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I E

netto dei costi da sostenere);

2. Il differenziale tra costi di organizzazione e costi di transazione: identificare i costi

dell’integrazione detti costi di organizzazione C e i costi di esternalizzazione detti costi di

O

transazione C .

T

Se la scelta sarà make ovvero internalizzare altrimenti la scelta sarà buy ovvero

> <

! " # $

esternalizzare (svolgere al proprio interno o acquistare dall’esterno). In caso di buy, un’impresa può

rivolgersi a tanti piccoli soggetti nel mercato oppure a un’altra impresa. La scelta tra tanti piccoli soggetti o

un’unica impresa dipende ancora dai benefici netti e dai costi di transazione. Nel caso della scelta di make

si distingue ulteriormente tra due strategie:

1. Combinazione: un’impresa integra un’altra impresa;

2. Integrazione: un’impresa integra al proprio interno transazioni che prima erano svolte

individualmente nel mercato.

Analizziamo adesso le variabili decisionali che si basano sui benefici netti i quali possono derivare da

economie di scala, economie di apprendimento ed economie di scopo che l’impresa riesce ad ottenere per

la propria produzione. Economie di scala

Le economie di scala si distinguono in lato offerta e lato domanda:

• Lato offerta: ovvero che il costo unitario medio diminuisce all’aumentare del volume produttivo;

• Lato domanda: si basa sull’assunto che col passare del tempo aumenti la probabilità di adozione

del prodotto da parte dei consumatori.

Economie di apprendimento

Le economie di apprendimento sono legate alla conoscenza e si rappresentano con un’equazione in cui si

collega il costo unitario medio e il volume di produzione ma in questo caso emerge lo sforzo decrescente in

termini di conoscenza che l’impresa impiega man mano che passa il tempo e aumenta la produzione e

determina una diminuzione del costo medio unitario. L’equazione menzionata è:

%&

=

Dove y è il numero di ore di manodopera diretta necessarie per produrre la x-esima unità, a è il numero di

ore di manodopera diretta necessarie per produrre la prima unità, x è il numero cumulativo di unità

prodotte e b è il tasso di apprendimento. Economie di scopo

A differenza dell’economia di scala basata sulla quantità e dell’economia di conoscenza basata

sull’apprendimento, lo scopo si basa sul numero di combinazioni produttive e riguarda la capacità di

rendere più efficienti i processi riducendo il costo unitario medio degli stessi perché uno stesso fattore

viene utilizzato (ha come scopo) più combinazioni produttive.

Origine dei costi di organizzazione e transazione

I costi di organizzazione e transazione della prospettiva neo-istituzionale dipendono da alcune variabili:

1. Costi di organizzazione: derivano da:

a. Costi coordinamento: legati al coordinamento delle combinazioni produttive interne

all’impresa (conflitti e inefficienze);

b. Costi di agenzia: si ricavano dalla teoria dell’agenzia e indicano i costi legati ai conflitti tra

management e proprietà dell’impresa;

c. Costi di influenza: legati all’influenza che alcune aree manageriali possono avere nella

gestione di determinati processi o attività.

2. Costi di transazione: dipendono da investimenti specifici nelle relazioni, dalle quasi-rendite

espropriabili e dai problemi di hold-up e costi di interazione (legati al mercato).

Investimenti specifici nelle relazioni

Immaginiamo un’impresa che vuole esternalizzare l’approvvigionamento o la distribuzione. Le fasi da

sostenere per finalizzare questa relazione esterna richiedono costi legati a:

• Ricerca: investimento di tempo (costo economico) per ricerca di informazioni;

• Negoziazione: selezione nell’ambito delle alternative possibili (contratti di esclusiva ecc.) per

formalizzare la relazione;

• Mantenimento: nel tempo della relazione per evitare comportamenti opportunistici/scorretti o la

creazione di asimmetrie informative. Le quasi rendite

Una rendita pura, dal punto di vista economico, è un bene o un servizio che genera un ricavo

indipendentemente dal fatto che questo bene sia nella disponibilità di chi ne fruisce (i beni culturali

generano rendite ma non possono essere acquistati). Potrebbero tuttavia esistere varie rendite:

• Quasi-rendita totale: se ci sono costi dovuti al mantenimento della rendita pura (depurata del

mantenimento);

• Quasi-rendita specifica: se la rendita può essere impiegata in usi alternativi (depurata del

mantenimento e del costo opportunità);

• Espropriabile/Non espropriabile: espropriabile se lo sfruttamento della quasi-rendita specifica

dipende da più imprese, non espropriabile se lo sfruttamento della quasi-rendita va a favore di

un’unica impresa.

In presenza di quasi-rendite specifiche espropriabili, nell’ambito di relazioni tra imprese, si creano problemi

di hold-up. Le controparti, infatti, scatenano dei processi negoziali per tentare ognuna di appropriarsi di

una parte delle quasi-rendite. Si genera, quindi, un conflitto a lungo termine che provoca costi addizionali e

consumo di risorse. Facciamo un esempio, ipotizziamo che un’impresa abbia un ricavo di un fattore pari a

1000 € e un costo di 100 €. La rendita pura di 1000 € è quindi depurata e si ottiene la quasi-rendita di 900 €.

