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ONDA DI DEPOLARIZZAZIONE
Come si propaga il fronte d’onda di depolarizzazione nel miocardio: dove il fronte
d’onda è già passato, il potenziale darà come il potenziale di plateau (depolarizzato),
nella zona rossa; nella zona blu invece avrò un potenziale costante uguale a quello di
riposo. Nel mezzo avrò la transizione, in corrispondenza del fronte d’onda.
Possiamo utilizzare i risultati trovati per una singola fibra e possiamo applicarli: la
corrente sarà proporzionale alla derivata seconda del potenziale. La corrente sarà
nulla nella zona prima e dopo il fronte d’onda. Resta allora confinata nel fronte d’onda.
Esiste solo nella zona centrale: prima e dopo è nulla -> caratterizzata da una coppia
sorgente – pozzo. -> posso descriverla come un dipolo posto sul fronte d’onda con
verso coincidente col verso di propagazione. È come se avessi dei dipoli distribuiti per
unità di volume con versore diretto perpendicolare al fronte d’onda. Il versore n sarà
ortogonale al fronte d’onda in ogni singolo punto.
È allora proporzionale all’angolo solido e alla differenza tra il potenziale a riposo e
quello di plateau.
NB: questa formula vale per la depolarizzazione.
Per la ripolarizzazione, la differenza tra Vrest e Vplateu si inverte di segno!
Vrest – Vplateu è sempre negativo:
Potenziale > 0 se l’elettrodo va verso la sorgente; viceversa sarà negativo.
Perché vedo onde positive anche se una è di ripolarizzazione e una di
depolarizzazione? … LEZIONE 19 OTTOBRE
POTENZIALI SUL TORACE
Per la continuità funzionale posso trattare le fibre del miocardio come fossero un’unica
grande fibra.
Le risposte nel tempo dipendono dalla posizione lungo la fibra. I risultati sono uguali al
caso della conduzione elettrotonica e nel caso della fibra isolata -> considero che sia
una fibra unica.
Allora posso vedere la fibra (superficie dell’intero miocardio) come singola fibra
isolata:
Osservo però che la fibra ha una superficie con spessore infinitesimo e il potenziale
all’esterno è allora molto minore di quello all’interno -> trascuro l’esterno:
Questa formula è importante perché mi lega il potenziale di un volume a quello
misurato nella sorgente, sulla superficie del miocardio -> ottengo le ISOCRINE DI
DURRER: mi dicono quanto tempo passa …?
Posso ricostruire solo le zone ventricolari perché le ho solo dei ventricoli.
Mi danno allora un modello con cui posso discretizzare il miocardio:
DERIVAZIONI STANDARD DI EINTHOVEN
Concetto di vettore derivazione, ovvero vettore con cui ho tutte info se la sorgente è
descrivibile come un dipolo, e sorgente cuore (miocardio) descrivibile come un dipolo
di corrente in ogni momento dell’attivazione di atri e ventricoli. Il punto di
applicazione, da un punto di vista teorico, si muove nel miocardio ma, essendo il cuore
molto piccolo rispetto al corpo, possiamo usare il concetto di vettore derivazione.
La considerazione è una sorgente in posizione fissa in un volume infinito e omogeneo:
introduco 12 derivazione standard. Le prime tre sono dette di “Einthoven”, ovvero
derivazioni bipolari (braccio destro e gamba sinistra). Si ottengono come differenze tra
elettrodi posizionati sugli alti superiori e sulla gamba sinistra. Il posizionamento non è
critico in quanto gli arti sono approssimativamente iso potenziali.
I vettori derivazione per le derivazioni sono
disposti secondo un triangolo equilatero con
asse alfa = asse elettrico (istantaneo). Il
triangolo generato è infatti equilatero.
Calcolo i vettori derivazione lungo L e R; poi ne
faccio la differenza (vettoriale).
Essendo in un volume infinito e omogeneo, so
calcolare il potenziale, il quale decade con
l’inverso della distanza al quadrato.
Riconosco due parti: p e C.
Il vettore C ha dipendenza dalla distanza.
Ho due vettori derivazioni (lungo R e lungo L) che hanno la stessa distanza perché il
cuore è al centro -> calcolo il vettore derivazione “Lead I” come differenza tra questi
due. I tre punti sono equidistanti quindi anche i vettori sono uguali e quindi il triangolo
è rettangolo. È evidente che questa sia un’approssimazione perché il volume non è né
infinito né omogeneo. Nella realtà ci saranno effetti per cui il triangolo non sarà
equilatero. La sorgente in questo modello è quindi al centro del triangolo.
Se faccio la proiezione di p lungo i tre lati, trovo i potenziali. Noto p posso prevedere le
misure di differenze di potenziali. Mi bastano in realtà due misure per individuare
anche l’ultima derivazione. -> In elettrocardiografia ho 3 misure non indipendenti tra
loro. Da due posso ricostruire la terza.
DERIVAZIONI AUMENTATE
Utilizzando la stessa disposizione di elettrodi, si ottengono le derivazioni aumentate
(Goldberger) in cui il potenziale di un elettrodo è riferito alla media degli altri due.
Aumentate perché il potenziale aVr = 1,5 Vr.
Queste derivazioni in termini di vettori derivazioni giacciono nel piano frontale e sono
diretti come le bisettrici del triangolo di Einthoven. Di queste 6 misure solo 2 sono
indipendenti, tutte le altre si possono ricavare.
