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3.2. LE CONDIZIONI DI ESISTENZA DELL'IMPRESA: LE COMPONENTI DELL'EQUILIBRIO ENERGETICO
L'impresa può sopravvivere e crescere solo se incamera più energia di quanta ne ceda all'esterno. Pertanto distinguiamo due condizioni di esistenza:
- Equilibrio finanziario: capacità dell'impresa di assolvere in tempo gli impegni finanziari assunti;
- Equilibrio economico: esprime la capacità dell'impresa di produrre un surplus di valore.
Tra le due condizioni, quella del mantenimento dell'equilibrio finanziario è senz'altro prioritaria poiché la sua mancanza può portare a situazioni di inadempimento, insolvenza e infine fallimento dell'impresa. Ma in mancanza di equilibrio economico l'impresa non è autosufficiente e la sopravvivenza dipende dalla disponibilità della proprietà a riversare nuove risorse nell'impresa.
3.2.2. EQUILIBRIO FINANZIARIO
L'equilibrio
finanziato con risorse a lungo termine. Le immobilizzazioni possono essere materiali (come terreni, fabbricati, macchinari) o immateriali (come brevetti, marchi, software). Le disponibilità, invece, rappresentano le risorse finanziarie liquide dell'impresa, come il denaro contante, i depositi bancari e gli investimenti a breve termine. Le disponibilità sono necessarie per far fronte alle esigenze di liquidità dell'impresa, come il pagamento delle forniture, dei salari e delle tasse. L'equilibrio finanziario è quindi fondamentale per garantire la stabilità e la continuità dell'impresa. Un equilibrio finanziario corrente adeguato assicura che l'impresa abbia sempre a disposizione le risorse finanziarie necessarie per far fronte ai propri impegni in scadenza. Tuttavia, è importante sottolineare che questa condizione è ottima ma poco realistica, in quanto è difficile prevedere con precisione i flussi finanziari futuri. L'equilibrio finanziario strutturale, invece, riguarda la relazione tra le fonti di finanziamento dell'impresa e gli impieghi di tali risorse. L'impresa deve essere in grado di far fronte prontamente agli impegni finanziari verso terzi, come il pagamento dei debiti e degli interessi. Questo equilibrio può essere valutato attraverso l'equazione (giacenza di cassa al tempo t-1) + (entrate al tempo t-1) >= uscite al tempo t. Questa condizione è più realistica, in quanto si necessita di una quantità di denaro iniziale per soddisfare tutte le uscite che arriveranno prima delle entrate. In conclusione, l'equilibrio finanziario è un aspetto cruciale per la gestione finanziaria dell'impresa. È necessario trovare un giusto equilibrio tra le risorse finanziarie correnti e strutturali, al fine di garantire la stabilità e la continuità dell'impresa nel lungo periodo.grandezze che si trasformeranno in liquidità solo in seguito a riduzioni o cessazioni dell'attività. Le disponibilità sono attività che possono essere liquidate senza compromettere il fisiologico svolgimento di un determinato livello di attività, quindi generano un fabbisogno finanziario non strutturale poiché le grandezze vengono impiegate per brevi periodi.
Allora gli investimenti in capitale fisso generano un fabbisogno finanziario di lungo periodo mentre gli investimenti in capitale circolante generano un fabbisogno finanziario di breve periodo.
Nella struttura finanziaria di un'impresa possiamo riscontrare:
- investimenti duraturi: attività destinate a rimanere durevolmente presenti in azienda, in quanto se ne prevede l'impiego per più cicli produttivi. Il fabbisogno finanziario generato dal singolo investimento è massimo al momento dell'acquisto e si riduce annualmente;
- capitale circolante fisiologico
Il livello di liquidità e delle rimanenze, e nel momento in cui i creditori chiederanno la restituzione dei prestiti concessi, l'impresa non sarà in grado di ripagarli.
EQUILIBRIO ECONOMICO
L'impresa è in grado di produrre ricchezza se opera in condizioni di equilibrio economico: operare in condizioni di equilibrio economico vuol dire creare ricchezza tale da soddisfare le esigenze dei pubblici d'impresa, così da alimentare il loro desiderio di continuare il rapporto con l'impresa.
L'equilibrio economico è riconducibile a: ricavi > costi (da valutarsi nel medio-lungo periodo).
La natura dell'equilibrio economico richiede una valutazione su tre dimensioni di analisi:
- Valore assoluto dei ricavi sui costi (saldo > 0): consente di evidenziare il saldo (positivo o negativo) della ricchezza prodotta (ex-post) o producibile (ex-ante);
- Intensità dei ricavi sui costi: di quanto ricavi > costi. Avremo un
equilibrio economico forte nel caso in cui i ricavi superino di molto i costi, sennò un equilibrio economico debole nel caso si abbia una limitata superiorità dei ricavi sui costi.
Tendenza evoluzione dei ricavi sui costi: si esprime un giudizio sulla tendenza che nel tempo assume il rapporto tra ricavi e costi, che può essere crescente, decrescente o stabile.
