T
direttamente proporzionale a C . Il Ct è massimo per a = ½ , ovvero la massima spinta
P
all’aria si ottiene per a = 0.5. Spinta massima Ct e potenza massima Cp si hanno per
differenti valori di a la massima forza dell’aria la si vuole ottenere nel momento
dell’avviamento, quando ho bisogno di coppie elevate, a regime voglio ottenere la
massima potenza e la ottengo per a più bassi perché altrimenti perdo troppa velocità Vd
Facciamo qualche esempio:
Con questa formula di sopra riesco a calcolare la potenza di una turbina con un errore del
5%! (ma solo per classe 1), perché in classe 2 e 3 la v rated diminuisce e la formula non
va bene.
Ora so come calcolare la potenza della turbina, ma come la progetto?
Le pale girando creano una scia, la scia gira in senso opposto alla direzione di rotazione:
la creazione della scia crea una perdita il flusso rotante è sempre una perdita di energia
che non uso (Hp irrotazionale utile per ragionare con Betz). Lo statore mi serve in una
turbina per raddrizzare il flusso a quello che sta dietro (creo una contro-rotazione per
ristabilire il flusso dritto, spendo qualcosa energeticamente, ma rendo utilizzabile il flusso a
chi mi sta dietro). L’aspetto positivo è che aumento flusso di massa , la turbolenza
richiama aria da fuori e la immette dentro
Quindi la rotazione genera due effetti uno negativo (aver messo in rotazione una serie di
vortici e non poterli utilizzare per produrre energia (secondo BETZ)) e uno positivo (ho
reso la mia scia più stretta)
Ogni volta che metti in rotazione un flusso e la rotazione non ti serve, dissipi una
parte di energia che si chiama resistenza aerodinamica.
Se consideriamo un corpo tozzo e la somma algebrica dei vortici è 0 non c’è mai portanza
(forza di spinta), la resistenza è invece semplicemente la somma dei moduli dei vortici
La teoria di Betz è valida solo per bassi valori di a, poiché ad alti valori avviene la
distruzione del tubo di flusso a valle del rotore dovuta a formazioni di vortici ai bordi dello
stream tube. Per andare con a > 0.5 devo considerare la rotazionalità della scia con
opportune formule (es. relazione di Glauert), altrimenti ci viene un assurdo fisico.
come si vede dall’immagine la pala lavora bene solo per un
certo range come detto prima. All’estremità ho i cosiddetti vortici d’estremità: questi si
formano a causa del ∆P tra sopra e sotto la pala succede che particelle si rimescolano tra
di loro provocando dei vortici che non posso essere eliminati (ma mitigati attraverso
attenta progettazione della pala)
× rapporto fra velocità periferica pala e quella del vento
=
indisturbato. Se ho 1 pala, affinché produca qualcosa, deve andare velocemente per avere
C non c’è interferenza con le altre pale o perdita di scia ma avrò molta resistenza
P MAX
aerodinamica (devo andare veloce e occhio al boom sonico che genera carichi elevati).
Per 2 pale migliora = 11/12, con 3 pale = 6/8 ottimale, gira più piano però ho
maggior interferenza tra le pale e perdita di scia, ma poca interferenza. Oltre 4 pale è
inutile andare perché troppo alta l’interferenza tra le pale e annulla qualsiasi effetto
positivo dato dal numero maggiore delle pale.
Meno sono le pale tanto più alti sono i venti che abbiamo bisogno. La versione bipala ha
problemi di regolazione in fase di rotazione perché sbatte nel fine corsa.
La velocità periferica della pala è limitata da 220 < < 280 km/h se gira genera
×
portanza e in alcuni punti è addirittura il doppio (nei punti a pressione minima, non andare
in supersonico avrei carichi troppo elevati). Normalmente per limitare i cicli a fatica del
cuscinetto del mozzo (che deve durare 20 anni) non si superano i 35 rpm o 45 rpm per R
= 80m, Oggi con macchine più grandi abbiamo 8 rpm. Controllo poi se la turbina va in
risonanza
TEORIA IMPULSIVA VORTICOSA
Abbiamo visto come utilizzando Betz non si considera la rotazione del flusso: l’aria rallenta
solo nella direzione assiale, cioè lungo la direzione del vento. In questo modo, tutta la
variazione della quantità di moto è considerata solo lungo l’asse, senza componenti
laterali o rotazionali. Nella realtà però non va così. Quando le pale girano, inevitabilmente
trasmettono anche un po’ di rotazione all’aria che le attraversa. Dietro al rotore si forma
infatti una scia che non è semplicemente un getto rallentato, ma porta con sé un
movimento controrotante. La componente tangenziale della velocità, che è nulla
all’ingresso, diventa dove ω è la velocità angolare del rotore e r il raggio considerato.
