I principali problemi sono: valutatore e valutato non discutono dei
risultati e senza feedback risulta difficile per il candidato
comprendere dove è possibile migliorare, il manager può non
percepire l’utilità dello strumento ed in questo caso è necessario
che ci sia uno sponsor forte a livello organizzativo che faccia capire
a tutti l’importanza di quello strumento, i manager a volte non sono
preparati per valutare i collaboratori e quindi potrebbero
commettere una serie di errori, come ad esempio con gli stereotipi,
infatti si tende a premiare quelli che presentano le nostre stesse
caratteristiche, il manager non ha tutte le informazioni per valutare
anche perché molto spesso è lontano dal posto di lavoro e infine
spesso viene detto quello che viene valutato ma non si quantifica.
40. Fornire un esempio di valutazione orientata alla
gestione dei talenti.
Un esempio è la matrice di valutazione del ruolo strategico 4 x 4 per
inquadrare i dipendenti in base a prestazione (eccezionale, alta,
media, bassa) e valore per l'organizzazione (mission critical,
essenziale, necessario, non essenziale). Consideriamo ad esempio
un'azienda chimica che progetti dispositivi per il controllo
dell'inquinamento; gli ingegneri esperti potrebbero essere "mission
critical", quelli meno esperti "essenziali", vendite, contabilità e HR
"necessari" e i dipendenti esternalizzabili, come gli addetti alla
manutenzione, "non essenziali". L'azienda legherà quindi salari,
sviluppo, licenziamenti e altre decisioni sul personale alla posizione
del dipendente nella matrice, non solo alla sua valutazione
prestazionale.
41. Che misure può prendere un'organizzazione per
accertarsi che il processo di valutazione sia equo e
produttivo - analisi clima.
Le misure da prendere sono: standard chiari, i dipendenti devono
capire su quali basi vengono valutati e la procedura di valutazione
deve essere oggettiva e standardizzata, gestire l’effetto alone, cioè
la situazione in cui un giudizio su un tratto specifico influisce sui
giudizi su altri tratti, attenzione alle valutazioni medie, cioè la
propensione a dare attuti i dipendenti una valutazione nella media,
questo infatti mina l’utilità delle valutazioni ai fini delle promozioni,
aumenti e counseling, però il problema è eliminabile facendo una
classifica dei dipendenti, evitare le omologazioni verso l’alto o verso
il basso, cioè quando i supervisori danno costantemente valutazione
alte o basse di tutti i subordinati, un problema di troppo rigore o
indulgenza ed infine sottolineare l’importanza della diversità ed
evitare pregiudizi, infatti le differenze individuali tra le persone
coinvolte nelle valutazioni in termini di caratteristiche quali età,
razza e genere possono influire sui risultati in modo anche sensibile
rispetto alle prestazioni vere e proprie.
42. Contratto psicologico.
Il contratto psicologico è un accordo non scritto tra le parti, che
identifica le aspettative reciproche. Ad esempio un accordo non
scritto è che la direzione tratterà i dipendenti in modo equo e fornirà
condizioni di lavoro soddisfacenti in una relazione a lungo termine,
dai dipendenti in cambio ci si aspetta un buon atteggiamento, il
rispetto delle istruzioni e la lealtà verso l’organizzazione. Data la
volatilità del mercato del lavoro odierno però né l’azienda né il
dipendente possono contare su un impegno a lungo termine, il che
compromette il contratto psicologico tradizionale e rende più
delicata la gestione della carriera. I contratti psicologici del passato
erano del tipo:
“Fai del tuo meglio e rimanici fedele, e noi ci occuperemo della tua
carriera”. I contratti psicologici odierni sono più del tipo: “Fai del tuo
meglio e rimanici fedele fintanto che resti con noi, e noi ti forniremo
le opportunità di sviluppo che ti serviranno per andare avanti e
avere una carriera di successo.”
43. Concetto di empowerment e non lavoro fisso.
Nelle aziende l’introduzione della sostenibilità ha portato a dei
cambiamenti economici, tra cui un crescente valore della
conoscenza. I lavoratori della conoscenza richiedono trattamenti
diversi, che facciano leva sullo sviluppo professionale, la
responsabilizzazione, ad esempio il lavoro da casa e
l’empowerment, cioè il maggior potere del lavoratore, infatti egli
può gestire la sua giornata perché garantisca gli obiettivi fissati.
Viene sottolineata quindi l’importanza della condivisione e e
dell’apprendimento organizzativo.
44. Ruolo che ognuno ha nella gestione della sua carriera
La gestione della carriera è il processo che mette i dipendenti in
grado di capire e sviluppare al meglio le loro abilità e gli interessi
legati alla carriera, e a usare in modo più efficace tali abilità e
interessi. Il singolo, il manager e l’organizzazione hanno dei ruoli da
giocare sullo sviluppo della carriera dell’individuo.
Il ruolo del dipendente nella gestione della carriera è quello di
accettare la responsabilità della propria carriera, cioè valutare
interessi, abilità e valori, cercare risorse informative e in generale
intraprendere i passi necessari a garantirsi una carriera felice e
appagante. Quindi la persona deve perseguire occupazioni, posizioni
e una carriera che capitalizzino suoi interessi, attitudini, valori e
abilità e queste devono anche avere un senso rispetto alla richiesta
che è possibile prevedere di futuri posti di lavoro, in modo da creare
un’immagine mentale futura di sé stessa a cui aspirare.
