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Approfondimento su ROS e Turnover capitale investito
Che cosa sono questi due indici? Partiamo dal ROS: è un tasso di rendimento ed è indicato in valori
percentuali. Il ROS, acronimo di Return on sales, ci indica qual è il guadagno a fronte di ogni vendita.
Un’azienda con un alto ROS possiede, tendenzialmente, un maggior margine fra prezzi di vendita e
costo dei prodotti finiti. La forbice fra “prezzo di vendita” e “costo prodotto” può allargarsi per via
o dell’aumento dei prezzi, o della riduzione dell’incidenza dei costi sulla produzione. In generale,
quindi, il ROS sale al migliorare della marginalità sulle vendite, con questa che si ottiene o tramite
l’applicazione di prezzi più alti (ceteris paribus), o tramite la riduzione dell’impatto dei costi di
produzione.
Il Turnover capitale investito, invece, è un indice di rotazione ed assumerà un valore dato da numeri
decimali. L’indice segnala quante volte, idealmente nel corso di un esercizio, l’azienda riesce a
vedere e ricomprare tutto il capitale investito nell’impresa; in altri termini, quante volte il capitale
investito viene “rigenerato” utilizzando i ricavi di vendita. Naturalmente, il TCI ci dà un’informazione,
come abbiamo già sottolineato, ideale: le aziende non vendono e ricomprano il capitale investito in
un solo esercizio (si pensi alle immobilizzazioni).
È abbastanza intuitivo capire che questo tipo di indicatore da un’idea della capacità dell’azienda di
movimentare risorse (quanto vende l’azienda?). Più è elevato il TCI, più è elevato il rinnovo del
capitale investito.
Il Turnover tuttavia dipende molto anche dal tipo di attività d’impresa: una raffineria avrà delle
immobilizzazioni superiori ad un’impresa di generi alimentari (supermercato), e ciò andrà ad
incidere negativamente sul valore del TCI. Ma allora, dovendo confrontare il TCI della nostra
azienda, è opportuno farlo con aziende operanti nello stesso settore.
Il Turnover del capitale investito migliorerà andando ad incidere sui seguenti elementi:
- Prezzi di vendita; a parità di condizioni, se aumento i prezzi di vendita, sale il numeratore
- Quantità vendute
- Giorni medi di incasso crediti; riscuotere prima dai clienti diminuisce il valore del capitale
→il
investito (diminuiscono crediti vs clienti capitale “torna indietro” sottoforma di liquidità)
- Giorni medi giacenza magazzino; se disuniscono questi giorni, il denominatore diminuisce
→
perché vendo di più ottengo più liquidità
Prezzi di vendita, quantità veduta ed efficienza dei costi di produzione: una riflessione
*Conviene però fare una riflessione sulle leve del numeratore (gli elementi che incidono sui ricavi di
vendita). Il numeratore è dato dai ricavi di vendita perciò, come abbiamo già detto, se aumento il
prezzo sui prodotti e le quantità vendute, riesco a migliorare il valore del TCI. Il problema però è
che, nella realtà di tutti i giorni, prezzi di vendita e quantità vendute si muovono in maniera opposta:
se aumento i prezzi di vendita, è logico aspettarsi una riduzione delle quantità vendute.
Dunque, in condizioni di normalità, agire sui prezzi di vendita significa sì aumentare il ROS, ma anche
rischiare di veder ridursi il TCI.
Per queste motivazioni, il beneficio di un aumento dei prezzi sul ROI sarà dato solo nel caso in cui
l’effetto positivo di un aumento del ROS è superiore al danno causato da un peggior TCI.
*Il ragionamento opposto invece vale nel caso in cui, ceteris paribus, decido di aumentare le
quantità venduta: una riduzione dei prezzi di vendita, così da aumentare le q.tà vendute, genererà
un incremento del ROI nel momento in cui il beneficio derivante da un incremento del TCI sarà
superiore rispetto al danno derivante dalla riduzione del ROS.
Ma allora, la soluzione migliore è sempre quella di andare a lavorare sull’efficienza dei costi di
produzione, e dunque sull’efficienza di impiego dei fattori produttivi (leve del ROS). Se miglioro la
mia capacità di combinare i fattori produttivi, ottenendo economie di scala, riesco a ridurre
l’incidenza dei costi della produzione e posso, a parità di q.tà vendute, aumentare la forbice tra
“prezzo di vendita” e “costo del prodotto”. Ma non solo: riducendo l’incidenza dei costi, posso
addirittura permettermi una riduzione dei prezzi di vendita senza far scendere il valore del ROS. Ciò
e vero perché la riduzione dei prezzi andrà anche a migliorare il TCI attraverso un aumento delle
q.tà vendute, il quale alzerà i ricavi di vendita di prodotti finiti.
Perché l’analisi di bilancio è tutta collegata?
Abbiamo studiato l’analisi di bilancio un po' a compartimenti stagni, anche per esigenze di
esposizione. In realtà, però, l’analisi di bilancio lega tutti gli argomenti trattati con un unico filo
conduttore.
Siamo partiti dall’analisi della liquidità, la quale ci porta a verificare se l’azienda ha o meno i soldi
per pagare un debito a breve. Ciò significa che minori disponibilità liquide porteranno ad un maggior
indebitamento.
