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DIURETICI
Sono farmaci in grado di aumentare la velocità del flusso urinario (e il volume di urina) e la
natriuresi, quindi determinano maggiore velocità di escrezione di sodio. Modificano
anche l’escrezione di vari ioni: K+, H+, Cl-, HCO3- e dell’acido urico.
L’impiego è finalizzato alla rimozione dell’eccesso di fluidi extracellulari negli stati edematosi
di origine cardiaca, epatica e renale: insufficienza cardiaca congestizia, malattie renali, cirrosi
epatica ed edema idiopatico. Nonchp nelle patologie in cui vi è un’alterazione del volume e/o
della composizione dei liquidi corporei quali ipertensione lieve e moderata, sindrome
nefrosica, ipercalcemia e diabete insipido.
Essi, infatti, incrementando l’escrezione renale di NaCl, riducono il volume dei liquidi
corporei, dato che l’NaCl è il principale responsabile dell’osmolarità del plasma e del volume
dei fluidi extracellulari.
La somministrazione cronica di un diuretico causa perdita di sodio corporeo, ma la natriuresi
tende a diminuire nel tempo perché si manifesta il cosiddetto “freno diuretico”.
Subentrano, cioè, dei meccanismi compensatori (attivazione del SNS e del RAS, diminuzione
della PA con conseguente diminuzione della pressione di natriuresi, ipertrofia delle cellule
epiteliali renali) per adeguare l’escrezione di sodio al suo apporto.
Vengono generalmente classificati in relazione al segmento del nefrone sul quale
esercitano l’azione prevalente. Molti diuretici esplicano la loro azione:
INIBITORI ANIDRASI CARBONICA
Agiscono a livello del tubulo contorto prossimale (PCT). Esso è molto permeabile all’acqua e
ciò consente di mantenere l’osmolalità quasi costante. A livello di questo segmento vengono
riassorbiti 85% bicarbonato di sodio, 40% cloruro di sodio, 60% acqua e quasi tutti i soluti
organici. Il riassorbimento del bicarbonato di sodio dal lume delle urine inizia per l’azione di
uno scambiatore Na/H+ (NHE3) situato sulla membrana luminale delle cellule epiteliali del
tubulo. La pompa Na/K ATPasi presente sulla membrana basolaterale pompa il sodio
l'anione bicarbonato
riassorbito nell’interstizio. I protoni eliminati nel lume reagiscono con
acido carbonico,
formando H2CO3. Quest'ultimo, come il bicarbonato, non è direttamente
trasportato dalle cellule del tubulo prossimale, ma viene deidratato a CO2 ed H2O, che
rapidamente attraversano le membrane, grazie all'anidrasi carbonica.
L’anidrasi carbonica catalizza la reazione CO2 + H2O nei due sensi, prevalendo per legge di
massa l’idratazione a H2CO3- che si dissocia poi in HCO3- e H+ all’interno della cellula. Il
protone viene quindi estruso per scambio con il Na+ , grazie allo scambiatore Na/H+ situato
nella membrana luminale delle cellule epiteliali del tubulo. Il risultato finale è il recupero del
bicarbonato ultrafiltrato.
L’azione degli inibitori della anidrasi carbonica interrompe questo ciclo e comporta
formazione di urina ricca in bicarbonati e conseguente acidosi metabolica
ipokaliemica ipercloremica perché non vengono eliminati gli idrogenioni. Il loro effetto è
autolimitante, sono deboli diuretici e destinati ad impieghi terapeutici diversi dalla rimozione
degli edemi. Ne fanno parte: ACETAZOLAMIDE, METAZOLAMIDE, DICLORFENAMIDE.
