D
produce un incremento nei consumi.
- Investimenti. La riduzione del tasso di interesse rende minore il costo del finanziamento
dell’investimento per le imprese, stimolando la crescita dell’investimento aggregato.
↑ causa due effetti nella stessa direzione:
↓ i →↓costo finanziario → ↑I → ↑Z
→ ↑ vendite → ↑I
↑Y .
8) Si confrontino gli effetti di manovre di politica monetaria attuate impiegando
alternativamente come strumento l’offerta di moneta ed il tasso di interesse di
riferimento in presenza di incertezza nel mercato dei beni.
Quando c’è incertezza non si è in grado di definire in maniera esatta l’equilibrio di un mercato. Si
può avere incertezza nel mercato dei beni, nei mercati finanziari o in entrambi i mercati.
In particolare, l’incertezza nel mercato dei beni implica l’impossibilità di determinare esattamente:
Le scelte di consumo.
Le scelte di investimento.
La posizione e la pendenza della curva IS, che sarà quindi posizionata con un margine di
variabilità. In condizioni di incertezza la “posizione reale” della
curva è compresa fra le linee IS e IS . Maggiore è
0 1
questo intervallo e maggiore sarà l’incertezza che
caratterizza il mercato dei beni e tanto maggiore
sarà la difficoltà da parte dell’economista di
effettuare la propria visione circa le caratteristiche
del mercato dei beni. Portando conseguentemente
le proprie valutazioni a scostarsi in parte da quella
che è la realtà. La linea IS indica la stima della
posizione della curva. Se le previsioni sono corrette questo comporta che la curva IS stimata
coincide esattamente con la curva IS effettiva. s
Per analizzare gli effetti di politica monetaria attuata impiegando M bisogna considerare
contemporaneamente i grafici IS-LM. Notiamo quindi che:
- IS è la stima della condizione di equilibrio del mercato dei beni.
- la Banca Centrale stabilisce Y=Y* per definire il punto di intersezione tra IS e LM. Sappiamo
che IS è compresa fra IS e IS quindi il valore di Y sarà compreso fra Y e Y .
0 1 0 1
Per analizzare gli effetti di politica monetaria attuata impiegando il tasso d’interesse di riferimento
bisogna considerare contemporaneamente i grafici IS-MP. Notiamo che:
- La Banca centrale definisce come obbiettivo Y=Y* in modo che risulti un i tale per cui MP e IS
r
si intersechino per Y=Y*. Poiché IS è compreso fra IS e IS , il valore di Y sarà compreso fra Y
0 1 2
e Y .
3
Mentre in condizioni di certezza, l’impiego dei due strumenti di politica monetaria disponibili,
produceva il medesimo risultato, rappresentato dal pieno raggiungimento dell’obiettivo prefissato,
l’attuazione in condizioni di incertezza di politiche attuate impiegando strumenti diversi, genera
risultati differenti. La variabilità del livello che effettivamente la produzione andrà a raggiungere è
diversa nei due casi ed è maggiore per quanto riguarda la variazione del tasso d’interesse di
s
riferimento. Dunque, M è lo strumento migliore.
9) Si confrontino gli effetti di manovre di politica monetaria attuate impiegando
alternativamente come strumento l’offerta di moneta ed il tasso di interesse di
riferimento in presenza di incertezza nei mercati finanziari.
Quando c’è incertezza non si è in grado di definire in maniera esatta l’equilibrio di un mercato. Si
può avere incertezza nel mercato dei beni, nei mercati finanziari o in entrambi i mercati.
In particolare, l’incertezza nei mercati finanziari implica l’impossibilità di determinare esattamente:
L’effetto di Y e di i sulla domanda di moneta.
La posizione e la pendenza della curva LM, che sarà quindi posizionata con un margine di
variabilità. La “posizione reale” della curva è compresa fra le linee
LM e LM . La dimensione di tale intervallo dipenderà
0 1
dalla dimensione dell’incertezza. La linea LM indica la
stima della posizione della curva.
S
Per analizzare gli effetti di politica monetaria attuata impiegando M bisogna considerare
contemporaneamente i grafici IS-MP. Notiamo che:
- IS indica con certezza l’equilibrio del mercato dei beni.
- La Banca centrale stabilisce Y=Y* per definire il punto di intersezione tra IS e LM. In realtà la
LM è compresa fra LM e LM quindi il valore di Y sarà compreso fra Y e Y
0 0 1
Per analizzare gli effetti di politica monetaria attuata
impiegando il tasso d’interesse di riferimento bisogna considerare contemporaneamente i grafici
IS-MP. Notiamo che:
- La banca centrale definisce come obbiettivo Y=Y* per definire il punto di equilibrio tra IS-MP.
Per ottenerlo i deve essere tale per cui MP e IS si intersechino per Y=Y*.
r
- L’incertezza sulla LM non influenza l’equilibrio, quindi la manovra porta Y a Y*.
L’impiego del tasso d’interesse di riferimento come strumento di politica monetaria si configura, in
presenza di incertezza sulla funzione di domanda di moneta, come strumento più efficiente rispetto
al controllo dell’offerta di moneta che genera un risultato non pienamente prevedibile. Questo
perché con il tasso di riferimento si raggiunge esattamente il valore desiderato del livello della
produzione, poiché il tasso di riferimento viene annunciato ai mercati dalla Banca Centrale.
