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LINGUISTICI:
- ATTO LOCUTORIO: È l'atto di produrre enunciati dotati di significato. Comprende l'aspetto fonetico
(pronuncia), semantico (significato delle parole) e sintattico (grammatica) dell'enunciato. Ad
esempio, pronunciare la frase "Chiudo la finestra".
- ATTO ILLOCUTORIO: È l'intenzione del parlante di compiere un'azione con il proprio enunciato. È
ciò che il parlante vuole fare dicendo qualcosa. Ad esempio, con la frase "Chiudo la finestra", il
parlante vuole ordinare a qualcuno di chiudere la finestra.
- ATTO PERLOCUTORIO: Sono gli effetti prodotti dall'atto illocutorio nel contesto comunicativo e sul
ricevente. Sono le conseguenze che l'enunciato ha sul destinatario e sul mondo circostante. Ad
esempio, con la frase "Chiudo la finestra", il parlante potrebbe effettivamente indurre il
destinatario a chiudere la finestra.
Esempi di atti linguistici:
Ordinare: "Chiudi la finestra!" (Atto illocutorio: ordinare; Intenzione preparatoria: ordinare un'azione;
Intenzione illocutoria: indurre il destinatario a compiere l'azione).
Domandare: "Che ore sono?" (Atto illocutorio: domandare; Intenzione preparatoria: chiedere
un'informazione; Intenzione illocutoria: ottenere un'informazione dal destinatario).
Promettere: "Ti prometto che ti aiuterò." (Atto illocutorio: promettere; Intenzione preparatoria: impegnarsi
a compiere un'azione; Intenzione illocutoria: creare un impegno con il destinatario).
La teoria degli atti linguistici ha avuto un impatto significativo in diverse discipline, come la linguistica, la
filosofia del linguaggio, la pragmatica, la psicologia e l'intelligenza artificiale. Ha permesso di comprendere
meglio il complesso funzionamento del linguaggio e il suo ruolo nella comunicazione umana.
Gli atti linguistici indiretti aggiungono un ulteriore livello di complessità, poiché il loro significato non è
determinato solo dalla decodifica letterale delle parole, ma richiede interpretazioni contestuali. Ad
esempio, l'enunciato "Questa festa è noiosa" può essere interpretata come una semplice constatazione di
fatto, ma può anche essere un suggerimento implicito di voler andarsene dalla festa.
Questi esempi evidenziano come il linguaggio non sia solo uno strumento per TRASMETTERE informazioni,
ma anche per INFLUENZARE il comportamento degli altri e per creare INTERAZIONI sociali complesse.
L'interazione stessa è un processo dinamico in cui i partecipanti si adattano e modificano il proprio
comportamento in risposta agli altri e al contesto, sia esso fisico o virtuale. Questo sottolinea l'importanza
di considerare non solo le parole pronunciate, ma anche il contesto e le intenzioni comunicative
nell'interpretare gli atti linguistici.
Simmel: la teoria della cornice
Simmel, uno dei pionieri della sociologia, pone le interazioni sociali al centro della sua analisi. Nel suo
saggio "La socievolezza", introduce un concetto fondamentale per la comprensione delle interazioni
umane: LE CORNICI.
Le cornici definiscono e delimitano una situazione sociale, determinando chi vi partecipa e chi è escluso.
Simmel sottolinea che all'interno di una cornice sociale, gli individui hanno il potere di includere o escludere
altri a seconda delle circostanze.
Un elemento chiave nel concetto di cornice è lo SPAZIO, che Simmel considera metaforicamente come
rappresentativo delle dinamiche sociali. Lo spazio può essere caratterizzato da esclusività, chiusura o
limitazione, fissazione, rapporti tra vicinanza e lontananza, e mobilità. Queste caratteristiche riflettono le
dinamiche sociali presenti nei gruppi umani.
Il concetto di gruppo assume un ruolo centrale nell'analisi di Simmel, poiché rappresenta l'incarnazione
delle interazioni sociali. Attraverso lo studio dei gruppi, possiamo comprendere più a fondo le complesse
dinamiche comunicative che caratterizzano la società umana.
Blumer: l’interazionismo simbolico
Blumer è un importante rappresentante dell'interazionismo simbolico, una teoria sociologica sviluppata da
Herbert Blumer negli anni '30 e '40 basata su un approccio che si concentra sul significato che le persone
attribuiscono alle cose e sulle interazioni sociali che ne derivano. Si basa sull'idea che il significato del
mondo sociale è costruito e ricostruito attraverso l'interazione tra gli individui.
Definisce tre premesse fondamentali che riassumono la sua prospettiva:
1. Gli esseri umani agiscono in base al significato che attribuiscono alle cose. Questo significa che le azioni
delle persone sono guidate dalle interpretazioni e dai significati che attribuiscono alle situazioni, agli oggetti
e agli eventi.
2. Il significato delle cose deriva dalle interazioni sociali. In altre parole, il significato non è intrinseco agli
oggetti o agli eventi, ma emerge attraverso il processo di interazione sociale con gli altri membri della
società.
3. I significati sono soggetti a modifiche attraverso un processo interpretativo. Le persone interpretano
costantemente il mondo intorno a loro e attribuiscono significati alle loro esperienze. Questi significati non
sono fissi, ma possono essere influenzati dalle interazioni sociali e dalle esperienze personali, modificandosi
nel tempo.