L’anidrasi carbonica è presente in numerosi distretti: a livello dei processi ciliari, dove
regola la formazione dell’umor acqueo, a livello gastrico dove fornisce gli idrogenioni per la
secrezione di acido cloridrico, nei globuli rossi, dove contribuisce al trasporto di CO2, nel
sistema nervoso centrale, dove è implicata nella regolazione delle correnti ioniche
Gli inibitori della anidrasi carbonica sono sulfamidici, con anello penta- o esa- atomico e
possono quindi:
- ridurre la velocità di formazione dell’umor acqueo
- aumentare la quota eritrocitaria di CO2
- modificare il gradiente ionico nelle cellule del SNC
INDICAZIONI:
- Trattamento del glaucoma uso topico: DORZOLAMIDE, BRINZOLAMIDE
- Trattamento delle convulsioni
- Prevenzione del mal di montagna
- Trattamento della paralisi periodica ipokaliemica (PPI) perché aiuta a stabilizzare le
membrane cellulari e ridurre l’eccitabilità anomala dei muscoli
malattia da alta quota
La prevede sintomi come debolezza, fame d’aria, vertigini e nausea,
sintomi lievi che persistono per pochi giorni. A volte possono insorgere edemi polmonari o
cerebrali che possono essere pericolosi per la vita. Riducendo la formazione di liquido
cefalorachidiano ed abbassando il pH del liquido cefalorachidiano e dell'encefalo,
l'acetazolamide migliora l'esecuzione di prestazioni fisiche e riduce tutti i sintomi.
L'impiego degli inibitori dell'anidrasi carbonica è controindicato in caso di cirrosi epatica.
L'alcalinizzazione delle urine riduce la capacità di eliminare NH4+ e può contribuire allo
sviluppo dell'encefalopatia epatica.
EFFETTI INDESIDERATI:
- Acidosi metabolica ipercloremica (parestesie, sonnolenza) come conseguenza della
riduzione di ione bicarbonato dalle riserve dell’organismo
- Calcoli renali (urolitiasi)
- Ipokaliemia (effetti cardiaci) per aumentata escrezione di k+
- Reazioni da gruppo -olfonamidico (mielodepressione, reazioni cutanee, allergie in pz
ipersensibili)
DIURETICI DELL’ANSA
Agiscono sul tratto spesso ascendente dell’ansa di Henle. Esso è impermeabile all’acqua. A
causa dell’alta capacità di assorbimento di NaCl di questo segmento e il fatto che la diuresi
non è limitata dallo sviluppo di acidosi, come con gli inibitori dell’anidrasi carbonica, i farmaci
che agiscono in questo sito producono un effetto diuretico molto più intenso di quello
osservato con qualsiasi altro gruppo di diuretici.
I due prototipi di questo gruppo sono la FUROSEMIDE e L’ACIDO ETACRINICO. La
torsemide, un recente diuretico dell’ansa, è un altro derivato della sulfonamide.
Questa classe di farmaci inibisce il riassorbimento di NaCl inibendo il cotrasportatore
NKCC2 o NK2CL, presente sulla membrana luminale, che si occupa del simporto Na-K-2Cl.
Nonostante il trasportatore sia elettricamente neutro, la sua azione porta all’accumulo di K
all’interno della cellula. La retrodiffusione di tale K nel lume tubulare determina un potenziale
che fornisce la forza per il riassorbimento di cationi, compresi magnesio e calcio, attraverso la
via paracellulare.
INDICAZIONI:
- Trattamento dell’edema epatico, cardiaco, renale
- Trattamento complementare dell’edema cerebrale
- Diuresi forzata del trattamento degli avvelenamenti
- Trattamento delle crisi ipertensive
EFFETTI INDESIDERATI:
- Ipokaliemia e ipomagnesiemia; iperglicemia?, iperuricemia
- Alcalosi metabolica, pancreatite; ototossicità, trombocitopenia, agranulocitosi.
