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RISPARMIATORI DI POTASSIO
Questa classe comprende due gruppi di farmaci:
1. I bloccanti del canale del Na+ (amiloride e triamterene);
2. Gli antagonisti dell’aldosterone (spironolattone, canreonato di K+ e eplerenone).
Agiscono entrambi nell’ultimo tratto del tubulo distale e dotto collettore agendo su target diversi. Hanno una
azione diuretica debole ma sono utilizzati in associazione ai tiazidici o ai diuretici dell’ansa per contrastare
l’ipokaliemia.
Bloccanti del canale del Na+
Inibiscono il canale Na+/K+ che consente il riassorbimento del Na+ nell’ultimo tratto del nefrone. Sono
disponibili esclusivamente in associazione con idroclorotiazide o furosemide.
Antagonisti dell’aldosterone
L’aldosterone è un ormone mineralcorticoide che agisce a livello citoplasmatico delle cellule tubulari,
dove è presente il suo recettore. Il rilascio dell’aldosterone è controllato principalmente
dall’angiotensina 2. L’aldosterone, attraverso un meccanismo di tipo recettoriale, promuove un
aumento della attività di riassorbimento del sodio favorendo l’espressione di proteine che regolano i
canali del sodio e della pompa Na+/K+ ATPasi.
Gli antagonisti dell’aldosterone inibiscono in modo competitivo l’azione dell’aldosterone sul proprio
recettore intracellulare → la Na+/K+ ATPasi promuove il riassordimenti di Na+ ed espelle K+; bloccando
questo meccanismo andiamo a recuperare il potassio.
SPIRONOLATTONE: analogo strutturale derivato dall’aldosterone, contiene un gruppo
tioacetilico che conferisce alla molecola l’azione inibitoria. Tuttavia, per essere attivo deve
essere convertito nei suoi metaboliti attivi: canrenone e il 7-tiometil-canrenone. Gli effetti
collaterali principali sono dovuti al fatto che ha una certa affinità anche per altri recettori, come
per il recettore degli androgeni e può interferire sulla sfera sessuale.
CARRINOATO POTASSICO: sale solubile somministrabile per EV, anch’esso viene
metabolizzato in canrenone e 7-tiometil-canrenone.
EPLERENONE: è maggiormente selettivo, non inibisce altri recettori per ormoni steroidei e quindi
dà origine a meno effetti collaterali. Non sono stati sviluppati ulteriori derivati.
SIMPATICOLITICI
Il sistema nervoso simpatico riveste un ruolo fondamentale nel controllo della funzionalità cardiovascolare e nel
controllo della pressione arteriosa, sia a livello centrale (tronco encefalico) sia a livello periferico grazie alla
presenza di recettori adrenergici nei vasi di resistenza (α ), nel cuore(β ) e nelle cellule iuxtaglomerulari del rene
1 1
(β ).
1
In base al meccanismo d’azione, si distinguono in:
• β-bloccanti;
• α-bloccanti;
• simpaticolitici ad azione centrale.
ΒETA-BLOCCANTI
I β-bloccanti interagiscono in modo selettivo a livello dei recettori β adrenergici, perlopiù in modo competitivo,
inibendo il legame della noradrenalina (o altra catecolamina) sul recettore adrenergico. I farmaci β-bloccanti
preservano l’attività cardiaca e riducono i valori pressori, diminuiscono quindi:
1. frequenza cardiaca;
2. conduzione elettrica;
3. forza di contrazione;
4. consumo di ossigeno;
5. tono simpatico SNC;
6. secrezione di renina.
I vari β-bloccanti si differenziano per alcune proprietà farmacocinetiche ma anche per alcune caratteristiche
farmacodinamiche, es.:
• selettività esclusiva su recettori β1;
• estensione dell’azione anche sui recettori β2;
• estensione dell’azione anche sui recettori α1.
Gli effetti collaterali principali riguardano effetti sul SNC (disturbi del sonno, affaticamento, letargia) e
controindicazioni (asma bronchiale, insufficienza cardiaca in fase avanzata), inoltre, possono causare impotenza
nell’uomo ed effetti metabolici, quali ridotta tolleranza glucidica e riduzione del colesterolo HDL.
Gruppo Principio Note
farmacologico attivo Idrosolubile: supera poco la barriera ematoencefalica e non causa disturbi a livello SNC.
Atenololo Spesso associato a diuretico tiazidico.
Idrosolubile: supera poco la barriera ematoencefalica e non causa disturbi a livello SNC.
Acebutolo Agonista parziale
Celiprololo Idrosolubile: supera poco la barriera ematoencefalica e non causa disturbi a livello SNC.
Betaxololo
Cardioselettivi β 1 Bisoprololo
Metoprololo Spesso associato a diuretico tiazidico.
Nebivololo Induce anche vasodilatazione mediata dall’aumento del monossido di azoto endoteliale.
Fascia H: somministrazione EV; caratterizzato da una brevissima durata d’azione e quindi
Esmololo usato in situazioni emergenziali
Propanololo
Non selettivi β - β Nadololo
1 2 Timololo Disponibile anche come collirio per il trattamento del glaucoma.
Carvedilolo
Non selettivi α -β - β
1 1 2 Labetalolo Spesso associato a diuretico tiazidico.
Il propanololo è una delle molecole più datate ma ancora molto utilizzata. È un farmaco liposolubile che subisce
un elevato effetto di primo passaggio: ha una bassa biodisponibilità (25%). Pertanto, si presta per interventi
circoscritti nel tempo e quindi anche ad un uso ospedaliero (es. crisi ipertensive).
