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Capitolo 3: Critiche al neopositivismo logico
11. Secondo Popper quali criteri permettono la valutazione di una teoria scientifica?
Secondo Popper le teorie scientifiche vere sono quelle sottoponibili a cruciali controlli, dove sia possibile specificare in anticipo quali risultati depongono a sfavore. In particolare propone tre criteri per la valutazione di una teoria scientifica: la nuova teoria deve discendere da un'idea unificante, semplice, nuova e efficace, concernente una relazione fra oggetti o fatti prima slegati; la nuova teoria sia controllabile, audace, arrischiata così da darci novità; deve superare severi controlli: esperimenti.
12. Descrivi il ruolo del concetto di causa in filosofia della scienza e le sue problematiche
Il concetto di causa in filosofia della scienza è per alcuni filosofi fondamentale nella spiegazione dei fenomeni, mentre per altri non ha nessun ruolo, tanto che per questi ultimi è possibile spiegare un evento senza conoscerne la causa.
in modo più preciso attraverso il concetto di entità ontologicamente indispensabili. Secondo Quine, non esistono enunciati analitici puri, ma solo enunciati che sono più o meno analitici a seconda delle entità che richiedono per la loro verificazione. La posizione di Quine ha una grande portata per la filosofia della scienza, in quanto mette in discussione la distinzione tra fatti empirici e fatti concettuali. Secondo Quine, non possiamo separare completamente la teoria scientifica dalla realtà empirica, poiché ogni teoria scientifica è intrinsecamente legata all'esperienza e alla verifica empirica. Quine sostiene che la scelta tra diverse teorie scientifiche non può essere basata solo sulla loro coerenza logica o sulla loro analiticità, ma deve tener conto anche delle evidenze empiriche e delle conseguenze pratiche delle teorie stesse.paragrafo formattato correttamente utilizzando tag html:Solo facendo ricorso ad altri concetti come quello di significato, che a sua volta può essere definito solo ricorrendo alla nozione di analiticità. Il risultato è un circolo vizioso. I due termini non riescono a soddisfare il criterio neopositivista di significanza. Attraverso questo rifiuto della distinzione analitico/sintetico Quine attacca e critica la teoria verificazionista del significato, in quanto sostiene che non è corretto sottoporre tutti gli enunciati di un linguaggio in maniera individuale all'esperienza, ma bisogna farlo attraverso un insieme solidale; egli sostiene che i termini del nostro linguaggio siano interconnessi l'uno con l'altro in una vasta rete per cui è impossibile distinguere quelli che hanno significati teorici e quelli che hanno significati empirici. Infine, Quine sostiene che bisogna rinunciare all'idea di poter usare l'esperienza per confermare o per falsificare ipotesi scientifiche.
enunciato abitualmente considerato analitico, e di uno considerato sintetico. Suoi esempi cosa avrebbe da obiettare Quine?
Il sole splende -> sintetico
Un quadrilatero ha quattro lati -> analitico
Le foglie in autunno ingialliscono -> sintetico
L'erba è verde -> sintetico
Ogni scapolo è un uomo non sposato -> analitico
L'Everest è il monte più alto -> sintetico
L'acqua bolle a 100 gradi -> sintetico
Il successore di un numero pari è dispari -> analitico
Gli oggetti di colore verde sono verdi -> sintetico
Il lato della strada con numeri civici pari ha di fronte numeri civici dispari -> sintetici
Gli organismi patogeni provocano infezioni -> analitico
Tutti i segnali di arresto sono di colore rosso -> sintetico
Le città attraversate da fiumi hanno dei ponti -> sintetico
Ci sono infiniti numeri interi -> analitico
È reato copiare durante un esame scritto -> analitico
I vertebrati sono dotati
di spina dorsale -> sintetico Nessun numero intero ha come suo successore 0 -> analitico L’universo contiene un numero finito di atomi -> analitico Quine critica la distinzione analitico/sintetico. 15.Fai uno o più esempi di casi nella pratica scientifica in cui si evidenzia come l’osservazione empirica non sia neutrale. Se non hai in mente casi reali puoi anche inventarli, purchè plausibili e pertinenti. Un importante assunto per i neopositivisti era l'idea secondo la quale l'esperienza osservativa costituisce una base oggettiva per valutare le tesi scientifiche. Essi ritenevano che le prove fornite dall'esperienza fossero codificate in una serie di enunciati, che andava distinto dall'insieme di enunciati esprimenti le leggio teorie da controllare. Tuttavia, questo assunto secondo cui esiste un insieme oggettivo dei osservazioni, neutrali rispetto alle teorie, è stato sottoposto a numerose critiche, dopo che vari autori hannoPropostola tesi della pregnanza teorica dell'osservazione. Uno dei sostenitori più importanti di questa tesi è Hanson, il quale ha affermato che ciò che percepiamo è influenzato da ciò che sappiamo, crediamo o ci è familiare. Sono diversi gli esempi nella pratica scientifica che dimostrano come l'osservazione empirica non sia neutrale a causa di fattori esterni che possono distorcere i risultati o influenzare le conclusioni. Un esempio potrebbe essere quello degli esperimenti psicologici, che spesso vengono scelti in base all'idea che già si ha degli esiti finali; pertanto il protocollo sperimentale è sempre un po' modellato dalla teoria che si ha in mente, non si tratta di una osservazione neutrale di un fenomeno. Inoltre spesso negli esperimenti l'osservazione del comportamento umano può essere influenzata dalla presenza degli sperimentatori. Un altro esempio può essere la ricerca clinica:
L'efficacia di un trattamento o di un farmaco può essere influenzata dall'aspettativa del paziente o del medico. Se un paziente crede che il farmaco funzionerà potrebbe percepire un miglioramento anche se si tratta di un placebo.
