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Estratto del documento

PIL

Reale

(valori

assoluti) Trend di crescita

Andamento di LP del PIL

effettivo del PIL

1 2 3 4 5 6 7 Trimestri

PIL potenziale & output gap

• Quando la ricchezza di una nazione cresce in misura pari

al suo trend di lungo periodo, si dice che il PIL è pari al

suo PIL potenziale (o PIL di pieno impiego).

– Per calcolare il PIL potenziale si usano stime econometriche

basate sui modelli di crescita (vedi sotto).

• La differenza tra PIL effettivo e PIL potenziale, se

negativa, si chiama output gap (o «vuoto di PIL»).

• L’output gap quindi è fenomeno tipico delle fasi di

recessione, ma anche di quelle di rallentamento.

Tasso di crescita

Tasso di effettivo e potenziale

crescita

PIL reale

(in %) Tassi di variazione

effettiva del PIL

x% Tasso di crescita

potenziale

1 2 3 4 5 6 7 Trimestri

PIL reale Italia 1996-2022

Tassi di crescita PIL reale Italia 1995-2023

Tassi di crescita PIL reale USA 1960-2023

Le recessioni in Italia 1996-2018

La ricchezza di una nazione

La domanda di Adam Smith: quali sono le cause della

 “ricchezza di una nazione”?

La sua risposta, valida ancora oggi, è che la ricchezza di una

 nazione dipende dalla capacità di produrre beni e servizi.

La ricchezza di una nazione è quindi misurata con il PIL reale pro-

 capite, considerato come una buona approssimazione del benessere

della nazione (si veda però quanto detto sui punti deboli del PIL).

Le variazioni della ricchezza di una nazione nel corso del

 tempo sono misurate dal tasso di crescita del suo PIL reale.

Più velocemente aumenta il PIL e maggiore è la crescita

 economica, ovvero il progresso della ricchezza nazionale.

Tuttavia la ricchezza creata dalla crescita del PIL varia ...

 …nel tempo, nell’ambito di una medesima nazione.

 … tra le diverse nazioni.

Spiegare la crescita è uno dei problemi centrali della macro.

 Crescita del PIL reale: Italia vs Eurozona

Eurozona

ITA

Eravamo più ricchi degli altri, ora non più

Il grafico mostra la differenza tra PIL pro-capite

italiano e dei paesi dell’area Euro (1982-2022)

La regola del 70

Piccole differenze annuali nel tasso di crescita del PIL

 diventano rapidamente molto grandi a causa dell’effetto

di composizione.

La c.d. regola del 70 afferma che se una variabile cresce

 ogni anno al tasso dell’x% occorrono circa 70/x anni

perché quella variabile raddoppi.

P.e.: una somma di €5000 investita al 7% di interesse

 annuo raddoppia dopo 10 anni. Se invece l’interesse è

del 3% occorrono circa 23 anni perché raddoppi.

L’Argentina nell’anno 1900 aveva un PIL reale

 maggiore di più del 50% rispetto al Giappone.

Nell’anno 2000, a causa di una differenza nel tasso di

crescita medio annuo per tutto il 20° secolo di meno di

un punto pct. (1.86% rispetto a 2.81%), il suo PIL reale

era meno della metà di quello giapponese!

Quanto conta il tasso di crescita?

Anno 2000 Anno 2000

Anno 2010 Anno 2010

Anno 2030 Anno 2030

Anno 2050 Anno 2050

Anno 2070 Anno 2070

Anno 2100 Anno 2100

Tabella da: Lipsey & Chrystal, Economia, p.459

Due tipi di crescita

Crescita per accumulazione/imitazione: è un processo di

 crescita innescata da un “motore” puramente quantitativo,

l’accumulazione del capitale. La nazione non inventa

nuovi beni o servizi, né sviluppa nuove idee o conoscenze.

Si limita a (ri)produrre ciò che hanno già prodotto altri.

E’ un tipo di crescita che può essere anche molto intensa e

 prolungata, ma che inevitabilmente è destinata ad arrestarsi.

Crescita per innovazione/pioneristica: è un processo di

 crescita innescata da un “motore” qualitativo, lo sviluppo

di nuove idee e nuova conoscenza.

E’ un tipo di crescita più “difficile”, ma potenzialmente illimitata.

Per capire la differenza tra i due tipi di crescita abbiamo

 bisogno del modello di Solow (Robert Solow, 1956)

La funzione aggregata di produzione (APF)

Alla base del modello di Solow vi è l’ipotesi che, a livello

 macroeconomico, valga la seguente funzione aggregata di

produzione (APF): Y = F(A, N, eL, K)

dove: Y = PIL reale ; F(.) = organizzazione, istituzioni, ecc.

A = conoscenze tecnologiche; N = risorse naturali;

L = quantità di lavoro; e = istruzione ; eL = capitale umano;

K = quantità di capitale fisico.

Mediante la APF immaginiamo che tutto il sistema economico

 funzioni come un’unica impresa, e quindi che tutti i processi

produttivi siano riassunti in uno solo, la cui funzione di produzione,

cioè il modo di trasfromare gli input in output, è appunto la APF.

La formula si legge così: il PIL reale Y è ottenuto combinando

 tecnologia, risorse naturali, capitale umano e capitale fisico in

funzione di organizzazione, istituzioni, ecc. della nazione.

