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Estratto del documento

E’

invisibile.

Nessuna impresa ha come obiettivo tale risultato, perché ciascuna è interessata solo a

massimizzare il proprio profitto. Nonostante ciò, all’equilibrio si ottiene la

minimizzazione del costo totale, come se la produzione fosse gestita da un

pianificatore centrale avente come obiettivo proprio tale minimizzazione.

Il risultato dipende dall’applicazione della regola marginalista di massimo

profitto da parte di ciascuna impresa e dal corollario di comportamento price

taking tipico della PC.

Per l’impresa 1 vale P = CM1; per l’impresa 2 vale P = CM2. Ma allora, dato che il

prezzo è lo stesso, deve essere: CM1 = P = CM2, cioè in equilibrio ciascuna impresa

produce una quantità tale che i rispettivi costi marginali si uguagliano tra loro.

Ma questo è proprio quanto farebbe un ipotetico pianificatore che, per ridurre il costo

di produzione, trasferisse la produzione, unità per unità, dall’impresa dove il CM è più

alto a quella dove il CM è più basso. Anch’esso infatti si fermerebbe quando i CM

diventano uguali perché così minimizzerebbe il costo totale di produzione.

*slide’’’ (n2): profitto massimo e minima perdita

da dove parte? Due tipi di decisioni:

CURVA DI OFFERTA DELL’IMPRESA:

1. La decisione di stop alla produzione (shutdown) si riferisce alla scelta di

breve periodo di non produrre nulla durante un certo intervallo di tempo.

2. La decisione di uscita dal mercato (exit) si riferisce invece alla scelta di lungo

periodo di abbandonare il mercato.

I costi fissi sono rilevanti soltanto quando l’impresa considera se rimanere o uscire dal

mercato (perché nel lungo periodo non sono in realtà fissi), ma non quando deve

decidere se interrompere o meno la produzione.

Esempio: l’orario di apertura di un ristorante (problema di BP) non dipende dal costo

fisso dell’arredamento; la scelta se allargare il locale (problema di LP) invece sì.

BASE:

PRINCIPIO

L’impresa prende le due decisioni confrontando i ricavi con i costi rilevanti per quella

decisione. decisione di breve periodo,

Nella i costi fissi non rilevano (sono sunk), per cui

 l’impresa interrompe la produzione solo se il prezzo non copre neppure i costi

medi variabili (gli unici rilevanti qui).

53 decisione di lungo periodo,

Nella tutti i costi sono variabili e vengono

 considerati, per cui l’impresa esce dal mercato quando il prezzo è inferiore al

costo medio.

*slide(n2)

Quindi…

La curva di offerta di un’impresa PC:

è individuata dalla curva di costo marginale

 ma si deve distinguere tra:

 Curva di offerta di breve periodo

1. : E’ la porzione della curva del costo

marginale al di sopra della curva di costo medio variabile.

Curva di offerta di lungo periodo

2. : E’ il tratto della curva del costo marginale

di lungo periodo al di sopra della curva del costo medio di lungo periodo.

N.b.: nel lungo periodo la curva di offerta sarà anche meno inclinata, perché più

elastica.

L’offerta di mercato è la somma delle offerte individuali.

Nel caso di un numero fisso di imprese:

- Per ogni dato prezzo, ciascuna impresa PC offre la quantità per cui vale P = CM,

cioè la quantità di massimo profitto.

- L’offerta di mercato è data dalla somma orizzontale delle curve di costo

marginale delle singole imprese (vedi prime lezioni).

Nel caso di entrata ed uscita delle imprese:

- Le imprese entrano ed escono dal mercato finché il profitto (rectius,

extraprofitto) è diverso da zero: entrano se > 0, escono se < 0.

 

- Nel lungo periodo, le imprese PC ottengono un extraprofitto pari a zero, mentre

il prezzo uguaglia il minimo di CMeLP.

- La curva di offerta di mercato di lungo periodo (LP) è una linea orizzontale

collocata all’altezza di quel prezzo.

*slide PROFITTO DELLE IMPRESE PC

Occorre distinguere tra Profitto normale ed extra-profitto

1. Profitto normale: con tale termine si indica la remunerazione del capitale più il

premio per il rischio più il c.d. stipendio di direzione. In pratica è la somma di

tutte le componenti del costo opportunità che deve considerare chi sceglie di

fare l’imprenditore. Quindi il profitto normale fa parte dei costi.

2. Extra-profitto (profitto economico o puro): eccedenza dei ricavi sui costi, questi

ultimi inclusivi del profitto normale.

Nell’equilibrio di breve periodo, un’impresa PC può ottenere extra-profitti.

Nell’equilibrio di lungo periodo, un’impresa PC non ottiene extra-profitti, ma ottiene il

profitto normale, altrimenti esce dal mercato. Per questo si dice che l’impresa PC nel

LP non fa né profitti, né perdite, ma non vuol dire che imprenditore non ha profitto

normale: è il profitto normale quello che ottiene

risultato, dovuto a Walras, è noto anche come principio di eliminazione: le

Tale

imprese che nel lungo periodo non ottengono il profitto normale sono eliminate dal

mercato, mentre eventuali extraprofitti sono eliminati dall’ingresso di nuove imprese

sul mercato.

possibile analizzare come le forze del mercato di PC (cioè la concorrenza)

È

determinano questo risultato: LA CONCORRENZA:

Partiamo dall’equilibrio di LP in cui P1 è pari al minimo di CMeLP.

