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PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO DI BASE
Sto analizzando un processo elettrochimico adottando un principio di funzionamento
monodimensionale, il che significa che prendo in esame elettrodi piani, disposti
parallelamente e orientati in modo perpendicolare rispetto alla direzione del flusso di
alimentazione. Nel mio modello, l’utensile, in cui ho origine del sistema di riferimento, il pezzo
da lavorare e la differenza di potenziale formano insieme un circuito chiuso grazie alla
presenza di un elettrolita. Quest'ultimo permette la generazione della scarica elettrica
necessaria al processo, favorendo la reazione elettrochimica che porta alla dissoluzione del
materiale.
In questo contesto, l'assunzione di un modello monodimensionale semplifica l'analisi del
campo elettrico e della distribuzione di corrente tra gli elettrodi, facilitando lo studio delle
dinamiche del processo elettrochimico e delle relative variabili operative.
Considero che, tra l'utensile e il pezzo, scorra l'elettrolita, il quale possiede una conducibilità
k e una densità (pe) – due parametri caratteristici che, in prima approssimazione, si suppone
costanti nello spazio, nel tempo e rispetto alla temperatura. Questo elettrolita si muove con
una velocità media u lungo la direzione x, all'interno di un canale nel quale le variazioni lungo
la quota z sono trascurabili. Si assume che il canale si estenda a destra dell'origine x = 0, il
punto di inizio sia per l'utensile che per il pezzo. Per x > 0, si considerano condizioni
stazionarie, ignorando tutte le perturbazioni che potrebbero essere presenti prima
dell'ingresso nel sistema. Di conseguenza, il canale opera in uno stato stazionario. Poiché le
variazioni lungo z sono trascurabili, tutte le proprietà del sistema risultano indipendenti dalla
direzione z. Inoltre, la variazione del gap è determinata dalla variazione lungo la coordinata y,
che rappresenta lo spessore della fessura.
La velocità dell'elettrolita non è costante, ma si tratta di una velocità media calcolata tra
l'inizio del processo e il suo sviluppo: in alcuni punti può essere inferiore, in altri superiore. Si
utilizza quindi una velocità di scorrimento media, poiché le variazioni dello spessore del gap
(gep) sono contenute e non comportano variazioni significative della velocità.
La superficie del pezzo si distanzia dalla superficie dell'utensile lungo la direzione y (per valori
di y maggiori di 0) a causa della rimozione di materiale durante la lavorazione. Questo
allontanamento avviene a una velocità proporzionale alla densità di corrente, J. In sostanza,
pur osservando che la superficie si sposta, utensile avanza in modo costante rispetto al
pezzo, alla velocita "a", o viceversa.
Calcolo la densità di corrente J utilizzando la seguente relazione: moltiplico la variazione di
potenziale per la conduttività dell’elettrolita e divido il risultato per la quota y. In questo modo,
il flusso risulta ben definito e si osserva che la densità di corrente aumenta in maniera inversa
rispetto alla quota y, ovvero valori minori di y comportano una densità di corrente più elevata.
L’altro contributo dell’equazione considera l’efficienza attuale del processo di dissoluzione
(espressa in percentuale) moltiplicata per il peso chimico equivalente, che si ottiene dal
rapporto tra il peso atomico e la valenza. Questo prodotto viene poi diviso per il prodotto tra la
densità del materiale anodico e la costante di Faraday, una costante fondamentale che
rappresenta la quantità di carica per mole di elettroni. Questo termine, pertanto, integra nel
calcolo la specificità del materiale e l’efficienza reale del processo di dissoluzione.
Gamma rappresenta l'efficienza complessiva del processo elettrochimico e, in pratica, non
raggiunge sempre il 100% ma si attesta generalmente intorno all'80%. Questa efficienza di
corrente si definisce come il rapporto tra la quantità effettivamente disciolta di metallo e
quella teoricamente prevista dalle leggi di Faraday. Diversi fattori contribuiscono a
determinare il valore di gamma:
1. Valenza errata: Quando si lavora con leghe composte da più elementi, in teoria
bisognerebbe sommare il contributo di ciascun componente, considerando il peso
atomico diviso per la rispettiva valenza. Tuttavia, questo approccio richiederebbe
un'analisi chimica dettagliata e complessa per ogni contributo, rendendo il modello
troppo articolato. Per semplificare, si adotta un'approssimazione che non tiene conto
della composizione reale del materiale; il valore di gamma, in questo caso, compensa
tale semplificazione.
2. Passivazione anodica: Durante il processo, in alcune aree dell'anodo può formarsi
uno strato passivante che ostacola la dissoluzione del metallo. Questo fenomeno
riduce l'efficienza locale del processo, incidendo negativamente sul valore di gamma.
3. Corrosione ai confini e all'interno dei grani: Nei materiali policristallini, la
conduzione elettrica avviene in parte attraverso i contatti tra i grani. Se l'erosione
interviene in modo non uniforme, interrompendo il contatto tra i grani, la conducibilità
diminuisce. Per mantenere la scarica, la superficie si consuma e si evolve,
influenzando ulteriormente l'efficienza.
4. Evoluzione del gas sulla superficie anodica: La formazione di bolle di gas durante il
processo può ostacolare il passaggio della corrente, alterando la conduzione e
riducendo l'efficienza complessiva.
