METEOROLOGIA:
La meteorologia è quella branca della geofisica che studia l’atmosfera
terrestre. Si occupa dei mutamenti e dei movimenti della massa gassosa al fine
di prevederne le evoluzioni. Si suddivide questa scienza di 4 discipline distinte:
1. Meteorologia: studia movimenti di grandi masse d’aria effettuando
previsioni a livello continentale o mondiale (macroclima)
2. Climatologia: prende in considerazione gli eventi climatici di regioni o
nazioni (mesoclima) (di interesse per turbine eoliche, per i venti)
3. Aerologia: si occupa di masse d’aria dell’ordine di qualche km. (clima
locale), utile per inquinamento
4. Microclimatologia: considera gli strati più bassi dell’atmosfera che tiene
conto della conformazione del territorio. (esempio clima di una serra)
(misura la turbolenza dell’aria) (mi interessa per capire turbolenza)
GRANDEZZE TERMODINAMICHE – PRESSIONE
La pressione riveste un ruolo fondamentale perché regola i movimenti delle
masse d’aria, crea piovosità, cambia direzione e intensità del vento.
La pressione è legata al peso delle molecole d’aria sovrastanti. La loro densità
diminuisce con l’altezza ed anche la pressione diminuisce all’aumentare della
quota per il ridotto numero di particelle via via presenti al di sopra. Sul livello
del mare la pressione standard è di 101325 Pascal. Per le misurazioni si usano i
hPa e i millibar. La pressione standard sarà quindi di 1013.25 hPa e di 1013.25
mb.
L’andamento della pressione è esponenziale e così è l’andamento della densità
dell’aria.
Bastano piccolissime variazioni di pressione per avere cambiamenti climatici
importanti: sopra i 1050 mb ho alta pressione non ho vento col valore più
alto mai registrato di 1084mb
sotto la pressione standard il vento tende ad aumentare (ho bassa pressione a
980mb) fino ad avere veri e propri uragani. (a circa 890mb) Con la bassa
pressione quindi l’aria si scalda e sale lasciando un vuoto che viene colmato da
altra aria. Salendo si addensa sopra la bassa pressione che quindi riscende
come aria fredda.
I VENTI
Per comprendere l’origine dei venti globali bisogna partire dal bilancio
energetico tra Sole e Terra. La superficie terrestre riceve calore sia
direttamente dal Sole, sia dall’atmosfera sotto forma di radiazione infrarossa.
Nel corso dell’anno entrate e uscite energetiche si bilanciano, evitando
variazioni della temperatura media globale. Tuttavia, la distribuzione del
riscaldamento non è uniforme: l’equatore riceve più energia dei poli. Questo
squilibrio genera gradienti termici che mettono in moto grandi masse d’aria per
riequilibrare il sistema, dando così origine ai venti globali.
A livello globale il vento nasce dalla combinazione del riscaldamento
differenziale della terra ad opera del sole e dalla rotazione del globo terrestre
intorno al suo asse.
Partendo dall’equatore, la distanza dall’asse terrestre è massima e quindi
anche la velocità di rotazione è più elevata. Ho sempre i trade winds (5-6 m/s)
che vengono da NE o SE se consideriamo rispettivamente l’emisfero nord o
sud. L’aria calda equatoriale tende quindi a salire, creando una zona di bassa
pressione; successivamente scende intorno ai 30° di latitudine, dove si forma
una zona di alta pressione e si chiude la prima cella convettiva. La massa d’aria
discendente a 30° si divide in due circuiti: chiude la cella di Hadley (i trade
winds, ALISEI) e cella di Ferrel che alimenta i westerlies (da SW verso NE;
questo è il nostro vento dominante che ci deve essere per forza su tutta
l’altezza del rotore altrimenti vado a casa).
Verso i 60° di latitudine i venti occidentali incontrano l’aria fredda proveniente
dai poli, dando origine al fronte polare. In questa zona l’aria calda subtropicale
sale e si dirige verso le regioni polari chiamata Cella Polare.
Le deviazioni dei venti all’interno delle varie celle sono spiegate dall’azione
della forza di Coriolis, che devia le masse d’aria verso destra (rispetto a dove si
originano e dove dovrebbero andare, rispetto alla direzione del moto)
nell’emisfero settentrionale e verso sinistra nell’emisfero meridionale.
Venti occidentali – latitudini 35/55 gradi (westerlies) da ovest
Spirano da Ovest poiché dalle latitudini di circa 35° la velocità tangenziale
della Terra è minore di quella dell’aria. Non sono molto regolari in direzione e
velocità e presentano una struttura turbolenta, soprattutto nell’emisfero
boreale; portano aria umida e calda sulle coste occidentali dei continenti. Sono
più regolari nell’emisfero australe grazie all’estensione oceanica.
ALISEI (esterlies) da est
Spirano da Est poiché alle basse latitudini la velocità tangenziale della Terra è
maggiore della velocità dell’aria. Hanno velocità e direzione costante tutto
l’anno (vmedia=13 knots). Spirano a quote molto basse (1-2 km), sono freschi
e secchi.
CORRENTI A GETTO
Carl Gustaf Rossby dopo aver scoperto le correnti a getto (Jet stream, forti
correnti d’aria che scorrono ad alta quota nella troposfera superiore (tra 8 e 12
km di altezza), con velocità che possono superare anche i 300–400 km/h.
