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Il Romancero: una tradizione letteraria antica e prestigiosa

Più antico, frequente e prestigioso questo ramo, fin dal '400, indica quei Romancero viejo= romances che si riteneva provenire. Questo ramo è considerato più d'origine e da tempi remoti e considerati parte del patrimonio più tipico del genere. trasmissione giullaresco-popolare (anonima).

Nasce a cavallo tra '500 e '600; Romancero nuevo= introduce un massiccio utilizzo delle trame pastorali e moresche e si apre alla satira ed alle invenzioni comiche in generale (Lope de Vega e Góngora tra i massimi cultori). Questo ramo è considerato più d'autore.

Nel lasso di tempo che li separa si sviluppa, spinta da la successo del rr. viejos, una produzione semi-anonima di detti romances "artficiosos" per la scelta di un lessico più colto, una rima consonante (che è più laboriosa), e una costruzione del testo incentrata sull'andamento narrativo che ha il sopravvento sul dialogo (il racconto si.

Impone alla scena). Limitrofo all'area in questione è anche il romancero noticiero, ossia che informava di eventi della vita pubblica, politica, conservano un po' la funzione informativa militare ecc. fungendo praticamente da gazzetta. Anche i romances históricos A questo genere si somma poi il romancero vulgar o de ciego che, seppur generalmente gazzettistico, presenta una spiccata predilezione per il sensazionalismo e la cronaca nera, raccontando vicende di anime sante o criminali con un linguaggio tendente all'esagerazione ed ai barocchismi espressivi. Ad ogni modo, parlando nello specifico dei rr. viejos, questi vengono suddivisi in gruppi allo scopo di fare ordine e di individuare aree tematiche e stilistiche. I più importanti sono:

  • Storia iberica; prevalentemente Regno di Castiglia e qualche escursione sull'antichità classica tra-Romances Históricos=storia e leggenda. Distinguiamo all'interno soprattutto i rr. fronterizos,

relativi alla guerra tra mori e cristiani e così chiamati perché quest'ultimi riconquistarono, spingendo ad arretrare la frontiera moresca, l'intera penisola (Reconquista).

Romancero Epico= Temi dei poemi giullareschi del primo Medioevo, si ispirano dunque ai cantares de gesta. Le informazioni a nostra disposizione non sono molte, ma si suppone che di questi cantares molti romances epici siano stati in origine frammenti sottoposti all'oralità e quindi mutati. Tra tutti, per linguaggio e temi, spicca il romancero carolingio (Chanson de Roland, corte di Carlo Magno ecc.) che tra tutti i generi e sottogeneri del Viejo dimostrano un maggior ispessimento del racconto, una lunghezza maggiore, sintassi più complessa ecc. Questi vengono anche chiamti "pseudo-carolingi" a causa della scarsissima fedeltà storica dei presunti avvenimenti e personaggi legati alla corte di Carlo Magno.

Romancero Novelesco= Classe amplissima che

comprende tutto il resto delle tematiche; si tratta del gruppo più vivace ed attraente, perché nutrito da fonti assai varie: folclore, favolistica medievale, qualche chanson de geste e il romanzo cortese.

Appunti a cura di Giacomo Parrinello

LAZARILLO DE TORMES del ‘500. L’età di Carlo V,

  1. Società e cultura in Spagna nella prima metà caratteri fondamentali;

Innanzitutto, il Lazarillo viene pubblicato attorno al 1554 ed il ‘500 è come tagliato in due: che va dall’insediamento del futuro Carlo V

Abbiamo un primo periodo (1516-1556) alla sua abdicazione a favore del figlio Filippo II, momento con cui si identifica l’inizio della seconda metà.

La società era “estamental” ossia divisa per ceti, e come suggerisce il termine stesso era una società statica, nella quale non c’era possibilità di spostarsi da una fascia all’altra, e quindi non predisposta al cambiamento.

