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DUPLICAZIONE DEL DNA.
Watson e Crick quando descrissero la struttura del DNA avevano intuito l’essenza della
duplicazione del DNA.
Sulla base dell’appaiamento delle basi posso avere una relazione durante la duplicazione perché
un filamento funziona da stampo mentre l’altro filamento sarà quello di nuova sintesi ovvero
quello copiato.
DIMOSTRAZIONE DI MESELSON E STAHL DELLA DUPLICAZIONE SEMICONSERVATIVA DEL DNA
In linea teorica era possibile supporre 3 diverse modalità di replicazione rappresentate da: un
modello semiconservativo, uno conservativo e uno dispersivo
Nel MODELLO SEMICONSERVATIVO la doppia elica originaria che possiamo anche chiamare
parentale dà luogo a 2 doppie eliche figlie a livello delle quali un filamento è costituito da DNA
originario mentre l’altro è costituito da un filamento di nuova sintesi.
Nel MODELLO CONSERVATIVO ciascun filamento funziona da stampo per 2 filamenti di nuova
sintesi che si uniranno a formare la doppia elica, mentre la doppia elica originaria rimane intatta.
Ottengo 2 molecole di DNA originate da quella originaria però: una da entrambi i filamenti di
nuova sintesi, l’altra da entrambi i filamenti originari.
Nel MODELLO DISPERSIVO ciascuna delle due eliche figlie risultava essere costituita da pezzi di
nuova e vecchia sintesi. Meccanismo più complesso da poter ipotizzare.
Tramite l’esperimento di Meselson e Stahl si è capito che il DNA si duplica in maniera
semiconservativa. L’idea era quello di poter marcare il DNA di nuova sintesi, prendendo dei batteri
e facendoli crescere in una fonte di azoto pesante ovvero il cloruro di ammonio contente azoto 15,
isotopo non radioattivo, ma isotopo pesante. Un altro gruppo in presenza di azoto 14, isotopo più
comune. Facendoli crescere in questi terreni i batteri quando si duplicano incorporano nel loro
genoma o l’azoto 14 o l’azoto 15 a livello delle basi azotate. Se si estrae il DNA da queste 2
popolazioni di batteri sottoponendolo a ultracentrifugazione in presenza di cloruro di cesio, questo
permette di separare il DNA in due bande distinte sulla base della densità, infatti il DNA
proveniente dalla crescita dei batteri in azoto 15 formerà una banda più in basso nella provetta
perché più pesante (centrifugata nel gradiente del cloruro di cesio, si ferma ad un livello del
gradiente dove c’è densità maggiore di cloruro di cesio a causa del DNA pesante). Se invece
prendo le molecole di DNA estratte dai batteri cresciuti in azoto 14 avrò un’unica banda che si
posiziona a livello del gradiente di cloruro di cesio a densità minore a causa del DNA leggero.
Descrizione esperimento= i batteri vengono fatti crescere per molti generazioni in azoto 15; vuol
dire che tutti i batteri conterranno una molecola di DNA pesante, tutti li loro cromosoma batterico
sarà costituito da DNA pesante. Successivamente i batteri vengono trasferiti in un terreno
contenente come fonte di azoto leggero; si aspetta 20 minuti ovvero il tempo che i batteri
impiegano per replicare il loro DNA quando le condizioni sono ideali (ovvero a 37°). Siccome ho
fornito azoto 14, il nuovo DNA di nuova sintesi conterrà azoto 14 e non azoto 15, se estraiamo il
DNA da questi batteri che hanno compiuto un unico ciclo di duplicazione e si sottopone ad
ultracentrifugazione in gradiente di cloruro di cesio, si ottiene un’unica banda. Un’unica banda che
è intermedia come densità rispetto ai punti di riferimento che corrispondo alla banda di DNA
leggera e alla banda di DNA pensante. Così posso escludere il modello conservativo perché
avrebbe permesso di ottenere 2 bande una corrispondente al DNA pensante e una corrispondente
al DNA leggero. Invece avendo un’unica bada che sta ad un livello di densità intermedio tra quello
del DNA leggero e pesante, vuol dire che questa banda contiene tutte le molecole di DNA che
derivano da un unico processo di duplicazione e che sono costituite da un filamento pesante ed
uno leggero.
Il fatto che si fosse creata un’unica banda a densità intermedia poteva far pensare anche ad un
modello dispersivo perché presupponendo due molecole di DNA figlie ciascuna delle quali era
costituita da frammenti di DNA pesante e leggero.
Dunque, con un’unica duplicazione batterica posso escludere solo il modello conservativo ma non
quello dispersivo che può essere escluso solo con la seconda duplicazione. I batteri vengono posti
in un terreno con azoto 14 e si aspettano 40 minuti per far avvenire due duplicazioni. Abbiamo
una prima divisione delle molecole di DNA che danno le prime due molecole di DNA figlie e poi
una seconda divisione da cui se ne formeranno da ciascuna di esse altre due. Da questo
esperimento ottennero di nuovo una banda intermedia perché il DNA pesante non viene
eliminato, una porzione delle molecole di DNA che si formano conterranno un filamento di DNA
pesante, poi però quelle che si originano usando come stampo quello leggero, saranno tutte
leggere e quindi avrò una banda più alta segno della duplicazione semiconservativa ed esclusione
di quella dispersiva. Se ottengo due bande vale il modello semiconservativo.
ORIGINE della DUPLICAZIONE DNA BATTERICO ed EUCARIOTICO.
La duplicazione del DNA batterico è quella
meglio conosciuta, e della quale si hanno
più informazioni.
