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INDUSTRY POLICY:

realtà sempre riferendosi alla storia lunga dell’industrializzazione. (INFANT

dove un soggetto pubblico culla la crescita di un settore emergente sono state esperienze di

PUBLIC

politica industriale nel passato, ma anche del presente, tipica è la storia coreana;

PROCUREMENT: strumento con cui lo Stato appaltando beni e servizi ai privati li incoraggia e li

sostiene, tipico negli Stati Uniti)

i capitali privati e le risorse imprenditoriali nazionali sono insu cienti rispetto ad un

obiettivo desiderato di sviluppo industriale; si può delegare all'estero tale funzione o può lo

INDUSTRY POLICY, PUBLIC

Stato intervenire (direttamente o indirettamente)? (INFANT

PROCUREMENT)

imprese, settori, liere considerate di particolare interesse;

• lo Stato può intervenire

(direttamente o indirettamente) per favorire lo sviluppo e il ra orzamento di un’industria nazionale?

THE WINNER: PUBLIC PROCUREMENT)

(PICKING seleziono i vincitori,

una impresa (o anche un intero settore) di rilevanza nazionale entra in evidente so erenza

con rischi di fallimento; lo Stato può intervenire (direttamente o indirettamente) per salvare

OUT, TOO-BIG-TO-FAIL POLICY,

questa impresa in nome dell’interesse nazionale? (BAIL

SUNSET POLICY: una volta che mi sono reso conto che un’impresa è destinata a chiudere, non

posso accettare il collasso immediato, ma devo accompagnare verso il tramonto e addolcire

questa via con un intervento, ...)

Le politiche industriali selettive, le politiche di salvataggio, i “bail-out”, “too-big-to-fail”, sun-set

policy, picking-the-winner. …

(C) Politiche per lo “SVILUPPO”: come strumento di

La politica industriale deve rimanere strumento di qualcos’altro: qui è

promozione dello SVILUPPO di una nazione, di una regione, … Pagina 55

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Nota Bene: “ Sviluppo” e non solo “Crescita”: con crescita ci riferiamo alle variabili del prodotto

interno lordo o del reddito, quindi variabili di crescita mono dimensionali; mentre sviluppo inteso

sia come processo di cambiamento strutturale, sia come obiettivo a cui decido di voler tendere:

(1) Lo sviluppo NON è inteso come lo stato nale di un processo a cui tendono in maniera

“naturale” tutte le società. multidimensionale.

(2) Oltre la crescita del PIL. Lo sviluppo è’ un concetto

Lo Sviluppo è al contrario un concetto normativo che va discusso: si radica in una

discussione che entra nel merito su una serie di altre variabili non per forza economiche. (Non mi

trovo di fronte a un mondo che va automaticamente verso una serie di obiettivi e devo

preoccuparmi di come spingere la mia macchina verso quegli obiettivi dati, ma c’è spazio di

discussione sulla sostanza dei contenuti dell’obiettivo sviluppo).

Development is inevitably a normative concept, almost a synonym for improvement. To pretend

otherwise is just to hide one’s value judgements (Seers, 1972, p.22)

Sviluppo VS Crescita:

> Lo sviluppo è un concetto multidimensionale

> Lo sviluppo è un obiettivo normativamente de nito.

> La crescita può essere considerata come una delle dimensioni dello sviluppo.

> La crescita è misurata facendo riferimento alla crescita del reddito o del prodotto nazionale

mentre lo sviluppo è valutato e discusso (piuttosto che precisamente misurato) facendo

riferimento ad una schiera di aspetti quantitativi e qualitativi normativamente prede niti.

Lo sviluppo è un concetto multidimensionale che si riferisce ad una schiera di aspetti

>

quantitativi e qualitativi normativamente prede niti. (FIGURA): da un lato c’è una modellistica

che si immagina il cambiamento

strutturale e i processi di sviluppo come

una successione di stadi prede niti.

Questi stadi sono stati stilizzati dalla

teoria economica e sociale riferendosi

all’esperienza storica dei paesi di prima

industrializzazione, di prima ricchezza, i

cosiddetti “ rst comers”. (Linea che è

descrittiva, ma che diventa anche

prescritti come già abbiamo visto nelle

lezioni scorse). C’è un’idea evolutiva con

una metafora biologica: torniamo sul

tema che fare una politica industriale per

lo sviluppo sembrerebbe solo signi care

trovare gli strumenti adatti per spingere coloro che non hanno ancora percorso certi stadi, da uno

stadio A a uno B.

Abbiamo dall’altra parte visioni più complesse: visione à la Rostow. Un’altra visione è quella di

Hirschman in cui ci si riferisce a una visione normativa sia dei processi di sviluppo che di

discussione di politiche che vogliono poi riferirsi a diverse opzioni di cambiamento economico e

sociale.

Le possibili diverse dimensioni dello sviluppo: (FIGURA ): Se la stessa esperienza sia in termini

dinamici (=di lettura del cambiamento strutturale

nel tempo) sia in termini statici (=faccio una

fotogra a a un certo anno di tutti i paesi del

mondo), se inserisco un’altra dimensione come

la Life Expectancy (=vita attesa alla nascita)

nell’asse delle ordinate, oltre all’Income per

Person (=reddito procapite), inizio ad andare

nella direzione che dicevamo prima, ovvero

quello che posso dire dello status di un paese

inizia ad essere diverso. Noi stiamo cercando di

valutare come sta un paese in termini di

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ricchezza e di qualità della vita, ma prendo quelle 2 variabili così da aprire a un’altra dimensione,

cioè come sta la gente e tramite il reddito rappresento queste dimensioni.

