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Sintomi del disturbo disforico premestruale

1 o più dei seguenti sintomi in aggiunta ai precedenti per un totale di 5:

  1. Diminuito interesse nelle attività abituali
  2. Difficoltà soggettiva di concentrazione
  3. Letargia, facile faticabilità o marcata mancanza di energia
  4. Marcata modificazione di appetito: sovralimentazione o forte desiderio di cibi specifici
  5. Ipersonnia o insonnia
  6. Senso di sopraffazione o di essere fuori controllo
  7. Sintomi fisici: indolenzimento o tensione del seno, dolore articolare o muscolare, ecc.

Sintomi associati a disagio clinicamente significativo o interferenza con lavoro, scuola, consuete attività sociali o nelle relazioni con altri.

L'alterazione non è solamente l'esacerbazione di sintomi di un disturbo depressivo maggiore, di panico, depressivo persistente o di personalità.

Il criterio A è da confermare con valutazioni prospettiche quotidiane per almeno 2 cicli sintomatici.

Sintomi non attribuibili a effetti fisiologici di una.

Bisogna distinguere disturbi depressivi e disforia perché nella disforia sono compresenti sia elementi emotivi negativi che reattivi (rabbia, aggressività).

L'insorgenza è nell'adolescenza e sembra essere associata ad un peggioramento nella seconda decade di vita. Vi è frequente comorbidità con i disturbi d'ansia (disturbo di panico in particolare), disturbi dell'umore e disturbo da uso di sostanza.

Gli antidepressivi SSRI rappresentano i farmaci di prima scelta con tassi di risposta dal 60 al 90% sia sui sintomi somatici che su quelli psicologici.

Possono essere utilizzati anche contraccettivi orali come farmaci di seconda scelta.

Vengono utilizzati anche degli integratori alimentari come il magnesio.

- Disturbo da Disregolazione dell'Umore Dirompente

A. Gravi e ricorrenti scoppi di collera verbali e/o comportamenti sproporzionali nell'intensità o nella durata alla situazione o alla provocazione

B.

Gli scoppi di collera non sono coerenti con lo stadio di sviluppoC.

Gli scoppi di collera si verificano, in media, 3 o più volte la settimanaD.

L'umore tra uno scoppio di collera e l'altro è persistentemente irritabile o arrabbiato per la maggior parte della giornata, quasi tutti i giorni ed è osservabile da parte di altriE.

Criteri A-D presenti per 2 mesi o più. Durante tale periodo, l'individuo non ha avuto un periodo della durata di 3 o più mesi consecutivi senza tutti i sintomi dei Criteri A-DF.

Criteri A e D presenti in almeno 2 dei 3 contesti (casa, scuola, con i coetanei) e sono gravi in almeno uno di questiG.

La diagnosi non è posta per la prima volta prima dei 6 o dopo i 18 anniH.

Esordio dei Criteri A-E prima dei 10 anni (anamnesi e osservazioneI.

Assenza di un periodo di più di un giorno in cui siano soddisfatti i criteri sintomatologici completi, ad eccezione della durata, per un episodio maniacale o ipomaniacaleJ.

Comportamenti presenti non esclusivamente durante un episodio depressivo maggiore.

Sintomi non attribuibili a effetti fisiologici di una sostanza o di altra condizione medica.

Questo è un disturbo che compromette il funzionamento psicosociale di una persona e la predispone allo sviluppo di uso di sostanze per cercare di tenere a bada queste perdite di controllo.

La prevalenza stimata del disturbo è di circa 2-5% e la frequenza è massima nei maschi in età scolare, generalmente tra i 6 e i 10 anni.

Studi di neuroimaging svolti in questi pazienti hanno evidenziato un'iperattivazione dell'amigdala durante il riconoscimento di tutte le emozioni facciali che correla con i livelli di irritabilità. I fattori di rischio comprendono sia fattori genetici che fattori ambientali.

Dato il basso livello di tolleranza verso la frustrazione, questi bambini hanno difficoltà a scuola, nelle attività extrascolastiche, nella vita sociale e familiare.

Il trattamento per il disturbo comprende parent training, psicoeducazione, psicoterapia e il trattamento farmacologico. Quest'ultimo si basa sulla presenza di sintomi concomitanti: farmaci antidepressivi e psicostimolanti se presente deficit di attenzione. Inoltre, è importante potenziare la tolleranza verso la frustrazione.

Trattamenti Alternativi:

La stimolazione magnetica transcranica è una tecnica neurofisiologica che consente di stimolare aree specifiche del cervello in modo non invasivo attraverso la produzione di un campo magnetico. Nella TMS, la produzione di un campo magnetico garantisce che lo stimolo prodotto attraversi, sostanzialmente inalterato, strutture con un'elevata impedenza, come il cranio e lo scalpo. La forma del coil determina la distribuzione del campo elettrico nel tessuto cerebrale. Il coil più utilizzato in ambito psichiatrico è il coil a otto o a forma di farfalla.

