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Le resine alchidice, di cui il Glyptal fa parte, sono una famiglia di poliesteri
caratterizzati dall’aggiunta di acidi grassi, o oli.
Nell’esperienza di laboratorio è stata adoperata l’anidride ftalica, caratterizzata da 2
gruppi carbonilici particolarmente reattivi ed il glicerolo, che possiede 3 gruppi OH.
La polimerizzazione avviene dunque per reazione tra un gruppo carbonilico
dell’anidride ed un gruppo alcolico del glicerolo. Il procedimento è quello di una
reazione di esterificazione, che vede come catalizzatore utilizzato il sodio acetato.
Il prodotto della reazione è il Glyptal (nome commerciale), esso è costituito da
molteplici gruppi esterei in una struttura profondamente reticolata, che infonde
particolare resistenza a questa molecola, il che ne fa una base ottima per la
produzione di vernici organiche a livello industriale
REAGENTI:
Sintesi interfacciale del Nylon 6,6:
Soluzione al 5% p/p in H2O di esametilendiammina
Soluzione di cloruro di adipoile in cicloesano al 5% v/v
Sintesi in fuso del Glyptal:
Anidride ftalica
Glicerolo (proveniente dall’esperienza precedente)
Sodio acetato
STRUMENTAZIONE:
Sintesi interfacciale del Nylon 6,6:
2 beaker da 100 ml, pinzette, cilindro da 25 ml e vetreria di uso comune
Sintesi in fuso del Glyptal:
Navicella di carta stagnola (con base circa 6cm x 6cm), bacchetta di vetro,
cristallizzatore e vetreria di uso comune
PROCEDIMENTO:
Sintesi interfacciale del Nylon 6,6:
Si versano 20 ml della soluzione di esametilendiammina in un beaker da 100 ml,
successivamente inclinando il beaker si fanno scendere lentamente lungo le pareti
10 ml della soluzione di cloruro di adipoile (da prelevare con un cilindro graduato).
Se l’operazione viene eseguita lentamente e con delicatezza, i due liquidi si
separano formando due strati ben distinti, con la soluzione acquosa, nello strato
inferiore, a causa della maggior densità. Ora con delle pinzette si immerge la punta
di queste ultime nel beaker fino a raggiungere la superficie di separazione tra i due
strati. A questo punto chiudendo le pinzette si comnincia delicatamente a tirare verso
l’alto, così facendo rimarrà pinzato un filo di Nylon 6,6. Continando a tirare, il
filamento uscirà dal becher continuativamente, occorre perciò avvolgerlo man mano
attorno ad una bacchetta di vetro. Dopo aver ottenuto una certa quantità di filo se ne
lava una piccola porzione con acqua, lo si asciuga con un pò di carta e ponendolo su
una piastra porosa al fine di procedere poi alla caratterizzazione.
Sintesi in fuso del Glyptal:
Si prepara con la carta stagnola una piccola navicella con una base di circa 6cm x
6cm. All’interno di essa si pesano 10g di anidride ftalica, 0.5g di sodio acetato e 5g
di glicerolo. A questo punto si procede accendendo la piastra alla massima potenza,
e ponendovi sopra navicella. Con una bacchetta si va a favorire la fusione,
omogeneizzando grossolanamente il contenuto della navicella. Una volta fusi i
reagenti, si attendono circa 3 minuti mescolando di tanto in tanto con la bacchetta, e
successivamente si toglie il cristallizzatore dalla piastra e si attendono circa ulteriori
15 minuti per il raffreddamento. A questo punto si recupera la resina ottenuta,
pelando la stagnola adesa.
DATI ED ELABORAZIONE: Questa è stata un’esperienza qualitativa, più che
quantitativa, di conseguenza non vi sono calcoli particolari da dover eseguire.
OSSERVAZIONI:
Sintesi interfacciale del Nylon 6,6:
1) I 2 liquidi, la soluzione di esametilendiammina e la soluzione di cloruro di
adipoile, non si sono disposti perfettamente in 2 strati distinti ma una piccola
parte del cloruro di adipoile è scesa sotto la superficie di separazione fra i due
strati formando un grumo (molto probabilmente ciò è stato causato da una
troppa irruenza nel miscelare i due composti).
2) Durante la tirata del filo di Nylon 6,6 tramite bacchetta si è venuto a creare un
accumulo di Nylon 6,6 in una zona della bacchetta.
Sintesi in fuso del Glyptal:
1) Un accorgimento messo in atto è stato quello di porre la navicella all’interno di
un cristallizzatore ed il tutto sopra la piastra al fine di non causare la
fuoriuscita di soluzione dalla navicella stessa, o almeno, nel peggiore dei casi,
di contenerne la perdita.
2) Nel primo tentativo eseguito è stato riscontrata una falla sulla navicella che ha
portato alla necessaria ripetizione dell’esperienza. In ogni caso grazie alle
precauzioni prese, descritte nel punto precedente, non si sono presentate
situazioni critiche o pericolose.
3) La fusione dei reagenti si è osservata nel momento in cui all’interno della
navicella si è venuto a formare un liquido limpido e incolore.
CONCLUSIONI:
Sintesi interfacciale del Nylon 6,6:
E’ stato possibile, a campione, verificare la Nylon 6,6 con un analisi mediante
spettroscopia IR (la stessa impiegata per l’analisi dell’aspirina). Trattandosi di un
esperienza qualitativa, non è stato possibile appurare altri metodi la qualità del Nylon
o della reazione, che però seguendo tutti i crismi è apparsa ben riuscita.
Sintesi in fuso del Glyptal:
L’esperienza si può considerare riuscita in quanto si è riusciti a recuperare una
resina alquanto viscosa, e quindi in accordo con il risultato teorico.