Il comportamento degli individui in una popolazione o comunità
Tutti gli individui di una popolazione o una comunità compiono azioni che possono preludere ad altri comportamenti e permettere così di relazionarsi. Anche quando l'animale è inattivo o sta vigilando sta manifestando un comportamento.
Il comportamento comprende i processi attraverso cui l'animale risponde a fattori interni (presenti e che si attivano all'interno dell'organismo) e a stimoli che provengono dall'ambiente esterno. Queste manifestazioni comportamentali, in seguito a stimoli soprattutto esterni ma anche interni, vengono messe in atto al fine di adattarsi. Qualsiasi comportamento si descriva, bisogna legarlo al momento in cui lo si osserva!
Un comportamento si può suddividere in tre:
- Appetitiva: motivazione di un comportamento, innesca il pattern comportamentale
- Consumatoria: espressione del comportamento stesso
- Riposo o gratificazione: termine della manifestazione del pattern comportamentale
Il comportamento può...
gioco anche l'attività cerebrale, che è alla base di tutti i comportamenti. Questa attività può essere considerata come il concatenamento tra uno stimolo e una risposta, ma in realtà ogni comportamento rappresenta l'espressione di una funzione o di un'attività cerebrale. L'attività cerebrale è alla base di tutti i comportamenti, sia di comportamenti semplici che non necessitano di un'attivazione dei centri superiori, sia di manifestazioni cognitive legate al pensiero, ed affettive complesse legate ai sentimenti, tra cui rientra anche l'apprendimento legato all'esperienza. Il fatto che le attività cerebrali siano alla base di qualsiasi comportamento, più o meno complesso, fa sì che i disturbi comportamentali siano sempre frutto di disturbo cerebrale. Lo stimolo viene percepito dagli organi di senso, il sistema nervoso centrale integra gli stimoli e la risposta si manifesta grazie agli organi effettori, i quali permettono la realizzazione del comportamento. Oltre a queste tre unità, entra in gioco anche l'attività cerebrale.Gioco anche il sistema endocrino, che interagisce, tramite gli ormoni, con gli organi di senso, il sistema nervoso e gli organi effettori. Sistema nervoso (interviene nelle risposte rapide comportamentali) e sistema endocrino (responsabile degli adattamenti lenti e protratti) controllano tutti i processi fisiologici alla base del comportamento. Poiché, come già detto, ogni comportamento è l'espressione di una funzione cerebrale, si può introdurre il concetto di mente: risultato di un insieme di funzioni cerebrali più o meno complesse che si traducono in comportamenti.
Il comportamento viene realizzato grazie all'integrazione di tutta una serie di meccanismi di base i quali, integrandosi, permettono il verificarsi dei cosiddetti cambiamenti ontogenetici (definiti apprendimenti) dell'individuo. Dunque il comportamento diventa strumento della propria trasformazione: tramite il comportamento l'animale fa esperienza, che gli permette
Il comportamento può essere influenzato da diversi meccanismi di base, tra cui il rinforzo e la punizione. Durante il processo di apprendimento, verrà approfondito questo meccanismo.
La maturazione post-natale dipende dagli effetti epigenetici, che sono cambiamenti che influenzano il fenotipo senza alterare il genotipo, e dall'esperienza. Questo processo rappresenta fondamentalmente i contributi allo sviluppo del comportamento, come la crescita e la differenziazione dei tessuti, e gli effetti funzionali che la differenziazione determinerà a livello individuale. Ogni individuo cresce, acquisisce il 100% della funzionalità, fa esperienze e tutto ciò incide sul comportamento, perfezionandolo.
L'esperienza contribuisce allo sviluppo del comportamento attraverso gli effetti delle stimolazioni, sia interne che esterne all'animale. Queste stimolazioni possono lasciare tracce funzionali persistenti, che influenzeranno la capacità di adattamento dell'animale.
soggetti).Periodo critico e periodo sensibile: la differenza tra i due periodi sta nell'irreversibilità del primo rispetto al secondo. Un periodo critico è ad esempio l'imprinting, che rappresenta un breve periodo di apprendimento limitato, sia nel tempo sia nella durata, in cui i piccoli di alcune specie (in particolare anatidi e galliformi) identificano come genitore il primo soggetto in movimento osservato (forma di apprendimento precoce). Il periodo sensibile è più lungo generalmente rispetto al periodo critico e non è irreversibile: ciò significa che quello che l'individuo apprende in questo periodo non inciderà sul suo comportamento futuro. Un cane cresciuto da un uomo saprà di essere un cane, mentre un pullo imprintato invece no.
