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Estratto del documento

NOI VOGLIAMO:

a) — La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la

giornata legale di otto ore di lavoro.

b) — I minimi di paga.

c) — La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico

dell’industria.

d) — L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e

tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.

e) — La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.

f) — Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sull’invalidità e sulla

vecchiaia, abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.

Per il problema militare:

NOI VOGLIAMO:

a) — L’istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito

esclusivamente difensivo.

b) — La nazionalizzazione di tutte le Fabbriche di Armi e di esplosivi.

c) — Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della

civiltà, la nazione italiana nel mondo.

Per il problema finanziario:

NOI VOGLIAMO:

a) — Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma

di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze.

b) — Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le

mense Vescovili, che costituiscono una enorme passività per la Nazione, e un privilegio di

pochi.

c) — La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dell’85% dei profitti di

guerra.

La grande differenza tra questo partito dagli altri partiti che si formano dopo la guerra, è la

milizia di partito.

La milizia di Partito: squadra fascista di membri del movimento dei Fasci di combattimento.

Sono vestiti e muniti di bastoni e vestiti come se andassero alla guerra. Se noi andiamo a

vedere e le liste dei primi iscritti di quelli che partecipano alle prime riunioni, la grande

maggioranza ha fatto la guerra oppure sono stati ufficiali e molti volontari nella Prima guerra

mondiale.

Quello che caratterizza il dopoguerra italiano dalla fondazione dei Fasci di combattimento e da

questa fase di grande conflittualità sociale in avanti, è la violenza. Le squadre fasciste

useranno la forza con gli appartenenti al Partito socialista, con gli scioperanti; attaccheranno

le sedi del Partito socialista, i giornali.

Si verificano migliaia di episodi di violenza contro i socialisti perché erano considerati quelli

che non avevano voluto la guerra e quelli che volevano fare la rivoluzione contro la nazione

(la rivoluzione divideva la nazione e abbatteva il sistema capitalista.)

1919-1922: violenza

Biennio rosso” (scioperi, occupazione di fabbriche), seguito dal “biennio nero” (violenza

fascista)

Migliaia di episodi di violenza, con migliaia di vittime: 2000 o forse 3000 socialisti uccisi, oltre

600 fascisti uccisi

guerra civile?

>> Crisi dello Stato liberale: lo Stato non ha più il monopolio dell’uso della forza

Non è una vera guerra civile perché il numero delle persone coinvolte e anche delle vittime di

questa violenza è tutto sommato limitato. (comunque, migliaia di persone)

ELEZIONI 1921

“Blocchi nazionali”: coalizione tra i liberali e altri gruppi politici, compresi i fascisti

• 35 fascisti, tra cui il leader del partito Benito Mussolini, sono eletti alla Camera dei

• deputati (che aveva in totale 535 seggi)

Il Partito nazionale fascista segue anche la via parlamentare, ovvero continua a presentarsi

alle elezioni si presenta e in questo caso si rivota di nuovo nel 21. In questo caso, i fascisti si

presentano dentro una coalizione assieme ai liberali e altri partiti. Dentro questa coalizione

vengono eletti 35 fascisti (su 535), tra cui il leader del partito Mussolini.

In questo contesto di violenza, c’erano gli scontri tra fascisti e socialisti, la polizia non

interveniva perché:

si aveva il timore che se fosse stato ordinato ai carabinieri di reprimere le violenze, i

- carabinieri non avrebbero obbedito.

si temeva che le forze di polizia non fossero propriamente d'accordo sull'idea di

- reprimere il movimento fascista

per le dimensioni di questi atti di violenza

-

LA MARCIA SU ROMA

In questo contesto in cui i fascisti sono in Parlamento ma si moltiplicano la violenza nel Paese,

Mussolini decide un atto di forza: la marcia su Roma.

Siamo nel 1922, i fascisti sono in pochi dentro al Parlamento e non riescono a orientare il

governo nel senso voluto e allora decidono di tentare la presa del potere:

tutte le squadre fasciste vengono organizzate in quattro colonne in forma militare,

- armati in vario modo, che vanno a Roma marciando su Roma in formazione militare per

convincere il re a dare a Mussolini l'incarico di formare un governo.

Il ruolo della monarchia: il re non firma lo stato d’assedio, l’esercito quindi non interviene per

fermare i fascisti, che entrano e sfilano a Roma.

C’era un modo per fermare le colonne di migliaia di persone ovvero con l’esercito: Il re poteva

decidere che questo era un tentativo come era di prendere il potere con la forza e quindi

poteva decidere di firmare il cosiddetto stato d'assedio: l’esercito incaricato di fermare questa

marcia.

Non vengono fermati perché c'era il timore che si finisse come in Russia, cioè con una guerra

civile e che lo stesso esercito e non avrebbe obbedito agli ordini se gli fosse stato ordinato di

sparare sui fascisti o di fermarli in qualche modo.

Chi sono i leader dei fascisti?

