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 RICAVI MARGINALI DI PRODUZIONE

Ricavi totali (RT)

È il valore economico che l’azienda ottiene della vendita del prodotto rispetto al prezzo di mercato e si calcola facendo:

RT= pq

Il ricavo totale RT è quindi funzione del livello “q” della quantità prodotta e venduta

Il ricavo rappresenta le entrate che l’impresa ottiene in un certo periodo di tempo in seguito alla vendita di una data quantità di prodotto.

Ricavo medio (RME)

È l’ammontare che l’impresa ottiene per una unità vendita, quindi il ricavo medio è uguale al prezzo.

Il ricavo medio è il rapporto fra ricavo totale (RT) e la quantità venduta (q), e si calcola facendo:

RME = RT / q = pq/q = p

Ricavo marginale (RMG)

È l’incremento di ricavo ottenuto dalla vendita di un’unità aggiuntiva di un dato periodo.

Rappresenta la variazione del ricavo totale derivante dalla vendita di un’unità addizionale di prodotto.

È definito anche il rapporto tra la variazione del ricavo (ΔRT) e la variazione di quantità venduta (Δq) che l’ha generata:

RMG = ΔRT / Δq

Poiché prezzo e quantità non sono indipendenti, ma sono legati dalla funzione di domanda, la forma della funzione di ricavo totale è

determinata dalla funzione della domanda e quindi dipende dal tipo di relazione intercorrente fra il prezzo “p” e la quantità “q”.

Vediamo come le funzioni di ricavo (RT, RME, RMG) variano con l’output

- rappresentiamo graficamente queste funzioni

- Il loro andamento dipende dalle condizioni di mercato in cui opera l’impresa

- Un’impresa troppo piccola rispetto al mercato non può influenzare il prezzo di mercato. Essa avrà pertanto funzioni di ricavo diverse da quelle

di un’impresa che invece è in grado di influire sul prezzo di mercato.

- Analizziamo le due funzioni:

1. Ricavi dell’impresa quando il prezzo è dato

2. Ricavi dell’impresa quando il prezzo è influenzato dal suo prodotto

1.Ricavi dell’impresa quando il prezzo è dato

Se un’impresa è molto piccola rispetto alle dimensioni del mercato, dovrà accettare come un dato il prezzo di mercato determinato

dall’interazione tra domanda e offerta. Si tratta di un’impresa definita come “Price taker”.

Derivazione delle curve di ricavo medio e

A tale prezzo essa sarà in grado di vendere quanto output è in grado di produrre.

marginale nel costo di un’impresa ‘price-taker’ Date le dimensioni dell'impresa, qualunque variazione dell'output non è in grado

di influenzare il prezzo di mercato.

La curva di ricavo medio dell'impresa deve pertanto coincidere con la sua

curva di domanda.

Nel caso di una curva di domanda orizzontale, il ricavo marginale è uguale al

ricavo medio.

La curva di ricavo totale è quindi una linea retta passante per l’origine.

Curva di ricavo totale di un’impresa ‘price-

aker’ Curva di ricavo totale di un impresa “Price-taker” 34

 2. Ricavi dell’impresa quando il prezzo è influenzato dal suo prodotto

Le funzioni di ricavo avranno forme ben diverse quando il prezzo varia al variare dell’output dell’impresa.

Se una impresa ha una quota di mercato relativamente grande, fronteggerà una curva di domanda decrescente.

Ciò significa che se l'impresa intende vendere di più, deve accettare una riduzione del prezzo.

Aumento del prezzo, deve accettare una riduzione della quantità venduta.

RME = RT / q = p

cavo totale di un’impresa con una curva di

Il ricavo medio (RME) uguaglia il prezzo, infatti —>

omanda decrescente Quando un impresa ha una curva di domanda decrescente, il ricavo marginale è inferiore al ricavo

medio e può anche essere negativo.

RIASSUMENDO

Si possono considerare 2 casi:

1. L’impresa è “price-taker” e la curva di domanda è ad elasticità infinita rispetto al prezzo in ogni suo punto ed è rappresentata

da una retta parallela all’asse della quantità.

Qui il prezzo è costante, il ricavo totale cresce in modo direttamente proporzionale alla quantità venduta in funzione del prezzo ed è

rappresentato da una retta uscente dell’origine con pendenza positiva.

Il ricavo medio è uguale al prezzo, è costante al variare della quantità venduta. p= RME = RMG

Il ricavo marginale dipende solo dalla formazione della quantità venduta costante ed è uguale al prezzo.

2. La curva di domanda ha pendenza negativa, l’elasticità della domanda al prezzo varia da punto a punto.

Ricordando il legame tra l’elasticità della domanda al prezzo e la spesa totale dei consumatori, che rappresenta il ricavo dell'impresa, si osserva

che:

- se la domanda è elastica, a diminuzione di prezzo corrispondere aumenti più che proporzionale della quantità e il ricavo totale aumenta ma

meno che proporzionalmente all'aumentare della quantità;

- Se la domanda è rigida, a diminuzione di prezzo corrispondono aumenti meno che proporzionale della quantità domandata il ricavo totale

diminuisce più che proporzionalmente.

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO

Quale è la situazione di impresa che mi garantisce massimo profitto?

Trovare quella quantità di produzione che mi garantisce il massimo profitto.