Questi fattori, ben documentati nella letteratura tecnica sull'elettrochimica e
sull'elettroerosione, spiegano perché l'efficienza, rappresentata da gamma, tenda a essere
inferiore al 100% e tipicamente si aggiri attorno all'80%. Tali considerazioni sono
fondamentali per ottimizzare il processo e per correggere eventuali deviazioni tra il modello
teorico e la realtà operativa.
È conveniente identificare una costante C per la particolare combinazione pezzo-elettrolita
(m2xmin-1) . In precedenza, per diversi elettroliti, è stata fornita una tabella che specifica il
materiale del pezzo in lavorazione, mentre il materiale dell’utensile non viene considerato: si
tratta infatti di un parametro trascurato ai fini del modello.
Formula per la variazione di y nel tempo
La relazione chiave che descrive come y si modifica nel tempo è tipicamente espressa in
forma differenziale, ad esempio:
dove: C è una costante che tiene conto dell’accoppiamento tra il pezzo e l’elettrolita (e può
• includere, a seconda del modello, parametri come la conducibilità dell’elettrolita, la
differenza di potenziale, l’efficienza di corrente, ecc.).
v è la velocità di avanzamento del pezzo o dell’utensile (a seconda di quale si muova).
• a è un coefficiente di avanzamento che, insieme a v, determina come la geometria del
• sistema influisce sul gap.
y rappresenta lo spessore del gap tra utensile e pezzo.
•
Questa formula indica che la velocità di variazione di y dipende in modo inverso da y stesso
Integrazione dell’equazione e tempo di lavorazione
Per ricavare il tempo t in funzione di y, si integra l’ equazione differenziale:
Comportamento asintotico e gap di equilibrio
La figura mostra come, risolvendo l’equazione e tracciando y in funzione di t, si possano
ottenere due possibili soluzioni relative alla variazione di y. Tuttavia, in entrambi i casi, il trend
evidenzia che, col passare del tempo, il gap y tende a un valore di equilibrio ye.
Gap di equilibrio ye: rappresenta la distanza finale tra l’utensile e il pezzo in cui la
• velocità di asportazione del materiale bilancia l’avanzamento dell’utensile (o del
pezzo).
Andamento asintotico: il sistema si avvicina gradualmente a ye senza superarlo,
• configurando un regime stazionario in cui la rimozione di materiale mantiene costante
il gap.
In sostanza, dopo un certo intervallo di tempo t, la superficie del pezzo risulta consumata fino
a stabilizzarsi intorno a ye. Da un punto di vista fisico, ciò significa che il processo ha
raggiunto un equilibrio dinamico: l’asportazione del materiale compensa esattamente
l’avanzamento (o viceversa).
caso 2 in cui ho alimentazione a=0 mm/s, non ho movimento utensile verso pezzo ma ho solo
erosione del materiale del pezzo. Si osserva che y sarà il nuovo valore di equilibrio
Caso 3
Quando la velocità di avanzamento a è costante e non nulla, lo spessore del gap y si stabilizza
su un valore costante, detto gap di equilibrio ye. Questo avviene perché la rimozione di
materiale dovuta al processo elettrochimico viene compensata esattamente
dall’avanzamento dell’utensile.
Condizione di equilibrio
La condizione per cui il sistema raggiunge lo stato stazionario è data dalla relazione:
dove: C è la costante del processo, che dipende dalla combinazione pezzo-elettrolita.
• a è la velocità di avanzamento dell’utensile;
• ye è lo spessore della fessura di equilibrio.
•
In queste condizioni, il tasso di rimozione del materiale per unità di superficie (C/ye) è
uguale alla velocità di avanzamento a, garantendo un processo bilanciato.
Dinamica del gap nel tempo
A seconda della dimensione del gap rispetto a ye, si verificano due scenari principali:
1. Se y>ye→ La rimozione del materiale è inferiore alla velocità di avanzamento, quindi il
gap tende a ridursi fino a stabilizzarsi su ye.
2. Se y<ye→ Il tasso di rimozione è superiore alla velocità di avanzamento, il che porta ad
un progressivo aumento dello spessore fino a raggiungere ye.
In entrambi i casi, il sistema tende naturalmente alla condizione di equilibrio ye, come
mostrato nel grafico della figura.
Problemi nella foratura ECM
Durante il processo di foratura ECM, la diminuzione dell’avanzamento porta a gap di
lavorazione più ampi e quindi a una mancanza di precisione.
Se il gap è troppo piccolo (y<ye)
Il tasso di rimozione è troppo elevato rispetto all’avanzamento.
o Il rischio di scintille o cortocircuiti aumenta, con possibili danni all'utensile e al
o pezzo in lavorazione.
Per questo motivo, il valore ye rappresenta una quota di sicurezza del sistema, poiché
garantisce un equilibrio ottimale tra avanzamento e rimozione di materiale, evitando problemi
di precisione o danni agli strumenti.
SCHEMA
l'ECM si basa principalmente sulla fase ECD, ovvero processo dissoluzione elettrica che si
verifica attraverso un movimento di ioni tra utensile catodico (negativo), e pezzo anodico
(positivo). se non avessi la fase di dissoluzione nel processo avrei una semplice scarica di
corrente n