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La struttura del vertice imprenditoriale

L'imprenditore può assumere varie configurazioni: si potrà trattare di una persona fisica o di un gruppo integrato di persone fisiche, formalmente o informalmente istituito, che di fatto regge le sorti dell'impresa assolvendo le tre indeclinabili funzioni imprenditoriali.

In relazione alla numerosità dei soggetti da cui è composto, il vertice imprenditoriale si divide in:

  • Monopersonale, quando le funzioni imprenditoriali sono svolte da un unico soggetto
  • Pluripersonale, costituito da un gruppo integrato di soggetti, cioè da più persone fisiche, e può definirsi a struttura:
    • All'interno del vertice imprenditoriale si attribuiscono delle deleghe specifiche su determinati ambiti di decisioni a un soggetto rispetto ad un altro. Non tutti hanno lo stesso potere, ma alcuni hanno dei poteri specifici in alcuni ambiti di decisione.
    • Indifferenziata, cioè che i poteri decisionali sono distribuiti in modo uguale tra tutti i soggetti che compongono il vertice imprenditoriale.

Soggetti imprenditoriali sono tutti allo stesso livello, ogni decisione che abbia carattere imprenditoriale debba essere presa in accordo tra i membri del gruppo imprenditoriale (Fondazione Firenze fiera).

In base a quanti centri di governi, vertici imprenditoriali, si dividono in imprese:

  • All'interno dell'impresa:
    • Monocentrica, con un solo vertice di governo
    • Policentrica, con più centri di governo, uno all'interno dell'impresa e altri al di fuori
  • All'esterno dell'impresa:
    • Policentrica, di essa, molto spesso si tratta di alte imprese (Fininvest), l'impresa non ha autonomia strategica

Ci sono casi in cui le imprese hanno autonomia strategica cioè che hanno vertice dell'impresa all'interno ma c'è solo fuori.

I METODI DI GOVERNO

Modi in cui il vertice imprenditoriale può approcciarsi alla programmazione del futuro. Si riflette su...

Due condizioni distinte:

  1. Dalla fonte decisionale, da dove si traggono le informazioni per prendere le decisioni. Si distinguono in:

    • a. Esperienza-intuito
    • b. Informazione basata sulla raccolta di informazioni
  2. Dal metodo previsionale, che si basa:

    • a. Estrapolazione, è un modello previsionale per cui si individuano dei trend in base ai dati passati, immaginando che questi siano mantenuti anche nel futuro. Estrapolo dai dati del passato delle previsioni sul futuro. Tuttavia, l'approccio estrapolativo non sempre può essere considerato affidabile, poiché è molto influenzato da fattori esogeni (es. turismo durante il covid) o dall'impresa stessa.
    • b. Anticipazione, cioè cosa potrebbe cambiare nel futuro andando ad anticipare i possibili cambiamenti

Vi sono imprenditori meramente intuitivi, improvvisatori, che decidono sul momento senza obiettivi, utilizzando la direzione intuitiva spesso esercitata senza il ricorso a strumenti informativi per il controllo delle azioni.

imprenditoriali in svolgimento

L'impresa può prendere una delle informazioni e si programma l'attività direzione orientata si traggono l'estensione presupponendo che il futuro sia del passato (cioè con la logica estrapolativa). Nessuno può garantire però tutto ciò, poiché i fattori che possono incidere su tale logica sono molti e l'anticipazione,

Nasce la necessità di prendere una direzione per obiettivi cioè utilizzando le informazioni l'impresa e gli impatti che questo ciò capire i fattori che possono influenzare cambiamenti possono portare all'impresa stessa. È una questione che richiede una capacità di raccogliere le informazioni e dei fattori che possono incidere sull'impresa immaginando un possibile futuro. Si possono distinguere:

  • Autogoverno al vertice per obiettivi, il vertice effettua la raccolta delle informazioni e trova degli che utilizzerà come

elemento di valutazione per l'azione dell'impresa, li tiene per sé. obiettivi Questa valutazione potrà indurlo ad intervenire sul sistema operativo per ridurre lo scostamento tra obiettivo il risultato.

- Direzione per obiettivi propriamente detta, non solo il vertice stabilisce gli obiettivi ma coinvolge singoli livelli dell'organizzazione la struttura organizzativa attribuendo ai dei sotto obiettivi, responsabilizzando i singoli soggetti al perseguimento dei sotto obiettivi che porteranno alla realizzazione dei macro-obiettivi

I MODELLI IMPRENDITORIALI

Le modalità di realizzazione delle funzioni imprenditoriali dipendono dalle capacità e caratteristiche personali dei soggetti componenti il vertice imprenditoriale. Si individuano quindi gli elementi salienti per la copertura del ruolo imprenditoriale e si definiscono alcuni possibili modelli imprenditoriali frutto della coerente combinazione delle diverse intensità degli elementi salienti in

precedenza individuati.

Secondo Fazzi due sono le fondamentali figure imprenditoriali:

  1. imprenditore tradizionale

    1. attività combinatoria dei fattori produttivi, con una grande competenza allo svolgimento dell'attività
    2. guida diretta del sistema aziendale, esercitato e assumono quasi tutte le decisioni dell'impresa
    3. titolarità del capitale, che hanno dato vita all'impresa
    4. problema: mal si adatta a imprese che crescono di dimensione
  2. imprenditore moderno dotato di caratteri profondamente diversi ed antitetici

    1. governo del cambiamento (funzione strategica), mutamento, immaginando l'evoluzione dell'impresa nel tempo
    2. governo degli uomini (funzione organizzativa), impegnandondosi nella capacità di definire i compiti decisionali e di distribuirli all'interno dell'organizzazione in modo da garantirsi il tempo e la forza per risolvere i problemi dell'impresa

governo degli interessi (funzione politica), gestendo i rapporti politici con gli stakeholder. È però necessario allargare questa analisi individuando gli elementi salienti che danno vita ai diversi modelli imprenditoriali.

