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AND
– "pain"[MeSH Terms] OR pain[Text Word] OR painful procedure*[Text Word]
AND
– "analgesia"[MeSH Terms] OR analgesia[Text Word] OR pain management[Text Word] OR
pain relief[Text Word]
AND
– "sucrose"[MeSH Terms] OR sucrose[Text Word]
I termini MeSH fanno riferimento al vocabolario medico ramificato che comprende termini
più distali, meno specifici, e prossimali, più specifici. Più si scende nell’albero più si diviene
specifici. Questo comprende anche il controllo dei sinonimi, digitando un termine dovrebbero
essere considerati automaticamente anche studi che utilizzano una terminologia analoga.
Prima di creare le stringhe di operatori booleani, cioè il collegamento delle parole con “AND”,
“OR” e “NOT”, può essere utile inserire i termini di ricerca all’interno del vocabolario MeSH,
in modo da osservare come sono stati indicizzati, da qui possiamo lanciare la ricerca
scegliendo l’operatore. La stringa composta ad esempio su Pubmed può poi essere
utilizzata negli altri database rimuovendo parentesi e filtri specifici del sito. Un database ricco
di studi in ambito infermieristico ad esempio è Cinhal.
TABELLAZIONE DELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE
Si tratta di organizzare gli studi in tabelle nelle quali devono esserci campi comuni come
titolo dello studio, autori, anno di pubblicazione, tipo di disegno dello studio (metodo di
studio, architettura dello studio, ad es. RCT), popolazione studiata, intervento, confronto,
esito, qualità dello studio, livello di evidenza. Lo scopo di effettuare tabellazioni degli studi è
per sintesi e interpretazione, valutare la qualità e comprendere al meglio i risultati, in modo
da sostenere il processo decisionale basato sulle evidenze. Dobbiamo rapidamente
identificare quesito clinico, struttura della tabella, comparazione ed interpretazione dei
risultati. Fondamentalmente ci sono 2 tipologie di tabelle, la tabella di riepilogo della
ricerca, e la tabella di sintesi.
Il doi, digital object identification, è un identificativo che fa riferimento ad un determinato
studio. Questa dicitura intera è utilizzata nelle bibliografie, per identificare invece uno studio
nel corso del discorso si indica tra parentesi il nome del primo autore e l'anno secondo il
metodo Harvard di citazione, mentre secondo il metodo Vancouver si utilizza una legenda
a piè di pagina e si riportano i numeri associati agli studi nel testo.
Quando si utilizza un acronimo invece o si effettua una tabella oppure si sviluppa in
maniera completa la prima volta e abbreviata le altre.
Quando svolgiamo uno studio come la tesi devono essere riportate sempre la tabella 1, di
ricerca, e la tabella 2, di sintesi.
Tabelliamo questi studi
• Akbar Z, Alquwez N, Alsolais A, Thazha SK, Ahmad MD, Cruz JP. Knowledge about
antibiotics and antibiotic resistance among health-related students in a Saudi University. J
Infect Dev Ctries. 2021;15(7):925-933. Published 2021 Jul 31. doi:10.3855/jidc.12329
• Bouchoucha SL, Kilpatrick M, Phillips NM, Hutchinson AF. Nursing students' awareness
and perceptions of nurses' role in antimicrobial stewardship. Nurse Educ Pract.
2021;52:103036. doi:10.1016/j.nepr.2021.103036
“Metrics” indica alcuni strumenti con i quali vengono identificati i dati, ad esempio la
tipologia di questionario, oppure i livelli di colesterolo controllati tramite esami. “Key
findings” sono i risultati importanti acquisiti con lo studio. Uno studio “cross sectional” è uno
studio osservazionale basato su una popolazione in un tempo definito (altra maniera per
definire uno studio trasversale). PRISMA STATEMENT
Il percorso dello studio
deve essere riportato
attraverso il prisma
statement, cioè un
diagramma composto da
una checklist di 27 item
e dal diagramma di
flusso stesso.
Le evidence gap maps
(EGMs) sono strumenti
innovativi per identificare
aree con solide evidenze
scientifiche e quelle che
necessitano ulteriori
studi, aiutano a
migliorare la pratica
clinica e a guidare la
ricerca verso aree
inesplorate. Organizzate
come raccolte tematiche,
collegano interventi e
risultati in un quadro
strutturato. Distinguono
tra lacune assolute
(assenza di studi) e
lacune di sintesi (studi
primari senza revisione
sistematica).
Ogni pallino rappresenta
un insieme di studi che
ha analizzato quegli
aspetti, più grande è il
pallino più studi
incrociano un
determinato intervento
con un outcome.
LEGGIAMO E VALUTIAMO UN TRIAL CLINICO Parliamo in termini di esposizione ad
un farmaco o non esposizione,
oppure ad esempio a fattori di rischio
come il fumo aspettandoci un
outcome di malattia o non malattia a
seconda del caso. Il rischio relativo
(RR) è una misura numerica di
associazione tra due popolazioni
sulla base di differenti esposizioni. Ci
sono numerose misure di
associazione, noi ne vediamo 2 in
particolare, le più frequenti. Dal
nostro punto di vista critico e non da
ricercatori non è necessario
conoscere la formula matematica,
l’importante è capire criticamente il significato di questa misura.