Oltre ai trattamenti farmacologici e psicoterapici, vi sono anche dei trattamenti che vanno ad utilizzare degli

impulsi magnetici o comunque fisici per riattivare le aree cerebrali interessate dai disturbi depressivi. Viene stimolata principalmente la corteccia prefrontale e la TMS è stata valutata come efficace trattamento soprattutto per coloro che sono resistenti ai trattamenti farmacologici. - Gli studi della Cattedra di psichiatria dell'UNICH sulla Depressione Resistente Il progetto è coordinato dal Dott. Mauro Pettoruso e prevede l'impiego della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva accelerata (rTMS accelerata) per lo sviluppo di un trattamento della depressione avanzato e vantaggioso in termini di costo-efficacia. Il gruppo di ricerca si è focalizzato sulle basi neurobiologiche dei disturbi depressivi attraverso la ricerca di "endofenotipi" di depressione con meccanismi genetici, neurobiologici ed eventuali manifestazioni cliniche condivise. Questi studi si propongono di fornire un razionale a terapie antidepressive.personalizzate sulle caratteristiche del paziente sia da un punto di vista clinico che neurobiologico. I disturbi depressivi del tono dell'umore sono anche detti unipolari perché vi è principalmente un'alterazione del tono dell'umore che va in una sola direzione ovvero quella dell'abbassamento del tono dell'umore. Quando invece abbiamo a che fare con delle disregolazioni del tono dell'umore che vanno in due direzioni ovvero l'innalzamento del tono dell'umore e l'abbassamento del tono dell'umore si parla di disturbi bipolari. "I Disturbi Bipolari" - Caso Clinico Ursula Norman un'infermiera di 32 anni si era presentata in un centro di Pronto Soccorso sei giorni dopo aver dato alla luce il primo figlio. Il marito aveva riferito che nei tre giorni antecedenti la donna aveva avuto comportamenti molto strani, manifestando ripetutamente la convinzione di aver ucciso il neonato soffocandolo con un cuscino. Secondoquanto riportato dal marito, la signora aveva avuto una gravidanza normale, un parto privo di complicazioni, dopo il quale era felicemente tornata a casa col bambino. Il terzo giorno dal ritorno aveva però incominciato a essere molto instabile, passando rapidamente da momenti di esaltazione a stati di profonda tristezza. Era anche diventata irritabile e ansiosa. Dormiva pochissimo, era iperattiva, agitata, parlava molto velocemente e perdeva spesso il filo del discorso. Sebbene non fosse mai stata particolarmente religiosa, diceva che Dio parlava attraverso di lei e l'aveva prescelta per risolvere i problemi del mondo. Aveva confidato al marito di avere poteri speciali che le permettevano di identificare le persone cattive guardandole semplicemente negli occhi; aveva quindi capito di essere circondata da persone malvagie, tra cui includeva anche la propria madre. Tra l'adolescenza e la prima età adulta la signora aveva avuto tre episodi di depressione maggiore che si.erano risolti in seguito al trattamento con antidepressivi e psicoterapia. L'unico dato rilevante emerso dall'anamnesi familiare era che dopo la nascita del suo primo figlio, la madre della signora era stata ospedalizzata per problemi psichiatrici. La donna non aveva mai fatto uso di sostanze stupefacenti e prima della gravidanza il suo consumo di alcol non superava di solito le 2-3 unità a settimana. Anche se i pensieri deliranti ci possono far pensare ad altre patologie ciò che ci guida verso una diagnosi di disturbo bipolare sono le poche ore di sonno, l'agitazione, l'iperattività, il parlare velocemente.

Disturbo Bipolare e Disturbi Correlati

Il disturbo bipolare e i disturbi ad esso correlati sono un gruppo di patologie con una prevalenza lifetime del 2,4% nella popolazione e sono caratterizzati da oscillazioni del tono dell'umore che possono alternarsi con fasi di deflessione, con prevalenti sintomi depressivi e fasi di evoluzione in cui...

ipomaniacali, maniacali, euforici. Le alterazioni cicliche dell'umore possono essere interpretate nel contesto di uno spettromaniaco-depressivo che va, in modo ingravescente, da variazioni occasionali dell'umore, alla personalità ciclotimica, al disturbo ciclotimico fino al disturbo bipolare di tipo I e II. La clinica dei disturbi bipolari non è limitata solamente agli episodi timici, ma va considerata nel contesto del decorso del disturbo che ha delle implicazioni importanti nelle scelte terapeutiche e nella prognosi del disturbo. Tassi di prevalenza lievemente superiori nel genere maschile rispetto a quello femminile. La mania si sviluppa nella fase di evoluzione e ha diverse forme di manifestazione; la più comune è quella euforica che vede una persona molto gioiosa, molto contenta… in cui c'è un aumento delle energie soggettive. Un'altra forma è quella irritabile, disforica in cui si ha una

manifestazione di rabbia, irritazione, oppositività, scontro con gli altri... Una terza forma è quella psicotica come nel caso clinico.

Nel disturbo bipolare di tipo I sono presenti episodi maniacali, in quello di tipo II sono presenti episodi di tipo ipomaniacale mentre nel disturbo ciclotimico oltre ad episodi ipomaniacali nelle fasi di deflessione non si hanno episodi di disturbo di depressione maggiore ma episodi depressivi minori.

Nel caso clinico per fare un progetto terapeutico si costruisce molto attentamente qual è stato il decorso precedente quindi 3 episodi depressivi che hanno risposto in un certo modo agli antidepressivi, si vede quanto sono frequenti gli episodi depressivi e gli episodi maniacali. Si vede poi se c'è una successione precisa in quello che viene chiamato ciclo bipolare tra episodi maniacale ed episodio depressivo e quindi se solitamente è l'episodio maniacale che precede il depressivo o viceversa. Quindi in base al

Decorso, ci si chiede come funziona in quella specifica persona quel disturbo per poter

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
12 pagine
SSD Scienze mediche MED/25 Psichiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Michela__05 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psichiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Pettorusso Mauro.