Il ruolo dell’azienda nella gestione della carriera è di effettuare,
prima dell’assunzione, dei colloqui di lavoro realistici in modo da
aiutare gli aspiranti dipendenti a capire meglio se la posizione possa
essere adatta a loro e ad evitare uno choc da realtà, il fenomeno
che avviene quando l’entusiasmo e le grosse aspettative di un
neoassunto si scontrano con la realtà di un lavoro noioso e privo di
stimoli. Altri strumenti possono essere una rotazione periodica delle
mansioni e valutazioni mirate alla carriera.
45. Carriera e forme di carriera
La carriera è la successione di posizioni lavorative che una persona
ricopre nel corso del tempo della sua vita. Esistono 4 modelli di
carriera.
Percorso di carriera lineare: sentiero associato allo svolgimento di un
lavoro a tempo indeterminato all'interno di imprese dalla cultura
burocratica e dalla struttura piramidale. In questo caso un individuo
cresce spostandosi verticalmente all’interno di una singola funzione
o area e il successo di carriera è relativo all’ottenimento di posizioni
gerarchiche prestigiose e di un’elevata remunerazione. Gli strumenti
che l’impresa ha a sua disposizione sono la programmazione del
personale, le tavole di rimpiazzo e i programmi di mentoring o di
coaching.
Percorso di carriera professionale: sviluppo che non si realizza in una
progressione tra diverse posizioni ma nell’acquisizione di una
crescente padronanza di un’area professionale. L’individuo fa
carriera rimanendo fermo nella gerarchia e la sua crescita, legata
all’esperienza, viene favorita dall’organizzazione permettendogli di
partecipare a progetti nuovi e complessi e applicare e approfondire
le sue conoscenze specialistiche; in questo caso pur in assenza di
reali promozioni, alla persona vengono riconosciuti incrementi
retributivi significativi legati ai risultati. Lo strumento che l’impresa
ha a sua disposizione è la partecipazione a progetto innovativi e
complessi.
Percorso di carriera a spirale: per far bene una certa mansione è
necessario intraprendere un percorso a rotazione, acquisizione di
competenze, sia trasversali che interdisciplinari (permette di
ragionare in modo più ampio) anche di altre funzioni per poi
ritornare alla funzione di partenza. Gli strumenti sono la Job rotation
e la Job posting.
Percorso di carriera transitorio: Il lavoratore segue una carriera priva
di un apparente filo conduttore professionale, cioè le persone hanno
capacità di svolgere lavori molto diversi tra loro e desiderio di
indipendenza, autonomia e varietà che spinge verso organizzazioni
flessibili e non strutturate; una persona quindi, magari sempre nello
stesso settore, si sposta da azienda ad azienda per acquisire
competenze diverse in linea con le proprie prospettive di crescita
professionale Gli strumenti che l’impresa ha a sua disposizione sono
politiche di organizzazione del lavoro per favorire la creazione di
ambienti lavorativi dinamici in cui la persona sia continuamente
sottoposta a stimoli diversi e servizi di career counseling per
supportare il lavoratore nei momenti di cambiamento.
46. Mentoring e coaching
Il Coaching è un intervento formativo sul piano comportamentale e
professionale, attraverso i quali il coach, che è un esperto o un
manager, ma può essere anche un consulente esterno (executive
coaching), aiuta il coachee a riconoscere e sviluppare i punti di forza
e le aree di miglioramento nel breve periodo e si concentra di solito
su attività quotidiane che è possibile reimparare. Questa funzione
può essere affidata anche a consulenti esterni (executive coach).
Prevede 4 passi: preparazione, cioè comprensione del problema,
quindi del dipendente e delle sue capacità, pianificazione della
soluzione, cioè delineare i passi da compiere, le misure del successo
e la data di completamento, coaching attivo, cioè offrire idee e
consigli in una forma tale che l’allievo sia naturalmente disposto ad
ascoltarli e follow up, cioè l’osservazione della persona nel tempo
per correggere eventuali cattive abitudini che dovessero
ripresentarsi.
Il Mentoring è invece una relazione di lungo periodo tra un mentore
di maggiore esperienza e seniority e un mentee più inesperto che
apprende così gradualmente nel tempo a interpretare ruoli
complessi attraverso l’osservazione e la partecipazione. Il mentoring
può essere formale o informale e spesso influisce sulla psicologia
della persona. Il mentore deve definire standard elevati, essere
disposti a investire il tempo e l’impegno richiesti della relazione di
mentoring, guidano attentamente i protetti in progetti, team e
mansioni importanti e richiedono fiducia e il livello di fiducia
rispecchia competenza professionale, coerenza, capacità
comunicativa e volontà di condividere il controllo del mentore.
47. Come misurare la competenza? Usare un processo
formale o informale?
L’azienda deve definire, analizzare e misurare la competenza. La
maggior parte delle
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Domande Organizzazione aziendale
-
Domande Organizzazione aziendale
-
Domande esame organizzazione aziendale
-
Domande Organizzazione Aziendale Progredito