Gli elementi necessari all'individuazione dei diversi modelli imprenditoriali sono:

  • I requisiti personali
  • Variabili (o caratteri) significative
  • Funzioni imprenditoriali, che sono quelle tre (strategica, organizzativa e politica ammortizzatrice)

I requisiti personali sono costituiti dall'insieme di attributi personali necessari per l'esercizio dell'attività imprenditoriale e sono ad esempio:

  • capacità di resistenza fisica
  • ambizione
  • intuizione
  • laboriosità dell'imprenditore

Le variabili

Si tratta di elementi variabili presenti all'interno di ciascun soggetto con diversi livelli di intensità. I caratteri a cui si fa riferimento sono costituiti essenzialmente da:

(cioè che sia

anche il proprietario) da parte dell’imprenditore. - Titolarità del capitale di rischio Bisogna fare riferimento a due situazioni limite: l’imprenditore sio completa titolarità del capitale di rischio (imprenditore-proprietario):autolegittima nel ruolo quando l’imprenditore non siao completa mancanza di titolarità del capitale di rischio,proprietario di alcune quote e quindi esso sarà un professionista chiamato dal proprietario agestire l’impresa in base alle sue capacità Tra queste due situazioni limite vi sono una serie di posizioni intermedie e caratterizzate da unapartecipazione più o meno significativa ma non assoluta degli imprenditori del capitale di rischio. Gliimprenditori proprietario riunendo in sé le caratteristiche e le funzioni sia dell'assetto proprietario cheimprenditoriale, ha il vantaggio di risolvere al proprio interno le problematiche conflittuali tra i dueassetti. Questo però portadei limiti ovvero che se sceglie di essere essenzialmente imprenditore dovrà sacrificare i propri interessi di proprietario rinunciando alla distribuzione del reddito e investendo il patrimonio personale in maniera consistente nell'impresa al fine di ottenere necessarie risorse per lo sviluppo del sistema. 26- Propensioni imprenditoriali da intendersi come inclinazioni specificatamente legate al carattere dell'imprenditore. È il modo in cui il soggetto si approccia ai problemi e come affronta il cambiamento e il rischio. In questo ambito si individuano tre possibili articolazioni: - propensione alla delega cioè ad affidare parte della propria attività decisionale ad altri soggetti presenti all'interno della struttura organizzativa. Una scarsa propensione alla delega genera un'eccessiva centralizzazione decisionale nelle mani dell'imprenditore. Invece, una situazione di accentramento decisionale nelle mani di altri soggetti indica una eccessiva propensione alla delega da parte dell'imprenditore.

impossibilità dicontrollare il sistema.Se si decide di effettuare la delega, bisogna individuare a quale livello gerarchico deve essereattribuita una determinata decisione. Il principio generale è quello di collocare la decisione allivello di competenza più bassa, in modo tale che gli organi superiori non devono dedicareparte del proprio tempo a scelte realizzabili anche da organi inferiori. Si avrà quindi unadistribuzione fisiologica dell’attività decisionale con conseguenze positive sui costi e sullaefficienza del sistema. ossia all’inclinazione dell’imprenditore di affrontare le conseguenzeo propensione al rischio,potenzialmente connesse con una determinata azione, ossia la disponibilità di correre rischiall’impresa. Poca propensione al rischio porta ad una sopravvivenza dell’impresa, mentretroppa propensione al rischio è molto pericolosa, poiché al verificarsi di eventi imprevisti osottovalutati

ponibile. Questo approccio può portare a conseguenze tragiche, come la mancanza di equità nella distribuzione della ricchezza e la creazione di tensioni e conflitti tra gli stakeholder dell'impresa. L'innovazione è un elemento fondamentale per la sopravvivenza e il successo di un'impresa. Tuttavia, l'introduzione di nuove idee e pratiche può incontrare resistenza da parte dell'imprenditore e degli altri attori coinvolti. Questa resistenza può essere causata da diversi fattori, come la paura del cambiamento, la mancanza di fiducia nelle nuove proposte o la difesa degli interessi personali. La logica di azione dell'imprenditore è il modo in cui egli gestisce il problema dell'innovazione e prende le decisioni. Ci sono diverse logiche di azione che possono essere adottate: - Una logica economica, che si concentra sulla distribuzione della ricchezza prodotta e si risolve nel determinare a quali interlocutori dell'impresa è destinata la ricchezza. In questo contesto, possiamo trovare due approcci principali: - Un approccio equilibrato, che cerca di trovare un equilibrio nella distribuzione della ricchezza in base alle esigenze specifiche di ciascun interlocutore. Questo approccio mira a soddisfare le diverse richieste e a garantire una distribuzione equa dei benefici dell'innovazione. - Un approccio squilibrato, in cui si riconosce una predominanza di uno specifico stakeholder, al quale viene interamente disponibile la ricchezza prodotta. Questo approccio può portare a una distribuzione iniqua della ricchezza e a una concentrazione di potere nelle mani di pochi. In conclusione, l'innovazione e la gestione dell'innovazione sono processi complessi che richiedono una valutazione attenta delle conseguenze e delle logiche di azione adottate. È importante considerare gli interessi di tutti gli attori coinvolti e cercare di trovare un equilibrio nella distribuzione della ricchezza prodotta.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
101 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elix002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Becagli Claudio.