DERIVAZIONI PRECORDIALI
Sono derivazioni unipolari. Misuro una differenza di potenziale che ha un riferimento,
che è il potenziale medio misurato dai tre elettrodi alle basi del potenziale di Wilson.
Non sono più nel piano frontale ma in quello trasversale, posto a 90° rispetto al
frontale. Puntano sempre dal centro verso
l’elettrodo di misura e si assuma che gli
elettrodi giacciano nel piano trasversale.
I rispettivi vettori derivazione sono
posti nel piano trasversale e
puntano verso l’elettrodo sonda.
Queste considerazioni sono però valide solo per volumi infiniti e omogenei ->
sappiamo che non è vero.
I vettori derivazione in teoria sono disposti come il triangolo di Benthoven ma in realtà
sono disposti su altri due triangoli:
- Frank: omogeneo ma finito
- Burger: finito e non omogeneo
NB: Hanno entrambi componenti anche lungo k, quindi la rappresentazione è solo la
proiezione nel piano frontale. Il triangolo giacerà fuori dal piano ma vediamo la
proiezione nel piano. Inoltre, si vede che c’è molta differenza da un volume infinito e
omogeneo a quello finito e omogeno -> grosso salto quando considero il volume finito.
NB: Invece tra B e F c’è quasi sovrapposizione -> quello che conta è che il volume sia
finito.
Gli elettrodi sono sempre gli stessi quindi vale ancora la regola che la somma lungo le
maglie resta uguale a zero. Le relazioni restano valide tra i vettori ma cambiano i
moduli e le direzioni.
Inoltre, abbiamo assunto il dipolo fisso
Abbiamo una DIPENDENZA DAL PUNTO DI APPLICAZIONE:
Sul piano frontale vedo le
forme dei triangoli a seconda
della posizione del punto. A
parte qualche piccola
variazione,
quando la sorgente è nel
ventricolo, i triangoli sono
confrontabili. Solo se mi
allontano il triangolo si
differenzia leggermente.
La proiezione del triangolo
sagitale e trasversale è
mostrata a sinistra e in basso.
L’approssimazione di vedere il
cuore nel centro del miocardio
è allora valida e non porta a
grossi errori.
STIMOLAZIONE ELETTRICA
Nel miocardio esistono dispositivi che, mediante l’iniezione di corrente nelle strutture,
vanno ad alterare l’attività cardiaca (pass maker). Parliamo allora di stimolazione
elettrica: come sollecitare una fibra tramite iniezione di corrente nello spazio extra
cellulare o nella fibra stessa.
Vedremo alcune stimolazioni (fibre muscolari, neuroni, ecc).
Studiamo solo la stimolazione di una singola fibra isolata: es. un assone
1) CASO INTRACELLULARE
L’esterno è trascurabile perché la fibra è isolata: il potenziale esterno è nullo e la
corrente è iniettata localmente in un punto. Modello già visto: fibra isolata con
ip=corrente di stimolazione.
Il potenziale varia lungo la fibra. Caso di conduzione elettrotonica. Decadimento del
potenziale allontanandoci dal punto di iniezione.
2) CASO EXTRA CELLULARE
Ho una corrente nello spazio extra cellulare, la quale passa vicino o attraverso la fibra
stessa. Si troverà a un potenziale diverso da zero perché c’è la corrente iniettata. Ogni
punto dx sente un potenziale diverso per affetto di questa corrente iniettata.
Ci sarà una variazione di potenziale: da un punto di vista generale, modello questa
cosa ipotizzando che per ogni punto della membrana, ogni punto misurerà un
potenziale diverso.
L’effetto dipenderà da:
- Caratteristiche della fibra (geometriche)
- Proprietà dello spazio extra cellulare
- Distanza fibra – stimolo (più efficacie se vicino alla fibra)
Un modo per descrivere questo modello vede ogni punto dello spazio extracellulare
con un potenziale diverso.
Equivalente elettrico da stimolazione extra cellulare: potenziale fie che diventa diverso
da zero. C’è un effetto per la corrente extra cellulare: approccio per calcolare la
corrente di membrana: contributo lungo la resistenza e lungo la capacità. Poi esplicito
cos’è il potenziale di membrana.
A cos’altro è uguale? Alla variazione di corrente che entrata nella membrana.
Equazione sempre valida (Im=derivata seconda del potenziale rispetto allo spazio).
Ottengo l’espressione a sinistra che posso rielaborare per mettere in evidenza lambda.
Il termine cerchiato è detto “forzante”: l’effetto sulla fibra dipende da una proprietà
della fibra stessa (lambda quadro). Questa prima analisi mi fa capire quale è l’effetto
della fibra a seconda del grado di eccitabilità, definito da lambda. Se è elevato, la fibra
sarà più eccitabile. Lambda è poi legato alla sezione della fibra => sezione maggiore,
maggiore eccitazione.
Questo modello mi dice che questa forzante è il meccanismo che altera la membrana.
L’altra osservazione è che se ho una variazione della corrente di membrana, la
forzante appare anche nel modello come contributo che altera la corrente di
membrana -> equivalente elettrico corrispondente che non prevede più un potenziale
ma vede una variazione della corrente di membrana: ho un generatore di corrente in
ogni punto della membrana -> tante correnti iniettate alla membrana.
Ci saranno circuiti che attraversano la membrana e vengono catturati dall’elettrodo.
Sulla membrana ho allora tante correnti che la attraversano: entranti (iper