54

N.b.: nell’equilibrio iniziale minimo di CMeLP = minimo di CMeT

Ipotizziamo un aumento della domanda. Cosa succede?

 L’aumento della domanda fa crescere prezzo e quantità di equilibrio sul mercato

 nel BP. Le imprese PC ottengono extra-profitti perché ora il prezzo P2 eccede il

CMeT.

Attratte dagli extra-profitti, nuove imprese (per hp tutte identiche a quelle già

 attive) entrano sul mercato (= condizione di entrata). Questo sposta a destra la

curva di offerta di mercato di BP.

Nel caso in cui è sempre possibile che nascano nuove imprese, ovvero il settore opera

a costi costanti (= non ci sono limitazioni di input).:

L’ingresso di nuove imprese, e quindi l’aumento dell’offerta, fa diminuire il

 prezzo di equilibrio.

Il processo di ingresso di nuove imprese si arresta quando, nel nuovo equilibrio

 di LP, gli extra-profitti tornano a zero e il prezzo torna pari al minimo di CMeLP.

>>Tuttavia, ora vi sono più imprese attive di prima

La maggiore domanda sarà soddisfatta dalle nuove imprese, ma ciascuna di esse

produce come prima e vende al prezzo iniziale P1.

*slide(n2)

Quindi impresa PC ottiene profitti?

Nel BP si, nel LP no perché vale principio di eliminazione

 Se P>CMet: nel LP entrano nuove imprese nel mercato >> curva di offerta si

 sposta e aumenta offerta >> aumenta Q domandata e P scende >>per la

singola impresa gli extraprofitti scompaiano

>> è fenomeno non ISTANTANEO

Se entrano troppe imprese:

P diminuisce di più

 se è <P1 scatta condizione di uscita e alcune imprese chiuderanno

 

Se tutte imprese producono Q1 e sul mercato è Q3 >> effetto overshooting

CURVA DI OFFERTA LP INCLINATA POSITIVAMENTE:

In alcuni casi la curva di offerta di LP in un mercato PC può avere inclinazione positiva.

Ciò avviene nei c.d. settori a costi crescenti

 è dovuto alla disponibilità limitata di alcuni fattori di produzione (p.e. le materie

 prime, il personale specializzato, la capacità imprenditoriale di operare in quel

settore).

Pertanto sarà via via più costoso produrre maggiori quantità del bene e,

 soprattutto, non potrà aversi l’ingresso illimitato di nuove imprese alle

medesime condizioni di costo.

Intuizione: la condizione di entrata nel mercato si verifica a livelli diversi di prezzo per

le varie imprese.

In generale, comunque, l’offerta di mercato di LP sarà sempre più elastica (cioè più

“piatta”) di quella di BP. Questo perché nel LP le imprese possono entrare/uscire dal

mercato, quindi l’offerta è più “reattiva” alle variazioni di P.

*slide’’

BENESSERE SOCIALE NELL’ EQUILIBRIO DI LP

Sappiamo dal principio della mano invisibile che all’equilibrio della PC il benessere

sociale (TS = CS+PS) è massimo.

55

Ma nell’equilibrio di LP la curva di offerta del mercato PC è perfettamente elastica.

Inoltre le imprese non ottengono extraprofitti. Quindi, all’equilibrio di LP, si verifica

PS = 0.

Il benessere sociale è massimo, ma va tutto al consumatore!

 Questa è un’ulteriore giustificazione normativa per la superiorità della PC

 rispetto alle altre forme di mercato.

QUINDI…

In un mercato PC le imprese possono realizzare extraprofitti nel BP.

 La concorrenza (= intesa come ingresso di nuove imprese) fa sì che nel LP tali

 extraprofitti si azzerino.

All’equilibrio di LP:

- ciascuna impresa produce una quantità pari alla dimensione efficiente e la

vende ad un prezzo pari al minimo del costo medio (= il prezzo più basso

possibile compatibilmente con la permanenza nel mercato dell’impresa).

- Il profitto è solo quello normale (= remunerazione dei costi opportunità).

- Quindi l’equilibrio di LP in un mercato PC, raggiunto attraverso l’azione della

concorrenza, determina il massimo benessere e la migliore situazione possibile

per i consumatori (= tutto il surplus va ai consumatori).

Adam Smith: esistono due modi con cui un’impresa può ottenere extraprofitti:

1. quella “facile in salita”

2. quella “ardua in discesa”.

prima via

La è quella dell’aumento del prezzo, ma questo in un mercato PC non è

possibile (lo è invece in presenza di potere di mercato).

seconda

La è quella della riduzione del costo di produzione: se l’impresa diventa più

efficiente (riduzione di CMeT) può o vendere ad un prezzo più basso delle rivali oppure,

al prezzo P1, ottenere, e soprattutto mantenere, extraprofitti.

Più in generale, la via della riduzione dei costi è anche quella dell’innovazione:

- inventare nuovi/migliori prodotti o nuovi/migliori processi produttivi è la fonte

principale (e l’unica virtuosa, cioè pro-benessere sociale) degli extraprofitti.

È quindi proprio il principio di eliminazione a spiegare perché le imprese in un

mercato concorrenziale hanno forte incentivo a innovare e cercare l’efficienza:

questa è la «vera» concorrenza, cioè cercare di

Dettagli
A.A. 2023-2024
124 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaribechini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Giocoli Nicola.