La quantità di moneta in cassa però dipende da quanto mi entra in azienda dall’attività d’impresa,
dunque sia da quanto mi rendono le vendite (ROS), sia dal volume delle mie vendite (Turnover).
A sua volta, l’indebitamento incide sulla struttura del capitale, il quale può essere composto in
maggioranza o da debiti a breve, o da debiti a lungo. La composizione del capitale e delle fonti ha
incidenza anche sugli impieghi, e quindi sul valore dell’attivo circolante e fisso. Di conseguenza,
avremo una determinata incidenza anche sul Turnover del capitale (maggiori le immobilizzazioni,
minore il turnover).
La struttura del capitale ha poi un’incidenza anche sulla gestione non caratteristica: più sono
indebitato, più ho interessi da pagare. Questo può essere negativo se gli oneri finanziari sono
maggiori del ROI. Se però il ROI > int. passivi, il ROE beneficerà da un maggior indebitamento, e
dunque i soci saranno più inclini ad aumentare il capitale proprio. Quest’ultimo, col tempo, porta a
ridurre l’indebitamento verso terzi investitori, creando più liquidità in cassa da destinare all’attività
d’impresa. In questo modo ROS e Turnover miglioreranno, migliorando il ROI e, complessivamente,
il Return on equity ROE.
La leva operativa
La leva operativa consiste nella possibilità dell’azienda di migliorare il proprio ROS mediante costi
fissi, o meglio incrementando i costi fissi a discapito di quelli variabili.
Esempio: supponiamo che ci sia un’azienda con un dato numero di costi fissi. Quest’azienda,
aumentando le quantità prodotte, riduce l’incidenza dei costi fissi per ogni unità che ha prodotto e
→
venduto ha sfruttato bene i propri costi fissi
La stessa azienda, ceteris paribus, poteva scegliere, in alternativa, di avere solo costi variabili
esternalizzando la produzione (i prodotti sono commissionati a sub-fornitore). L’azienda però
adesso ha una minore possibilità di fare economie di scala.
→Sfruttare la “leva operativa” significa far aumentare i costi fissi in modo tale da cercar di
beneficiare di economie di scala, e ciò mi è possibile solo attraverso un amento dei quantitativi di
produzione.
Un’azienda che ha più costi fissi possiede una maggiore leva operativa; questa però deve essere
giustificata da un trend di crescita delle q.tà prodotte e vendute.
La maggior leva operativa, tuttavia, non è per forza una cosa buona: i costi fissi sono fissi sia nel caso
di incremento che nel caso di un decremento delle q.tà prodotte e vendute. Un peggioramento del
mercato, il quale forza la società a ridurre le q.tà prodotte, fa sì che i costi fissi incidano
→
maggiormente sulla produzione effetto negativo
Esercizi
Esercizio 1
Si determini il valore aggiunto; come si dovrebbe procedere?
Il valore aggiunto è dato dal valore della produzione ottenuta – i costi esterni.
Il valore aggiunto dell’esercizio sarà dato da ricavi netti meno i costi per le materie prime e i costi
1000 − 400 − 40 = 560
distributivi (cioè i costi esterni), per cui:
Qual è il valore del margine operativo lordo o EBITDA?
Il mol o EBITDA è dato dal valore aggiunto – salari e stipendi
Ma allora EBITDA sarà pari a valore aggiunto – costi del personale – costi amministrativi – costi
560 − (200 + 100 + 80) = 180
commerciali:
Qual è il valore del reddito operativo o EBIT? 360 − 50 = 130
EBIT è dato da mol – ammortamenti, perciò avremo che:
Esercizio 2
Indicare a quale categoria dello “SP riclassificato secondo il criterio finanziario” è corretto
attribuire le poste di bilancio presentate (indicare con una X).
• I debiti vs soci vanno nelle passività consolidate (x nera) proprio perché sono “debiti”;
tuttavia può essere accettabile inserirli nel capitale netto (X rossa), purché questa scelta sia
giustificata dalla seguente spiegazione: i “debiti vs soci” vanno nel capitale netto perché si
può trattare di finanziamenti di cui i soci non vogliono più la restituzione.
• Le partecipazioni possono essere inserite o nelle attività immobilizzate o nelle liquidità
differite, a seconda del management intent.
Esercizio 3
Indicare cosa può far migliorare il quoziente di struttura secondario.
Il quoziente di struttura secondario è dato dal rapporto fra fonti permanenti ed attivo fisso.
Esercizio 4
Contabilità analitica e analisi dei costi →
Quello che stiamo per affrontare è l’ultimo argomento del programma. Introduzione alle logiche
attraverso cui è possibile calcolare il costo di un aspetto particolare della gestione aziendale. Questo
aspetto particolare può riguardare il risultato dell’attività aziendale, oppure l’attività d’impresa
stessa.
La contabilità analitica è utile tutte le volte che, per vari motivi, in azienda c’è bisogno di calcolare il
costo di un prodotto. Noi abbiamo sempre considerato la dinamica dei costi e dei ricavi come
→
riferibili all’impresa nel suo complesso da cui il nome “contabilità generale”: le rilevazioni
c