Ciò porta ad una perdita di energia cinetica nel flusso principale con una conseguente
riduzione della potenza estraibile dal rotore stesso. Mediamente si può assumere che sulla
pala la velocità tangenziale media sia uniformemente distribuita e pari a : “r/2”.
dove
Angolo di FLUSSO φ = vento rispetto asse di rotazione (il piano di rotazione è quello
tratteggiato orizzontale)
Angolo di CALETTAMENTO (Svergolamento per gli aerei) β = inclinazione asse di corda
rispetto il piano di rotazione
Angolo di ATTACCO α = vento relativo rispetto asse di corda
β + α = φ IN
β è più alto alla radice e poi diminuisce, diminuisce perché vorremmo costante α in ogni
sezione e che sia proprio α ottimale.
r è la componente tangenziale della velocità che tiene conto dell’aumento di Ωr dovuto
alla portanza L (la depressione formata sul naso genera un’accelerazione del flusso) . Per
tener conto di questa aggiunta definisco a’
a’ è il fattore di induzione tangenziale giustifica la rotazione della scia.
media!
La teoria impulsiva vorticosa, quindi, modifica la teoria di Betz andando a considerare la
rotazionalità del rotore così da poterla applicare ai casi reali. L’angolo α della pala genera
sempre L e D dunque devo sceglierlo per massimizzare la E.
%V rel dipende dalla velocità del vento che incide sulla pala (U ) e da Ωr la velocità di
O
rotazione della pala. E dato che noi vogliamo che la pala estragga il massimo dell’energia
dal vento bisogna avere α costante al variare di r si fa allora il calettamento della pala
così da variare lungo r β mantenendo α costante. β dipende dal profilo della pala%
Le scie di fluido che attraversano la pala non si muovono di moto rettilineo ma acquistano
una componente tangenziale con velocità angolare che identifichiamo come Questa
.
velocità è provocata dalla curvatura del profilo stesso; infatti, sul profilo il flusso accelera
per generare portanza. Essa è nulla sul bordo d’attacco del profilo e ha valore sul bordo
d’uscita; i triangoli di velocità all’attacco e all’uscita hanno diverse velocità tangenziali:
1
sul bordo d’attacco e sul bordo d’uscita. il valore medio è si può
( + ) ( + ⁄ ).
2
esprimere nel seguente modo:
′
Il termine è proporzionale al raggio quindi mano a mano che ci si avvicina alla
(1 + )
radice della pala esso diventa sempre più piccolo la velocità relativa si inclina sempre di
più si vuole far lavorare la pala tutta allo stesso angolo di attacco; deve quindi
però
essere presente uno svergolamento (β deve essere variabile) (i profili devono essere
ruotati).
AZIONI AERODINAMICHE
Le azioni aerodinamiche su ognuna delle sezioni della pala sono riassumibili nella
risultante R posizionata nel centro di pressione CP. La risultante può essere scomposta in
due componenti portanza (L’) e resistenza (D’) nel sistema di riferimento del fluido (guardo
la v relativa); nel sistema di riferimento del rotore le componenti diventano Forza
tangenziale e Forza normale [N/m] (ci interessano queste due forze)
Il fatto che ci sia una resistenza aerodinamica spiega perché la massima potenza
sfruttabile è 16/27 di quella disponibile. In altre parole solo L’ è l’azione utile, D’ peggiora
quello che L’ vuole fare. Per massimizzare l’efficienza E devo quindi avere L’ più grande
possibile e D’ più piccolo possibile.
F Forza che permette di ruotare la pala (spinta tangenziale unitaria)
t
F Forza che spinge indietro la pala e scarica sulla torre (spinta assiale unitaria)
n
Vorrei avere F la più alta possibile e F più bassa (perché non genera effetto utile)
t n
Scelgo un valore di α tale per cui E è massimo e tale valore di α lo si deve cercare di
mantenere costante su tutta la pala (variando Ω o β).
So il λ ottimale per cui mi basta conoscere la V del vento per trovare Ω dove ho max
t
efficienza. Dobbiamo stare attenti quando progettiamo una pala di vedere se per Ω il palo
va in risonanza il palo non può essere nemmeno troppo snello altrimenti le frequenze di
oscillazione si abbassano e va subito in risonanza.
Le frequenze di risonanza si hanno 2 volte alle seguenti Ω: poco importante
perché la v vento è molto bassa e la macchina passa velocemente in quella zona in fase
di avvio: è più pericolosa
perché siamo vicini a Vrated quindi ci possiamo andare molto facilmente. In questo caso la
flessione si ha sul palo:
Per come abbiamo definito per ora a e a’ sembra non esserci correlazione tra i due
parametri, ma ciò non è del tutto vero perché il deficit di pressione:
in Betz era dipendente solo da a e dovuto alle differenze di velocità tra ingresso e
uscita (Vw<Vd<Vinf) dove e b = funzione di a
nella teoria impulsiva vorticosa si ha anche una variazione della quantità di moto
tangenziale (dipende da a’)
Vediamo quindi la correlazione:
Dall’analisi dei triangoli di velocità sulla pala emerge che l’angolo di flusso φ può essere
scritto in due modi: in questo caso il Blade
Section Speed Ratio λ (velocità a una certa distanza r dal centro della pala) è espresso in
r
funzione di a e a’.
Applico la conservazione dell’Entalpia Totale di un flusso isotermo , non viscoso ed
incomprimibile attraverso il rotore: (per trovare la relazione tra a e a’)
la
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Energia eolica - seconda parte
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