Estratto del documento

LE MALTE A BASE DI CALCE: PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE

La calce deriva dalla cottura di pietre calcaree e dalla conseguente formazione di calce viva che,

spenta, dà luogo al grassello; quest’ultimo, mescolato con inerti ed esposto all’aria indurisce. La

prima fase è quella dell’estrazione delle pietre e della loro frantumazione. Le pietre vengono poi

cotte in forni ad alta temperatura periodici o a fuoco continuo. Si ottiene così la calce viva, che deve

essere spenta in fosse con aggiunta di acqua per aspersione, immersione o fusione.

Ultimamente vengono usate le cosiddette malte bastarde, nelle quali vi è cemento al posto degli

inerti o una miscela di cemento e inerti.

REGOLE FONDAMENTALI PER LA COSTRUZIONE DI UN MURO

Per lo scalpellino:

1. ogni faccia deve costituire un piano

2. perpendicolarità reciproca delle facce

Per il muratore:

1. altezza costante dei filari

2. orizzontalità dei filari

3. giacitura dei conci orizzontale

4. sfalsamento dei giunti

Rimedio non regola: inserimento di zeppe.

LEZIONE 11/04

[sei arrivata tardi quindi ti attacchi al tram]

LO STUDIO DEGLI APPARECCHI MURARI NEL RESTAURO

Metodologia per l’analisi delle murature:

1. attenta osservazione degli elevati condotta in situ per distinguere zone murarie omogenee e

selezionare i campioni rappresentativi delle singole zone

2. rilievo dei campioni con il sistema della ripresa fotografica, a quadro verticale e parallelo al

piano di facciata, del reticolo di lato pari ad un metro posto sul paramento

3. restituzione in scala 1:10 mediante l’elaborazione di un attento rilievo architettonico del

paramento

4. redazione della scheda del paramento in cui sono riportate tutte le informazioni necessarie

per la classificazione

5. eventuale prelievo ed analisi (in situ o in laboratorio) di un piccolo campione di malta

6. analisi dei nodi murari per la costruzione della cronologia relativa

7. mappatura in pianta e in corrispondenza delle murature rilevate

All’interno della scheda tecnica abbiamo:

- osservazioni: campo libero dove annotare specifiche che non rientrano nelle voci della

scheda

- funzione statica: indicare se il campione murario fa parte di un muro portante o di una

partizione, o di una tamponatura

- stato di conservazione: qualificare con un aggettivo lo stato generale di conservazione (es.

mediocre, discreto, buono)

- paramento estero/interno: indicare con l’espressione accessibile o non accessibile su quale

fronte il campione è visibile e quindi rilevabile

- materiale: indicare i costituenti dell’apparecchio (es. pietra e malta)

- elemento (El) medio: indicare le dimensioni medie dei materiali costituenti principali (es.

pietra o laterizio)

Nella scheda vi sono tre stringhe dedicate a pietra, laterizio e malta. Nella stringa dedicata alla

pietra abbiamo:

- tipo: es. calcare/tufo/granito

- colore

- pezzatura: indicare la sagomatura degli elementi

- provenienza: cava o reimpiego

- lavorazione sulla superficie: indicare, dai segni, la lavorazione

- lavorazione agli spigoli

- dimensioni minime e massime: indicare larghezza e altezza min. e max. misurate sul

campione

Nella stringa dedicata ai laterizi abbiamo invece:

- colore: es. giallo/rosso/arancio

- forma

- cottura: indicare se cotto o crudo

- provenienza: nuovo o reimpiego

- lavorazione sulla superficie: indicare, dai segni, la lavorazione

- lavorazione agli spigoli

- finitura: in opera come per esempio sagomatura o arrotatura

- dimensioni minime e massime: indicare larghezza e altezza min. e max. misurate sul

campione

Nella stringa dedicata alla malta abbiamo infine:

- colore

- legante: es. calce/calce idraulica/cemento

- granulometria: fine/media/grossolana

- inerte: indicare la natura degli inerti, es. sabbia/ghiaia/pozzolana/carica tufacea

- consistenza: al tatto tenace/media/friabile/pastosa

- finitura: es. rifluente/lisciato/stilato

- dimensione: spessore minimo e massimo misurato sul campione

Esempi finitura della malta:

- lisciature: giunti accuratamente rabboccati con un leggero strato di malta più fine e lenta

- in sottosquadro: giunti rabboccati con un leggero strato di malta più fine e lenta

- dilavato: giunto consumato per esempio a causa dell’acqua

Dopo le stringhe dedicate ai materiali ve ne è un’altra dedicata alla posa in opera, che descrive la

disposizione degli elementi lapidei o dei laterizi, in particolare rispetto alla presenza (o meno) di

ricorsi orizzontali, alla relativa regolarità oppure andamento. Esempi muratura in bozze disposte

secondo corsi: orizzontali, sub-orizzontali, ondulati o inclinati, irregolari, irregolari e con qualche

orizzontamento, orizzontali a filari alternati, ecc.

L’ultimo campo da compilare è quello del rapporto stratigrafico. Descrive la relazione costruttiva

dell’apparecchio murario considerato con gli altri apparecchi dell’edificio. Si esprime rispetto ad

ogni apparecchio murario con cui quello considerato è a contatto. Dalla relazione costruttiva fra gli

apparecchi si deduce la relativa cronologia. Discende dalla lettura stratigrafica propria dell’ambito

archeologico. La lettura stratigrafica è una metodologia che deriva dall’archeologia e sposta sul

piano verticale il concetto di unità stratigrafica introducendo l’Unità Stratigrafica Muraria. Le USM

sono definite come azioni costruttive omogenee rappresentative di momenti costruttivi diversi. Il

metodo si fonda sulla lettura di rapporti stratigrafici di: contemporaneità, anteriorità o posteriorità.

