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Storia
La disfatta romana a Teutoburgo del 9 d.c. contro le genti germaniche assume un valore simbolico per il mondo tedesco
che andava formando la sua identità nazionale, evento quindi glorioso e fondante della Germania. I romani decisero di
non spingersi più oltre il fiume Reno, considerato limite invalicabile che li separava appunto dal mondo germanico. Prima
della battaglia Cesare Ottaviano Augusto voleva in effetti espandere il territorio romano anche al di là del fiume per
formarvi un’altra provincia. Comunque, il limes germanico non è da intendere come una muraglia che separava
nettamente le due aree, anzi il confine comunque non impediva il movimento, era una frontiera aperta. Il termine
“germani” compare per la prima volta nella Guerra Gallica di Giulio Cesare, probabilmente una parola di origine celtica
con cui venivano identificate le popolazioni abitanti ad est del fiume Reno, genti a detta di Cesare particolarmente ostili e
feroci. I germani erano organizzati in clan, tribù, come i Cherusci la tribù di Arminio. Di conseguenza, l’esistenza dei
Germani come ‘popolo’ è un’invenzione della storiografia latina che parte da Giulio Cesare. Si intendono invece tutte
quelle popolazioni che vivevano al di là del confine occidentale dell’Impero, persone estranee, sconosciute, non-romane,
quali erano i barbari persino. Definiamo anche germaniche quelle tradizioni che condividono il ceppo linguistico e vari
culturali tra di loro simili. Sia al termine ‘barbaro’ che ‘germanico’ è sempre stata associata un’accezione
elementi
negativa, proprio perché mandata avanti dai romani, a loro ostili perché ‘stranieri’. Altro errore sarebbe considerarli in
virtù di un’unità, quando invece è impossibile delineare confini precisi e definire aspetti culturali unici, si tratta di clan e
tribù molto diversi tra di loro, anche a livello linguistico. Inoltre, non tutto il mondo germanico è stato in stretto contatto
con la cultura romana, né questo - quando presente - era costante.
Il cosiddetto mondo germanico è parte di un contesto culturale molto ampio che coinvolge buona parte delle popolazione,
alla fine, di origine indoeuropea stanziatesi nell’Europa centro-settentrionale, prima fra tutte quella dei Celti, che però
entrano in crisi man mano che si avvicina l’era cristiana. Poi toccò a Cimbri e Teutoni, che raggiunsero in breve tempo il
Danubio nell’area balcanica sino alla Gallia. I continui spostamenti nel territorio europeo in così esiguo numero di anni
lascia sorgere il sospetto però che quei gruppi fossero più intenzionati ad azioni di razzia che a un vero e proprio
stanziamento nei territori della repubblica romana. Si tratta perciò di gruppi instabili che solo col tempo si aggregheranno
in compagini più estese e durevoli.
Il III secolo è poi un periodo di profonda crisi in tutti i territori, dovuta anche al cambiamento climatico; abbassamento
—>
delle temperatura e impoverimento dei territori che provocarono fenomeno di migrazione verso climi più miti
costruzione di gruppi barbarici più stabili e ulteriore avanzamento verso i confini dell’Impero. Ad esempio, il gruppo
degli Alamanni entra nella storia quando occupa la vasta regione allora romana della Germania sud-occidentale. Poi ci
sono i Franchi, lungo la riva destra del Reno, i Sassoni (sax, spada) nelle zone della Germania settentrionale, i Burgundi a
est degli Alamanni, con cui sono spesso in conflitto. A causa proprio delle incursioni barbariche all’interno dei confini,
l’Impero si ritrova costretto ad attuare una profonda riorganizzazione amministrativa e militare. Tuttavia, arrivano a un
certo punto un nuovo gruppo appartenente a un ramo dei Goti, gli Ostrogoti, riconosciuti come Unni, formidabili cavalieri
far fronte alla pressione, venne concesso loro di trasferirsi entro i confini dell’Impero; prima convivenza
e arcieri. Per
pacifica, poi sfoceranno in razzie che costringono una battaglia, quella di Adrianopoli (non lontano da Costantinopoli),
punto di svolta profondo nel rapporto tra Roma e i barbari. La battaglia, comunque, viene vinta sul fronte orientale dalle
—> l’Impero stava andando via via crollando.
genti germaniche, Visigoti
Inizia così l’età delle migrazioni barbariche. Anche se spesso definite invasioni barbariche, non si può propriamente
parlare di invasioni perché questo implicherebbe occupazioni territoriali di tipo bellico, e non è questo il caso. Così come
non si può parlare di popoli, per il motivo che abbiamo già accennato. In realtà risulterebbe ambiguo anche parlare di
migrazioni germaniche, visto che al tempo non migravano soltanto genti germaniche, e soprattutto non solo verso i
territori dell’Impero. Un nodo concettuale che dobbiamo prendere in considerazione è quello di “ETNOGENESI”. Con
etnogenesi si intende la formazione (genesi) di un gruppo etnico, il quale condivide alcuni temi coi quali ci si può
identificare, che sia lingua, religione, discendenza, ecc… Si parla di qualche tratto comune a un determinato gruppo nel
a identificare. L’identità non è dunque immutabile, ma si modifica continuamente: pluri-
quale questo si può poi andare
identità. Sulla base di ciò, un gruppo di persone non sarà mai completamente omogeneo, soprattutto se si parla di gente in
costante movimento. Migrazioni: il gruppo che arriva non sarà mai pienamente coincidente con il gruppo che parte.
