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RAGIONI DELLA PROTEZIONE

Solitamente protezione significa dare incentivi, sovvenzioni, sussidi al settore (in questo caso al settore

agricolo).

Le ragioni economiche della protezione del settore sono riconducibili a due diverse motivazioni:

1. necessità di auto-approvvigionamento dell’alimentazione, è necessaria una certa quantità di

produzione per auto-approvvigionarsi (es. in caso di guerra);

2. differente livello di concorrenzialità con gli altri settori per la debole capacità contrattuale delle

imprese agricole che presentano strutture fondiarie e dimensioni economiche inadeguate nei

confronti di quelle a monte e a valle.

Un altro motivo della protezione è di carattere sociale perché si spinge a mantenere una certa

componente contadina nella società per proteggere l’ambiente, ma anche perché altrimenti molti

contadini sarebbero disoccupati.

Le motivazioni di carattere politico vanno riferite alla forza dei gruppi di pressione agricoli (associazioni di

agricoltori, in Italia sono Coldiretti, CIA, Confagricoltura, COPAGRI).

Invece, presupposti di carattere ambientale e territoriale sono legati alla opportunità di produrre beni

pubblici con esternalità “positive” derivanti dalla diffusione delle imprese sul territorio (multifunzionalità

dell’agricoltura, cioè l’imprenditore agricolo ha una serie di funzioni come difensore dell’ambiente tenendo

in ordine il paesaggio).

Un altro ruolo dell’agricoltore è quello di operare nel settore secondario perché può produrre manufatti o

può trasformare prodotti agricoli, può produrre energia sotto forma di biomasse, biorcarburanti;

l’agricoltore può anche operare nel settore terziario offrendo servizi come l’agriturismo.

Le scelte politiche che tendono a proteggere il settore sono orientate prevalentemente a trasferimenti di

ricchezza verso lo stesso, con sostegno ai prezzi e ai redditi con miglioramento strutturale sia a livello

aziendale che di mercato.

Più recentemente l’intervento pubblico in agricoltura ha teso a riequilibrare domanda e offerta tentando di

contemperarlo con quelle della protezione del settore e della produzione di beni pubblici (tutela e

valorizzazione delle risorse naturali, paesaggio rurale, ecc.).

Nel 1957 con il trattato di Roma è nata la PAC con l’obiettivo di sfamare la popolazione, nel 1957 ci fu un

patto tra l’Unione Europea (in passato chiamata comunità economica europea) e gli imprenditori agricoli

cioè più i contadini avrebbero prodotto più sarebbero stati pagati in modo tale da poter sfamare la

popolazione.

Nel corso del tempo questa politica ha portato degli squilibri in quanto c’è stato un eccesso dell’offerta dei

prodotti agricoli rispetto alla domanda.

Si danno questi aiuti a settore agricolo perché questo settore produce bene pubblici come tutela e

valorizzazione delle risorse naturali e mantenimento del paesaggio rurale.

La politica agricola e la politica economica generale dipendono dagli obiettivi politici complessivi.

Gli obiettivi classici della politica agraria sono:

1. Un obiettivo classico del passato è stato mantenere un numero elevato di occupati in agricoltura,

perché di volta in volta la popolazione rurale è stata considerata serbatoio di soldati, elemento

stabilizzante della società, oppure perché si riteneva che la campagna offrisse condizioni di vita

migliori rispetto alla città;

2. Un secondo obiettivo molto comune è stato garantire un livello elevato di autosufficienza

alimentare al fine di cautelarsi in caso di guerra, di scarsità dei beni d'importazione e per contenere

il disavanzo della bilancia dei pagamenti, la bilancia dei pagamenti è la differenza tra le esportazioni

e le importazioni di un Paese, si ha un disavanzo quando le importazioni superano le esportazioni.

Negli ultimi anni gli obiettivi più importanti nei paesi avanzati sono stati i seguenti:

1. incrementare i redditi delle popolazioni rurali;

2. aumentare l'efficienza della produzione e della commercializzazione di prodotti agricoli.

Quest'ultimo sorge perché l'economia di mercato anche se adeguata a soddisfare la domanda di beni

agricoli, non garantisce l'adozione di tecniche efficienti, né un'accettabile distribuzione del reddito tra

settore agricolo ed extra agricolo.

Dal momento che le tecniche produttive e la rete di distribuzione spesso sono arretrate, gli agricoltori, in

assenza di interventi pubblici, subiscono redditi bassi e variabili.

Nei paesi avanzati dell'Europa occidentale e negli Stati Uniti, il progresso tecnico fa aumentare l'offerta

(quantità di produzione) più velocemente della domanda e, quindi, spinge verso il basso i prezzi e i redditi.

Nello stesso tempo produzione, prezzi e redditi variano per cause naturali e/o climatiche.

D'altro canto in molti paesi sottosviluppati, la produzione agricola è spesso insufficiente a soddisfare la

domanda. PROBLEMI DEL SETTORE AGRICOLO

I due problemi fondamentali che richiedono l'intervento statale sono:

• bassi redditi;

• redditi variabili.

BASSI REDDITI

Studi condotti in molti paesi in periodi diversi mostrano redditi agricoli inferiori a quelli degli altri settori.

I redditi agricoli (redditi aziendali) sono i redditi derivanti dallo svolgimento di attività nel settore primario.

I confronti tra redditi agricoli ed extra-agricoli devono però essere interpretati con molta cautela. Infatti, è

molto difficile misurare i redditi agricoli, o meglio spesso le diverse stime danno risultati diversi.

