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MERCATO IN CONCORRENZA PERFETTA
È un modello teorico di riferimento, è perfetto perché si raggiunge una condizione di efficienza tale da garantire una soddisfazione generale e completa sia da parte del consumatore che del venditore. Condizione che si raggiunge quando il prezzo sul mercato è uguale all'utilità marginale di ogni singolo consumatore e simultaneamente il venditore raggiunge il massimo profitto -> ottimo paretiano.
Concorrenza: motore del commercio, più concorrenza -> più beneficio per il consumatore, più imprese sul mercato. Nella realtà esistono solo mercati imperfetti.
Monopolio: esatto opposto del mercato in concorrenza perfetta.
In linea generale, le caratteristiche che determinano un mercato sono: numero dei compratori, numero dei venditori, caratteristiche del bene, presenza di barriere (o meno) all'ingresso e all'uscita, trasparenza di informazioni.
Nei mercati in concorrenza perfetta: il numero
Il mercato dei venditori è indefinito e elevato, ci sono tantissime imprese, è detto mercato atomistico. Poiché le imprese sono tante, ognuna non può agire sul prezzo, esse subiscono il prezzo che si forma sul mercato. Questo comporta che la domanda di ogni impresa è perfettamente elastica (orizzontale), il bene offerto dalle imprese è omogeneo, indifferenziato dal punto di vista economico, il bene è identico per ogni impresa, non ci sono barriere né all'ingresso né all'uscita: un'impresa può decidere di entrare o uscire in qualsiasi momento senza determinare variazioni nel prezzo, c'è trasparenza di informazioni per cui consumatori e venditori sanno in tempo reale cosa succede, non ci sono particolari strategie, accordi tra imprese che possono danneggiare il consumatore.
Industria: insieme di più imprese che producono lo stesso bene.
RICAVO MARGINALE: variazione di ricavo sull'incremento
Di unità prodotta. La condizione per cui l'impresa raggiunge il massimo profitto si ha nel lungo periodo: nel breve l'impresa può avere profitti positivi, negativi o nulli e ciò dipende dal prezzo di mercato. La curva dell'offerta dell'impresa concorrenziale corrisponde al tratto crescente della curva del costo marginale perché il massimo profitto si ha quando il prezzo è uguale al costo marginale, per ogni prezzo è la quantità corrispondente al costo marginale che mi dice qual è l'offerta che l'impresa deve mettere sul mercato. La curva di offerta di mercato è la somma in orizzontale delle curve di offerta delle singole imprese. Se entrano altre imprese nel mercato aumenta l'offerta, di conseguenza si abbassa il prezzo. L'impresa anche se ha una perdita può decidere di rimanere sul mercato purché il prezzo di vendita sia almeno uguale al minimo del costo medio variabile.
→ in questo caso minimizza le perdite: fino a quando il prezzo consente di coprire i costi variabili, l'impresa resta nel mercato anche se non riesce a coprire una parte dei costi fissi (siamo nel breve periodo, nel lungo il prezzo deve coprire tutti i costi). Nel breve periodo il punto di minimo dei costi medi variabili è il PUNTO DI CHIUSURA per cui l'impresa cessa momentaneamente la produzione, altrimenti se il prezzo è inferiore al minimo dei costi medi variabili l'impresa chiude.
PUNTO DI PAREGGIO: dove il profitto è nullo, dove ricavi=costi, al di sotto del quale non si darebbe scendere. Il punto di CHIUSURA è l'inizio della curva dell'offerta: tratto ascendente del costo marginale.
Nel breve periodo l'offerta non può cambiare più di tanto, è nel lungo che diventa più elastica. Nel lungo, l'impresa per restare sul mercato deve coprire tutti i costi, quindi il prezzo necessariamente deve
essere almeno uguale al minimo del costo unitario medio ->: punto di pareggio-> profitti nulli> punto di EFFICIENZA del mercato in concorrenza perfetta= OTTIMO PARETIANO.
Fino a quando le imprese hanno profitti nulli tra loro il mercato è in breve periodo; quando tutte le imprese hanno profitto nullo-> mercato in lungo periodo, situazione di equilibrio di mercato (è efficiente), in cui non giova a nessuno produrre un' unità in più perché si creerebbe una situazione positiva e negativa per altri.
OTTIMO PARETIANO > prezzo= minimo dei costi unitari medi= costi marginali -> si crea una doppia efficienza: efficienza produttiva (prezzo = costo marginale) ed efficienza allocativa (prezzo= Costo Unitario Medio minimo) -> si ha sia un ottimo economico che sociale che tecnico->si ha una soddisfazione sia da parte del consumatore che dell'impresa.
