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TEORIA DEI SISTEMI VITALI
Trae origine da autori del 1900 e dalla teoria dei sistemi. Le condizioni generali per considerare un’impresa
come sistema sono: la pluralità dei componenti materiali e immateriali, principio di interdipendenza e
comunicazione tra le componenti (i processi), comunione verso una finalità.
Cosa vuol dire seguire un approccio per metafore e per analogie?
Per metafora s’intende la trasposizione di un termine con un altro figurato, per comprendere un’esperienza
con riferimento a un’altra. (ES. IMPRESA-macchina)
Per analogia s’intende operano un’estensione di particolari conoscenze in un ambito disciplinare, in un
altro ambito attraverso l’applicazione dei modelli derivati dal primo, per meglio comprendere un
fenomeno. (es. funzioni metaboliche di un organismo per comprendere la crescita aziendale). Cerchiamo di
qualificare l’impresa considerando due dimensioni, dalle parti al tutto e quindi passando da una metafora
che si focalizza sulle parti a una che si focalizza sul tutto e dal concreto, da una dimensione che ha una
concretezza, a un livello di astrazione, così facendo qualifico l’impresa prima come sistema meccanico, poi
come sistema organico, poi come sistema cibernetico, autopoietico e infine come sistema cognitivo. Dire
che l’impresa è una macchina va a sottolineare la razionalità assoluta del comportamento manageriale, cioè
prendere decisioni razionali perché nell’ambiente c’è varietà e non variabilità, ciò accadeva col paradigma
SCP. L’impresa può essere studiata come una macchina ritenendo che sia la struttura a influire sulla
condotta ovvero le strategie per ottenere risultati; macchine poiché sottintendono l’impresa come sistema
chiuso ovvero indipendenti dagli stimoli dell’ambiente esterno con un’organizzazione rigida. Il paradigma
SCP comincia a vacillare e considero l’impresa come sistema cibernetico(considerata una macchina
intelligente dotata di processi di feedback e autoregolazione ).Si studia l’impresa come un organismo per
dire che esistono nell’impresa gli esseri umani e va considerata la natura biologica degli esseri viventi per
cui si parla di ciclo di vita, assimilando la vita di un’impresa, alla vita di un individuo. Quindi si scandisce nel
tempo riconoscendo una fase di nascita (lancio del prodotto),di crescita, maturità e declino; cominciano a
scambiarsi risorse con l’esterno. La struttura di impresa come sistema cibernetico è per funzioni, ci sono le
routine, il sapere codificato, le capacità organizzative standardizzate, e ci si adatta all’ambiente. La
razionalità dell’impresa non è più assoluta ma basata sui meccanismi di retroazione cioè di miglioramenti
per mantenere la rotta, l’azione di governo è ancora rigida e l’adattamento avviene per modificazione
sostanziale; passa da elasticità a flessibilità. Impresa come sistema autopoietico è come una cellula, si
sottolinea la capacità del sistema di produrre i propri componenti, rigenerando la propria organizzazione. è
autonoma dal contesto ma chiusa a livello relazionale, è dunque autoreferenziale, non riceve influenza
dall’ambiente e non lo influenza. Dunque, non ha un governo, questo sistema ha un forte limite poiché
sottostima il ruolo dei portatori di interesse. Si considera quindi l’impresa come sistema cognitivo, si dà
enfasi all’ambiente interno, l’importanza di diffondere conoscenza, non solo routine ma anche dynamic
capabilities, ovvero capacità di realizzare processi di conoscenza. L’impresa è considerata come una scatola
di elementi intangibili, sintetizza il cervello degli esseri pensanti che la compongono (enfasi sull’attività
celebrale) e passiamo a livello di astrazione massima.
Un fenomeno risulta complesso per un dato soggetto decisore, quando quest’ultimo non è in grado di
comprenderlo, quindi di governarlo. Si verifica un fenomeno di entropia crescente, cioè il grado di
disordine; riducendo l’entropia si passa dalla complessità alla complicazione; dunque si comprende il
fenomeno e lo si governa.I passaggi comprendono: abduzione, intuizione, deduzione( parliamo di “decision
making” e non “problem solving”;non bisogna risolvere un problema ma prendere una
decisione).Nell’analizzare e progettare soluzioni amministrative devo muovermi dalle parti al tutto ,dal
concreto all’astratto e dal complesso al complicato(sistema vitale in 3D).Si raggiunge la sintropia cioè riduco
il grado di confusione mediante l’apprendimento che aiutano a prendere decisioni strategiche più corretti
LEZIONE N.6 EGI
QUALIFICAZIONE DELL’IMPRESA COME SISTEMA VITALE
L’impresa opera in un contesto estremamente complesso, il cui contesto non è solo vario ma anche
variabile, cioè che aumenta l’indeterminatezza ,cioè la non conoscenza di determinati fenomeni man mano
che la varietà si nutre di variabilità e dunque lo scenario si presenta estremamente complesso,non
comprensibile. È necessario ridurre la complessità in complicazione. Maggiore è la non conoscenza
,maggiore è l’indeterminatezza e il fenomeno non è comprensibile; nell’area della complicazione diventa
tutto più comprensibile, questo è ricondotto al momento riduttivo. L’abduzione è presente quando
qualcosa non è comprensibile; segue l’intuito, la creatività ovvero la capacità dell’individuo di comprendere
senza conoscere facendo delle ipotesi fino a dedurre delle conclusioni. Ciò rappresenta il ciclo che va
dall’area della non conoscenza, all’area della complessità.