→ F(.) indica come sono combinati i fattori

→ F(.) e A (quantomeno nella sua parte non misurabile) sono gli

elementi che determinano la, e sono riassunti dalla, TFP (vedi sotto)

 Fattori accumulabili e non accumulabili

La APF racchiude tutti gli elementi che spiegano la crescita.

 Una prima distinzione è tra fattori accumulabili e fattori non

 accumulabili.

I primi sono tutte le forme di capitale, fisico e umano, cioè

 quei fattori la cui dotazione può essere aumentata mediante

investimenti.

Un’altra distinzione è quella che evidenzia la presenza nella

 AFP di fattori non misurabili. Sono fattori che, oltre che non

accumulabili, non si riesce neanche a quantificare.

Fattori non accumulabili o non misurabili:

tecnologia, organizzazione e risorse naturali

Le risorse naturali sono tutti i fattori della produzione forniti dalla

 natura (terra, acqua, minerali, ecc.).

Il possesso di risorse naturali è importante ma non necessario

 perché una nazione sia ricca o cresca rapidamente (p.e. il

Giappone è pressoché privo di risorse naturali).

Le conoscenze tecnologiche sono tutte le nozioni relative a come

 produrre nel modo più efficiente i beni e servizi.

Solo una parte della tecnologia è in genere quantificabile (p.e. col

 numero di brevetti di una nazione), ma una parte no.

Si tratta di “beni” non rivali e spesso non escludibili → vedi

 micro.

Il capitale umano non è altro che l’insieme delle risorse necessarie

 agli individui per sfruttare tali conoscenze e trasmetterle nel

tempo.

L’organizzazione è il modo di combinare tra loro i fattori produttivi. A

 Incentivi, istituzioni e residuo di Solow

Oltre alla dotazione dei fattori il modello di Solow

 sottolinea l’importanza del contesto istituzionale in cui si

svolge l’attività economica di una nazione e degli incentivi

conseguenti a tale contesto.

Anche da questo, oltre che dall’organizzazione, dipende la F(.)

In altre parole, a parità di dotazione di fattori e tecnologia,

 crescerà di più la nazione con le “migliori” istituzioni, cioè

quelle in grado di dare i “migliori” incentivi alla crescita.

Assieme al fattore “organizzazione” e alla parte di

 conoscenze tecnologiche non misurabili, istituzioni e

incentivi formano il c.d. residuo di Solow, cioè quella parte

della crescita economica che non può essere spiegata con la

dotazione dei fattori misurabili.

Si chiama «residuo» perché il giovane Solow, volendo misurare il

 contributo alla crescita del PIL USA dei diversi fattori, si accorse

che mancava qualcosa di, appunto, non misurabile.

Il policy-maker e la crescita

Il modello di Solow mostra che il policy-maker può fare molto per

 favorire la crescita economica.

In primo luogo, il policy-maker può stimolare l’accumulazione di

 capitale oppure creare direttamente nuovo capitale.

Incentivare l’accumulazione di capitale.

 Investimenti pubblici in capitale fisico e umano.

Inoltre, il policy-maker può orientare a favore della crescita le

 istituzioni e i relativi incentivi. Esempi di interventi “istituzionali”:

Garantire i diritti di proprietà e la stabilità/onestà del governo.

 Promuovere il libero scambio.

 Promuovere l’istruzione, la formazione e la ricerca scientifica.

 La produttività totale dei fattori (TFP)

Per capire che la quantità disponibile e la produttività individuale

 delle risorse misurabili non spiega interamente la crescita del PIL è

molto utile il concetto di produttività totale dei fattori (TFP).

TFP è la quantità di beni e servizi che può essere prodotta in una

 nazione con una data dotazione di tutti i fattori. E’ un concetto

fondamentale per spiegare la crescita economica.

TFP misura l’efficienza con cui un’economia usa tutte le sue risorse.

 Essa “cattura” l’impatto sulla crescita del PIL dei fattori non

misurabili, quali appunto la (parte non misurabile della) tecnologia,

l’organizzazione e la qualità delle istituzioni e degli incentivi.

In pratica, tra due nazioni che per ipotesi hanno la medesima

 dotazione e produttività dei fattori di produzione, quella che cresce

più rapidamente sarà quella che ha la TFP più alta, cioè che “usa

meglio” l’insieme delle sue risorse.

Una TFP elevata può anche più che compensare la carenza di qualche fattore

 (p.e. la mancanza di risorse naturali).

TFP italiana: andamento 1954-2019

TFP di ITA ha smesso di fatto

di crescere a metà anni 1970

TFP: Italia vs altre nazioni

TFP: un problema europeo

Il ritardo europeo nell’adozione della tecnologia

Promuovere i risparmi e gli investimenti

Il modo più usato per promuovere la crescita economica è

 agire direttamente sui fattori accumulabili.

La ricetta per crescere è: investire di più, cioè accumulare

 più capitale (fisico e umano) sacrificando i consumi correnti

per quelli futuri → lezione su risparmio e investimento.

Il policy-maker può investire direttamente (= investimenti

 pubblici) oppure può favorire l’accumulazione...

...incentivando i risparmi e gli investimenti nazionali,

 ...oppure agevolando l’afflusso di capitali dall’estero.

Tuttavia, si può dimostrare che accumulare capit

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Publisher
A.A. 2023-2024
148 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher asiaricci123 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Giocoli Nicola.