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COSTI OPERATIVI

COMMISSIONI ATTIVE:

  • Personale di gestione
  • Ammortamenti attrezzature informatiche e di negoziazione
  • Spese logistiche di performance (o di incentivo)
  • Spese raccolta informazioni, distribuzione, funzionamento uffici

CONFRONTO TRA GESTIONE INDIVIDUALE DI PORTAFOGLI E GESTIONE COLLETTIVA (FONDI)

  • GP FONDO
  • PATRIMONIO

Il patrimonio del singolo cliente è separato da quello degli altri. I titoli che compongono il portafoglio collettivo e indistinto. Per questo i fondi si definiscono anche gestioni collettive.

STRUMENTO

È un servizio che implica un'attività di investimento personalizzata supportata da una rendicontazione.

Possiede una o più quote. Ed è dettagliata e individuale che prevede un'informatica standard.

DOCUMENTAZIONE

L'attività di gestione e la struttura del portafoglio sono disciplinati dal regolamento contratto stipulato tra cliente e intermediario.

GESTORE

Il gestore può essere una banca, una SGR, una società di intermediazione mobiliare o un'impresa di investimento estera autorizzata.

SOGLIA DI ACCESSO

La soglia di accesso è elevata tendenzialmente sopra ai 100 mila euro per clienti retail, superiore a 500 mila euro per la clientela private e ancora più elevata per (PIC) ed è spesso

Prevista anche la clienti istituzionali. Possibilità di acquistare i fondi attraverso un Piano di Accumulo (PAC), con versamenti minimi di 50 euro ciascuno.

PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO

Sono stati introdotti dalla Legge di bilancio 2017 (in seguito oggetto di modifiche) e la finalità è quella di convogliare il risparmio delle famiglie italiane verso le PMI commerciali e industriali italiane o europee radicate in Italia. L'intestatario è una persona fisica.

Vantaggi fiscali per i sottoscrittori (no tasse su capital gain, dividendi, successione e donazioni), a condizione che:

  1. periodo di detenzione minimo: 5 anni
  2. investimento: max 30.000 € annui e max 150.000 € totali
  3. composizione:
    • > 70% investito in strumenti anche non quotati di PMI italiane o europee radicate in Italia, di cui: almeno il 25% in strumenti di imprese non incluse nel FTSE MIB; almeno 5% società non appartenenti né al FTSE MIB né all'indice FTSE

Italia Mid Cap; almeno il 5%in strumenti finanziari ammessi alle negoziazioni sui sistemi multilaterali di negoziazione;almeno il 5% in quote o azioni di fondi per il venture capital residenti nel territorio delloStato

  • < 10% investito presso uno stesso emittente

GLI ELTI

Sono stati introdotti dal Regolamento UE 2015/760 (e D. lgs. 233 del 2017) e la finalità è stata di agevolare il finanziamento delle startup e la crescita delle PMI. Si tratta di fondi chiusi. Investono in: strumenti equity, bond, prestiti, a favore di imprese:

  • non finanziarie;
  • non quotate su un mercato regolamentato o su un MTF;
  • quotate su un mercato regolamentato o su un MTF, ma con capitalizzazione di mercato inferiore a 500 mln €;
  • stabilite in uno Stato UE.

retail:

Se destinati a investitori retail:

  • investimento iniziale < 10.000 €;
  • investimento totale < 10% patrimonio;
  • non hanno agevolazioni fiscali.

GLI STILI DI GESTIONE PATRIMONIALE

benchmark

Vi è la

presenza di un cioè un riferimento oggettivo della composizione per asseti pesi in cui il gestore può investire il class del fondo. Indica quindi quali sono le soglie cioè patrimonio del fondo nelle diverse asset class. Il benchmark fornisce un'idea della composizione dell'asset allocation che viene adoperata all'interno del fondo e anche della sua rischiosità.

Requisiti del benchmark:

  • Rappresentatività delle politiche di gestione del portafoglio: leggendo il benchmark si comprendono le politiche di gestione del portafoglio;
  • Replicabilità con attività acquistabili direttamente sul mercato: deve indicare delle asset class che possono essere acquistate direttamente sul mercato;
  • Continuità e tempestività: deve fare riferimento a dei parametri continui nel tempo;
  • Oggettività e trasparenza: la composizione e l'andamento del valore degli strumenti compresi all'interno delle

diverse asset class devono essere espressi in maniera oggettiva e non arbitraria. All'interno del benchmark il gestore può attuare due tipi di gestione:

  • Gestione attiva: il gestore effettua delle scelte volte a massimizzare il rendimento ottenuto dal battere il benchmark fondo. Si propone di e nella fase di selezione dei singoli strumenti sfrutta le situazioni di inefficienza del mercato per ottenere una performance maggiore:
    • market timing (mantenendo la composizione delle azioni in portafoglio uguale a quella dell'indice, ma variando i pesi nelle singole asset class, spesso in base ad analisi tecnica), cioè decide di aumentare o ridurre l'esposizione in determinati strumenti per anticipare potenziali aumenti o riduzioni di valori
    • security selection (mantenendo la stessa composizione di portafoglio del benchmark si selezionano i titoli che si prevede possano crescere, spesso utilizzando l'analisi fondamentale), cioè rispetto
all'andamento dell'indice il gestore può scegliere degli strumenti non necessariamente all'interno del benchmark. Gestione passiva (es ETF - Exchange Traded Funds) il gestore replica il benchmark in modo tale da avere un andamento molto simile a quello del benchmark, - full replication la composizione del fondo è identica a quella del benchmark - sampling replication all'interno del benchmark viene individuato un sottocampione di securities. ESEMPIO: Università di Genova Economia degli Intermediari Finanziari Prof. Laura NNel BENCHMARK la parte bianca e quella grigia rappresentano due diverse asset class. Se ci spostiamo sul portafoglio MT, viene applicata la strategia market timing, io ho selezionato gli stessi titoli ma ne ho variato il peso perché cerco di sfruttare gli strumenti che penso possano dare migliori performance. In alto a destra SS, sicurity selection, non cambio l'asset allocation ma sto cambiando gli strumenti (G, L, H, I, X).

Y, Z). Infine nel portafoglio MTSS vengono combinate le strategie, quindi modifico sia l'asset allocation sia gli strumenti. È una strategia decisamente attiva.

45a.s. 2020-2021 Estelle S.

Università di Genova Economia degli Intermediari Finanziari Prof. Laura Nieri

I PRINCIPALI INDICI AZIONARI ITALIANI

I principali indici azionari italiani https://www.borsaitaliana.it/borsa/azioni/tutti-gli-indici.html

https://mercati.ilsole24ore.com/azioni/indici/principali-indici-europa

IL RENDIMENTO DELLE GESTIONI PATRIMONIALI COLLETTIVE

https://mercati.ilsole24ore.com/azioni/indici/principali-indici-usa

Università di Genova Economia degli Intermediari Finanziari Prof. Laura Nieri

https://mercati.ilsole24ore.com/azioni/indici/principali-indici-asia

Il rendimento delle gestioni patrimoniali collettive

Nel caso dei fondi aperti, le attività sono valorizzate quotidianamente sulla base delle quotazioni https://mercati.ilsole24ore.com/obbligazioni/cds-e-indici/indici-obbligazionari-mondo

fondi chiusi,di chiusura (marking to market), determinando il net asset valute (NAV). Per i laNel caso dei fondi aperti, le attività sono valorizzatevalorizzazione avviene di norma ogni sei mesi (se non quotati).quotidianamente sulla base delle quotazioni di chiusura (markingto market), determinando il NET ASSET VALUE (NAV).

VM = valore di mercato unitario dellei singole attività

Q = quantità delle attività in ptfi

Università di Genova Economia degli Intermediari Finanziari Prof. Laura Nieri

Esempio: il NAV in un fondo aperto.

Italian Fund Hub (www.ifh.assogestioni.it/Home/Index)

Esempio: il NAV di un fondo aperto

Università di Genova Economia degli Intermediari Finanziari Prof. Laura Nieri

Per i fondi chiusi, la valorizzazione avviene di norma ogni sei mesi

Al 16/4 il fondo aperto Vero ha in ptf

Al 16/4 il fondo aperto Vero ha in ptf 5.000 azioni X negoziate a 3€, 10.000 azioni Y negoziate a

Esempio: il NAV di un fondo aperto(se non

quotati)15€ e 22.500 azioni Z negoziate a 8€. Il fondo è formato da N quote= 20.000

Al 16/4 il fondo aperto Vero ha in ptf 23fondo è formato da N quote = 20.000fondo è formato da N quote = 20.000NAV 16/4NAV 16/4

Caso A) N quote invariato a 20.000

Caso A) N quote invariato a 20.000

Caso A: N quote invariato a 20.000. Al 17/4 le azioni X sono negoziate a 4€, le azioni Y sononegoziante a 18€ e le azioni Z sono negoziate a 10€.NAV 17/4NAV 17/4 62Caso B: N quote varia Università di Genova Economia degli Intermediari Finanziari Prof. Laura Nieri 62Al 17/4/17, due investitori acquistano ognuno 500 quote del fondo Vero, al NAV di 17,25 €.Caso B) N quote variaAl 17/4/17, due investitori acquistano ognuno 500 quote del fondoN quote = 20.000+1.000 = 21.000Il gestore ha altri 17.250 € da investire e sceglie di acquistare nuove azioni Y, al prezzo di 15 €. NeN quote = 20.000+1.000 = 21.000acquista 1.150 (=17.250 € / 15

€). Composizione del nuovo ptf: 5.000 azioni X, 11.150 azioni Y, 22.500 azioni Z. Considerando il prezzo di chiusura al 17/4/2017: 4625 a.s. 2020-2021 Estelle S.

IL METODO DELLE QUOTE

I flussi intermedi (riscatti/conferimenti) influiscono in primo luogo sul numero delle quote in circolazione.

Esempio:

VARIAZIONE NUMERO

VALORE NUMERO

DATA VALORE QUOTA FLUSSO QU

Dettagli
A.A. 2021-2022
130 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher estellesantini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Nieri Laura.