Queste premesse sottolineano l'importanza della PROSPETTIVA SOGGETTIVA e della natura costruita
socialmente della realtà nell'interazionismo simbolico.
Goffman: La metafora del teatro
La metafora teatrale delle interazioni umane come un percorso di scena e retroscena è stata introdotta da
Erving Goffman (1922-1982), uno dei sociologi più influenti del XX secolo. Goffman ha immaginato la vita
quotidiana come un'opera teatrale, in cui gli esseri umani giocano ruoli e interagiscono come attori su un
palcoscenico. Questa prospettiva sottolinea che ognuno è sia attore di se stesso che pubblico, evidenziando
la dualità dell'azione e dell'osservazione nelle interazioni sociali.
Inoltre, Goffman ha analizzato come la società imponga agli individui di indossare diverse "maschere" in
base al contesto sociale in cui si trovano. Queste maschere rappresentano i diversi ruoli sociali e
comportamenti che le persone assumono per adattarsi alle aspettative culturali e alle norme sociali
prevalenti. Questa concezione della vita come un'opera teatrale offre uno sguardo penetrante sul modo in
cui le persone navigano le complessità delle interazioni sociali e si adattano ai vari contesti sociali.
Thompson: le 3 forme di interazione
L'analisi delle forme di interazione proposta da Thompson si focalizza su tre categorie principali:
l'interazione faccia a faccia, l'interazione mediata e la quasi interazione mediata. Questi concetti forniscono
una cornice utile per comprendere come l'evoluzione della tecnologia abbia influenzato i modi in cui le
persone comunicano nel corso del tempo.
1) L'INTERAZIONE FACCIA A FACCIA si basa sulla presenza fisica e sulla condivisione dello spazio e del
tempo. Questo tipo di comunicazione offre un ricco scambio di informazioni che includono non solo
il contenuto verbale, ma anche il tono della voce e le reazioni corporee. È caratterizzata da un
dialogo diretto e da un immediato feedback tra gli interlocutori, consentendo una vasta
condivisione di informazioni.
2) L'INTERAZIONE MEDIATA coinvolge l'uso di tecnologie per la comunicazione, che separano gli
interlocutori nello spazio ma permettono un prolungamento dell'interazione. Sebbene consenta
una comunicazione continua, questa forma di interazione presenta una limitata condivisione di
informazioni rispetto all'interazione faccia a faccia.
3) La QUASI INTERAZIONE MEDIATA, invece, è tipica dei media di massa come libri, giornali, radio e
televisione. In questo caso, i messaggi vengono trasmessi da un emittente a un pubblico indistinto,
senza una comunicazione diretta tra mittente e destinatario. Gli ascoltatori o i lettori possono
essere numerosi e anonimi, e la comunicazione avviene su larga scala senza un feedback
immediato.
Infine, Thompson discute anche dell'interazione online, che presenta elementi sia di comunicazione in
compresenza che di comunicazione a distanza. Questa forma di interazione è spesso caratterizzata da un
dialogo multiplo, in cui più individui possono partecipare contemporaneamente alla conversazione. Ad
esempio, nei social media, i commenti pubblici consentono a diversi utenti di interagire tra loro in modo
simultaneo, amplificando così la portata e la complessità della comunicazione.
M.1 L.3 - La comunicazione di massa e la comunicazione digitale messe a confronto
La comunicazione nella sua forma interpersonale e la comunicazione nella sua forma di massa non
vanno affrontati come argomenti distinti e separati.
La comunicazione è il processo comunicativo.
Con la comunicazione di massa ci riferiamo alla comunicazione partorita attraverso i mezzi di
comunicazione. Oggi è passato di moda il concetto di mass media, ma si è passati al concetto di MEDIA
TRADIZIONALI e MEDIA DIGITALI.
I cosiddetti mass media sono alimentati dall’uso della tv, del cinema, dei social…ma il modello
principale usato dai mass media era quello della stampa e della radio e successivamente, negli anni 50,
anche la tv.
Shannon e Weaver: teoria matematica della comunicazione
Il Modello di Shannon e Weaver, noto anche come Teoria Matematica della Comunicazione, introdotto nel
1949, è stato un punto di riferimento fondamentale nello studio della comunicazione di massa. I suoi
autori, Claude Shannon e Warren Weaver, entrambi ingegneri, adottarono un approccio analitico e
strutturato per comprendere i processi comunicativi.
Gli elementi chiave del modello includono:
- Emittente: colui che elabora e invia il messaggio. Tanto nella comunicazione interpersonale quanto in
quella di massa, l'emittente può assumere forme individuali o organizzative.
- Mezzo o canale: il mezzo attraverso il quale il messaggio viene trasmesso. Questo può variare
notevolmente, dalle conversazioni faccia a faccia alla televisione, passando per giornali, radio e social
media.
- Messaggio: il contenuto dell'informazione che viene trasmessa. Indipendentemente dal tipo di
comunicazione, il messaggio resta l'oggetto centrale del processo.
- Ricevente: colui che riceve il messaggio dall'emittente. Anche qui, sia nella comunicazione interpersonale
che in quella di massa, il ricevente può essere un individuo o un pubblico più ampio.
- Feedback: la risposta del ricevente all'emittente. Questo feedback è cruciale per valutare l'efficacia della
comunicazione e può variare a seconda del contesto e del canale utilizzato.
- Rumore: qualsiasi disturbo che possa interferire con il processo comunicativo, distorcend