Sono anche ex soldati, ex ufficiali e molti di questi ex ufficiali sono decorati e sono

- gente che non solo ha fatto la guerra, ma che nella guerra si è distinta per le sue azioni

di valore e quindi ha un prestigio presso i soldati.

Quindi c'era il timore e il motivo per cui il re non firma lo stato d'assedio che l'esercito si fosse

si sarebbe ribellato a quell'ordine.

Con questo atto di forza il re affida a Mussolini il compito di formare un nuovo governo, anche

se il suo partito ha solo 35 deputati (il 7% dei seggi della Camera).

(Quando le colonie di fascisti entrano nella capitale, dai diversi quartieri si verificano scontri

anche a fuoco.)

1922-1925: la fase «legalitaria»

questa prima fase che va dal 22 al 25, Mussolini è stato nominato Presidente del Consiglio è il

leader di un partito che si muove su due piani: uno legale e uno illegale fuori dal Parlamento

provocando la violenza e continuando ad utilizzare la violenza attraverso le sue squadre

anche dopo che Mussolini è diventato presidente del consiglio.

Il fascismo va al potere con pochi deputati suoi e forma un governo di coalizione con i liberali.

Attua una trasformazione dall’interno delle istituzioni liberali:

crea il Gran Consiglio del Fascismo, organo consultivo di membri del partito fascista.

 Un consiglio parallelo: Mussolini prima di prendere delle decisioni o di emanare dei

provvedimenti, si riunisce con gli altri capi fascisti in questo consiglio.

istituzionalizza la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale: corpo militare con

 funzioni di polizia in cui sono inquadrate le “camicie nere”, ovvero le squadre fasciste.

questa milizia nazionale che in teoria doveva garantire la sicurezza nel Paese era in

realtà un'espressione del partito fascista e non era nazionale, erano gli stessi fascisti

protagonisti delle violenze. è una milizia di partito, squadre e armate di partito che

vengono inquadrate dentro allo Stato.

Modifica la legge elettorale: Legge Acerbo, 1923: legge elettorale con premio di maggioranza,

alla lista più votata (con almeno il 25% dei voti) vanno i due terzi dei seggi. Era un modo per

garantire la maggioranza alla Camera anche a un partito che non avesse quella maggioranza

senza che ci fosse bisogno di fare alleanze con altri partiti.

Elezioni politiche 1924: La «Lista nazionale», guidata da Mussolini, vince le elezioni

con il 64,9% dei voti validi.

Queste elezioni sono viziate dal fatto che continuano le violenze che vengono esercitate

anche ai seggi contro a chi non ha aderito al partito fascista. L’episodio più grave è il

sequestro e l'uccisione del leader del Partito socialista riformista, Giacomo Matteotti.

Giacomo Matteotti si era opposto al partito fascista e lo aveva anche denunciato in

Parlamento parlando di quello che era avvenuto nella campagna elettorale.

Come reagiscono le opposizioni di fronte a questo omicidio? Si ritirano in

parlamento.

RIASSUMIAMO: Continua la violenza dei fascisti contro gli oppositori

Pestaggi e omicidi di oppositori politici da parte delle squadre fasciste continuano

• anche dopo la Marcia su Roma

1924: sequestro e uccisione del leader socialista riformista Giacomo Matteotti, che

• aveva denunciato in Parlamento i brogli alle elezioni politiche del 1924 (quelle vinte

dalla “Lista nazionale” fascista)

Le opposizioni, in segno di protesta, lasciano il Parlamento.

LA NASCITA DELLA DITTATURA FASCISTA, 3 GENNAIO 1925

Mussolini rivendica in un discorso in Parlamento la responsabilità “politica, morale e storica”

di quanto accaduto in Italia nei mesi precedenti, comprese le violenze e l’omicidio del

deputato socialista Giacomo Matteotti (3 gennaio 1925)

È l'avvio di una profonda trasformazione del nostro Stato liberale e della costruzione dello

Stato fascista: Fascistizzazione dello Stato.

Costruzione dello Stato fascista: 1925-1929

Il Governo delibera senza più bisogno del voto di fiducia del Parlamento

1926: sciolti tutti i partiti di opposizione antifascisti, chiusi i giornali di opposizione

Creazione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato

Soppresse la libertà di associazione e la libertà di stampa

1928: nuova legge elettorale, solo 1 lista, quella fascista, viene ammessa alle elezioni

Costituzione italiana, parte prima, articolo 18:

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono

vietati ai singoli dalla legge penale.

Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi

politici mediante organizzazioni di carattere militare.

Articolo 17

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.

Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.

Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle

soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

Carta del lavoro, 1927

Abolito il diritto di sciopero. Solo i sindacati riconosciuti (che sono solo quelli

fascisti) possono firmare i contratti collettivi

Nel 1927 viene crea

Dettagli
A.A. 2024-2025
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LarisaRamonaGheorghinoiu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del mondo contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Bertagna Federica.