L’odds ratio (OR) esprime invece la probabilità che un evento si verifichi
nel gruppo degli esposti rispetto al gruppo dei non esposti. Il calcolo è
differente dal rischio relativo perché quest’ultimo si misura negli studi
prospettici, cioè quelli rivolti a qualcosa che succederà, mentre l’OR si
utilizza per gli studi retrospettivi, riguardo qualcosa che è già successo come in uno studio
caso-controllo, nel quale si prendono in considerazione persone che hanno avuto una
malattia, un gruppo che non l’ha avuta e si osserva la differente esposizione ai fattori di
rischio osservando la probabilità di sviluppare patologia.
I due valori si analizzano allo stesso modo, cambia il contesto, rispetto a queste misure si
valuta la distanza dal valore 1, che riguarda l’ipotesi nulla, cioè quella che non produce
effetti (le due popolazioni sono uguali), se il valore è inferiore a 1 l’esposizione protegge
rispetto l’insorgenza del danno, se è maggiore di 1 l’esposizione favorisce l’insorgenza del
danno. Più il numero è grande più
l’associazione diventa forte, fino a
poter tendere ad infinito, se invece il
numero è piccolo il ragionamento è
opposto. In caso di odd ratio parliamo
di aumento della probabilità.
Quando andiamo a testare un
intervento non possiamo farlo su tutta
la popolazione, dobbiamo identificare un campione rappresentativo di esso e il tema è come
cercare quest’ultimo in modo da comprenderne qualità e affidabilità, oltre che la sufficienza
numerica per poter considerare valido lo studio attribuendolo alla popolazione generale. I
test di significatività forniscono un valore “p” che misura la probabilità che una differenza o
un’associazione osservata possa essere dovuta a fluttuazioni casuali, ossia alla possibile
variabilità tra campioni, e possa quindi non corrispondere a fenomeni reali. Quanto più p è
piccolo, tanto più si può avere fiducia nel concludere che la differenza o associazione è
reale, il livello di significatività più comune è 0,05, e per convenzione si considerano sempre
solo i valori inferiori ad esso, anche se ci sono casi maggiormente variabili che possono
risultare accettabili in base allo studio. Un campione può avere a volte elevata significatività
anche se piccolo quando c’è una netta differenza di risultati tra i due gruppi, quello esposto e
quello non esposto.
Quando diamo un valore di una misura di associazione (RR o OR),
identifichiamo un valore all’interno del quale nel 95% dei casi ricade un valore
rappresentativo della popolazione, con l’intervallo di confidenza
consideriamo un intervallo all’interno del quale se ripetessimo lo studio 100
volte per 95 il risultato che otterremo cadrà all’interno di questo intervallo. Se
all'interno dell’intervallo di confidenza è contenuto il valore 1 per convenzione
si considera quell'associazione nulla poiché nell'intervallo considerato non
possiamo escludere l’ipotesi nulla, quindi per convenzione non deve essere
contenuto il valore 1 nell’intervallo. Se non si riesce a rimuovere l'1 dall'intervallo, le
popolazioni sono uguali. Più l’intervallo è piccolo più aumenta la precisione, più il campione
è grande o la forza di associazione è elevata più l’intervallo di confidenza diminuisce.
Con medicazione
sterile intendiamo
quella che ad
oggi viene
utilizzata mentre
con medicazione
standard si
intendeva un
cerotto di
fixomull.
Questo capitolo è
la parte del
background, ora
andiamo a vedere
la parte di
materiali e
metodi, che deve
fornire tutte le
informazioni sui
campioni e le
metodologie.
In questo caso si considera come numero non la persona singola, ma il numero di cateteri,
una persona può avere anche più cateteri. Mettere una medicazione rispetto all’altra sulla
base di criteri non stabiliti, come ad esempio alcuni su persone con peluria e altri sulle
persone senza sarebbe un bias e bisogna rispettare i criteri stabiliti per quel campione.
Uno studio pilota è un piccolo studio per verificare la fattibilità e l’applicabilità dello studio
principale che si vuole svolgere. Qui sono evidenziati esiti primari e secondari, infatti
determinati risultati possono essere utilizzati per identificare altri esiti e utilità oltre a quello
primario.
La priorità rimane sempre il benessere del paziente, quindi se qualcuno ha problematiche
come ad
esempio
fastidi per la
medicazione,
può uscire
dallo studio,
l’importante
è sempre la
trasparenza,
il riportare
questi dati.
Quando facciamo le analisi statistiche dobbiamo effettuare i calcoli sia sul campione iniziale
sia su quello rimanente a seguito del fenomeno di drop out, che riguarda coloro che hanno
abbandonato lo studio. Le percentuali divengono diverse e bisogna anche fare delle
riflessioni sui motivi dell’abbandono, che potrebbero essere controindicazioni ad
un’eventuale pratica che se prendessimo in considerazione solo i risultati finali sul campione
rimasto potrebbe risultare erroneamente efficiente.
Come sappiamo la medicazione sterile riduce l’incidenza di flebiti, ma al tempo di questo