3.3. I PRINCIPALI INDICATORI PER L'ANALISI SISTEMATICA DELLE GRANDEZZE D'IMPRESA
3.3.1. ANALISI DI REDDITIVITÀ
L'analisi della redditività si fonda sulla corretta classificazione dei bilanci al fine di consentire l'individuazione del contributo delle diverse "gestioni" aziendali alla formazione del reddito netto aziendale. Il criterio prevalente di riclassificazione del conto economico è quello in forma scalare.
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3.2.5. VALUTAZIONE DELLE SOSTENIBILITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA
Le condizioni di equilibrio economico e finanziario
Costituiscono dei fondamentali punti di riferimento per il governo della fisiologia d'impresa da parte del vertice imprenditoriale.
Leva operativa
Tra gli elementi da prendere in considerazione per valutare la potenziale economicità dell'impresa c'è l'analisi della soglia tecnica: indica il numero minimo di unità (BEP) che è necessario produrre al fine di coprire interamente i costi operativi sostenuti dall'impresa.
Se il numero delle unità individuate non risulta raggiungibile, l'impresa può modificare tale situazione variando l'entità degli elementi coinvolti:
- Riducendo il livello dei costi fissi operativi;
- Aumentando il prezzo di vendita;
- Riducendo l'entità del costo variabile o unitario;
- Trasformando i costi fissi in costi variabili.
Leva finanziaria
La leva finanziaria consente di dimensionare il livello d'indebitamento dell'impresa al fine di massimizzare la redditività.
del progetto. Metodi finanziari: A) Valore attuale netto (VAN): tiene conto del valore finanziario del tempo e della distribuzione temporale dei flussi di cassa. Si calcola scontando i flussi di cassa futuri al tasso di interesse opportuno e sottraendo l'investimento iniziale. B) Tasso interno di rendimento (TIR): è il tasso di interesse che rende il valore attuale netto dei flussi di cassa pari a zero. Indica il rendimento effettivo del progetto. C) Indice di redditività (IR): rapporto tra il valore attuale netto dei flussi di cassa e l'investimento iniziale. Indica la redditività del progetto rispetto all'investimento effettuato. Questi metodi consentono all'imprenditore di valutare la convenienza economica e finanziaria dei progetti di investimento, prendendo in considerazione sia gli aspetti contabili che quelli finanziari.d'investimento.Metodi finanziari: questi si distinguono dai metodi tradizionali perché si basano esclusivamente sull'analisi dei flussi di cassa abbandonando completamente il principio contabile di competenza. A) Metodo del valore attuale netto (VAN): esprime la ricchezza creata o distrutta del progetto. Quando il VAN è positivo il progetto libera flussi di cassa sufficienti a ripagare i finanziatori e genera un surplus di ricchezza disponibile per l'impresa (fa aumentare il valore dell'azienda). (i= tasso di sconto, Ft= flusso di cassa al tempo t, n= durata complessiva dell'investimento) B) Tasso interno di rendimento (TIR): rappresenta il costo massimo della raccolta che un progetto può sopportare. Al tasso (i*) il VAN è uguale a zero. PARTE IV: IL GOVERNO D'IMPRESA: LE PRINCIPALI DECISIONI IMPRENDITORIALI 4.1. ATTIVITÁ DECISIONALE DEL VERTICE IMPRENDITORIALE: UN MODELLO INTERPRETATIVO Il sistema delle decisioniimprenditoriali relative alla costituzione ed alla conduzione del sistema operativo aziendale può essere suddiviso in due macro categorie: - Decisioni strategiche: attraverso cui i soggetti che fanno parte del sistema di controllo definiscono i caratteri della struttura aziendale, in particolare il patrimonio di capacità proprie dell'impresa e il suo "modo di essere" nell'ambiente. Tra le decisioni strategiche si individuano: a. Funzioni strategiche: l'impostazione ed il governo dei processi di sviluppo aziendale; b. Funzione "politica" armonizzatrice: formulare gli obiettivi di sviluppo e governare le tensioni che emergono nelle fasi di cambiamento; c. Funzione organizzativa: è necessaria la capacità di esercitare una funzione di leadership sull'intero sistema d'impresa. - Decisioni funzionali di rilievo imprenditoriale: decisioni per le quali appare evidente il contributo di una delle diverse aree di competenza dell'impresa, come ad esempio la produzione, il marketing, le risorse umane, la finanza, ecc.Attività nel quale può essere articolato il sistema operativo (aree della organizzazione, produzione, marketing, finanza e informazione). I "poli di attenzione" che l'imprenditore deve sempre tenere sotto controllo sono:
- Sicurezza: più nello specifico il contenimento del rischio, inteso soprattutto in termini di rischio di insolvenza. Bisogna valutare l'impatto di ogni decisione sul piano di mantenimento di un adeguato equilibrio finanziario e si da importanza al raggiungimento di un adeguato livello di capitalizzazione;
- Forza: capacità di sviluppare e mantenere una posizione di forza nei rapporti con gli interlocutori dell'impresa (capacità strategica); la forza dell'impresa può essere data dal suo potere di mercato e tecnologico;
- Autonomia: capacità di generare le risorse di cui l'impresa necessita per sviluppare una adeguata forza sul mercato e per mantenere un sufficiente grado di sicurezza.