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BENEFICI NEL PROCACCIARSI CIBO
-Cattura di prede difficili: la caccia cooperativa, ad esempio, nei licaoni o iene, garantisce
la cattura di prede grandi e difficili da soggiogare grazio all’azione di più individui che porta in
genere all’isolamento di un individuo dal branco per facilitarne l’attacco e uccisione. Le
leonesse in caccia possono adottare tattiche molto sofisticate che contemplano dei ruoli ben
precisi per ottenere la cattura di una grossa preda come uno gnu. Gli individui laterali
circondano la preda e la inducono a spostarsi verso gli individui centrali che attendono in
agguato per sferrare l’attacco finale. Un altro esempio sono le formiche sudamericane che
costruiscono una trappola dove si nascondono con le mascelle aperte e aspettano che una
preda si posi. Quando arriva la preda loro la trattengono e così riescono a prendere prede
molto più grandi di loro.
-difesa del cibo: come è più facile cacciare in gruppo, è più facile difendere le prede da altri
cacciatori, come le iene.
-accesso a informazioni: i falchi pescatori si osservano gli uni con gli altri, e quando uno
torna con la preda, gli altri partono in quella direzione. gli uccelli che hanno avuto questa
informazione riescono a catturare le prede molto prima degli altri.
COSTI
-condivisione delle risorse ad esempio nei passeri, se la risorsa è condivisibile, il passero è
propenso a richiamare, altrimenti è meno propenso a farlo.
- interferenza con l’attività di foraggiamento, ad esempio le pettegole, se una passa e prende
una preda, la pettegola che verrà dopo ci metterà più tempo a trovare una preda perché si
saranno nascoste di più
ALTRI BENEFICI DELLA VITA DI GRUPPO
Termoregolazione, vantaggio idrodinamico (migliore efficienza nel volo, la formazione a V) e
apprendimento sociale
COOPERAZIONE E CONFLITTO NEI GRUPPI SOCIALI
Ci sono delle circostanze in cui non è possibile definire in modo assoluto qual è la strategia
migliore da utilizzare per un individuo se non prendere in considerazione quello che fanno gli
altri individui della popolazione. Quindi vedremo le circostanze in cui la scelta della strategia
migliore dipende da ciò che fanno gli altri. Immaginiamo ad esempio una popolazione di
rane in cui le femmine sono attratte da degli individui che emettono dei richiami e
immaginiamo di chiamare questi individui che emettono i richiami, li chiamiamo Colder.
Quindi i Caller pagano probabilmente un costo nell'emissione di questo segnale, un costo
sia al livello energetico che di predazione perché lo rende più visibile a un eventuale
predatore, quindi loro attraggono le femmine. Potrebbero esserci allo stesso tempo dei
maschi che chiamiamo Satelliti che non emettono suoni ma approfittano degli altri maschi e
intercettano le femmine che si stanno avvicinando ai Caller. In questo caso, qual è la
strategia migliore tra le due? Non esiste una risposta univoca, dipende dalle proporzioni con
cui queste due strategie si presentano nella popolazione. Questo è un esempio in cui si può
applicare la teoria dei giochi.
La teoria dei giochi : Non sono altro che dei modelli matematici che appunto considerano
un rapporto tra costi e benefici di scelte alternative che possono essere adottate da un
individuo, nel contesto di determinate interazioni sociali, cioè nel contesto di quello che a
loro volta scelgono di fare gli altri individui della popolazione.
Questa teoria è nata per applicarla agli umani, poi agli aniamali, dove i giocatori sono gli
animali, le strategie sono i diversi comportamenti e i payoff sono i tornaconti misurati in
termini di fitness.
La strategia evolutivamente stabile: è una strategia il cui successo riproduttivo di chi la
utilizza è superiore a quello degli individui che adottano una strategia diversa (concorrenza)
che verrà quindi soppiantata nella popolazione. Una strategia mista è vincente e stabile da
un punto di vista evolutivo quando la frequenza relativa è tale da far si che la fitness media
dell’una o dell0altra tattica sia la stessa. Come dicevamo prima, nell'esempio dei Caller e dei
satelliti, risulta essere vincente e stabile una strategia mista in cui avremo una popolazione
che in parte è composta da Caller e in parte è composta da satelliti.
Altruismo: Si realizza quando il donatore paga un costo in termini di successo riproduttivo
mentre il ricevente ottiene un aumento del suo successo riproduttivo per effetto dell’atto
altruistico. Darwin era interessato a questo perché era in controsenso alla teoria delle
selezione naturale, come potevano essersi evoluti dei comportamenti di questo tipo, in cui il
donatore paga solo un costo, mentre il ricevente ottiene un beneficio? Quali circostanze e
quali condizioni dovevano essere soddisfatte perché non ci fosse un paradosso e perché
l'altruismo potesse comunque essere anch'esso spiegato dalla situazione naturale? Sono
stati proposti diversi meccanismi, queste sono le tre principali ipotesi.