TIAZIDI
I diuretici tiazidici inibiscono il simporto del Na+/ Cl- a livello del tubulo contorto distale
agendo sul trasportatore NCC presente sulla membrana luminale, riducendo quindi il
riassorbimento di sodio e cloro. La loro capacità di riassorbimento massimo si aggira intorno
al 5% del Na+ filtrato, ma questo basta ad aumentare la deplezione potassica e l’escrezione
di anioni organici neutralizzati dalle cariche positive del sodio. Agiscono anche sul tubulo
prossimale, perché essendo sulfonamidi, hanno la capacità di inibire l’anidrasi carbonica. Non
influenzano la perfusione glomerulare.
La CLORTIAZIDE è il capostipite di una serie di molecole a struttura benzotiadiazinica
contentente il gruppo sulfamidico in posizione 7 e quasi sempre un alogeno in posizione 6.
Altre molecole a struttura non benzotiadiazinica ma contenenti sempre il gruppo
solfonamidico non sostituito sono denominate tiazido-simili.
INDICAZIONI:
- Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale
- Trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia
- Trattamento degli edemi
- Trattamento dell’ipercalciuria
EFFETTI INDESIDERATI:
- Ipokaliemia
- Iperuricemia
- Fotosensibilizzazione, reazioni cutanee
DIURETICI RISPARMIATORI DI POTASSIO
Agiscono sul dotto collettore. Appartengono a questa classe tutti i diuretici accomunati dalla
capacità di ridurre l’escrezione di potassio e quindi in grado di causare iperkaliemia. In
relazione al sito e al meccanismo d’azione, si suddividono in:
1) Inibitori dei canali epiteliali tubulari per il sodio: AMILORIDE e TRIMETRENE
Agiscono a livello delle cellule principali del tubulo contorto distale e del dotto collettore dove
è presente un canale selettivo per il trasporto passivo del Na+ , prima tappa del meccanismo
di scambio trans epiteliale di K + e H+ . L'inibizione del canale provoca un accumulo di Na+
sul lato luminale cui consegue il blocco parziale sia dell'escrezione di K + di H+ ma anche di
Ca++ e Mg++ . Nonostante vengano indicati come diuretici, la loro azione diretta è
modestissima.
INDICAZIONI:
- Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale
- Trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia
- Trattamento dell’ipokaliemia da diuretici tiazidici
EFFETTI INDESIDERATI:
- Nausea, vomito, anoressia, diarrea
- Iperkaliemia ; anemia megaloblastica
2) Antagonisti del recettore per l’aldosterone: SPIRONOLATTONE, CANRENONE,
EPLERENONE
Il recettore intracellulare per l’aldosterone consente l’attivazione di fattori di trascrizione che
codificano per proteine attivanti il canale per il sodio, l'esocitosi delle vescicole che lo
contengono, e l'aumento di produzione di ATP necessario per la pompa Na-K ATPasi. L'effetto
netto della attivazione recettoriale è il riassorbimento del sodio e l'eliminazione del potassio e
degli idrogenioni. I farmaci appartenenti a questa categoria sono antagonisti competitivi del
recettore per l’aldosterone, ed il loro legame comporta un effetto inibitorio sull’intera cascata
di eventi.
INDICAZIONI:
- Trattamento dell’iperaldosteronismo primario (sindrome di conn)
- Trattamento dell’iperaldosteronismo secondario (cirrosi epatica complicata da ascite)
EFFETTI INDESIDERATI
- Iperkaliemia, acidosi
- Ginecomastia, disordini mestruali, atrofia testicolare
- Disturbi gastrointestinali
INIBITORI VASOPRESSINA
Agiscono sul dotto collettore e ADH. La vasopressina è l’ormone antidiuretico che regola
l’equilibrio idrico del corpo aumentando il riassorbimento di acqua nei reni. Noti anche come
vaptani, questi farmaci agiscono bloccando i recettori della vasopressina V2 e, quindi,
inibiscono il riassorbimento di acqua. Questo porta ad un aumento dell’escrezione urinaria di
acqua, senza una significativa perdita di elettroliti com