Ci sono due possibilità:

1. Utilizzare le curve di costo e ricavo totale

2. Utilizzare le curve di costo e ricavo medio e marginale

Viene considerato il breve periodo (il periodo nel quale uno o più fattori sono offerti in quantità fissa).

1) Uso di ricavi e costi totali

1. Uso di ricavi e costi totali Il profitto totale si trova

• sottraendo CT da RT

Il profitto si trova sottraendo CT da RT

= RT – CT

!

π = RT - CT

Calcolare il con i dati in

!

• tabella 35

 1) Uso di ricavi e costi totali

Quindi il profitto totale si calcola sottraendo CT a RT e ne risulta:

Il profitto totale si

• trova sottraendo CT

da RT

= RT – CT

!

Quando il profitto è

• negativo?

Quando il profitto è

• positivo?

ricerca dell’output che massimizza il

La ricerca dell’output che massimizza il profitto utilizzando le curve totali

ofitto utilizzando le curve totali

2. Uso di ricavi e costi medi marginali

Bisogna fare due step:

1. Trovare output che massimizza il profitto, e quindi si usano le curve di CMG, RMG

2. Poi si calcola il profitto ottenibile in corrispondenza di questo livello di output. A tal fine si usano le CME e RME

Regola semplice —> quando il profitto è massimo allora RMG è uguale a CMG.

Questa regola può essere utilizzata a patto che RMG e CMG non risultino entrambi costanti.

Se i ricavi marginali sono maggiori dei costi marginali possono andare avanti con quella strategia di produzione perché significa che il mio

ricavo sta continuando ad aumentare. Continuo a produrre fino a quando ricavi marginali e costi marginali si equivalgono.

Nel grafico sopra difatti mi conviene continuare a produrre fino a “3”, perché dopo quel punto i costi aumentano e i ricavi iniziano a diminuire

gradualmente.

Primo step

Si disegna la retta dei RMG, e la curva dei CMG. Il punto E è dove si incontrano, a quel punto si traccia una coordinata e a quel punto abbiamo

La ricerca dell’output che massimizza il

individuato quanta quantità devo produrre per ottenere il profitto massimo (output che massimizza il profitto).

profitto utilizzando le curve marginali

Secondo step

Devo introdurre nel grafico CME e RME.

Individuazione del profitto massimo

Il punto minimo del costo medio è dove interseca il costo marginale. Il ricavo medio sta sopra il ricavo marginale.

utilizzando le curve medie 36

 Sapendo che la coordinata ottimale è nel punto 3.

Confronto tra i due punti di equilibrio

A questo punto salgo fino al CME e capisco quanto mi costa ogni bottiglia quando produco/vendo 3.

Poi salgo e trovo la curva dei RME e li capisco quanto ricavo a bottiglia quando produco/vendo 3. La differenza tra i due è il profitto medio

Il rettangolo mi va ad identificare il profitto totale.

A sx nel punto ottimale abbiamo abbastanza ricavi per poter sostenere i costi (profitto sopra la curva dei costi medi).

A dx nel punto ottimale ho una struttura di costi che è superiore ai ricavi, quindi ho una perdita —> ho un differenziale negativo. Se tu produci

“q1” ottimizzi comunque la perdita, quindi è una nota positiva anche quella.

Massimizzazione del profitto di lungo periodo

Assumendo che le curve di RME e RMG siano le stesse nel breve e nel lungo periodo, il ragionamento da effettuare è lo stesso del breve

periodo.

Il significato di profitto

Una componente del costo è data dal costo-opportunità della gestione dell’impresa che deve sostenere il proprietario, che è pari al

rendimento minimo che egli deve ottenere dal capitale investito nell’impresa affinché non decida di chiudere per dedicarsi a un’altra attività.

Al pari di salari e rendite, si tratta di un costo che deve essere coperto per continuare a dedicarsi all’attività imprenditoriale.

Questo costo-opportunità è talvolta chiamato profitto normale ed è incluso tra i costi.

Che cosa è il profitto normale? Comprende il fatto che l’imprenditore sostiene degli investimenti, quindi bisogna considerare che quegli

investimenti gli rendano un profitto pari ad una situazione di rendimento a basso rischio. È incluso nei costi.

Extra profitto —> è tutto quello che l’imprenditore ottiene in più rispetto al profitto ordinario che si dovrebbe aspettare. (Ad esempio

l’imprenditore sperimenta con nuove tecnologie, nuovi vini etc…e spera che questo vada a portargli un profitto maggiore di quello che già si

aspetterebbe normalmente. ).

L’imprenditore è a conoscenza di un rischio a cui va in contro facendo determinate scelte, ma sa che se quella scelta sarà azzeccata allora avrà

un extra profitto, un surplus.

Minimizzazione delle perdite

Potrebbe darsi che non ci sia alcun livello di output che consenta all’impresa di ottenere profitti positivi.

Se la curva CME sta al di sopra della curva di RME per ogni livello di produzione, i costi superano i ricavi.

In questo caso, l’output per cui RMG = CMG sarà quello che minimizza la perdita.

L’ammontare della perdita in corrispondenza del punto in cui RMG = CMG è sempre rapprensentata all’area costruita su RME e CME. In questo

Il punto di chiusura nel breve periodo

caso CME &

Dettagli
A.A. 2022-2023
57 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/01 Economia ed estimo rurale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca.ferronato di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia vitivinicola e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Cabassa Roberta.