Un mercato in concorrenza perfetta è efficiente solo quando la produzione usando
tutte le risorse disponibili corrisponde allarichiesta del consumatore -> solo modello teorico. Nei mercati reali la produzione non è uguale alla richiesta sociale -> inefficienza del mercato. Le spese possono essere CORRENTI O a LUNGO PERIODO. Le imprese subiscono il prezzo (variazioni del prezzo di mercato) e spesso non sono in grado di coprire tutte le spese così ne copre solo alcune, esse sono collegate alle cosiddette spese correnti. Le spese CORRENTI sono i costi per l'acquisto delle materie prime, del consumo ecc... cioè quelle spese che sono obbligatorie per far funzionare la produzione, in questo modo l'impresa non smette di lavorare e pur essendo in perdita compensa con le entrate derivanti dalla vendita dei prodotti. Molte imprese, pur avendo un reddito negativo, continuano lo stesso la produzione, questo perché l'obiettivo principale dell'impresa è quello che il suo reddito operativo sia positivo. Il reddito è la
risultante delle: componenti positive - componenti negative.REDDITO OPERATIVO: è il risultato della gestione caratteristica di un'impresa in un determinato periodo di tempo ed è pari alla differenza tra il valore della produzione ottenuta (ricavi netti di vendita più ricavi delle prestazioni accessorie) e il costo della produzione stessa (acquisti di merci di materie di consumo, più costi per servizi, costi per godimento di beni di terzi).
REDDITO ANTE IMPOSTE: è il reddito totale prima di pagare le imposte sul reddito ma dopo le detrazioni. I profitti o i pagamenti delle azioni si basano sul denaro guadagnato al netto delle tasse; quindi, bisognerà valutare quanti soldi guadagnerà un'azienda dopo aver pagato le tasse annuali.
La gestione dell'impresa viene divisa in periodi amministrativi che corrispondono all'anno e c'è la necessità alla fine dell'anno di determinare il reddito di esercizio ma
non solo per questioni di gestione ma anche per questioni legali e fiscali. Infatti, allo stato ogni anno devono essere pagati i tributi. Allo stesso tempo però, serve all'impresa per comprendere se quella strategia finanziaria sta funzionando o deve essere modificata.
IL MONOPOLIO
In un mercato di monopolio il monopolista eguaglia ricavo marginale a costo marginale.
Il caso più estremo di concorrenza imperfetta è attribuito al Monopolio, dove un unico venditore (in questo caso lo Stato) ha il totale controllo di un'industria e non esiste un'altra industria capace di produrre un bene sostitutivo (pensiamo ad esempio alla vendita di prodotti a base di tabacco o alla vendita di gratta e vinci, molto tempo fa però lo stato aveva il monopolio anche sul sale questi si chiamano MONOPOLI FISCALI). Oggi i veri monopolisti sono rari e la loro esistenza è quasi sempre legata a qualche forma di protezione statale, pensiamo ad esempio ad una
società farmaceutica che scopre un farmaco miracoloso, riceverà in tal caso un brevetto che le garantirà l'esclusiva delle vendite per un determinato numero di anni diventando monopolista di quel prodotto per un determinato periodo di tempo. La coca cola è stata monopolista per molto tempo ma quando quelle barriere sono cadute, il prodotto è stato "copiato" e venne realizzata la famosa Pepsi dando vita così al duopolio. Duopolio: è una forma di mercato in cui operano solamente due imprese che offrono prodotti identici. Oligopolio: è una forma di mercato in cui ci sono poche imprese con uguale struttura di costo e che producono un bene omogeneo. Le imprese oligopolistiche non possono stabilire il prezzo di mercato, ma sono in grado di influenzarlo con i loro comportamenti. Ricavo marginale: il ricavo marginale di una merce è la derivata del ricavo totale (il fatturato di un'impresa) rispetto alla quantità di.merce venduta (che coincide con quella prodotta solo nell'ipotesi di assenza di scorte di quella merce).
Ricavo unitario: È il ricavo economico ottenuto dalla vendita di ogni unità di prodotto. La formula del ricavo medio è la seguente: RU = RT / q Dove RU significa ricavo unitario, RT significa ricavo totale mentre q è la variabile che indica la quantità vendute del bene.
Perdita secca: È la perdita di efficienza economica dovuta ad un equilibrio in un mercato di un bene o un servizio dove non è possibile migliorare il benessere (utilità), senza peggiorare il benessere degli altri soggetti.
Discriminazione di prezzo: La discriminazione di prezzo indica la strategia commerciale di imporre a consumatori diversi, prezzi diversi per l'acquisto dello stesso (o leggermente differente) bene offerto, a seconda delle caratteristiche conosciute o presunte della domanda. Pensiamo ad esempio alla variazione di prezzo nei biglietti del teatro,
La fascia pomeridiana avrà un costo più alto rispetto alla fascia serale per lo stesso spettacolo (stesso prodotto). Questa prassi può essere praticata solo da imprese con forte potere di mercato, ovvero in mercati imperfettamente concorrenziali. (pensiamo ad esempio alla Scala di Milano).
Antitrust: è un insieme di norme che protegge la concorrenza e i consumatori dai comportamenti sleali o abusivi delle imprese sul mercato. L'antitrust contribuisce a promuovere un mercato più efficiente, innovativo e dinamico, a favore della crescita economica, della qualità dei prodotti e dei servizi e del benessere dei cittadini. In Italia la legge antitrust è del 1990 e ha istituito l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, un ente indipendente che vigila sul rispetto delle regole e sanziona le violazioni.
7 sorelle: 7 compagnie petrolifere che si coalizzarono per offrire petrolio sul mercato avendo la possibilità di
scegliere il prezzo riuscendo a regolare la quantità di petrolio disponibile sul mercato dando vita alla così detta crisi energetica. Il prezzo del petrolio andò