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Q P
di e sulla funzione
di domanda.
7.2 Le economie di
scala e i vantaggi della dimensione
Economie di scala
Le economie di scala si verificano quando l’aumento della scala di produzione
di un’impresa porta ad una riduzione del costo medio per unità prodotta.
Questo fenomeno può derivare da vari fattori:
Vantaggi tecnologici: L’incremento della produzione può permettere l’uso
o più efficiente dei fattori produttivi. Più grande è la produzione, minore sono i
costi medi grazie all’uso più efficiente dei materiali e della tecnologia.
Vantaggi di costo: Aumentare la dimensione dell’impresa può ridurre
o l’incidenza dei costi fissi come pubblicità e l’acquisto di brevetti sul costo
unitario e migliorare il potere contrattuale dell’impresa nei confronti dei
fornitori, ottenendo prezzi più vantaggiosi.
Diseconomie di scala
Le diseconomie di scala avvengono quando l’aumento della produzione porta
ad un incremento del costo medio per unità. Questo puo accadere per vari
motivi, come l’aumento della complessità organizzativa e dei costi di gestione
e supervisione. Un esempio è “la legge di Dilbert della gerarchia di impresa”,
che suggerisce come l’aumento della dimensione dell’impresa possa rendere
necessario un maggiore monitoraggio dei dipendenti, aumentando così i costi.
I rendimenti di scala sono un concetto economico che descrive come cambia la
produzione di un’azienda all’aumentare degli input utilizzati, mantenendo
costante la tecnologia. In altre parole, analizza come varia l’output di
un’impresa al variare della quantità di risorse (come lavoro, capitale, materie
prime) impiegata, assumendo che la tecnologia di produzione rimanga
invariata. Ci sono tre tipi di principi di rendimenti di scala:
Crescenti (economie di scala): Si verificano quando un aumento
o proporzionale di tutti gli input porta ad un aumento proporzionale degli
output. Questo significa che raddoppiando ad esempio, il lavoro e capitale
utilizzati, l’output aumenta più del doppio. I rendimenti crescenti di scala
suggeriscono una maggiore efficienza produttiva man mano che l’azienda
cresce, spesso grazie all’ottimizzazione dell’uso di risorse, alla
specializzazione del lavoro, o a vantaggi tecnologici che diventano
disponibili su larga scala.
Decrescenti (diseconomie di scala): Si verificano quando l’aumento
o proporzionale di tutti gli input porta ad un aumento meno che proporzionale
dell’output. Ciò significa, che aumentando gli input di produzione di una
certa percentuale, l’output aumenterà di una percentuale inferiore. Può
essere causato da fattori come l’inefficienza nella gestione e nella
comunicazione all’interno di un’organizzazione più grande, o dalla difficoltà
di coordinare efficacemente un numero maggiore di risorse.
Costanti: Si verificano quando un aumento proporzionale di tutti gli input
o porta ad un aumento proporzionale dell’output, raddoppiando gli input,
l’output raddoppierà esattamente.
Vantaggi in relazione alla domanda e economie di rete:
Oltre ai vantaggi legati all’offerta, le imprese di grandi dimensioni possono
beneficiare anche di vantaggi legati alla domanda. Le economie di rete si
verificano quando il valore di un prodotto o servizio per i consumatori aumenta
all’aumentare del numero di utenti. Ad esempio, il valore di un software è
maggiore quanto più diffuso e utilizzato. Questo crea un circolo virtuoso che
può accelerare la crescita dell’impresa.
Nonostante i numerosi vantaggi, esistono dei limiti alla crescita di un’impresa,
un esempio è l’outsourcing: termine che deriva dall’inglese “over” (troppo) e
“sourcing” (approvvigionamento), e si riferisce a una situazione in cui l’azienda
esternalizza eccessivamente parti della sua produzione, attività o servizi a
terzi; quindi decisione di affidare a fornitori esterni una porzione troppo ampia
delle sue attività produttive o dei servizi che normalmente potrebbe gestire
internamente Questo può accadere per vari motivi, tra cui il desiderio di
ridurre i costi o concentrarsi sulle competenze chiave ecce..
7.3 La funzione di costo
Per prendere decisioni sui prezzi e sulla produzione, i manager devono
conoscere i managee i costi di produzione. La funzione di costo descrive il
costo totale sostenuto da
un'impresa per produrre una
determinata quantità di beni o
servizi; quindi mostra come i
costi totali di produzione
variano in relazione alla
quantità prodotta
Questa funzione può essere divisa in due componenti principali: i costi fissi e i
costi variabili.
Costi Fissi sono indipendenti dal livello di produzione; cioè, sono costi che
l'azienda deve sostenere indipendentemente dalla quantità di prodotto che
produce. Esempi includono l'affitto degli spazi, stipendi degli impiegati
salariati, e le spese amministrative.
Costi Variabili variano in base al livello di produzione. Questi includono
materie prime, energia consumata nella produzione, e stipendi degli operai
pagati a produzione.
