attivo. Gli anticorpi monoclonali ad oggi sono
decine e decine, hanno caratteristiche abbastanza buoni perché vengono somministrati e penetrano nei
tessuti, hanno una loro farmacocinetica che è abbastanza buona.
Dal nome dell’anticorpo si può risalire al suo tipo:
• Anticorpi sono gli anticorpi più vecchi che sono stati preparati a partire dal topo; finiscono
murini:
tutti con - momab (vuol dire anticorpo murino)
• Anticorpi sono più recenti e sono delle chimere, hanno frammenti di tipo murino con
chimerici:
frammenti di tipo umano, derivano da materiale umano (finiscono con -ximab)
• Anticorpi che vuol dire che hanno parti umane ma non lo sono del tutto (terminano in -
umanizzati:
zumab), es. trastuzumab che è un umanizzato
• Anticorpi sono i più recenti e sono completamente umani (derivano da materiale
umani:
esclusivamente di tipo umano); terminano con la desinenza -mumab
ERBITUX: anticorpo molto importante che è diretto verso il recettore per il fattore di crescita dell’epidermide
(EFGR), si chiama Erbitux che è un’anomalia per quanto riguarda il nome perché non finisce per -ab ma è un
anticorpo monoclonale. Erbitux è una soluzione incolore che viene somministrata per fleboclisi e contiene
come PA Cetuximab (Erbitux è solo il nome del preparato). Cosa fa Cetuximab? Lo abbiamo visto prima. È
diretto verso il recettore per il fattore di crescita dell’epidermide e si usa da circa 18 anni (anche un po’ meno
perché non è stato messo subito in commercio dopo approvazione), nel carcinoma del colon retto. Questi sono
i farmaci più importanti nel tumore del colon; erbitux può essere usato assieme ad un altro farmaco
antitumorale che è l’Irinotecan nei pazienti con tumore metastatico del colon-retto, se la terapia precedente a
base di Irinotecan non ha avuto successo. È indicato esclusivamente per i tumori del colon-retto che
esprimono l’EGFR, ossia per un particolare tipo di tumore che produce i recettori del fattore di crescita
epidermica. Topotecan Irinotecan dove li abbiamo visti? Intanto nei chemioterapici antitumorali classici,
inoltre inibitori delle topoisomerasi di tipo I, le cosiddette camptotechine. Qui abbiamo messo assieme un
anticorpo monoclonale con un antitumorale classico > è molto importante soprattutto se il tumore ha
metastasi. Quei pazienti che hanno avuto Irinotecan che si chiama Campton come nome commerciale, ma che
non hanno avuto beneficio gli si aggiunge il farmaco nuovo, il farmaco biologico; siccome il target verso cui è
diretto è il recettore per il fattore di crescita dell’epidermide vale solo per i tumori che esprimono quel
recettore. È molto semplice ragionare coi farmaci nuovi. Erbitux è inoltre indicato in associazione alla
radioterapia per il trattamento dei pazienti con tumore alla testa e al collo localmente avanzato. In particolare,
è indicato per i carcinomi a cellule squamose, ovvero tumori che colpiscono le cellule del tessuto che riveste la
bocca e la gola o altri organi come la faringe. Il PA attivo di Erbitux è il Cetuximab, un anticorpo monoclonale
realizzato per riconoscere una struttura specifica (antigene) presente su alcune cellule e legarsi ad esso. Il
cetuximab è studiato per legarsi al EGFR presente sulla superficie di alcune cellule tumorali. Una volta
avvenuto il legame la cellula tumorale non può più ricevere i messaggi necessari per crescere, progredire e
diffondersi. È noto che la maggior parte dei tumori testa-collo e 70-80% dei tumori colonrettali esprimono
EGFR, ossia presentano il recettore sulla superficie delle cellule.
PERTUZUMAB: anticorpo monoclonale che rallenta la progressione del tumore della prostata soprattutto
quelli in stadio avanzato, perché è un farmaco in grado di bloccare il recettore HER2 che è un recettore ad
attività tirosinchinasica che è suscettibile all’azione dell’estrogeno ma di suo risponde a un fattore
epidermico. Una nuova classe di farmaci antitumorali mirati in grado di bloccare la famiglia dei recettori del
fattore di crescita epidermico (HER) ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma
della prostata recidivante. Quello che interessa è che si comporta come il Trastuzumab, cioè, lega il recettore
HER2, ne inibisce la funzione ed interrompe la crescita del tumore ma è molto specifico per la prostata. Uno
studio ha coinvolto 41 pazienti con tumore alla prostata resistente al trattamento, con progressione della loro
malattia dopo precedente chemioterapia. I pazienti sono stati trattati con Pertuzumab ogni 3 settimane fino a
progressione della malattia. Inizialmente quando viene approvato un farmaco sono già stati fatti gli studi
clinici (però non è che si passa ad un’azione a tappeto su tutte le persone che hanno tumore della prostata, ma
si va a cercare se in quel paziente può essere più vantaggioso usare il Pertuzumab piuttosto che qualcos’altro).
Vedete che in questo caso prima per il tumore della prostata si usava un taxano, Docetaxel che è un
antimicotico; quindi, è un classico e tossico; però se ci sono dei benefici soprattutto per lo stadio iniziale,
sicuramente nello stadio avanzato del tumore della prostata che è uno dei peggiori nessun farmaco di seconda
linea era arrivato a prolungare la sopravvivenza, quindi è molto molto importante. Altri studi hanno indicato
che Pertuzumab sembra essere associato ad attività in diversi altri tipi di tumore, come il tumore della
mammella, il tumore ovarico e il tumore al polmone.
TERAPIE BIOLOGICHE
Con il termine d