(Ricordiamoci che una nazione è fatta di di erenze: quindi spesso è limitante il dato nazionale)

Se la politica industriale è strumento dello sviluppo, allora bisogna ragionare attentamente su

cosa signi ca raggiungere lo sviluppo, su quali sono le modalità per discutere l’obiettivo a cui una

politica decide discrezionalmente e legittimamente di volere tendere.

Oltre la crescita ci sono tante altre modalità di misurare l’obiettivo sviluppo—> “National

happiness rankings”.

(Ci interessa valutare come stanno i paesi, le regioni, i territori, come stiamo noi in base a variabili

di questo genere, non mi interessa quanto produco, ma quanto produco beni pubblici e privati e

quanto la collettività ha accesso a questa produzione per raggiungere qualche dimensione che

assomiglia al concetto di felicità)

(C) politiche industriali per lo Sviluppo:

- Queste considerazioni suggeriscono un ripensamento su cosa signi chi promuovere lo Sviluppo

(economico e sociale) di un paese, di una regione, di una Comunità.

- In una prospettiva che accetti la natura normativa del concetto di Sviluppo.

Niente è dato, né la successione degli stadi di cambiamento strutturale, né l’Obiettivo (obiettivi)

una Comunità nazionale o locale sceglie di voler tendere.

- E che si concentri sui meccanismi di governance (partecipativa?) attraverso cui vengono de niti

in primis gli obiettivi e poi gli strumenti e i target delle politiche di Sviluppo.

- E in questa prospettiva la politica industriale è possibile strumento per lo Sviluppo.

Una politica industriale per “lo sviluppo” il soggetto di interesse pubblico promuove:

L’accesso (e la produzione) di quel paniere beni (privati, pubblici, misti), servizi, diritti

de nito normativamente ottimo.

In sintesi il 2 approccio: IL SOGGETTO DI INTERESSE PUBBLICO (Local Governments, National

ANCHE SE

Governments, International Institutions, …) PUO’ INTERVENIRE IL MERCATO NON

FALLISCE. Lezione 10 maggio

LEZIONE 9

POLITICA INDUSTRIALE: IL DIBATTITO INTERNAZIONALE, LE TEORIE E LE PRATICHE - (3)

“I FALLIMENTI DEL GOVERNO”.

ORA: CRITICHE ALL'INTERVENTO DI POLITICA

INDIPENDENTEMENTE DALLE MOTIVAZIONI CHE MOTIVANO LA POLITICA INDUSTRIALE I

GOVERNI:

- HANNO SUCCESSO NEL LORO INTERVENTO?

- OPPURE FALLISCONO NEL LORO INTERVENTO?

In questo caso molte di queste considerazioni non hanno a che fare con le motivazioni. Infatti

indipendentemente dalle motivazioni che suggeriscono l’intervento di politica industriale, ovvero

sia le motivazioni da fallimento del mercato, sia le motivazioni dei beni meritori, sia quelle di

natura strategica, sia le motivazioni più generali di riferimento ai grandi obiettivi di sviluppo, qui il

fuoco della nostra attenzione è rivolto alla fase di azione, di implementazione.

Due sono le domande che ci facciamo (riferite a un libro di H. J.Chang):

Indipendentemente dalle motivazioni che motivano l’intervento di politica industriale:

1) E’ corretto assumere che il soggetto di interesse pubblico serva l’interesse collettivo invece che

l’interesse di alcuni gruppi o di alcuni individui ?

IN SINTESI: E’ corretto assumere che il Governo possa essere “Benevolente”(=raggiungere

il bene della collettività)?

2) Il soggetto di interesse pubblico ha la capacità di intervenire con e cacia ? Pagina 57

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IN SINTESI: E’ corretto assumere che il Governo possa essere “Onnipotente”(=e ettiva

capacità dell’intervento)?

SE “FARE” FOSSE FACILE COME “SAPER COSA FARE” …(ovvero se fare una politica fosse

facile come azione che si riferisce agli obiettivi visti nora, in realtà sarebbe uno scenario molto

più semplice di quello della realtà con cui ci vogliamo confrontare)

William Shakespeare, The Merchant of Venice:

TRAD: “Se fare fosse facile come sapere cosa è bene fare, le cappelle sarebbero chiese, e le

capanne dei poveri sarebbero palazzi da principi ... Io potrei più facilmente insegnare a venti

persone ciò che sarebbe bene fare, anziché essere io una di quelle venti e seguire i precetti miei.”

Quindi: “IL BUON GOVERNO”.

BISOGNA INTERROGARSI SU COSA POSSA ESSERE

Non basta una buona mappa che suggerisce quando il Governo è legittimato ad intervenire.

Il Governo deve anche sapere intervenire in maniera e ciente ed e cace. (E cienza ha a che

fare con i costi e bene ci ottenibili; E cacia ha a che fare con il fatto che una volta che ho de nito

l’obiettivo, al tempo stesso mi devo occupare del fatto che questo obiettivo poi dovrò

raggiungerlo: quindi c’è una distanza tra il momento della formulazione degli obiettivi della politica

e l’implementazione) W. Coase,

La letteratura dei fallimenti del governo nasce negli anni 60 negli Stati Uniti con

importante economista del secolo scorso, che in un momento storico, metà degli anni 60, anche

negli Stati Uniti si riscontra una forte presenza in alcuni campi dello Stato federale americano

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marika___99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e politica industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Poma Lucio.
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