TOSSICOLOGIA:
ALIMENTI PIÙ A RISCHIO: le muffe tossigene crescono soprattutto su prodotti vegetali con bassa attività
dell’acqua (a ): cereali (mais, frumento, riso); semi oleaginosi (arachidi, girasole); legumi; frutta secca (noci,
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mandorle, fichi secchi); erbe officinali e infusionali; caffè, cacao; spezie.
TOSSICITÀ DELLE MICOTOSSINE: sono note oltre 300 micotossine, ma circa 20 hanno rilevanza tossicologica
per l’uomo e gli animali. Le tossicità si classificano in base agli effetti:
ACUTA: danni a fegato e reni; MUTAGENA: alterazioni del DNA;
CRONICA: cancro epatico, effetti sistemici TERATOGENA: malformazioni nel feto.
nel lungo periodo;
PRINCIPALI MICOTOSSINE DI INTERESSE ALIMENTARE
1 - Aflatossine prodotte da Aspergillus flavus e A. parasiticus
Le più pericolose sono l’aflatossina B1 e M1 (presente nel latte)
Fortemente epatotossiche, cancerogene
Evidenziate tramite fluorescenza sotto luce UV, tecnica utilizzata per screening visivi rapidi
2 - Ocratossina A prodotta da Penicillium verrucosum e P. expansum
Presente in cereali, caffè, vino, spezie
Tossica per reni, sospettata cancerogena
3 - Patulina prodotta da Penicillium expansum
Comune in frutta ammaccata (soprattutto mele e derivati)
Tossica e potenzialmente genotossica
4 - Fumonisine prodotte da Fusarium verticillioides
Comuni nel mais
Legate a effetti neurotossici e possibili tumori esofagei
5 - Zearalenone prodotta da Fusarium graminearum, F. culmorum
Ha attività estrogenica → provoca disturbi riproduttivi negli animali
CONDIZIONI DI FORMAZIONE: non si formano in tutte le condizioni di crescita delle muffe: i range di
temperatura, pH e umidità per la loro produzione sono più ristretti rispetto a quelli per la semplice crescita
fungina. Questo dato può essere sfruttato nei processi di conservazione, mantenendo condizioni non
favorevoli alla produzione di tossine anche se le muffe sono presenti.
CONTROLLO E PREVENZIONE: della contaminazione da muffe e micotossine è complesso perchè:
Le contaminazioni sono spesso ambientali e diffuse
Non è possibile garantire ambienti di produzione o coltivazione completamente sterili
Tuttavia, è possibile limitare i rischi agendo in vari punti della filiera:
In campo: evitare stress della pianta, infestazioni da insetti, eccessi di umidità
Durante la raccolta e il trasporto: ridurre i tempi di sosta, proteggere dalla pioggia
Durante la conservazione: controllare temperatura e umidità, ventilare correttamente
Nell’alimentazione animale: utilizzare mangimi controllati
Prima della distribuzione: effettuare trattamenti fisici (cernita, essiccazione, trattamenti UV)
NORMATIVA: la produzione e presenza di micotossine è regolamentata a livello europeo (Regolamento CE n.
1881/2006 e s.m.i.). I limiti di legge variano in base: al tipo di alimento e alla destinazione (consumo diretto o
sottoposto a lavorazione).
PRIONI: forme alterate di glicoproteine normalmente presenti nelle cellule sane dell’uomo e degli animali.
Sono proteine infettive che causano malattie neurodegenerative fatali. Non sono microrganismi, poiché privi
di acidi nucleici (DNA o RNA) e quindi senza informazione genetica.
MECCANISMO DI INFEZIONE: proteina mal ripiegata (con struttura secondaria anomala: ricca in foglietti β):
1. induce le proteine normali a cambiare conformazione;
2. crea aggregati proteici tossici, resistenti alla degradazione;
3. provoca la morte cellulare e l’accumulo nel cervello, con aspetto “spugnoso”.
TSE – Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili: gruppo di malattie neurodegenerative causate dai prioni.
Colpiscono: uomo/animali; Caratteristiche: letali, incurabili, a decorso lento, trasmissibili, non contagiose
(non si trasmettono per via aerea o contatto diretto).
SCRAPIE
Colpisce: ovini e caprini
Trasmissione: da madre a agnello tramite placenta e liquido amniotico
Accumulo del prione: nel sistema nervoso periferico e linforeticolare
Sintomi: prurito intenso → animali si grattano fino a sanguinare (“scrapie” in inglese = “grattare”)
Non trasmissibile all’uomo
BSE – Encefalopatia Spongiforme Bovina ("Mucca pazza")
Colpisce: bovini
Sintomi negli animali: stordimento, confusione, movimenti involontari, perdita di memoria,
prurito intenso, atteggiamenti aggressivi, morte
Trasmissibile all’uomo tramite ingestione di carni contaminate
Caratteristiche della BSE:
Infettiva, probabilmente zoonotica, non contagiosa
Legata all’alimentazione del bestiame con farine animali (contenenti carne, ossa e midollo)
Accumulo dei prioni: Ileo, Tonsille, Sistema nervoso centrale: cervello, midollo spinale
Parti:
da non consumare (alto rischio): Cervello, Midollo spinale, Occhi, Tonsille, Ghiandole, Intestino
a rischio intermedio: Bistecca con osso, Carne separata meccanicamente (a causa del
raschiamento dell’osso che può coinvolgere terminazioni nervose).
*I suini non presentano forme di TSE conosciute fino ad oggi.
