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le ENTRATE FINANZIARIE IN FASE DI RISCOSSIONE.

FASI DELLE USCITE:

1. Previsione;

2. Liquidazione, in questa fase determino il fabbisogno finanziario, confrontandole con le entrate in

fase di riscossione.

3. Pagamento.

FASI DELLE ENTRATE:

1. Previsione;

2. Accertamento;

3. Riscossione. FF = U – E

x L R

 ›

U E → situazione di fabbisogno finanziario (studio dei modi di copertura del FF)

L R

 ‹

U E → situazione di autosufficienza finanziaria

L R

 Metodo sintetico: – –

FF = investimenti in attesa di realizzo fondi di rettifica dell’attivo (compresi i risconti passivi) riserve di utili

x

AUTOFINANZIAMENTO: è il processo attraverso il quale si finanziano gli investimenti aziendali senza

ricorrere o ricorrendo in misura minore al capitale di credito e al capitale proprio. È un concetto flusso,

deve essere inquadrato all’interno di un periodo. Per determinare l’autofinanziamento normalmente devo

confrontare due prospetti di stato patrimoniale.

Due tecniche per calcolare l’autofinanziamento:

 Approccio globale: = - –

autofinanziamento variazione (Δ) investimenti lordi Δ capitale sociale Δ debiti;

 Approccio analitico:

= + +

autofinanziamento Δ degli utili Δ riserve di utili Δ fondi di rettifica (compresi i risconti passivi).

Il risultato è sempre lo stesso.

5 principi che ispirano la scelta delle fonti di finanziamento:

1. Non esiste una relazione univoca tra i singoli finanziamenti e i singoli investimenti.

2. È necessario adattare le fonti di finanziamento scelto in base alle esigenze o allo stato del mercato

dei capitali.

3. Necessario adattare i finanziamenti anche alle esigenze di controllo del soggetto economico.

Esigenze: mantenere il controllo della assemblea e mantenere un livello di indebitamento

sostenibile.

4. I mix di finanziamenti deve essere armonizzato rispetto alle caratteristiche del fabbisogno

finanziario (investimenti).

Tre tipi di fabbisogno:

 Fascia stabile

 Fascia crescente

 Fascia fluttuante

5. La scelta delle fonti di finanziamento deve tener conto della convenienza e della sostenibilità dei

finanziamenti ottenuti. Ci sono due indicatori di redditività:

 ROE: rappresenta il return of equity: remunerazione del capitale proprio

= + ( − )

= →

 ROI: return on invertiment. Rappresenta il rendimento degli investimenti indipendentemente dalla

fonte di finanziamento. Mi dice quanto guadagno per ogni euro investito.

= +

ROI › i d → conviene indebitarsi

ROI ‹ i d → non conviene indebitarsi

LEVERAGE

Nell’analisi di bilancio, il leverage designa rapporto di indebitamento, cioè il rapporto fra debiti e

capitale proprio di un’impresa.

= →

CC: capitale di credito

CP: capitale proprio

id: costo del debito (rapporto tra interessi passivi e debiti)

RO: reddito operativo

OF: oneri finanziari (OF=CC x id)

RN: reddito netto (RO – OF)

HP. 1

Si ipotizzi che il capitale investito in azienda sia costituito

soltanto da capitale proprio, che il Roi sia pari al 15% e

che il massimo leverage sopportabile sia pari al 2,5%.

HP. 2

Si supponga di aumentare l’indebitamento di 100

(ΔCC=100), ferme restando le altre condizioni. Sia

il costo del capitale di credito pari al 12%.

HP. 3

Si supponga di aumentare ulteriormente

l’indebitamento per un importo pari a 100. Sia il

costo del capitale di credito sempre il 12%.

CONCLUSIONI: A mano a mano che aumenta il valore della leva finanziaria e cioè CC/CP, il Roi aumenta,

sempreché Roi›id. Non si deve peraltro mai superare il livello critico del Leverage ratio.

EFFICIENZA

Si può definire come quel concetto che qualifica l’economicità, cioè che fornisce un giudizio sulla qualità

dell’economicità e che consente di individuare i fattori, le cause, dell’economicità stessa. Serve a capire

come raggiungiamo l’economicità, e se quest’ultima può essere migliorata.

Efficienza = come raggiungi l’obiettivo;

Efficacia = raggiungere l’obiettivo.

L’efficienza può essere normalmente studiata in termini di:

 RENDIMENTI dei fattori produttivi;

 COSTI. + RENDIMENTI → + EFFICIENZA

- RENDIMENTI → - EFFICIENZA

+ COSTI → - EFFICIENZA

- COSTI → + EFFICIENZA

SEGNALI DI INEFFICIENZA

 Alti costi di manodopera rispetto alla quantità prodotta;

 Alti costi delle materie prime;

 Elevato numero di scarti di produzione.

