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Il testo coloniale maya Popol Vuh
Narra di flautisti/cantori/scribi/scultori trasformati in scimmie dai fratelli per arroganza.
Vaso di Princeton: decapitazione in una corte sotterranea del Dio del mais, seduto al trono circondato da donne, una prepara la bevanda al cacao e il coniglio-scriba dipinge il manoscritto.
Nel Codice di Madrid (postclassico) il Dio del Mais e Itzamnaaj scolpiscono delle maschere. Anche Jun Ajaw (Venere) dipinge una donna che gli regge il calamaio-contenitore per pennelli della Signora Radice Giaguaro.
La pratica artistica sarebbe stata donata agli uomini dalle divinità, una pittura vascolare raffigura il dono all'umanità: un uomo e una donna affiorano da un portale in un albero (emersione degli uomini sulla terra) e due scribi scimmie porgono loro un manoscritto e una conchiglia (come iniziazione).
Gli artisti erano perciò dotati di poteri extraumani che infondevano nelle creazioni una "vita interiore", che le rendeva.
persone non umane. Il loro carattere era percepito come pericoloso e anti sociale (storia della trasformazione in scimmie da monito).
Il Messico centrale: Teotihuacan, i toltechi e il mondo nahua. Carenza di fonti per Messico centrale e in particolare Teotihuacan, più grande città classica mesoamericana (20 km quadrati e 150.000 abitanti), mancano le iconografie e le iscrizioni che informino sulla bio e sui nomi degli artisti. Sculture architettoniche, pitture murali, ceramiche policrome e oggetti in pietre semipreziose di alta qualità. Nell'iconografia predominano animali, divinità, figure anonime ieratiche senza narrazioni. Non conosciamo le lingue né gli eventi della storia, la città era chiamata dai maya Puj "Luogo delle canne".
Arte del mondo teotihuacano pare anonima e fuori dal tempo. Evidenze dimostrano che esisteva un sistema di scrittura ma le iscrizioni sono poco narrative, più che altro schemi concettuali a sfondo
Nel IV sec. la città di Teotihuacan giunge a dominare alcune città maya (Tikal e Copán ad es.), non fu mai governata da un singolo sovrano ma da qualche forma di governo collettivo, eppure le manifestazioni artistiche sono uniformi e frutto di un'ideologia condivisa e universalistica fondata sulla figura del Serpente Piumato, che riuniva sotto di sé una società multietnica.
La produzione in complessi residenziali, in cui si trasformavano materie prime anche esotiche, l'organizzazione in unità parentali/residenziali (calpulli). Invece gli elementi fittili per incensieri-teatro erano controllati come una produzione dal governo. Strategia politico propagandistica "corporate" (enfasi a dimensione collettiva e coesione e concezioni di tipo religioso e simbolico), diversa da quella maya "network" (governi dinastici in panorama frammentato, arte per rimarcare imprese dei signori e usa un linguaggio narrativo).
Binomio non è opposizione dicotomica, nella realtà le modalità erano intermedie con coesistenza di elementi di entrambe. Il modello corporate si impone dalla fine del periodo classico, ma senza scalzare del tutto l'altro. Il modello detto zuyano è incentrato su un modello supraetnico, con sovrani che erano istanziazioni del Serpente Piumato, città come centro urbano prototipico (Tollan/Zuyu) per comunità multietniche formatesi in seguito a migrazioni e sconvolgimenti.
Dal periodo Epiclassico (600-900) prende piede lo "stile internazionale", un lessico artistico omogeneo e condiviso definito come "sistema-mondo" del Postclassico. Lo specifico stile detto "Mixteca-Puebla", che lentamente si diffuse in buona parte della mesoamerica, contribuirà anche a omogeneizzare il lessico formale.
Fine periodo classico: migrazione di gruppi nahua (famiglia linguistica uto-azteca). A Tula Chico prese avvio una
traiettoria politico-militare di gruppi nahua con una politica imperiale, con base nell'attuale Hidalgo. L'impero domina il Messico tra il 1000 e il 1250 e fu detto "tolteco" (toltecatl: abitante di Tollan). All'arrivo degli spagnoli il nome usato fu "nahua" (dagli aztechi), per indicare una civiltà mitica incarnazione di ricchezza e raffinatezza governata dal Serpente Piumato Quetzalcoatl (la cui sconfitta condusse alla caduta di Tollan).
Le capitali erano repliche della capitale prototipica, i nahua identificavano le rovine dell'antica Hidalgo (Tula) con Tollan e gli archeologi denominarono "tolteco" l'impero di Tula. Per via di questo garbuglio terminologico si preferì denominare come zuyano il modello ideologico dell'area. L'Impero "tolteco" si espanse dal 1000 e diffuse l'uso dell'iconografia standardizzata dal carattere marziale, dominata dal Serpente, Venere come Stella.
del Mattino e la manifestazione guerriera del Serpente, aquile e giaguari come forze cosmiche complementari e guerrieri impegnati in pratiche sacrificali e autosacrificali. Il modello fu adottato dai gruppi nahua che entrarono in mesoamerica, in seguito alla caduta del regno tolteco nel periodo Post classico 1250-1521, scendendo dal Messico settentrionale. Gruppi erano autodenominati con nomi diversi (mexica, chalca, ecc) e condividevano lingua, pratiche e concezioni come quella di una comune terra di origine detta Aztlan "Luogo della bianchezza" e in epoca moderna vennero detti aztechi.
Il gruppo che entrò nel Bacino del Messico più tardi (XIV sec.) fu quello dei mexica, a cui si deve la fondazione di Tenochtitlan nell'isola al centro del lago di Tetzcoco.