Culturalmente parlando il 500’ è soprattutto conosciuto come il Secolo della Riforma, imperversano correnti di pensiero legate all’umanesimo come quella erasmista (umanesimo cristiano) ma soprattutto nasce, dalla predicazione di riformatori come Lutero e Calvino, la Riforma Protestante: un movimento politico-religioso che porterà allo scisma dalla Chiesa Cattolica. Il Papa e la Chiesa non erano ben visti nemmeno da Carlo V. In effetti, in questa prima metà di secolo il Spagna di Carlo è la Francia, con la quale si confronta per il predominio sull’Europa. La Chiesa nemico giurato della rappresentava già, agli occhi della Spagna e di molti altri, la corruzione, ma fu il voltafaccia di Clemente VII ed il suo tentativo di fermare l’azione unificatrice dell’Impero Asburgico a scatenare l’ira di Carlo ed il conseguente Sacco di Roma. questa fu prevalentemente colta nell’età di Carlo V. Quindi soprattutto poesia.quanto riguarda la cultura invece, Lirica (rinnovamento ad imitazione degli italiani), sebbene abbiamo anche un latto decisamente popolare, quello del Romancero, legato alla tradizione orale. Degni di nota sono anche alcuni generi in prosa, come la novela (specialmente quella Picaresca) che sviluppa, tra le altre cose, l'elemento della satira. 2) Temi e linguaggio del Prologo; Il prologo è un concentrato di motivi topici ed innovazione che non tralascia, tra l'altro, di anticipare i temi portanti dell'intera vicenda; tutto con un velo di ironia. Esaminandolo emerge che attraverso il richiamo alla tradizione introduce l'innovazione, mescolando tópoi a spiazzanti novità nell'ambito della struttura e delle tematiche. Fin dall'apertura notiamo il topos della e dell'obbligo pretesa novità della materia dello scrittore di comunicarla. L'autore individua dapprima Attraverso la ripresa di precetti classici distampo oraziano e ciceroniano, due scopi per il suo racconto: divertire chi leggerà per allietarsi e informare con contenuti utili chi invece vuole scavare a fondo. Quest'ultimo è ovviamente il caso di Vossignoria, ma più generalmente si riconduce ad un altro scopo: quello dell'esemplarità e più nello specifico il desiderio di stilare un modello di ascesa sociale. Ovviamente non può mancare il topos dell'umiltà e la confessata ricerca di lode e onore che viene presentata come universale (presente in tutti gli uomini) e capace di albergare nei cuori più nobili (il soldato in prima linea) o degradarsi fino alla falsa gloria di cui gode il "cattivo giostratore". Tematica della degradazione dal sublime al ridicolo. Tra queste "più esplicite" tematiche si nascondono anche altri temi; dal desiderio di ascesa sociale infatti può essere formazione dell'individuo all'interno.della società. Estrapolato il tema del viaggio inteso come Su questa scia si muove anche la parte finale, tutta incentrata sul concetto (e duplice significato: metafora della vita - vita stessa) del termine "fortuna" e ovviamente sul contrasto di questa con la virtù (merito VS nascita). Se tali intrecci sono già motivo sufficiente per parlare di innovazione e lodare le abilità dell'autore, ancora più innovativa è la scelta di lasciar raccontare, per intero, la sua storia ad un Picaro. Più precisamente il primo Picaro della letteratura. Per quanto riguarda il linguaggio possiamo riconoscere in primis, una volta letta l'intera opera, la compiutezza di un "apprendistato linguistico" "Lazarillo", il ragazzetto che doveva crescere nel prologo. Infatti è Lazaro a parlare e non è che, dopotutto, non vediamo spesso parlare durante i tratados. Infatti è sempre la voce matura (di Lazaro). aprologo come nell'intera opera non mancano metafore, parallelismi, citazioni ironiche, parlare. Nel doppi sensi l'uso parodico del linguaggio, (linguaggio profondamente allusivo), giochi di parole ma soprattutto ossia la parola viene usata contro colui che la usa.

