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A B

<

Qm Qm

Infatti, osservando la curva capiamo che non esiste una quantità di mercato QB al prezzo PA per cui se il monopolista vuole

produrre di più deve accettare di vendere a un prezzo inferiore, questo significa che il RM del monopolista non coincide

con la sua curva di domanda ma formalmente la curva del RM ha un’inclinazione doppia rispetto la curva di domanda di

mercato (è una semiretta che ha la stessa intercetta ma giace al di sotto della curva di domanda di mercato) ed inoltre il

RM è sempre inferiore al prezzo e dunque non coincide con il prezzo.

quantità prezzo di vendita RT RM

0 6 0 +5 RT= p x Q

1 5 5 +3

2 4 8 +1 RM= da 0 a 5 = +5, da 5 a 8= +3, da 8 a 9 = +1 ecc.

3 3 9 -1

4 2 8 -3

5 1 5

Il RM è sempre inferiore al prezzo e all’aumentare della quantità prodotta, il prezzo è via via minore e viceversa, per questo

il monopolista ha convenienza a restringere la produzione facendo arrivare sul mercato una minore quantità rispetto a

quella che si avrebbe nel mercato in CP oppure può fissare un prezzo Pm e decidere di produrre la quantità Qm.

Ipotesi di semplificazione: ipotizziamo che il monopolista abbia un certo CM e che questo sia un costo costante, vediamo

che il punto d’intersezione tra la curva del RM e del CM è la quantità ottima del monopolista Qm.

Pm

Pc CM

Prezzo perfetto RM D

Qm Qc

In sintesi, il monopolista ha preferenza a produrre meno e ad alzare il prezzo: questa è la teoria del comportamento

dell’impresa monopolista cioè è la teoria positiva che descrive e analizza e ci spiega come si comporta il monopolista, che

si comporta in modo tale che nel mercato monopolizzato c’è una minore produzione e un prezzo più alto. Il prezzo Pm è

un prezzo superiore a quanto sarebbe il prezzo in CP. In estrema sintesi, il monopolista produce una quantità Qm maggiore

rispetto alla quantità in CP e vende a un prezzo Pm che è maggiore al prezzo di CP:

▪ Qm < Qc

▪ Pm > Pc

In concorrenza perfetta l’impresa non può agire sul prezzo perché lo fa il mercato e qui la quantità ottima prodotta

dall’impresa è data da RM = CM e quindi RM = prezzo di equilibrio quindi p = CM e dunque in CP l’impresa vende ad un

prezzo = il ricavo marginale e non è in grado di venderlo a un prezzo superiore a RM, questo significa che l’impres a in CP

realizza solo il c.d. profitto normale cioè quello che è coerente con la sopravvivenza dell’impresa e l’impresa non può

vendere ad un prezzo maggiore del suo costo marginali se no le vendite si azzerano. Al contrario, il monopolista può ridurre

la quantità prodotta e venderla ad un prezzo Pm superiore al prezzo di CP e quindi può vendere ad un prezzo maggiore del

CM e quindi l’impresa monopolista può ottenere oltre il profitto normale un extra profitto che gli da potere di mercato o

meglio da potere al monopolista.

• Quindi l’impresa in concorrenza perfetta è un price-taker che vende ad un prezzo uguale al CM che consente

di realizzare solo il c.d. profitto normale.

• Nel monopolio, il monopolista è un price-maker e può alzare il prezzo ad uno superiore al CM realizzando

anche un extra profitto da potere di mercato o da potere monopolistico, il che significa che il monopolista

può alzare, fissare e vendere ad un prezzo superiore al CM.

Da un’analisi positiva bisogna passare ad un’analisi normativa cioè vedere le IMPLICAZIONI DI WELFARE DEL MONOPOLIO:

quando si fa una analisi normativa del monopolio che significa cioè intervenire con un giudizio di valore del monopolio, si

intende fare un’analisi delle conseguenze dell’esistenza del monopolio per il benessere sociale o social welfare.

benessere espressione utilizzata per esprimere il c.d. interesse generale – rispetto a

- Welfare significa ed è un’

all’interesse particolare di un determinato gruppo di consumatori – della società nel suo complesso e cioè il

bene comune.

Perché è importante fare un’analisi di welfare del monopolio e cioè introdurre un’analisi normativa senza fermarci ad

un’analisi positiva e cioè semplicemente capire come si comporta il monopolista e perché ci si comporta? Perché bisogna

capire le conseguenze sull’interesse generale di questo comportamento:

la teoria economica, rispetto all’equilibrio di CP, ha qualcosa da dire per valutare le implicazioni di welfare del monopolio,

basandosi su delle nozioni:

- Supponiamo di essere il monopolista che persegue il proprio interesse producendo meno e aumentando il prezzo,

in questo caso prendo delle decisioni che possono essere in contrasto con l’interesse generale dei consumatori

ma tutto dipende dalla collocazione sociale. Bisogna stabilire se la scelta danneggia l’interesse generale della

società, se è così la società nel suo complesso deve regolare questa cosa con delle istituzioni: le autorità anti-trust.