Memoria o assimilazione: affinché l'animale possa ripetere un comportamento appreso, tale comportamento deve essere memorizzato. I passaggi che portano allaconsolidazione mnemonica di un comportamento sono: - Filtraggio: espressione di un comportamento generalmente per secondi o minuti. Dunque tutti i comportamenti attraversano questo step, attraverso cioè cosiddetta memoria immediata: la maggior parte delle informazioni che si fermano in questa memoria vengono perse. - Consolidamento: se il comportamento viene invece manifestato o sostenuto per tempi lunghi o ripetuti diventa un ricordo, quindi dalla memoria immediata passa a quella a breve termine. Fin quando resta nella memoria a breve termine e non viene consolidato (consolidamento mnemonico), il comportamento può essere ancora cancellato (per esempio, a seguito di un violento shock spesso si dimenticano i fatti avvenuti in vicinanza dell'incidente poiché essi erano nella memoria a breve termine). Dalla memoria a breve termine i ricordi devono essere convertiti affinché vengano consolidati nella memoria a lungo termine. - Stoccaggio: il comportamento viene quindi memorizzato nella memoria a lungo termine.
questo punto viene stoccato, cioè immagazzinato nella memoria a lungo termine. I comportamenti stoccati sono quelli che danno luogo ai processi di restituzione in cui l'animale, anche inconsapevolmente, mette in atto un comportamento poiché presente nella sua memoria a lungo termine (nei processi di evocazione invece l'animale è consapevole di utilizzare, e sceglie volontariamente di utilizzare, un determinato comportamento).
Come già detto, la fase appetitiva di un comportamento è definita anche come motivazione (o drive: spinta) a cercare uno stimolo che possa permettere di effettuare un comportamento. La motivazione è un processo di attivazione dell'organismo finalizzato alla realizzazione di un determinato scopo in relazione alle condizioni ambientali; si tratta di una condizione endogena che spinge l'animale a cercare uno stimolo che gli permetta di compiere un determinato comportamento. La motivazione è anche definita
Come uno stato psicofisico-psicofisiologico in cui un soggetto si prepara a realizzare o meno una determinata azione e concorre a determinare il comportamento di un individuo o, a volte, della collettività. Le motivazioni vengono divise in:
- Primarie: tese a soddisfare bisogni primari (ultimi), cioè quelli fisiologici (mangiare, bere o dormire, necessari alla sopravvivenza dell'individuo).
- Secondarie: soddisfano i bisogni secondari (prossimi), cioè quelli di natura sociale e culturale che portano alla cosiddetta realizzazione personale (il mancato soddisfacimento di questi bisogni non porta alla morte ma può portare a disturbi comportamentali o a un mancato stato di benessere).
Le motivazioni possono essere:
- Estrinseche, per cui il soggetto si impegna in un comportamento estrinseco all'attività stessa (lo scopo potrebbe essere la lode, il premio o il non ricevere una punizione).
- Intrinseche, per cui il soggetto si impegna in un'attività perché
gratificante e stimolante. Talmente è stata studiata la motivazione che Maslow (1954) ha creato la piramide dei bisogni: secondo la sua teoria nell'uomo si distinguono 16 motivazioni primarie fissate geneticamente alla base della motivazione intrinseca. Questi desideri sono indipendenti l'uno dall'altro – ogni individuo può dar loro una diversa importanza in base al contesto sociale occupato, ai valori di riferimento o alle esperienze personali – ma concatenati – per poter passare al gradino successivo è necessario però aver soddisfatto i bisogni del gradino precedente. Anche negli animali le motivazioni sono geneticamente determinate e definiscono il carattere del soggetto: nella specie canina si osserva come le motivazioni siano geneticamente determinate e caratterizzino una razza piuttosto che un'altra. Conoscere l'assetto motivazionale di un cane permette di soddisfare i suoi bisogni, evitargli frustrazioni e favorire il suo benessere.
Varie motivazioni: affiliativa (far parte di un gruppo ristretto), comunicativa, collaborativa, protettiva, di corteggiamento, sociale, epimeletiche (prendersi cura di un compagno), et-epimeletica (lasciare che un compagno si prenda cura me), somestesica (esplorare il proprio corpo), esplorativa, cinestesica (muoversi continuamente), perslustrativa, di ricerca, sillegica (raccogliere e nascondere oggetti) possessiva, territoriale, competitiva, predatoria (queste ultime due spesso interagiscono fra loro in situazioni di gioco equilibrato).
Alla luce di quella che è la motivazione, le tre fasi del comportamento diventano:
- Appetitiva: fase di ricerca dello stimolo in l'animale è spinto dalla motivazione, aumenta i comportamenti locomotori per aumentare la possibilità di incontrare lo stimolo. È una fase aspecifica: indipendentemente da quale motivazione spinga l'animale a cercare lo stimolo in quel momento, questa fase sarà sempre
La motivazione può essere suddivisa in tre fasi:
- Appetitiva (dell'azione): caratterizzata da un'attivazione per trovarlo. Quando il comportamento appetitivo non procede verso l'atto consumatorio (non si trova la preda), la motivazione aumenta.
- Consumatoria (dell'azione): nel momento in cui trova lo stimolo, l'animale manifesta il comportamento. È una fase specifica: per poter "consumare" la motivazione deve essere trovato lo stimolo che permette di compiere il comportamento.
- Riposo (refrattarietà o quiescenza): la motivazione è diminuita. È una fase specifica: se si ripresenta lo stesso stimolo la risposta sarà minore, se lo stimolo cambia (anche di poco) la risposta può diventare di nuovo intensa.
Esempi per capire perché quella che si consuma è la motivazione:
Osservazione 1. Se il gatto non ha a disposizione uno stimolo (preda) per soddisfare la sua motivazione predatoria, anche la non presenza di una preda può scatenare il comportamento: si hanno le cosiddette
“azioni a vuoto” (il gatto che fa l’agguato al padrone).
Osservazione 2. Attuando i
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