La funzione di costo totale (CT) è quindi la somma dei costi fissi (CF) e dei
QQ:
costi variabili (CV), che variano con la quantità prodotta
CT=CF+CV(Q)CT=CF+CV(Q)
La curva di costo medio (o costo unitario) si riferisce al costo medio per unità
di prodotto. Si ottiene dividendo il costo totale per la quantità di prodotto Q, e
offre una misura di quanto costi produrre ciascuna unità di output. La curva di
CM=QCT
costo medio aiuta ad identificare il livello di produzione più efficiente:
=QCF+CV(Q)
Quando si riducono più unità, i costi fissi di distribuiscono su un maggior
numero di prodotti, diminuendo il costo medio fino ad un certo punto. Tuttavia
a causa dei rendimenti di scala decrescenti, dopo un certo livello di produzione,
il costo medio inizia ad aumentare. Questo comportamento crea tipicamente
una curva di costo medio a forma di U, dove il punto più in basso indica il costo
unitario minimo e la quantità di produzione più efficiente.
La relazione tra la funzione di costo e la curva di costo medio
La funzione di costo e la curva di costo medio sono strettamente correlate.
Mentre la funzione di costo fornisce il costo totale associato a diversi livelli di
produzione, la curva di costo medio offre una visione diretta del costo per unità
a vari livelli di output. Questi strumenti permettono alle aziende di prendere
decisioni informate su quanto produrre, identificare il punto di produzione più
efficiente e ottimizzare la struttura dei costi La curva del costo totale
(in blu) è chiaramente
orientata verso l'alto,
riflettendo l'aumento del
costo totale all'aumentare
della quantità prodotta.
Questo aumento è dovuto
sia ai costi fissi (che
rimangono costanti
indipendentemente dalla
quantità prodotta) sia ai costi variabili (che aumentano con l'aumento della
produzione).
La curva del costo medio (in verde) mostra inizialmente una discesa,
indicando che il costo medio per unità diminuisce all'aumentare della
produzione, grazie alla distribuzione dei costi fissi su un numero maggiore di
unità. Dopo aver raggiunto il punto minimo (indicato dalla x), la curva inizia ad
aumentare, indicando che il costo medio per unità aumenta a causa
dell'aumento dei costi variabili per unità oltre quel punto di produzione. Questo
punto minimo rappresenta la quantità di produzione più efficiente sotto
l'aspetto dei costi.
Il costo marginale (CMg) rappresenta il costo aggiuntivo sostenuto per la
produzione di un'unità aggiuntiva di un bene o servizio. In termini più tecnici, è
il costo di produrre una unità in più di un bene, dopo aver già prodotto una
certa quantità. Questa definizione è cruciale per comprendere come le imprese
decidono quante unità di un bene produrre.
Il calcolo del costo marginale si effettua attraverso la formula: CMg=ΔC /ΔQ
dove:
ΔC rappresenta la variazione dei costi totali;
ΔQ rappresenta la variazione della quantità prodotta.
Questa formula riflette il concetto che il costo marginale misura la variazione
dei costi totali che si verifica quando la quantità prodotta cambia di una unità.
Pendenza della Curva di Costo Totale: Il costo marginale riflette la
variazione del costo totale per produrre un'unità aggiuntiva e corrisponde
matematicamente alla pendenza della curva di costo totale in un dato punto.
Questo costo può variare a seconda della quantità prodotta.
Decisioni Produttive: Le imprese sfruttano il costo marginale per identificare
il livello di produzione ottimale, aumentando la produzione fino a quando il
costo marginale non supera il prezzo di vendita dell'unità. Produrre oltre questo
livello non è economicamente vantaggioso poiché le spese supererebbero i
ricavi.
Intersezione tra CM e CMg:
Il punto in cui la curva del CMg interseca la curva del CM è di particolare
o interesse. In questo punto, il costo marginale di produrre un'unità aggiuntiva
è esattamente uguale al costo medio di produzione per unità.
Matematicamente, questo avviene perché la variazione del costo medio in
quel punto è zero, il che implica che il costo medio è al suo punto minimo.
Comportamento delle Curve:
Quando CM > CMg: Se il costo medio è maggiore del costo marginale, ciò
o significa che produrre un'unità aggiuntiva riduce il costo medio totale.
Questo perché l'aggiunta di unità a un costo inferiore al costo medio attuale
abbassa la media complessiva. In questo contesto, la curva del costo medio
è decrescente.
Quando CM < CMg: D'altra parte, se il costo medio è inferiore al costo
o marginale, produrre un'unità aggiuntiva aumenta il costo medio totale,
poiché il costo di produzione di tale unità è superiore al costo medio
corrente. Pertanto, la curva del costo medio è crescente.
Logica Sottostante:
Questa dinamica riflette il principio secondo cui aggiungere alla produzione
o unità con un costo marginale inferiore al costo medio abbassa il costo medio
complessivo, mentre aggiungere unità con un costo marginale superiore al
costo medio lo aumenta.
La proprietà è una conseguenza diretta del modo in cui sono definiti i costi
o medi e ma