1. Selezione parentela : questa selezione parentela diciamo, è l'ipotesi primaria ed è
quella che ad oggi è adottata dalla maggioranza dei biologi. Produrre prole
individualmente, quindi con quella che potremmo chiamare riproduzione in proprio, è
una delle modalità più ovvie per trasmettere i propri geni alla generazione
successiva. Avere dei figli però propri non è l'unico modo per trasmettere i propri geni
alla generazione successiva, crescere i fratelli e sorelle è un'altra modalità, meno
diretta, ma comunque un'altra modalità per trasmettere i propri geni alla generazione
successiva. Un esempio classico è una famiglia diploide in cui la prole, maschi e
femmine vengono prodotti per accoppiamento. Uova e spermatozoi vengono prodotti
naturalmente per meiosi e quindi contengono circa il 50% dei geni del padre e della
madre. Il coefficiene Il coefficiente di parentela, è
la probabilità di condividere un gene per comune discendenza. Qui vediamo anche
come cambia coefficiente di parentela nel caso invece di parenti più lontani.
La fitness complessiva di un individuo è la risultante della somma della sua fitness
diretta (produzione in proprio, producendo lui stesso una prole e trasmettendo i
propri geni alle generazioni successive) + la fitness indiretta (realizata attraverso
l’aiuto che l’indivduo fornisce a dei parenti nell’allevare una prole a sua volta
imparentata. Comprende solo la parte prodotta grazia all’azione di aiuto dell’individuo
in questione ma non in sua assenza).
Hamilton propose un modello matematico che stabilisce le condizioni per cui i costi
(C) di un atto altruistico per il donatore possono essere superati dai benefici (B) che
comporta per il ricevente, favorendone la diffusione:
r è il coefficiente di parentela, moltiplicato per B che sono i
benefici che il gesto altruistico che il donatore procura al
ricevente, C sono i costi che paga per questo gesto
altruistico. Questo deve essere maggiore di 0, se gli elementi sono maggiori di zero,
abbiamo che i caratteri in questione sono premiati dalla selezione naturale e si
instaurano nella popolazione. Un esempio è il citello, una società in cui le femmine
crescono nel territorio in cui sono nate e imparentate tra loro. Se c’è un donatore che
emette un richiamo d’allarme che, come costo, ha la morte (C=1), se questo gesto
salva la vita di due o più fratelli (B=2) o 4 nipoti (B=0.25), allora rB-C>0 (0,5)(2)-
1>0 1,5>0
Un altro aspetto molto importante sono le condizioni ecologiche che hanno un peso
notevole perché possono andare a modificare il bilancio tra costi e benefici. Sono ad
esempio la mancanza di risorse, la mancanza di cibi, la difficoltà a trovare un partner
etc. l’animale non può privilegiare la scelta di fitness diretta, in questi casi in cui il
costo è zero, la disequazione diventa facilissima da rispettare perché non dobbiamo
sottrarre nessun costo. Un esempio pratico è stato eseguito nel 2005, nel tacchino
selvatico del Nord
America. Il
corteggiamento del
maschio ha un risultato
molto basso, perché il
corteggiamento
individuale è molto basso.
Quindi i maschi formano
coalizioni, ma vince uno
solo. Questo è sempre un
altro paradosso, perché il
non dominante aiuta il
dominante se lui non si
riproduce mai? Prima
bisogna vedere il grado di parentela, questo è piuttosto elevato, 0,42, tra fratelli è
0,5. Per secondo bisogna capire il numero di prole che riescono a fare, il dominante
7 figli, l’aiutante 0. Perché il subordinato rinuncia alla riproduzione? Perché il
beneficio è maggiore di 0.
2. Selezione di gruppo ; è considerata solo per il suo valore storico, è un’ipotesi che è
stata smentita. Si riteneva che i gruppi di individui per il bene della specie,
mettessero in atto meccanismi di auto limitazione, regolazione, per evitare la
sovrappopolazione e lo sfruttamento dell’ambiente. Questa non è una strategia di
evoluzione stabile, se fossero tutti così, il primo a cambiare vincerebbe sugli altri
(esempio fanno poche uova, uno ne fa tante e la sua strategia prevarrebbe su tutte
per la molta prole in più).
3. Selezione multilivello : la selezione naturale non influisce solo sui singoli individui
ma anche sui gruppi. Seconda questa ipotesi i gruppi composti da maggior numero
di individui altruistici, che quindi mettono in atto questi comportamenti altruistici
sarebbero più competitivi rispetto ad altri gruppi che invece hanno un numero minore
di individui che mettono in atto questi comportamenti altruistici. È un ipotesi
secondaria, non ci sono molte evidenze.
Abbiamo altre forme di cooperazione. La collaborazione tra individui non imparentati si
pensa sia espressione di una strategia egoistica volta a garantire un tornaconto personale in
termini di fitness diretta, quindi quella ottenibile con la riproduzione in proprio.
La Asimmetria riproduttiva descrive tutte le situazioni in cui un gruppo non tutti gli individui
hanno la stessa capacità di riprodursi. (bassa asimmetria) oppure gruppi in cui
l’accoppiamento è appannaggio di pochi individui (alta asimmetria riproduttiva). Nelle
manguste, ad esempio, non tutti gli individui son imparentati. Un ipotesi per cui lo fanno è
che siano in attesa di diventare essi stessi riproduttore, restano e alla morte della coppia che
si riproduce, subentrano loro. L’aiuto che forniscono oltre a farsi accettare, è finalizzato a
tenere unito il gruppo.
Un secondo esempio in cui c’è l’asimmetria riproduttiva è la vesta del genere polistes