DIFFERENZA TRA ABDUZIONE e ADDUZIONE
ABDUZIONE: avviene dentro il piano frontale (lungo l'asse sagittale) e
comporta l'allontanamento di una parte mobile dall'asse longitudinale
mediale;
ADDUZIONE: avviene dentro il piano frontale (lungo l'asse sagittale) e
comporta l'avvicinamento di una parte mobile all'asse longitudinale mediale.
LUSSAZIONE
La lussazione più frequente è quella della spalla e si manifesta come una perdita completa dei
rapporti anatomici tra la testa dell’omero e la cavità glenoidea.
La lussazione della spalla è il trauma più frequente in età adulta e viene CLASSIFICATA in:
Lussazioni Anteriori (95-96%), in cui le forze sono dirette in senso postero-anteriore.
Lussazioni Posteriori (4%), in cui le forze sono dirette in senso antero-posteriore.
Le LUSSAZIONI ANTERIORI possono essere ulteriormente classificate in:
- Lussazione sotto-glenoidea, in cui la testa dell’omero si posiziona al di sotto della glena;
- Lussazione sotto-coracoidea, al di sotto della coracoide;
- Lussazione sotto-clavicolare, al di sotto della clavicola;
- Lussazione di spalla intratoracica, meno frequente rispetto alle altre.
Dal punto di vista patologico, vi sono LESIONI che si manifestano in maniera costante e altre con
frequenza variabile. Quelle che si verificano sempre a seguito di una lussazione di spalla e, quindi,
costanti interessano la CAPSULA ARTICOLARE (che tiene insieme omero e scapola), per cui si può
avere un distacco della capsula stessa a livello della sua inserzione nella glena. Questo rischio si
riduce grazie alla presenza del cercine glenoideo, un rivestimento fibro-cartilagineo attorno alla
glena.
Tra le lesioni più importanti abbiamo quelle che interessano la CAVITA’ GLENOIDEA, e sono:
Lesione di Bankart, se interessa il margine inferiore del cercine glenoideo;
Lesione di Slap, se interessa la porzione superiore (foto precedente a dx);
Lesione di Hill-Sachs (o frattura di Hill-Sachs), se interessa la testa dell’omero e la cuffia dei
rotatori. Per quanto riguarda le FRATTURE ASSOCIATE alla lussazione della
spalla, le più frequenti sono la frattura dell’omero (da operare) o
dell’acromion. Alle fratture sono associate delle COMPLICANZE
temibili cui porre attenzione durante l’esame obiettivo: queste
possono essere la paralisi del nervo ascellare (anche detto
circonflesso), che causa poi compressione dei vasi ascellari e di tutto
il plesso brachiale (insieme dei nervi in foto).
All’ESAME OBIETTIVO il paziente presenterà dolore e limitazione funzionale. Proprio a causa della
compressione dei vasi, bisogna valutare subito la sensibilità di tutto l’arto (dalla spalla alla mano)
in quanto ci può essere un blocco della pulsazione per cui bisogna valutare il polso radiale e
ulnare.
Per quanto riguarda la DIAGNOSTICA STRUMENTALE si ricorre all’esame radiografico che dovrà
essere eseguito in posizione antero-posteriore ascellare. Per valutare il danno osseo si può
eseguire anche il “Bulb Side Test”, cosiddetto test della lampadina, che però non sempre è
eseguibile a causa della scarsa collaborazione del paziente.
Si procede poi al TRATTAMENTO mediante riduzione. Questa può essere eseguita in
estemporanea ricorrendo ad anestesia locale ma, nel caso in cui sia passato troppo tempo,
potrebbero essersi formate delle contratture muscolari che di per sé impediscono la manovra di
riduzione e quindi essa andrà svolta in anestesia generale.
Le tecniche di riduzione sono innumerevoli, ma le più utilizzate nella pratica clinica sono:
Manovra di Stimson, ponendo il paziente in posizione prona (pancia in giù) sul lettino si
applica una pressione a livello del polso praticando delle manovre di manipolazione ed
extra rotazione (rotazione esterna) a livello della scapola. In questo modo, la spalla si
dovrebbe ridurre spontaneamente.
Manovra di Milch, è quella più utilizzata e prevede una trazione lungo l’asse (1), una
rotazione esterna fino ai massimi gradi (2) cui segue un’abduzione (3).
Rotazione esterna
Trazione lungo l’asse
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