3) Caratteristiche linguistiche e stilistiche del Lazarillo (proverbi, sentenze, giochi di parole, paronomasie e politoti, altre figure retoriche)
Caratteristiche linguistiche e stilistiche importanti e non ancora menzionate possono essere le riflessioni/sentenze di stampo umanista o i rimandi/rinvii a episodi passati o futuri (anticipazioni) della storia, che dimostrano la struttura chiusa ed omogenea del racconto (vedi pag. 143).

4) Il Lazarillo come satira della società del tempo (clero e pratiche religiose; onore; violenza e crudeltà; emarginazione sociale, ecc.);
Non è un caso che l'autore sia rimasto anonimo e questo perché El Lazarillo de Tormes è, prima di tutto.una sofisticata critica della società del suo tempo. In special modo, l'artefice (chiaramente un umanista) di questa satira scaglia le sue frecce contro la violenza e la crudeltà del prossimo (spesso derivanti dalla necessità di sopravvivere), la falsità che infestava il concetto di onore, la corruzione da definire l'opera che regnava sovrana nella Chiesa e la povertà (rappresentata specialmente attraverso il cibo - tanto come "romanzo anche della conquista del cibo" - tanto presente nei sogni e nei pensieri del ragazzetto quanto in realtà assente "fisicamente" nel suo stomaco e nella quotidianità del romanzo). Quel che ci viene offerto su un piatto d'argento è, insomma, una visione distorta ma tristemente reale e veritiera dei migliori ideali e delle migliori virtù umane, una società che predica bene e razzola malissimo. Sembra che l'intento di Lazarillo sia la denuncia di un

universo di valori totalmente alieno rispetto a quello convenzionale ma che esiste, è reale! Nonostante chi possa permetterselo lo ignori. È quella fatta qualche punto più sopra circa l'uso parodico del linguaggio (ossia Altra osservazione importante la parola viene usata contro colui che la usa). Alla fine dei giochi, infatti, perfino lo stesso protagonista diviene vittima o simbolo di un'ironia della quale non può essere conscio, perché è un messaggio esclusivamente per il lettore. protagonista "semi-consapevole" dell'ultima. Lazaro che era stato testimone di tante brutture della società, diventa Decide di dare retta al suo datore di lavoro, di ignorare la verità e tutte quelle "inutili questioni di onore" in cambio di profitto e posizione sociale e facendo ciò, seppur per sua decisione, genererà nel lettore risa amare. Se da un lato infatti, Lazarillo vuole fieramente proporsi come

a sociale nei confronti di un individuo che, nonostante le sue azioni discutibili, riesce comunque a ottenere successo e riconoscimento. Il personaggio in questione, infatti, si distingue per la sua abilità nel sfruttare le opportunità che gli si presentano, anche se spesso a discapito degli altri. Utilizza mezzi non convenzionali per raggiungere i suoi obiettivi, dimostrando una grande determinazione e astuzia. Tuttavia, non si può negare che il suo comportamento sia moralmente ambiguo. Le sue azioni sono spesso egoistiche e prive di scrupoli, mettendo in secondo piano il rispetto per gli altri e per le regole sociali. Questo lo rende un personaggio controverso, che suscita sia ammirazione che disprezzo. Ma è importante considerare anche il contesto storico e sociale in cui il personaggio si trova. Le sue azioni possono essere interpretate come una risposta alle difficoltà e alle ingiustizie del suo tempo. In un mondo in cui il successo sembra riservato solo a pochi privilegiati, egli cerca di affermarsi utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione. In conclusione, il personaggio incarna un modello di ascesa sociale non convenzionale, che mette in luce le contraddizioni e le ambiguità della società in cui vive. La sua storia ci invita a riflettere sulle dinamiche di potere e sulle scelte morali che possono influenzare il nostro percorso di vita.
Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher TheHopeIHave di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Antonucci Fausta.