RENDIMENTO FISICO-TECNICO

Il rendimento viene studiato andando a rapportare le quantità prodotte sulle quantità consumate.

À

À

EFFICIENZA IN TERMINI DI COSTI (E CONTRAPPOSTI RICAVI)

L’analisi dei costi può essere fatta:

 A livello di dettaglio (di singolo stabilimento, singolo processo produttivo, singolo prodotto)

 A livello di subsistema aziendale (funzioni aziendali)

 A livello aziendale (andando a confrontare tutti i costi e i ricavi dell’azienda)

Più l’azienda è complessa, più le analisi si fanno su tutt’e tre i livelli.

COMPORTAMENTO/CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

 Costi Fissi: sono costi il cui ammontare complessivo non varia al variare della in funzione

produzione, sono fissi, costanti. Si parla di costi semifissi anche.

 Costi Variabili: sono costi che variano al variare della quantità della produzione. Possono variare in

modo:

 Proporzionale

 Più che proporzionale

 Meno che proporzionale

ANALISI DEL PUNTO DI PAREGGIO DI UN PRODOTTO

UTILE = Ricavi Totali – Costi Totali

BREAK EVEN POINT (B.E.P.): quantità minima da produrre/vendere per fare in modo che RT = CT

(situazione di pareggio). Superata il punto di pareggio si inizia a realizzare utile totale.

Il punto di pareggio è un punto che mi indica la quantità minima da produrre per il pareggio, ma non è un

punto di equilibrio economico, perché manca la congrua remunerazione.

. . . à = →

MARGINE DI CONTRIBUZIONE: (quanto contribuiscono i ricavi a pagare il costo fisso dopo aver pagato i costi variabili)

. . . = × →

MARGINALITÀ

La marginalità economica è un buon indicatore della salute dell’azienda, in quanto il suo volume

rappresenta i guadagni in proporzione al numero di beni e servizi venduti.

PREZZO DI VENDITA – PREZZO DI ACQUISTO= MARGINALITÀ

ANALISI DEI COSTI A LIVELLO AZIENDALE

Per capire l’efficienza della produzione a livello aziendale (come vanno i costi nel tempo) serve esaminare la

struttura del conto economico. Normalmente uso un C.E. a sezione unica scalare.

Configurazione conto economico a costi e ricavi del venduto.

PARTE CONTABILE

Tema della contabilità

Il sistema informativo aziendale è l’insieme dei dati e delle informazioni fornite ai vari organi aziendali per

lo svolgimento efficace della gestione e per il conseguimento degli obiettivi aziendali. Nel concetto di S.I.A.

rientra ogni fase del processo di raccolta, interpretazione e elaborazione dei dati aziendali.

Il S.I.A. assume rilevanza in azienda perché influisce sul comportamento aziendale e rappresenta

supposizioni per la fase decisionale. Graficamente possiamo rappresentare il SIA come un insieme di

sistemi. Avremo all’interno i sistemi contabili e quelli extra contabili.

 Sistemi contabili: insieme di procedimenti che

utilizzano lo strumento del “conto” per rilevare i fatti

amministrativi. Il conto è un prospetto a sezioni divise

e contrapposte, acceso a un bene ed ha un dare e un

avere a cui vado a rilevare.

 Sistemi extra contabili: sistemi che non utilizzano il

conto (una ricerca, una raccolta di interviste…).

I fatti amministrativi possono essere interni o esterni.

 Esterni: sono quelli che l’azienda pone in essere coinvolgendo un soggetto esterno, e sono quei

fatti che normalmente modificano anche la consistenza del patrimonio. Sono rilevati dalla

contabilità generale.

 Interni: si realizzano all’interno dell’azienda, senza soggetto esterno. Sono rilevati dalla contabilità

analitica. Esempio il magazzino.

In generale interessa lavorare con soggetti esterni, perché solo nel momento in cui ci si interfaccia con i

soggetti esterni, si aumenta o diminuisce il patrimonio.

La contabilità generale ha come oggetto la rilevazione quantitativa dei fatti amministrativi esterni intesi

come i fenomeni di scambio in senso lato di beni e servizi tra l’azienda e i terzi, ovvero più in generale, i

movimenti di valori che alterano la sfera patrimoniale dell’azienda. Lo scopo della contabilità generale è la

rivelazione periodica di due grandezze aziendali: patrimonio (grandezza stock) e reddito (grandezza flusso),

che sono strettamente collegate tra loro.

 Il patrimonio/capitale, è un fondo astratto di valori perché i suoi elementi non vanno considerati

singolarmente ma come un complesso unitario le cui parti sono fra loro complementari e hanno un

certo valore in quanto sono collegate con le altre. Può essere visto sotto l’aspetto qualitativo o

quantitativo. Sotto il profilo quantitativo, il patrimonio netto è un fondo astratto di valori ed è

rappresentato dalla differenza tra atti

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roger8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Favino Christian.
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