- Bisogna prendere la CP perfetta come un bench mark per capire cosa succede nel monopolio di problematico

all’interesse generale.

Proprietà di efficienza allocativa è una proprietà che caratterizza un mercato di CP cioè che rispetta le assunzioni della CP

in cui il numero delle imprese è elevato e i prodotti delle varie imprese sono omogenee. Perché un mercato di CP è

caratterizzato dalla proprietà di efficienza allocativa? La proprietà di efficienza allocativa delle risorse produttive della

società cos’è? E come si dimostra che il mercato in CP è caratterizzato da questa proprietà? Partiamo dalla

rappresentazione grafica di un mercato e focalizziamo l’attenzione sulla:

Curva di domanda che è una relazione inversa tra il prezzo unitario di una data merce e la quantità di merce che a quel

prezzo l’insieme dei consumatori domanda: P

€2 = P1

P2 D Q D

1 2

Q Q

D D

(10 mele)

È una relazione che esprime il prezzo unitario e la quantità di merce che a quel prezzo i consumatori domandano: se il

prezzo è p1 e la quantità domandata è Q1d, questo significa che i consumatori per avere la quantità Q1 (di 10 mele) sono

disposti a pagare il prezzo unitario p1, quindi questo prezzo p1=€2, siccome la curva esprime questo prezzo che è la

disponibilità a pagare dei consumatori, questa curva contiene anche la valutazione del beneficio e cioè misura il beneficio

marginali dei consumatori cioè il benessere dei consumatori.

- Quindi, a partire dalla quantità Q1 viene valutato il beneficio marginale che da ai consumatori avere un’unità in più.

Se invece ipotizziamo un altro prezzo inferiore p2, questo prezzo indica e ci fa capire che la disponibilità a pagare e cioè il

beneficio marginale dei consumatori è più basso alla quantità Q2d

• Quindi, possiamo dire che la curva di domanda esprime il beneficio marginale dell’insieme dei consumatori cioè ci

dice la disponibilità a pagare dei consumatori

• La curva di domanda è reinterpretata cioè come la curva del beneficio marginale

La curva di offerta è la sommatoria delle curve di offerta individuali e dei CM dei singoli produttori, esprime dunque il CM

a cui la società va incontro per produrre una quantità in più di quella determinata merce e cioè se, per produrre la quantità

Qs1, allochiamo risorse – di capitale K e di lavoro L – in più per produrre un’unità in più di quella determinata merce (es:

mele); così la curva di offerta va reinterpretata come la curva che esprime il punto di vista della società di allocare le risorse

via via in più di quella determinata merce. S

1

Qs

• In sintesi, la curva di offerta esprime il CM – dal punto di vista della società nel suo complesso – di allocare

risorse in più per produrre un’unità in più di quella determinata merce.

• La curva è cioè reinterpretata come la curva del costo marginale dell’allocare risorse produttive

Nel mercato in cui abbiamo una curva di offerta o meglio curva del costo marginale e la curva di domanda o curva del

beneficio marginale (le due curve sono reinterpretate): in questo mercato in equilibrio di CP, l’equilibrio che emerge è

caratterizzato dalla proprietà di efficienza allocative, cioè le risorse sono allocate in maniera efficiente cioè che non si

produce né troppo poco né troppo di quella determinata merce. S reinterpretata come curva del costo marginale

BMq CM A1

1 <

CMq BM A1

1 D reinterpretata come curva del beneficio marginale

> > > > >

q Qc > Q

1 2

q<Qc

Supponiamo che la quantità prodotta sia Q1: Q1 è una produzione che esprime un’allocazione efficiente delle risorse o no?

Con una quantità Q1, il beneficio marginale BM è BMq1 e il costo marginale CM dal punto di vista della società è CM A1 ed è

superiore al costo marginale e questo significa che con un quantità Q1 relativamente contenuta, il prezzo unitario esprime

una disponibilità a pagare piuttosto elevata e cioè che il beneficio che l’insieme dei consumatori esprime per avere un’unità

di prodotto in più – partendo dalla quantità q1 – e cioè l’aumento di interesse che i consumatori dichiarano di esprimere è

maggiore rispetto al costo per la società di allocare risorse di capitale e lavoro per produrre un’unità di prodotto in più.

Ogni qualvolta in cui il beneficio marginale è maggiore del CM conviene, dal punto di vista della società nel suo complesso,

allocare risorse in più per produrre un’unità di prodotto in più cioè è interesse generale della società allocare più risorse e

aumentare la produzione di quel bene. Quindi la quantità Q1 non è la quantità ottima dal punto di vista del benessere o

interesse generale della società nel suo complesso ma l’interesse generale richiede di aumentare la produzione quando e

fino a quando il benessere marginale è maggiore del costo marginale (BM > CM) e quindi fino al punto d’intersezione ma il

punto d’intersezione è l’equilibrio di un mercato in CP cioè Qc, quindi l’equilibrio del mercato perfettamente concorrenziale

è caratterizzato da un’allocazione efficiente di risorse.

• Quindi il mercato di CP è caratterizzato da questa proprietà di efficienza allocativa perch&ea

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
32 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher danielaarrico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Grillo Michele.