Nel tempo ha avuto molte indicazioni terapeutiche:
• Controllo dell'ipertensione arteriosa;
• Trattamento dell'angina pectoris;
• Profilassi post-infartuale;
• Controllo della maggior parte delle forme di aritmia cardiaca;
• Profilassi dell'emicrania;
• Trattamento del tremore essenziale;
• Controllo dell'ansietà e della tachicardia su base ansiosa;
• Coadiuvante nella terapia della tireotossicosi e delle crisi tireotossiche;
• Trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva;
• Trattamento del feocromocitoma (associato a un farmaco bloccante gli alfa recettori).
A causa della sua non selettività dà origine a diversi effetti collaterali: broncocostrizione, bradicardia,
insufficienza cardiaca, ipoglicemia, estremità fredde, astenia, impotenza, incubi notturni.
Durante il trattamento con β-bloccanti si ha una modifica della espressione dei recettori β-adrenergici; pertanto,
la sospensione repentina di un β-bloccante può esporre il paziente a crisi cardiache importanti e potenzialmente
fatali. Il trattamento deve essere interrotto gradualmente.
ALFA-BLOCCANTI E SIMPATICOLITICI AD AZIONE CENTRALE
Gli α-bloccanti sono simpaticolitici periferici: l’effetto antipertensivo deriva dal blocco dell’azione
vasocostrittrice mediata dai recettori α1 a livello della muscolatura liscia vasale. All’inizio del trattamento
possono causare ipotensione posturale e vertigini, pertanto devono essere utilizzati con cautela. Il trattamento
deve quindi essere iniziato con una dose molto bassa, da aumentare gradualmente. Sono una classe di farmaci
particolarmente indicata nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia. Possiedono anche una utile azione
ipocolesterolemizzante (aumento HDL e riduzione LDL).
Relativamente ai simpaticolitici ad azione centrale, questi agiscono a livello dei centri vasodilatatori bulbari dove
inibiscono la scarica simpatica. L’effetto antipertensivo è caratterizzato dalla riduzione delle resistenze
periferiche totali, vasodilatazione venosa e riduzione della gittata. Il gruppo comprende gli α2-agonisti e gli I -
2
agonisti, selettivi sui recettori I -imidazolinici.
1
Gruppo Principio Note
farmacologico attivo
Doxazosina
Periferici α -
1 Terazosina
bloccanti Urapidil Fascia H: emergenze ipertensive
Indicata nell’ipertensione grave o complicata da malattie renali. Disponibile anche
somministrazione transdermica. Normalmente somministrata in associazione con un
Clonidina diuretico, poiché causa ritenzione idrosalina. TERATOGENA. Brusca sospensione: effetto
rebound.
Centrali α -agonisti
2 Indicata nell’ipertensione associata a insufficienza renale. Farmaco di elezione per trattare
l’ipertensione in gravidanza. Controindicata nelle epatopatie (uso prolungato causa
Metildopa epatotossicità)
I -agonisti Moxonidina
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CALCIOANTAGONISTI
Il meccanismo d’azione dei calcio antagonisti risiede nel blocco dei canali del calcio voltaggio dipendenti presenti
nelle membrane delle cellule arteriolari e miocardiache. La riduzione dell’ingresso di Ca++ determina
vasodilatazione arteriosa sia diminuzione della attività cardiaca.
In particolare, vengono inibiti i canali del calcio di tipo L, definiti “lenti” poiché richiedono tempi più lunghi
rispetto agli altri canali per richiudersi. Inoltre, si tratta di canali ad alta soglia di attivazione, questo significa che
richiedono una depolarizzazione importante. Sono costituiti da più subunità: α1, α2, β, γ e δ.
I farmaci che afferiscono a questa classe si suddividono in tre sottoclassi sulla base alla struttura chimica che, a
sua volta, determina la diversa selettività d’azione sulla muscolatura liscia dei vasi o sul cuore:
1. Diidropiridine: più attive a livello vascolare (ipertensione + angina pectoris);
2. Benzotiazepine (diltiazem): selettività intermedia (ipertensione + angina pectoris + fibrillazione atriale);
3. Fenilalchilammine (verapamil): più attive a livello cardiaco (aritmie sopraventricolare + angina +
ipertensione).
Tutti questi farmaci agiscono su siti distinti collocati sulla subunità α1. Sono farmaci che presentano un buon
assorbimento per via orale ma la biodisponibilità può essere ridotta a causa dell’elevato effetto di primo
passaggio. Presentano un elevato legame alle proteine plasmatiche. Gli effetti collaterali sono perlopiù
collegabili ad una vasodilatazione eccessiva: ipotensione, lipotimia, cefalea, edemi malleolari, tachicardia
riflessa, possibile aggravamento di patologie cardiache ischemiche. Questi effetti sono ridotti con l’uso di
diidropiridine di seconda generazione o con l’uso di formulazioni a rilascio prolungato.
Gruppo Principio Note
farmacologico attivo T1/2 breve, necessita di più somministrazioni/DIE; miglior controllo con formulazioni a lento
Nifedipina rilascio.
Nicardipina T1/2 breve: somministrato per EV in crisi ipertensive (formulazione EV non disponibile in IT)
Diidropiridine 1° gen. Isradipina Uso domiciliare: cefalea vasocostrittiva; anziani con deficit cognitivi con scarsa irrorazione
cerebrale. Uso ospedaliero: per EV in casi emergenziali come emorragie subaracnoidee
Nimodipina spontanee o seguenti a traumi.
Amlodipina
Barnidipina
Clevidipina Fascia H: ↓ p. arteriosa nella fase perioperatoria.
Felodipina
Diidropiridine 2° gen. Manidipina
Nisoldipina
Nitredipina
Lacidipina
Lercanidipina
Ben