10) Utilizzando i modelli IS-LM e IS-MP si esamini l’implementazione di un mix di politica
economica attuato allo scopo di aumentare la spesa pubblica senza causare un
aumento dell’inflazione.
Con il termine mix di politica economica si intende la combinazione di politica finanziaria e politica
monetaria. In particolare, nel caso in cui le autorità di politica economica vogliono attuare un tipo
d’intervento che espanda il livello della spesa pubblica senza produrre un’eccessiva accelerazione
della crescita del sistema economico che potrebbe generare un aumento dell’inflazione, è evidente
che un solo strumento non è sufficiente. Ecco perché si ricorre ad un mix di politica economica.
Si dovrà quindi coniugare l’utilizzo di una politica fiscale espansiva e di una politica monetaria
restrittiva.
Analizzando contemporaneamente i grafici IS-LM notiamo
che l’aumento della spesa pubblica, essendo una
componente della domanda aggregata, fa spostare la
curva IS verso destra causando un aumento della
Y
produzione e quindi un incremento dell’inflazione
Per ovviare a questo inconveniente si affianca alla politica
fiscale espansiva, una politica monetaria restrittiva. Quest’ultima può essere attuata riducendo il
livello dell’offerta di moneta o aumentando il tasso d’interesse di riferimento. Riducendo l’offerta di
moneta la curva LM si sposta verso sinistra, in questo modo il livello di produzione Y si ridurrà
trovando un nuovo punto di equilibrio. Aumentando il tasso d’interesse di riferimento, la curva MP
si sposta verso l’alto, riducendo il livello di produzione. Con i due tipi di politica monetaria, si ha lo
stesso risultato.
Un esempio di questo mix di politica economica è
quello attuato da Reagan e Volcker all’inizio degli anni 80’. L’amministrazione Reagan aveva come
obbiettivi:
Potenziamento della difesa
Riduzione tasse
L’inflazione statunitense era all’inizio degli anni ’80 oltre il 10%.
La Federal Reserve si preoccupava di fare una politica espansiva, temeva che ↑Y provocasse una
forte accelerazione dell’inflazione. Il governatore della Federal Reserve Volcker decise, perciò, di
aumentare il tasso sui Federal Funds dall’11% (del 1980) al 18% (del 1982) →politica restrittiva.
Pur in presenza della politica fiscale espansiva, il risultato ottenuto fu che l’inflazione statunitense
scese dal 12,5% del 1980 al 3,8% nel 1982.
11) Utilizzando i modelli IS-LM e IS-MP si esamini l’implementazione di un mix di politica
economica attuato allo scopo di ridurre il disavanzo pubblico senza causare una
recessione.
Con il termine mix di politica economica si intende la combinazione di politica finanziaria e politica
monetaria. In particolare, nel caso in cui le autorità di politica economica vogliono attuare un tipo
d’intervento che riduca il disavanzo pubblico senza causare una recessione, devono coniugare
l’utilizzo di una politica fiscale restrittiva e di una politica monetaria espansiva.
Sappiamo che, se le uscite dello Stato sono maggiori delle entrate si genera disavanzo pubblico e
sappiamo anche che nel momento in cui lo Stato decide di emettere titoli di stato, il disavanzo
pubblico sfocia in debito pubblico.
Per ridurre il disavanzo si potrebbe attuare una politica fiscale restrittiva e quindi diminuire la
spesa pubblica G o aumentare le tasse T. Una manovra di questo genere sposta la curva IS verso
sinistra riducendo il livello di produzione di equilibrio, che può protrarsi e condurre ad una
recessione.
Per ovviare a tale inconveniente, la Banca Centrale può agire in direzione opposta, attuando una
M
s
politica monetaria espansiva. Quest’ultima può essere attuata oppure ↓i. Aumentando l’offerta
di moneta la curva LM si sposta verso destra portando la produzione al valore originale.
Diminuendo il tasso d’interesse di riferimento la curva MP si sposta verso il basso riportando
anche in questo caso, la produzione al livello originario.
L’esempio meglio riuscito di questo mix di politica
economica è rappresentato dall’amministrazione Clinton e dal governatore della FED, Greenspan.
Nel corso degli anni 80 l’economia americana aveva registrato un disavanzo pubblico che era il
5% del PIL. Clinton propose un piano di riduzione del disavanzo, che insieme alla politica
monetaria espansiva attuata da Greenspan, fece scendere il deficit pubblico al 3% fino a produrre
nel 1998, un avanzo di bilancio.
12) Si descrivano i fondamenti teorici della cosiddetta “Equivalenza Ricardiana” e le
implicazioni sull’efficacia della politica fiscale. Si illustrino, infine, i possibili limiti di tale
teoria.
Considerando un orizzonte temporale infinito, l’equivalenza ricardiana prevede il pareggio dei conti
pubblici nel lungo periodo.
Implica quindi che la somma delle spese che saranno effettuate, non dovrà eccedere la somma
delle entrate. Il vincolo non rende, dunque, necessario il mantenimento del pareggio del bilancio in
ciascun periodo, ma permette periodi in cui si genera disavanzo purché esso sia recuperato nei
periodi successivi. Se oggi faccio deficit ci dovrà essere un periodo i
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