1436: triplice alleanza con due gruppi detta "Tre Luoghi della Parola" che sottomise molti altri gruppi indigeni fondando una formazione imperiale impropriamente nota come impero azteco (presenti
gruppiaztechi mai conquistati e avversari). L’alleanza era poco omogenea e i sovrani delle tre capitali regnavano su un’aggregazione di regni tributari che mantenevano un alto grado di autonomia. Però si diffusero le modalità artistiche e propagandistiche, debitrici della realtà tolteca nella quale i mexica si inserirono per mezzo di matrimoni con donne appartenenti a casate credute legate a Tollan. Chichimeca era un termine, “popoli del cane”, per indicare i barbari del nord dai quali orgogliosamente inahua discendevano. Il Gran Tempio fu un punto focale della scultura monumentale. Decine di regni federati con un proprio sovrano e una propria corte produssero arte dispersa e dai vari stili locali, comunque molto meno variabili di quelli maya. Lo stile Mixteca-Puebla era di per sé omogeneizzante e anche l’espansione imperiale di mexica e alleati favorì la coesione. le ceramiche da mensa erano simili. Artigiani e artisti nonErano quasi mai nobili e lavoravano part-time, i lavori venivano diffusi tramite il commercio. Le attività più specializzate erano in mano ai calpulli, "grande casa", plurale calpultin, per mosaici di piume, oreficeria e attività lapidaria. Erano organizzazioni simili a corporazioni medievali con maestri aiutati da artigiani più giovani part-time. Artisti insegnano l'arte ai figli e la produzione è di lusso per la nobiltà, alcuni beni vengono venduti nei mercati. Specifiche produzioni in specifiche città: ceramica, sculture, oggetti in argento, ornamenti labiali. Alcuni lavoravano alle dirette dipendenze del palazzo reale e altri membri della nobiltà o rampolli di grandi case regnanti di sangue tolteco. Scuole calmecac per figli di nobili/sovrani. Gli artisti nel mondo nahua postclassico. Toltecatl (tolteco) è il termine più usato nella lingua nahuatl per "artista" nel periodo post classico.
Significa “abitante di Tollan” ed è colui che incarna i valori di civiltà, raffinatezza, eleganza in opposizione alla rudezza e austerità dei chichimeca. Gli abitanti di Tollan si attribuivano straordinarie capacità artistiche. I testi in lingua nahua vennero raccolti da Sahagùn, un francescano, con l’aiuto degli indigeni e poi tradotti in spagnolo.
Codice Fiorentino: tra le rovine di Tollan si potevano osservare colonne scultoree, piramidi, frammenti di ceramica e gioielli di pietra verde e turchesi. Gli oggetti dimostrano che i toltechi erano saggi. L’abilità tecnica era correlata alla correttezza morale. Il saggio, tlamantini, associato anche alla pratica artistica come per i maya e alla pittura dei codici in particolare, era associato ai colori nero e rosso. È una guida, incarna la tradizione, mentre il cattivo artista è vanaglorioso e imbroglia. È anche un divinatore, nesso tra termine che indica
“divinatore/indovino” e “fabbricatore di cose”. Associazione tra litterazione, produzione artistica e divinazione: i giorni nel calendario venivano messi insieme come un assemblamento di bracciali. Anche Molina nel Dizionario traduce tlamantini come “maestro di scienza, letterato e artista”. Manoscritti dipinti sono incarnazioni della saggezza e l’artista gode di prestigio maggiore. L’uso dei materiali viene descritto ma essi non vengono visti come meramente formali. I termini sono specifici per i pittori di carte, creatori di manoscritti. Raramente le donne avevano accesso all’attività pittorica, si ricorda il caso della moglie del sovrano mexica nominata nel Codice Telleriano Remensis che pare fosse anche bilingue (nahua-maya). Lo scriba/pittore era l’artista per eccellenza, ma esistevano tanti altri artisti/artigiani. La formazione dello scriba avveniva in calmecac, nelle quali si imparavano anche i canti divini trasferiti
su carta con geroglifici e la divinazione. I testi insistono sull'origine extra umana delle capacità artistiche: i predestinati nascevano nel giorno 1 Fiore, il cui protettore era il dio "Principe dei Fiori" associato a canto e poteri creativi ma anche all'eccesso di sessualità ed ebrezza dell'alcol/sostanze psicotrope. L'Alter ego era una scimmia. Codice Borgia, manoscritto precoloniale: scimmia davanti a Xochipilli in trono. I nati nel giorno 1 Scimmia erano predisposti alla musica e alle arti. X era sorta di patrono di tutti gli artisti, anche se ogni categoria aveva il proprio. Nel giorno 7 Fiore veniva adorato e si faceva festa, pittori e tessitrici digiunavano per giorni e offrivano quaglie e incenso. La sua controparte femminile era Xochiquetzal "Fiore prezioso". Il legame con la sessualità e l'alcol indicava l'ambivalenza del pericolo, incarnata dal carattere scimmiesco. Il termine tlamatilitzli copre siaprima vista, i divinatori e gli scribi erano maestri nell'arte dell'inganno. Utilizzavano la conoscenza per manipolare e trarre vantaggio dalle persone credulone. Le loro abilità nel dipingere e scrivere erano strumenti potenti per creare illusioni e trarre in inganno. Le parole e le immagini erano usate per comunicare messaggi nascosti e ambigui, confondendo e seducendo coloro che cercavano risposte o consigli. La conoscenza, in mano a un abile manipolatore, poteva essere un'arma pericolosa, capace di influenzare e controllare le menti dei creduloni.