Ipotizziamo che il nostro fattore possa essere

impiegato in una serie di usi alternativi (come

l’affitto ricavabile da un capannone piuttosto

che utilizzarlo come magazzino) dal valore di

500 €, ottenendo così la quasi-rendita specifica

di 400 € depurata sia del mantenimento che

del costo opportunità. Infine, ipotizziamo che

l’acquirente del fattore sia a conoscenza della

quasi-rendita di 400 € (e non 900 €) e sia

portato a rinegoziare il prezzo fino a ad un

massimo di 400 € (se pagasse il prezzo di 400 € la quasi-rendita totale sarebbe 300 € considerando che i

costi opportunità non sono contabili ma economici e l’impresa conseguirebbe ugualmente un profitto). In

questo caso, la quasi rendita specifica (e il vantaggio) verrebbe trasferita dal produttore all’acquirente. Ove

il produttore resistesse alla richiesta dell’acquirente, questo potrebbe originare conflitti tra le parti (il

produttore vorrebbe conservare la quasi-rendita specifica). La situazione può essere espropriabile in

quanto un soggetto terzo potrebbe espropriare la nostra rendita applicando un prezzo minore ad esempio.

Problemi di hold-up/mantenimento

Sono problemi legati agli investimenti specifici e derivano dal mantenimento (hold-up) della relazione con i

soggetti esterni. I problemi di hold-up si collegano ai fallimenti nella cooperazione e nel coordinamento:

• Cooperazione: risorse impiegate per controllare potenziali comportamenti opportunistici del

fornitore esterno (trovare fornitore affidabili, rendere il contratto effettivo, risoluzione delle

controversie ecc.);

• Coordinamento: risorse impiegate per gestire la transazione e l’interazione con un fornitore

remoto rispetto al caso in cui le stesse attività fossero state svolte nell’impresa (viaggi e trasferte,

spese telefoniche ecc.). In sintesi

Un’impresa avrà convenienza a svolgere una combinazione produttiva al suo interno (make) se è vera la

seguente condizione (altrimenti converrà l’alternativa esterna ovvero buy):

( )

− + ( − ) > 0

! " $ #

Dati i benefici netti, al crescere degli investimenti specifici, accrescono anche i costi di transazione e quindi

aumenta la convenienza al make. Viceversa, combinazioni produttive che rendono più complessa

l’organizzazione dell’impresa, accrescono i costi di organizzazione e aumentano la convenienza al buy.

La teoria dei diritti di proprietà e altre prospettive

Oltre alla prospettiva neo-istituzionale troviamo la teoria dei diritti di proprietà. Questa teoria parte dal

presupposto che l’internalizzazione di una combinazione produttiva non modifica i costi di transazione

(trasferisce il costo di transazione nei costi interni ma non è eliminato). Secondo tale teoria la distribuzione

tra due o più imprese dei diritti di proprietà sulle combinazioni produttive influenza la motivazione e,

quindi, l’incentivo a impiegare gli stessi con efficacia ed efficienza nell’ambito delle combinazioni produttive

dell’impresa. I diritti di proprietà sulle combinazioni produttive implicano non solo l’uso delle stesse ma

anche l’appropriazione delle rendite che tali fattori generano (siccome è tutto interno). Le combinazioni

produttive andrebbero allocate al soggetto che meglio è in grado di valorizzarle. Altre prospettive sono:

• Potere di mercato: l’impresa potrebbe ampliare i propri confini per incrementare il potere di

mercato e l’influenza nei confronti degli altri soggetti (fornitori, concorrenti, clienti ecc.);

• Evolutiva: si basa sulla presenza di meccanismi di adattamento secondo la quale occorre

considerare anche i costi di adattamento collegati alla scelta di una data configurazione del confine

dell’impresa (come il fenomeno del reshoring ovvero del ritorno a casa diminuendo i confini).

Nel fissare il confine occorre considerare anche altri aspetti come:

• Vincoli finanziari: limitato accesso al credito, risorse limitate ecc.;

• Pressioni istituzionali: che spingono verso l’integrazione per lo sviluppo del paese;

• Specializzazione produttiva: l’integrazione non è perseguibile perché troppo vasta;

• Dipendenza dalla storia passata: dipendenti dal percorso svolto magari avverso al rischio;

• Fattori extra-economici: come le policy o regolamentazioni già in atto (antitrust).

Estensione verticale del confine

Dati i criteri decisionali per la scelta in merito al confine dell’impresa, il confine stesso può essere definito in

senso sia orizzontale sia verticale. Consideriamo un esempio per l’estensione verticale:

Ci sono nove imprese che producono prodotti

per la cura della persona, pasta ed

elettrodomestici e un’impresa che si occupa di

servizi di automazione industriale. Le

combinazioni produttive riguardano la

lavorazione delle materie prime, la

trasformazione delle stesse in prodotti finiti e la

distribuzione ai clienti.

La nostra impresa A si colloca nella trasformazione delle materie per produrre prodotti per la cura della

persona (mercato di massa) con una distribuzione attraverso intermediari. La nostra impresa potrebbe

decidere di espandersi verticalmente a monte (ascendente) producendo all’interno le materie prime

anziché acquistarle (immagine a sinistra). Come seconda opzione, l&

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A.A. 2023-2024
113 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher HawkedF di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Iandolo Francesca.