CAPITOLO 4: POST-POSITIVISMO
Vi sono degli importanti filosofi della scienza catalogati come "di ispirazione storica". Chi sono? Qual è il loro atteggiamento verso la storia, e in cosa differiscono dagli storici della scienza?
Dopo il tramonto del neopositivismo lo sviluppo più importante nella filosofia della scienza è consistito nell'adozione di una prospettiva storica, i filosofi esponenti di questa nuova corrente (postpositivismo) credono che la storia della scienza sia molto importante per capire come funziona la scienza stessa. I filosofi della scienza post-positivisti si propongono di elaborare le loro analisi non più a partire da considerazioni logiche di ordine generale, ma sulla base di
della scienza ad orientamento storico si distinguono per il fatto che basano le loro analisi sulla storia della scienza. Mentre gli storici, i sociologi o i psicologi possono studiare la scienza da diverse prospettive, i filosofi della scienza ad orientamento storico si concentrano specificamente sui percorsi storici seguiti dalla scienza. Questo significa che analizzano attentamente come la scienza si è sviluppata nel corso del tempo, prendendo in considerazione le influenze culturali, sociali e storiche che hanno contribuito alla sua evoluzione. In questo modo, i filosofi della scienza ad orientamento storico offrono una prospettiva unica e approfondita sull'evoluzione della scienza.Sono più interessati ai ragionamenti impiegati dagli scienziati e cercano di identificare i criteri che conferiscono validità oggettiva alle tesi scientifiche. Mentre entrambe le discipline si interessano alla storia della scienza, i filosofi della scienza ad orientamento storico cercano di integrare la storia della scienza nelle loro indagini filosofiche, mentre gli storici della scienza si concentrano principalmente sulla ricostruzione accurata della storia scientifica senza necessariamente coinvolgersi in argomentazioni filosofiche.
In cosa differisce e in cosa eventualmente convergerebbe il fare lo scienziato e il fare il filosofo della scienza? Lo scienziato è la persona che studia i fenomeni naturali e cerca di capire perché accadono. In particolare, è una persona esperta in un determinato campo della scienza che usa dei metodi scientifici per effettuare ricerche scientifiche destinate all'incremento della conoscenza scientifica nello specifico.
settore di competenza. I filosofi della scienza sono coloro che si interessano di analizzare la natura delle ricerche scientifiche, cercando di rispondere ad una serie di domande. Gli scienziati si concentrano principalmente sulla conduzione di esperimenti, sulla raccolta di dati empirici e sull'elaborazione di teorie scientifiche per spiegare i fenomeni osservati. I filosofi della scienza, d'altra parte, si concentrano sulla riflessione critica sul metodo scientifico, sulla natura della conoscenza scientifica e su questioni concettuali e epistemologiche.
Mentre gli scienziati si concentrano sulla ricerca empirica e sulla creazione di conoscenza scientifica, i filosofi della scienza si dedicano a questioni più ampie riguardanti la natura e il metodo della scienza stessa. Tuttavia, entrambi possono interagire in modi che promuovono una migliore comprensione e pratica della scienza, ad esempio la filosofia della scienza può contribuire a una migliore comprensione delle sfide
nella comunicazione scientifica, aiutando gli scienziati a comunicare in modo più efficace con il pubblico non specialistico e a evitare malintesi o distorsioni delle loro scoperte; mentre gli scienziati possono trarre vantaggio dalla riflessione filosofica sulla loro disciplina, che può aiutarli a comprendere meglio le basi concettuali delle loro teorie e metodi di ricerca, nonché a raffinare le loro domande scientifiche. 19. Khun cosa intende con il termine "paradigma"? Con il termine "paradigma" Khun si riferisce ad un quadro di riferimento per definire i fenomeni che una disciplina particolare assume come propri oggetti di studio e potrebbe riguardare un modello di base oppure una teoria generale (ad esempio il modello copernicano delle rivoluzioni planetarie attorno al sole o la teoria dei corpi fisici che si attraggono reciprocamente secondo le leggi di Newton, oppure nella scienza cognitiva l'idea secondo cui la mente è un sistema dielaborazione di informazioni). Un paradigma però non è semplicemente un modello o una teoria, ma contiene anche istruzioni circa il modo in cui le informazioni devono essere organizzate e trattate.