TSE umane:
vCJD: variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob → forma umana della BSE
Kuru: malattia diffusa per via alimentare (antropofagia) in alcune tribù della Nuova Guinea
Gerstmann-Sträussler-Scheinker e Fatal Familial Insomnia: forme ereditarie
BATTERI LATTICI: gruppo di microrganismi capaci di fermentare zuccheri producendo acido lattico. Si dividono:
Omo-lattici (omo-fermentanti): producono principalmente acido lattico e anidride carbonica.
Etero-lattici (etero-fermentanti): producono acido lattico e altri composti: acido acetico, etanolo, ecc.
RUOLO:
Positivo
Utilizzati globalmente per la fermentazione di molti alimenti, in particolare derivati del latte (yogurt,
formaggi, burro), ma anche verdure, pesce, carne e salumi.
Favoriscono la conservabilità degli alimenti e lo sviluppo di sapori e texture caratteristiche.
In panificazione, i batteri lattici, insieme ai lieviti naturali, migliorano la lievitazione e il sapore del pane.
Colture importanti: Streptococcus thermophilus e Lactococcus spp., utilizzate come starter nella
produzione di yogurt e formaggi.
Simbiosi nota: nello yogurt, Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus si stimolano
reciprocamente la crescita.
Alcune specie di Bifidobacterium agiscono come probiotici, aiutando a ristabilire l’equilibrio batterico
intestinale nell’uomo e negli animali.
Negativo
Possono causare alterazioni indesiderate se la loro azione avviene in momenti non opportuni, come
durante la fermentazione alcolica spontanea del mosto. In queste situazioni, i lieviti dovrebbero
predominare trasformando zuccheri in alcol e anidride carbonica; tuttavia, alcuni batteri lattici resistono
e producono composti che alterano negativamente il prodotto, come acido lattico e mannito.
Possono influenzare negativamente la shelf-life del latte e derivati, causando deterioramento precoce.
VIRUS E MALATTIE ALIMENTARI
VIRUS: Parassiti endocellulari obbligati, molto piccoli (nanometri). Non necessitano di nutrienti esterni, si
replicano solo all’interno di cellule ospiti (≠ batteri). Composizione: acido nucleico (DNA o RNA), proteine, lipidi.
VIRUS ALIMENTARI: Basta pochissimo virus per causare infezione. Sono abbastanza stabili fuori dall’ospite e
resistenti agli ambienti acidi. Rilevamento tramite kit ELISA o sonde molecolari.
TIPOLOGIE di virus di origine alimentare:
Virus che causano gastroenterite = Norovirus, Calicivirus, Astrovirus, Adenovirus, Rotavirus.
Bersaglio: cellule epiteliali dell’intestino tenue.
Effetto: distruzione dei microvilli intestinali.
Incubazione: 24-28 ore.
Sintomi: dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, mal di testa.
Terapia: principalmente reidratazione.
Virus che causano epatite = HAV (epatite A), HEV (epatite E).
Bersaglio: epatociti (cellule del fegato).
Trasmissione attraverso cellule intestinali e sistema linfatico.
Incubazione: 10-50 giorni.
Sintomi: malessere generale, febbre, ittero, o asintomatici.
Terapia: reidratazione e supporto per recupero nel tempo.
MODALITÀ DI TRASMISSIONE:
Da persona a persona (via oro-fecale, aerosol).
Attraverso alimenti contaminati (manipolazione igienicamente scorretta, ambienti o utensili
contaminati): molluschi bivalvi, frutti di bosco, preparazioni gastronomiche con manipolazione.
Da acqua contaminata (feci o urine), incluse acque ricreative (terme, piscine).
ESEMPI SPECIFICI
Norovirus
Virus a RNA, responsabile di circa il 67% delle gastroenteriti alimentari.
Maggiore incidenza nei bambini, spesso con infezioni asintomatiche.
Alimenti associati: crostacei, molluschi, acqua, buffet, prodotti da forno, vegetali.
Virus dell’epatite A (HAV)
Passa dall’intestino al fegato, si replica negli epatociti, può diffondere nella bile.
Mortalità bassa, tranne che per donne in gravidanza.
Resistente a pH molto bassi (<1).
MUFFE e LIEVITI: RUOLO NEGLI ALIMENTI
CARATTERISTICHE GENERALI:
Muffe e lieviti comprendono molte specie diverse.
Alcune sono patogene o producono micotossine tossiche.
Altre sono fondamentali per la produzione e la caratterizzazione di molti alimenti.
RUOLO:
positivo
LIEVITI
Si sviluppano in presenza di zuccheri.
Fermentano carboidrati producendo alcool e anidride carbonica (CO₂).
Applicazioni:
Produzione di vino e birra.
Lievitazione di pane, pizza e altri prodotti da forno (la CO₂ fa gonfiare la pasta).
MUFFE
Importanti nella maturazione e affinamento di alcuni insaccati (es. salami).
Regolano il grado di umidità.
- Favoriscono la disacidificazione e la proteolisi.
- Influenzano il gusto finale del prodotto.
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Fondamentali anche nella produzione di formaggi particolari: gorgonzola (conferiscono sapore e carattere).
negativo
Non tutte le muffe causano effetti positivi: molte provocano alterazioni indesiderate negli alimenti.
Alimenti maggiormente soggetti a contaminazione da muffe tossigene: prodotti vegetali a bassa attività
dell’acqua, come cereali, semi oleaginosi, legumi e frutta secca.
Esempi di muffe comuni e relative contaminazioni:
Penicillium: patina blu-verdastra su agrumi (arance, limoni).
Aspergillus: contaminazione nei cereali e farine.
Le muffe tossigene possono causare tossinfezioni alimentari con sintomi come vomito e diarrea.
Micotossine più pericolose prodotte da muffe: Aflatossine (Aspergillus); Ocratossina A e Patulina (Penicilli).
Controllare le contaminazioni da muffe è molto diffic
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