Problemi di misurazione del reddito agricolo sorgono quando si devono valutare redditi non monetari

(come per esempio il cibo prodotto nell'azienda) e i beni capitale. Inoltre i redditi che fluiscono alle famiglie

agricole da fonti extra-agricole sono molto rilevanti e la loro esclusione dal computo può creare un'idea

sbagliata dei livelli di vita effettivi.

È stato calcolato che negli Stati Uniti tali redditi sono almeno un terzo del reddito complessivo delle

famiglie agricole.

Per tutte queste ragioni non si dovrebbe mai dare troppo peso ai valori medi dei redditi agricoli. Tuttavia

un'idea della situazione finanziaria del settore agricolo si può ricavare da diverse indagini.

Queste confermano che l'agricoltura di molti paesi si troverebbe in difficoltà senza le misure correnti di

sostegno dei prezzi: da questo punto di vista esiste un problema di disparità di redditi tra agricoltura e altri

settori.

Nei paesi avanzati il problema dei divari di reddito paradossalmente è spesso aggravato dal progresso

tecnico in agricoltura, il progresso tecnico fa incrementare la produzione ma nel momento stesso in cui si

aumenta la produzione il prezzo dei prodotto scende, quindi la tecnologia in agricoltura è un “problema”.

La diffusione del progresso tecnico in agricoltura a partire dalla seconda guerra mondiale ha comportato

forti aumenti della produzione che in alcuni casi sono stati superiori agli incrementi della domanda,

causando la caduta dei prezzi agricoli rispetto a quelli industriali. Tale diminuzione non ha comportato

necessariamente una diminuzione del reddito agricolo rispetto a quello extra-agricolo.

Le statistiche del reddito nazionale in Inghilterra mostrano che il reddito agricolo è aumentato in termini

relativi durante la guerra, per ridiminuire dagli inizi degli anni Cinquanta in poi perché durante la guerra la

risorsa scarsa era costituita dai prodotti di prima necessità, la produzione era scarsa quindi i prezzi erano

più elevati.

Il problema del basso reddito agricolo è dovuto al fatto che il settore agricolo ha scarse capacità di

adattamento al mutare delle condizioni, ad esempio per entrare in produzione un frutteto ci mette circa 4

anni, ma se in questo tempo al consumatore non piace più quel frutto o si scopre che quel frutto dà

qualche problema si è perso tempo e denaro nell’instaurare il frutteto.

Quando il reddito aumenta, la domanda di beni alimentari cresce meno che proporzionalmente (Legge di

Engel, al raddoppiare del reddito la domanda dei beni alimentari aumenta ma meno che

proporzionalmente).

Il progresso tecnico fa aumentare continuamente la produzione, tuttavia per soddisfare la domanda di cibo

è necessario un numero di agricoltori minore, ma a causa di varie frizioni la riduzione degli occupati agricoli

avviene molto lentamente causando un eccesso di offerta, bassi prezzi, bassa produttività per addetto e

bassi redditi.

REDDITI FLUTTUANTI

Il secondo problema dell'agricoltura è la fluttuazione dei redditi che deriva dalla fluttuazione dei prezzi;

questo problema può essere risolto solo con la politica dei prezzi, cioè fissando i prezzi dei prodotti agricoli

(solitamente elevati rispetto ai Paesi extracomunitari).

Le fluttuazioni dei prezzi non causano necessariamente oscillazioni dei redditi perché possono essere

compensate dal mutamento dei costi o delle quantità vendute.

Perché il reddito resti costante è necessario che i prezzi varino al variare del volume della produzione, il

reddito resta costante grazie alla variazione dei costi. Se i prezzi fossero costanti le entrate totali

muterebbero in proporzione al raccolto e se si assume che alcuni costi sono variabili e altri sono fissi, il

reddito netto fluttuerebbe ancor più.

La stabilizzazione dei redditi, quindi, non si attua necessariamente con la stabilizzazione dei prezzi, i prezzi

variano in base alle quantità prodotti.

Sul mercato libero i prezzi dei prodotti agricoli sono molto «flessibili» mentre i prezzi dei manufatti

tendono ad essere «vischiosi» perché i prezzi dei prodotti agricoli sono soggetti ad ampie variazioni

giornaliere, settimanali e annuali, ad esempio nel periodo della raccolta delle mele ci sia aspetta un costo

delle mele minore.

FLUTTUAZIONI DI PREZZI

È possibile individuare cinque tipi di fluttuazioni di prezzi.

a) variazioni di lungo periodo, si estendono su molti anni e derivano da mutamenti di base della domanda

o dell'offerta;

b) fluttuazioni derivanti dall'andamento ciclico del mercato. Prima del 1939 tale ciclo commerciale era

molto marcato e durava 6-9 anni; nel periodo successivo al 1945 è stato più corto e meno rilevante,

causando «recessioni» piuttosto che «depressioni». Ciononostante i due periodi di boom e recessione

degli anni Settanta hanno registrato fIuttuazioni sensibilmente più forti di quelle precedenti;

c) cicli di due anni o più della produzione agricola e zootecnica durante i quali scarsità e alti prezzi

seguono surplus e prezzi bassi;

d) variazioni stagionali nel corso dell'anno;

e) fluttuazioni

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
286 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/01 Economia ed estimo rurale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Domenico 22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e politiche del sistema agroalimentare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof De Meo Rosanna.