Inizia a livello di una regione detta origine
di replicazione e dove i due filamenti di
DNA che costituiscono l’elica si separano e
ciascun filamento comincia ad essere
duplicato. La duplicazione procede in
entrambe le direzioni ed è per questo detta
bidirezionale. Queste strutture da cui
comincia la duplicazione si chiamano
forcelle di duplicazione o forche di
replicazione; a partire da un’unica origine
ho 2 forcelle che si muovono in direzioni
opposte duplicando progressivamente tutta
la molecola di DNA circolare fino a
ricongiungersi, formando 2 molecole di
DNA figlie.
Il DNA eucariotico è lineare invece ed organizzato in più cromosomi ed è più lungo, quindi sono
presenti più origini di duplicazione sennò la replicazione sarebbe troppo lenta, per ciascuna origine
parte una replicazione bidirezionale quindi progressivamente i due filamenti si dissociano e
vengono copiati. Le unità di replicazione vengono detti repliconi, e man mano che vengono
duplicati i filamenti i repliconi si ricongiungono per avere una duplicazione completa.
*Prima differenza tra procarioti ed eucarioti→ i procarioti hanno un’unica origine di duplicazione,
mentre nel DNA eucariotico ci sono più origini di duplicazione.
Il filamento stampo è detto parentale mentre quello di nuova sintesi è detto anche filamento
figlio.
PUNTI CHIAVE DELLA DUPLICAZIONE.
1) Le eliche del DNA sono separate e devono essere tenute separate durante la replicazione.
DNA ELICASI e proteine che legano il DNA a singolo filamento per far si che non si riformino
legami ad idrogeno.
2) I superavvolgimenti vengono eliminati dalle TOPOISOMERASI.
3) La sintesi procede in direzione 5’ 3’ la DNA POLIMERASI forma legami fosfodiesterici tra il
3’OH della catena in allungamento ed il 5’P di un nuovo nucleotide.
4) La sintesi necessita di un iniziatore di RNA.
5) La sintesi avviene in modo: Continuo sul filamento guida e Discontinuo (frammenti di
Okazaki) sul filamento ritardato.
6) I frammenti di Okazaki devono essere legati insieme: Intervento della DNA LIGASI.
Un enzima che è la DNA elicasi rompe i legami ad idrogeno tra i due filamenti e li rompe in
1 maniera ATP dipendente in modo tale che si formi la bolla di replicazione con le due forcelle.
Progressivamente le elicasi scorrono lungo il DNA aprendolo, circa mille nucleotidi vengono
separati in un secondo e intervengono anche proteine che legano il filamento singolo, dette SSP, in
modo tale che non si riformino legami a idrogeno
2 I superavvolgimenti vengono eliminati dalle topoisomerasi.
Quando vengono separati i due filamenti, l’estremità dei cromosomi non è libera di ruotare per cui
si formano dei superavvolgimenti. Questi superavvolgimenti devono essere eliminati sennò
l’enzima che catalizza la duplicazione del DNA, ovvero la DNA polimerasi si trova di fronte un
intreccio che non può essere sciolto. Ci sono perciò degli enzimi detti topoisomerasi che
catalizzano l’eliminazione dei superavvolgimenti facendo dei tagli sul DNA in modo tale da far
passare un filamento sopra l’altro.
Esistono due tipi di topoisomerasi:
• Topoisomerasi I: taglio di un solo filamento.
• Topoisomerasi II: taglio di entrambi i filamenti.
3+4
Quando tutto è pronto interviene l’enzima chiave della sintesi del DNA detta DNA polimerasi: nei
procarioti ne esistono 3, negli eucarioti ne esistono molte di più.
L’enzima catalizza l’aggiunta di nucleotidi formando legami fosfodiesterici per creare un filamento
di nuova sintesi. Questo enzima ha una particolarità: necessita di un 3’ ossidrile a cui attaccare i
nucleotidi (un filamento può crescere solo in direzione 5’→ 3’, infatti la DNA polimerasi riesce a
catalizzare la sua regione solo aggiungendo un nucleotide all’estremità 3’). La DNA polimerasi
aggiunge nucleotidi al 3’ ossidrile muovendosi in direzione 5’→ 3’ e leggendo lo stampo in
direzione 3’→ 5’.
La DNA polimerasi usa i nucleosidi trifosfato come substrato, si scinde il legame a partire dal
nucleotide trifosfato e il fosfato legato al carbonio
in posizione 5, viene unito al 3’ ossidrile del
nucleotide precedente, inoltre viene eliminata una
molecola di pirofosfato scissa in 2 ioni fosfato che
serve per spostare la reazione verso destra.
Dunque, l’energia per la formazione del legame
fosfodiesterico, reazione anabolica, viene fornita
dalla scissione del legame presente a livello del
nucleotide trifosfato (legame ad alto contenuto
energetico). La sua scissione permette la
formazione del legame fosfodiesterico.
Se all’inizio quando i due filamenti sono aperti,
non c’è un 3’ a disposizione perché ancora non ho
filamenti di nuova sintesi, si ha l’intervento di un
enzima detto RNA primasi, il quale è una RNA
polimerasi che catalizza la sintesi di un breve
pezzetto di RNA, fatto da circa una decina di nucleotidi, per questo si chiama innesco o primer.
l’RNA polimerasi a differenza della DNA polimerasi non necessita per iniziare la sintesi della
presenza di un 3’ ossidrile di un nucleotide, ma possono iniziare la sintesi ex novo. Questo breve
filamento fornisce il 3’ ossidrile a livello del quale la DNA polimerasi può cominciare la sintesi del
filamento.
5 La sintesi avviene in modo cont