- contemporaneità: uguale a comune appartenenza di alcuni elementi speciali, che

appaiono separate o interrotte, al medesimo elemento costruttivo (es. cornici interrotte dalla

presenza di un’apertura)

- contemporaneità: si lega a apparecchi murari diversi per funzione, materiale o

lavorazione ammorsate

- anteriorità: gli si appoggia apparecchi murari diversi; presenza di un bordo finito

appartenente a un apparecchio murario a cui si accosta l’altro (es. angolata presente nella

parete) 

- posteriorità: si appoggia a apparecchi murari diversi; presenza di un bordo finito

appartenente a un apparecchio murario a cui si accosta l’altro

- anteriorità: riempito da il muro più antico è riempito da quello più recente

- posteriorità: riempie il muro più recente riempie quello più antico

- anteriorità: coperto da il muro più antico è coperto da quello più recente

- posteriorità: copre il muro più recente copre quello più antico

Tutti i rapporti stratigrafici possono essere sintetizzati in un unico diagramma detto Matrix o

diagramma di Harris che consente di giungere ad una Cronologia Relativa delle varie fasi che lo

compongono.

LEZIONE 29/04

Analisi della costruzione dell’edificio

Analizziamo l’organismo architettonico nel suo insieme

Per le fondazioni: il tema delle fondazioni è un tema piuttosto complesso. La trattatistica sul tema della

fondazione da degli avvertimenti ben precisi. Leone Battista Alberti nel de re aedificatoria (trattato di fine

1400) argomenta le questioni legate alle fondazioni suggerendo di scavare fin quando trovi il terreno solido .

In particolare sulle fondazioni è evidente che il cantiere tradizionale ragiona per lungo tempo per via

empirica. Elabora dei ragionamenti che sono connessi a quella che è la realtà pratica. Non si avvale dei

ragionamenti della scienza delle costruzioni. Basandosi sui ragionamenti empirici, le fondazioni vanno

realizzate su un fondo solido. Le caratteristiche del terreno non dovevano generare traslazioni (cedimenti

verticali e cedimenti sul piano orizzontale).

Le fondazioni sono talmente importanti che dovevano dare garanzia nel tempo della loro consistenza. Se nel

tempo emergevano criticità assai complicato era porvi rimedio.

In che modo l’architetto decideva quale era il sito e le caratteristiche tali per ospitare una fondazione? Allora

erano tutte osservazioni sapienti che provenivano dall’esperienza precedente. Ci si avvaleva di scavi ma

erano di medie dimensioni, avvalendosi di macchine di cantiere dell’epoca, analisi di campioni le cosiddette

tente e cosa ci si faceva con i campioni? Li osservavano.

Erano state mette appunto delle modalità per valutare la compressibilità con i mazzapicchi.

Si analizzava la vegetazione circostante da cui desumere il tipo di terreno sottostante, e si osservavano gli

edifici circostanti. La presenza di edifici che avevano avuto problemi ai piedi, sollevavano dubbi sul sito.

Perché questo? Perché quello che può avvenire al livello del piano delle fondazioni, per caratteristiche non

efficaci del terreno, è che l’edificio subisca degli abbassamenti, cosiddetti cedimenti verticali. Il problema

era quando si certificava solo da una parte, il cosiddetto cedimento differenziale.

L’altro grande tema è la classificazione delle fondazioni.

Fondazioni che hanno una superficie esigua genera una concentrazione di tensioni.

Quali sono i tipi di fondazione dal punto di vista geometrico costruttivo? Le classificazioni segnalate con i

quadrati azzurri. Sono fondazioni che si differenziano per la modalità di appoggio.

L’altro tipo di classificazione è in base al tipo di planimetrie: la grande distinzione è tra le fondazioni

continue e quelle puntiforme.

Il criterio è la modalità di appoggio e il tipo di planimetria. Queste fondazioni caratterizzano l’architettura

storica.

Partiamo con le fondazioni superficiali naturali: parliamo di quelle fondazioni in cui noi ci confrontiamo con

una rocca naturale che funge da masso di fondazione e quindi su di essa vengono appoggiate le strutture

verticali degli edifici (esempio di San Domenico a Gaeta) il fatto di appoggiarsi ad una roccia naturale non

esclude alcune minime operazioni per far sì che queste rocce siano elementi costruttivi di fondazione.

Principali fasi esecutive:

1. Rimozione degli strati superficiali

2. Riempimento di eventuali cavità

3. Spianamento e livellamento del masso (perfetta orizzontalità)

4. Scabrosità dell’estradosso del masso

Avere un piano perfettamente orizzontale non significa averlo liscio .

Alcuni esempi: cinta aragonesi a Brindisi , il castello di Otranto, antico borgo di galeria dove abbiamo setti

murari che sono costruiti sulla roccia tufacea.

Affrontiamo fondazioni superficiali o al più poco profonde.

Fondazioni costruite vere e proprie, sono i massi rocciosi che vengono utilizzati come elementi di fondazione

con minime operazioni che preparano il piano di appoggio. Anche queste fondazioni richiedono un terreno

affidabile. Il requisito fondamentale è che

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/19 Restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraT166 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di restauro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Donatelli Piergiorgio.
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