Vanno da ovest verso est. Ne sono di due tipologie una subtropicale e una
polare. Rossby scoprii che queste correnti subiscono rallentamenti che ne
modificano la direzione, producendo un andamento sinuoso. Nascono così le
onde di Rossby, vere e proprie ondulazioni del flusso del Jet Stream,
fondamentali per la dinamica atmosferica delle medie latitudini.
VENTO GEOSTROFICO (vento di alta quota)
L’ elemento necessario alla formazione dei venti è costituito dalla differenza di
pressione tra due punti, ovvero dal suo gradiente barico. Lo spostamento delle
masse d’aria tra due punti del pianeta è dovuto alla distribuzione orizzontale
della pressione atmosferica. La forza motrice che si origina dal movimento
delle masse d’aria è denominata forza di gradiente (FG). tale forza può
essere calcolata per un volume infinitesimo di aria (dx dy dz) sulle cui superfici
opposte siano applicate pressioni diverse p e p+(δp/δn·dn), in particolare, per
la forza orizzontale si ha:
Il segno negativo è perché andiamo da una zona da alta a bassa pressione. n è
il versore spostamento.
In base a tali formule si trova che le masse d’aria si spostano dalle zone ad alta
pressione verso quelle a basse pressione, ortogonale alle linee isobare. In
realtà si deve tener conto anche di Coriolis che modifica la direzione del moto
dell’aria.
V è la velocità, f è il parametro di Coriolis
stabilito l’equilibrio fra la forza di gradiente e la forza di Coriolis (ovvero quando
sono // all’isobara) si può ricavare la velocità del flusso che non risente delle
forze di attrito. Quando si arriva a tale velocità termina il planet boundary layer
PBL.
L’intensità del vento geostrofico dipende da quanto sono fitte le isobare e dalla
latitudine.
IL VENTO DI GRADIENTE
Quando le isobare presentano curvature significative, come intorno ad un
centro di BASSA pressione o di ALTA pressione, alle forze di pressione e di
Coriolis va sommata la forza centrifuga dovuta alla rotazione delle masse d’aria
attorno al Centro. Nel caso di un centro di ALTA pressione la rotazione è oraria e
la forza di pressione è diretta verso l’esterno, come la forza centrifuga. Mentre
la forza di Coriolis è diretta verso l’interno.
Anticiclonic = alta pressione
Ciclone = bassa pressione i versi sono nel
nostro emisfero.
Dipende solo da f e da teta, mentre dipende anche da dp/dn in bassa
Nel caso del Vento anticiclonico il «dp/dn» è maggiore di zero ciò fa si che il
termine sotto radice si azzera per:
Nel caso di vento ciclonico invece il «dp/dn» è minore di zero e ciò rende il
termine sotto radice sempre positivo, in tal caso all’aumentare del gradiente di
pressione si avrà una riduzione del valore di velocità. Apparentemente ciò
porta a pensare che nei nuclei di Bassa Pressione il vento debba essere di
minore intensità mentre nella realtà si verifica esattamente l’opposto; tutto ciò
è dovuto al fatto che i gradienti di pressione dei nuclei di Alta Pressione sono
veramente modesti e, di conseguenza, la velocità risulta modesta.
Ovviamente le misure per il vento non le faccio quando so di stare in alta o
bassa pressione perché non sarà significativa, in alta misuro meno vento di
quello reale in bassa l’opposto. Mi servono di almeno 3 anni di misurazioni reali
e affidabili.
SPIRALE DI EKMAN
Man mano che dall’altezza di gradiente si scende verso il suolo, gli effetti
dell’attrito si fanno più importanti e queste comporta modifiche sia al modulo
della velocità che alla sua direzione.
Considerando l’immagine, si ha che la forza di
Coriolis dovrà necessariamente essere ortogonale alla direzione del vento
risultante (per definizione), e si dovrà allo stesso tempo garantire che la
composizione della forza di Coriolis e di quella di attrito sia esattamente pari ed
opposta alla forza di gradiente. Se ci si trova nell’emisfero nord si avrà quindi
che procedendo dall’alto verso il suolo, il vento subirà una rotazione verso
sinistra.
Tale fenomeno venne studiato e previsto da Ekman come problema applicato
alle correnti marine, dove si osservano deviazioni fra la direzione del vento che
muove la superficie e la direzione delle correnti in profondità.
B le condizioni
atmosferiche, z0 indica il tipo di terreno mentre ustar indica il tipo di
turbolenza. Alpha di quanti gradi sposta verso sud-ovest!
Avere l’attrito porta due effetti: il primo è che il vento ha velocità minore, il
secondo è che non è più // alle isobar. Mediamente la deviazione è di 20gradi.
VENTI LOCALI
A livello locale i venti nascono sempre per il principio di riscaldamento
differenziale della superficie terrestre e di conseguenza delle masse di aria,
come nel caso delle brezze di terra e di mare. Durante il giorno, il suolo si
riscalda più rapidamente rispetto al mare, che possiede una maggiore inerzia
termica. L’aria sopra la terraferma, scaldandosi, tende a salire e genera una
zona di bassa pressione. Per compensazione, l’aria più fresca proveniente dal
mare viene richiamata verso la terra, dando origine alla brezza di mare. L&rsq
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