Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
POST ARMONIZZAZIONE
-armonizzazione da dove nasce? dall’esigenza di evitare di gonfiare entrate o considerare spese passate,
quindi il criterio adottato è quello della competenza finanziaria potenziata (rilevo il fatto di gestione quando si
manifesta, ma lo imputo nell’anno dell’esigibilità sia che sia entrata sia che sia spesa) grazie al quale i residui
passivi post armonizzazione sono pari a veri e propri debiti (residui passivi pre armonizzazione non
rappresentavano veri e propri debiti)
-unità di voto che cos’è?
-fondo pluriennale vincolato e il fondo crediti dubbia esigibilità: il secondo ha la finalità di tener conto della
capacità di riscossione dell’ente, mentre il primo può operare sia in conto capitale che in conto corrente per
gestire l’esecuzione di opere nel tempo. 91
- Parte Baroni
I SERVIZI PUBBLICI E LE AZIENDE PUBBLICHE: LO SCENARIO ATTUALE E LE NUOVE
PROSPETTIVE
PRIMA PARTE DI BARONI
Riflessioni sul concetto di servizio pubblico locale
Prima di parlare di servizio pubblico bisogna parlare di servizio: la funzione del servizio è quella di garantire il
soddisfacimento diretto e indiretto dei bisogni (soddisfacimento indiretto: si creano le condizioni per fare si
che servizio soddisfi altri bisogni, es. illuminazione soddisfa bisogno di visibilità, ma anche quello di
circolazione).
L'evoluzione dei servizi e dei bisogni è strettamente collegata all’evoluzione della città moderna: la crescita
dei servizi ha consentito di creare un circolo virtuoso bisogno-servizio-benessere che determina sempre dei
nuovi bisogni a cui si risponderà con l’erogazione di un servizio aggiuntivo.
I bisogni possono essere derivati ovvero accessori rispetto a quello principale o totalmente diversi da quello
originario.
I servizi, perciò, hanno funzione fondamentale nell’evoluzione della città moderna perché hanno la capacità di
soddisfare bisogni e, quindi, di far crescere il benessere.
I SERVIZI PUBBLICI
Per quanto riguarda i servizi pubblici esistono molti approcci al tema: questo concetto può essere visto dal
punto di vista economico, economico-aziendale, sociologico, ma anche giuridico; perciò, abbiamo molte
materie che si approcciano a questo tema.
Dare una definizione unica, perciò, risulterebbe troppo difficoltoso.
Delineiamo almeno quali sono le caratteristiche del servizio pubblico:
1. sono a larga diffusione con omogeneità di soluzioni funzionali: sono rivolti a tutti e le soluzioni
organizzative adottate non sono specifiche per un soggetto, bensì pensate per una collettività
2. sono servizi di base quindi essenziali, rivolti a singoli individui e alle collettività organizzate (città),
soddisfano bisogni largamente avvertiti e garantiscono un livello di civiltà minimale (es. illuminazione o
acqua: servizi di base largamente avvertiti)
3. garantiscono un elementare livello di civiltà ai singoli utenti e crescita del benessere
4. sono di pubblica utilità, ovvero hanno un’utilità per il pubblico
5. hanno spiccati caratteri di socialità: questo è un punto fondamentale perché il fatto di avere disponibilità
di servizi pubblici garantisce un livello di socialità minima per tutti. Questi servizi hanno spiccata rilevanza
sociale perché sono a disposizione di tutti e, perciò, anche le classi meno abbienti possono godere di un
livello di socialità minimo (es. servizi fognature, illuminazione, telefonia ecc.)
Quello dei servizi pubblici è un sistema aperto: comprendere ciò che è servizio pubblico in un momento
storico e in un altro no, cioè comprendere ciò che è pubblico o meno, è influenzato dall’epoca storica che si
considera. Un servizio pubblico può essere pubblico in un momento storico e in un altro no, ecco perché
guardare all’interesse della collettività rispetto ad un servizio è fondamentale per sapere se quel servizio deve
essere pubblico o gestito da privati in un certo momento storico (un servizio può essere pubblico oggi e
domani no, es. telefonia fissa oggi non è più un servizio fondamentale e non ha più neanche funzione
sociale, ecco perché oggi è erogato da privati); l’insieme dei servizi pubblici è anche mutevole nelle modalità
di erogazione (tempo fa le modalità erano diverse, prima c’era regione o comune che erogava, oggi ci sono
società pubbliche e private che erogano servizi pubblici).
Proprio a causa della mutevolezza e dei numerosi approcci alla materia, puntualizzare il concetto di servizio
pubblico è difficoltoso.
L’impostazione classica, dell’economia aziendale, per definire il servizio pubblico ha sempre affermato che
dovessero esistere alternativamente due elementi:
- aspetto sociale di pubblica utilità 92
- natura del soggetto erogatore
Vi era chi affermava che si definisce pubblico il servizio che ha pubblica utilità, che ha connotati sociali e chi, al
contrario, affermava, invece, che è servizio pubblico quello che è erogato da un ente pubblico.
Gradualmente, poi, si arriva ad una definizione più ampia ovvero il servizio pubblico è quello che
contestualmente o alternativamente:
1. ha utilità e soddisfa bisogni collettivi
2. la cui responsabilità di erogazione è attribuibile all’apparato dell’amministrazione pubblica
3. la cui gestione è di natura pubblica.