Si racconta che i Goti provenivano dalla penisola scandinava, per poi spostarsi verso le sponde del mar Nero. Nel
frattempo, gli Ostrogoti si stanziavano a est, i Visigoti a ovest, del Danubio. Alarico, re dei Visigoti, cerca di stringere
accordi con Roma, ma quando gli viene negato decide di vendicarsi assediandola prima, e saccheggiandola dopo (410,
sacco di Roma). Alarico lascia la città con un sostanzioso bottino, si narra sia arrivato fino in Calabria e che sia morto nei
pressi di Cosenza lasciandolo lì sulle sponde del Busento, ma secondo altre probabilità i Visigoti lo hanno riportato in
territorio imperiale, fino ad arrivare in Catalogna! Viene stabilito il regno di Tolosa; l’amministrazione dello Stato resta
nelle mani dei Romani, mentre i Visigoti assumono il controllo militare del regno. Con il tempo verranno sconfitti prima
dai Franchi poi dai Berberi, fino a perdersi gradualmente. Gli Ostrogoti, d’altra parte, erano entrati nel dominio degli
Unni, fino alla morte del loro re Attila. Come successore nasce subito Teoderico, che prima viene mandato a
Costantinopoli come tipico ostaggio, poi al suo ritorno diventa re degli Ostrogoti e insieme entrano in Italia per
sconfiggere Odoacre, che derivava dagli Unni. Inizia questa mescolanza come era accaduto in Catalogna, ma pian piano
si cerca di frenare questa mescolanza, ad esempio vietando matrimoni misti. Più avanti rispetto alla morte di Teoderico,
l’imperatore d’Oriente muove guerra agli Ostrogoti; questi vengono sconfitti assicurando agli orientali il dominio sulla
penisola, e ponendo così fine anche alla lingua gotica. Anche il regno dei Vandali termina a causa delle vittorie di
Giustiniano in Africa. Nonostante, però, i vani tentativi da parte di Roma di riprendere il controllo del territorio, nel corso
dei decenni, questi si stabiliscono in Andalusia e nell’Africa settentrionale, Cartagine capitale, e questo ebbe conseguenze
su Roma che si ritrovava sempre di più senza approvvigionamenti per i suoi abitanti (Giustiniano arriverà poi a
sconfiggerli e riconquistare i territori). I Vandali fanno dell’arianesimo una bandiera identitaria, però il loro dominio non
lingua. D’altro canto, poi, Burgundi e Alamanni
ha lasciato tracce archeologiche, e poco sappiamo della storia della loro
provano ad avanzare cadendo poi sotto l’influenza dei Franchi, così come i Bavari e i Sassoni (che all’inizio si allearono
verso l’isola britannica a causa
con i Franchi, per poi rimanerne dipendenti), e i Frisoni, che stavano provando a spostarsi
dell’innalzamento delle acque.
Tradizionalmente l’età delle migrazioni germaniche si fa chiudere con l’ingresso dei Longobardi in Italia nel VI secolo.
Questi dominavano al tempo un vasto territorio che va dalla Boemia alle pianure ungheresi, per questo erano così potenti
che diventarono alleati dei Bizantini nella guerra contro i Goti in Italia. I Longobardi entrarono in Italia da veri e propri
—> l’Italia perde quell’unità territoriale
conquistatori: campagna militare brutale che sarà ricostruita soltanto nel 1918
dopo la Prima Guerra Mondiale! Il regno longobardo entra immediatamente in una difficile relazione da una parte coi
Franchi, dall’altra col potere papale (i Longobardi aderirono all’eresia ariana) —> intensa instabilità anche tra le province
marginali.
Si può dunque dire che, fino alla morte di Teoderico nel VI secolo, il ruolo dei Goti fu predominante. Ma più avanti
compaiono sulla scena due personalità di grande rilievo: Giustiniano ad Oriente, il franco Clodoveo ad Occidente.
Giustiniano è stato protagonista della riconquista dei territori d’Africa e d’Italia a danno dei Vandali e degli Ostrogoti. I
Franchi, d’altro canto, compiono una forte azione espansionistica che cancella buona parte dei poteri barbarici del
periodo. ‘Franchi’ vuol dire liberi, coraggiosi, in termini bellici sempre. Clodoveo con i Franchi intraprende un’incessante
azione di conquiste che porta prima alla propria unificazione territoriale, e poi all’espansione franca ai danni di Visigoti e
Alamanni. Tutto è legato anche alla scelta strategica di adesione al cristianesimo, a differenza di quanto fatto da tutti gli
altri sovrani germanici, cosa che gli procura il favore delle genti imperiali. Alla sua morte, i suoi discendenti prendono il
nome di Merovingi, da suo nonno Meroveo. In particolare spicca la figura di Carlo Martello che condusse campagne
militari contro Frisoni, Sassoni, Alamanni e Bavari - come già accennato. Con il figlio Pipino il Breve, poi, ha inizio la
—>
dinastia dei Carolingi (IIX secolo) con Carlo Magno. Sacro Romano Impero.
Alla morte di Pipino, infatti, sale al trono presso i Franchi Carlo Magno, che fin da subito intraprende delle campagne
militari volte a rafforzare e ampliare i territori franchi. La prima fu la guerra contro i Sassoni, ai quali impose la
cristianizzazione. Poi viene annesso anche il regno dei Longobardi d’Italia, per poi inglobare anche la nobiltà bavarese
all’interno del sistema di potere carolingio. Le guerre permettono a Carlo Magno di entrare in possesso, tra l’altro, di
enormi tesori, formando poi legami d’elite tra le aristocrazie come strategia di potere - ma ricompensa