Per molto tempo le imprese sono state considerate dei sistemi chiusi basati sul ciclo input-trasformazione-
output, ma l’impresa è un sistema aperto che entra in relazione con altri sistemi. Con Von Bertalanffy si
introduce la variazione entropica e l’attenzione si sposta dalle componenti alle relazioni, ciò introduce la
dicotomia che è alla base dell’approccio sistemico vitale e che è dalla struttura al sistema. Alla base di
questo approccio vi sono alcune riflessioni: -non possiamo giungere a una conoscenza oggettiva e completa
bensì soggettiva ed approssimata( vuol dire che il focus è sull’individuo che osserva, non su ciò che si
osserva ,ciò definisce la soggettività dell’osservazione);-osservatori diversi osservano sistemi diversi, il
sistema emerge della struttura(comportamento ,finalità) che quindi si osserva;- è necessario avere una
matrice concettuale che ci permetta di sintetizzare e analizzare i fenomeni che osserviamo; in ogni caso
l’ambiente è dinamico e tutto accade per cambiamenti estemporanei delle varie prospettive di
studio(bisogna chiarire qual è il nostro punto di osservazione perché a seconda che questo cambia,
cambieranno le considerazioni. Questi sono i presupposti per la matrice concettuale.
I presupposti per l’approccio sistemico-vitale:
-Il “continuum tra riduzionismo e olismo”, ovvero l’approccio sistemico non si contrappone a due visioni
che caratterizzano lo studio dei fenomeni (visione analitico-riduzionistico e quella olistica) bensì li concilia
spostandosi laddove è necessario, dalle parti al tutto (assumo una visione analitico riduzionistica, spiego il
fenomeno nelle singole parti che lo costituiscono) e dal tutto alle parti (una visione olistica, considero un
fenomeno nella sua interezza).
- “Soggettività dell’analisi”, dipende dalla varietà cognitiva del soggetto osservatore (ovvero background o
bagaglio culturale), ognuno fatto di un sistema di valori, esperienze, conoscenze. Non possiamo
rappresentare la realtà che osserviamo in modo oggettivo, sarà sempre una realtà soggettiva.
-La contestualizzazione dell’osservazione, contestualizzare la realtà che sto osservando specificando: chi
analizza (osservatore), cosa analizza (oggetto di osservazione), quando si analizza (tempo di osservazione).
Tutto ciò è momentaneo, non si può assumere un carattere di osservazione che sia assoluto e oggettivo nel
tempo.
Si analizzano le categorie concettuali:
-Le proprietà dei sistemi: la capacità e il grado di apertura(capacità ovvero il potenziale di apertura verso le
relazioni esterne e attiene alla struttura; il grado, modulato da chi governa l’impresa, attiene al sistema),
l’autoregolazione e l’omeostasi (si riferisce a una condizione di equilibrio per cui ogni sistema in relazione
con l’esterno, raggiunge condizioni dinamiche di equilibrio e dunque l’omeostasi)e l’equifinalità(condizioni
iniziali e percorsi diversi consentono di raggiungere la stessa finalità).
-Postulati dell’ASV:
1) Un sistema è vitale se può sopravvivere in un particolare contesto, ricercando sempre quel raccordo
armonico con i vari sistemi.
2)Il sistema possiede la proprietà dell’isotropia, ovvero ha la stessa identità e quindi un organo di governo
(area del decidere) e una struttura operativa (area dell’agire).
3)Il sistema vitale è proiettato verso il perseguimento di finalità e il raggiungimento di obiettivi e connesso
a subsistemi e sovrasistemi da cui e a cui trae e fornisce indirizzi e regole (per raggiungere la finalità di
sopravvivenza e creazione di valore nel contesto attraverso obiettivi intermedi, nel fare questo sarò
influenzato e influenzerò una serie di sovrasistemi e sottosistemi che indirizzano e regolano l’agire).
4)Un sistema ha la possibilità sulla base di consonanza e di risonanza di dissolvere se stesso inteso come
ente autonomo nel sovrasistema a cui si riferisce in uno specifico periodo temporale(per entrare in
relazione con il sovrasistema devo avere una compatibilità strutturale cioè avere una consonanza, si passa a
una risonanza ovvero una sintonia e coincidenza di finalità.
I postulati vengono riletti in ottica d’impresa
-Dicotomie dell’ASV:
Struttura-sistema (La struttura viene definita come l’insieme dei componenti in relazione a cui si assegna
un ruolo nei processi aziendali e da cui poi emerge il sistema. Il sistema è la struttura sotto la guida del
governo orientata alla finalità).
Gestione-governo (la gestione, area dell’agire, attiene alla struttura dell’impresa perché consente di
comprendere le componenti attivati nei processi operativi quali gestione e implementazione. Il governo,
area del decidere, definisce le traiettorie evolutive che l’impresa deve perseguire e tutti gli adeguamenti
della struttura attraverso la lettura del co