Quando esiste almeno una di queste caratteristiche, il servizio è pubblico.
Va fatta una precisazione riguardo il punto 2 e 3: la responsabilità e l’erogazione sono due cose diverse.
Ad oggi, infatti, c’è un ente che ha la titolarità del servizio (es. Comune) e c’è un ente esterno che detiene la
responsabilità di erogazione (es. società per raccolta differenziata): anche se non vi è coincidenza fra chi
detiene la responsabilità e chi svolge l’erogazione del servizio, il servizio è pubblico perché tutela interessi
pubblici.
Ma perché i servizi pubblici sono erogati dalle aziende pubbliche?
La nascita dell’azienda pubblica è stata determinata proprio dal fatto che essa si debba occupare dei servizi
pubblici. Citiamo 2 TEORIE ECONOMICHE che ci aiutano a capire meglio e realmente perché le aziende
pubbliche siano state create.
A) Teoria del fallimento del mercato: il libero svolgimento del mercato non funziona correttamente e
mostra delle frizioni che non consentono di arrivare all’ottimo paretiano (allocazione efficiente di
risorse scarse), quindi si devono trovare meccanismi e soggetti che aggiustino il tiro, che sistemino le
frizioni che possono condurre a delle disuguaglianze economiche e sociali nella collettività e che
disturbano il mercato. Le aziende pubbliche si occupano proprio di emanare delle norme apposite o di
detenere la riserva originaria per alcuni settori particolari per attività non economiche (ad es.
assistenza disagiati di cui il privato non si occuperebbe mai), per servizi non delegabili (es. difesa di un
paese deve essere gestita obbligatoriamente in ambito pubblico) e per servizi che non è opportuno
delegare al privato (es. servizio di vigilanza e di pulizia locale) al fine di ridurre queste disuguaglianze.
B) Teoria della distribuzione del reddito: per consentire a tutti quel livello di civiltà minimale, occorre
operare una redistribuzione della ricchezza utilizzando come leva i servizi pubblici locali (se faccio
pagare a tutti la stessa cifra o faccio pagare meno a certi soggetti facendo pagare di più ad altri per
servizi, sto attuando una redistribuzione del reddito in favore dei soggetti che hanno minori capacità).
Il servizio pubblico è, quindi, uno strumento di redistribuzione del reddito (es. abito in periferia e ho
bisogno di servizio pubblico, al privato non interessa fare corse anti economiche per permettermi di
prendere il bus, l’azienda pubblica garantisce quel servizio e va a redistribuire il reddito perché
garantisce questo servizio per la periferia a prezzi non remunerativi, che poi comunque qualcuno
dovrà sostenere) ed un esempio è rappresentato dalle imposte dirette il cui ammontare varia a
seconda del reddito percepito dal contribuente. Lo scopo della redistribuzione è quello di ridurre il più
possibile le disuguaglianze.
Il fine dei servizi pubblici è la socialità, come abbiamo visto, però dalla fine degli anni ’80 si introduce un
concetto nuovo che è quello di economicità che inizia ad essere posto sullo stesso piano della socialità.
L’erogazione dei servizi pubblici deve, quindi, avvenire considerando anche l’economicità (che è diversa dalla
redditività): l’erogazione, quindi, deve essere garantita e deve avvenire secondo criteri economici di efficacia,
efficienza e economicità (occorre rivolgere attenzione all’impiego delle risorse che deve avvenire nel modo
migliore possibile per ottenere il miglior risultato raggiungibile).
Se ottengo l’economicità ottengo l’equilibrio: garantire l’erogazione del servizio ad un dispendio di risorse
della collettività minore possibile rappresenta l’obiettivo principe. È come se si desse, quindi, una garanzia a
certe condizioni.
Nel secolo scorso, quindi, l’economia aziendale nostrana e oltre oceano iniziano ad elaborare teorie di Public
Management le quali stabiliscono che la pubblica amministrazione debba riorganizzarsi per garantire socialità
ed economicità, quindi per stabilire un equilibrio che assicuri la durevolezza dei servizi e la loro fruibilità nel
tempo. 93
Perché nasce questa tendenza?
A causa del fatto che le risorse erano in rosso: il debito pubblico italiano era ed è molto pesante in termini di
dimensioni e questo rappresenta un problema perché non consente di creare strutture e dare via ad
investimenti in risorse in quanto il pubblico è già impegnato a pagare gli interessi sul debito pubblico.
Abbiamo, perciò, un grosso peso che non permette di avere vivacità.
Negli anni ’90 nasce una nuova tendenza che ha come scopo quello di bloccare tutto questo meccanismo con
l’emanazione di nuove riforme che stabiliscono come la pubblica amministrazione debba cambiare
(→ abbiamo quindi un processo di trasformazione della PA).
In particolare, dovrebbe cambiare:
1. la fisionomia organizzativa
2. le logiche gestionali
3. la filosofia dominante del management
E su cosa si fa leva per attuare questi cambiamenti? Le variabili sono:
1. una deregolamentazione delle procedure amministrative (riduzione della burocrazia): la burocrazia
lenta rappresenta un freno